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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Satira
Le 2506 poesie pubblicate sull'argomento 'Satira' Poesie di satira |
Il dolce lo combino col salato
il sale te lo metto a fermentare
col pepe che sa bene come fare
essendo in questo caso indemoniato.
La salsa te la verso nel peccato
con l’olio un poco vergine mi pare
con l’aglio triturato sull’altare
del tempo
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| Troppo piena, quel giorno la chiesa
seduto da solo non firmavo la resa
le note, l’attesa e la meraviglia
io intanto già cercavo una bottiglia.
Confuso in giro lo sguardo si perde
chissà se l’abito, era bianco o verde
non so se all’altare lei sia mai
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Rigaglie
questo tuo saperti armare
del niente che ti fa un po’ compagnia
per strada tra la gente e sulla via
che s’agita ben pronto a condannare
rigaglie
del tuo essere e il dannare
che mira avanti e indietro nostalgia
di un mondo coltivato in
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Se pensi che mi sbaglio
tu ti sbagli...
a parte gli urli e i ragli
errori ne avrò fatti a tonnellate
ma tu coltivi solo le minchiate
e se fallisco
con un dolce maglio
ti ficco in testa i chiodi del sapere
cercando di capire e possedere
i
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In fondo non conosci la Muffina
vulcante come l’acqua idrofaina
del verso e delle strofe l’arrotina
saccente più del sole la mattina!
E intanto se la incontri muta verso
dicendo al cuore nudo “tergiverso”
nel caso la parola di traverso
si affidi
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| Ci vuole quasi un genio in quel mestiere
e non son tutti ugual gli operatori,
destrezza e conoscenze sono in gioco
clienti pur sondifferenti assai.
Difficile complessa e delicata
si fa questione a tu per tu in quel sito:
e quei per meglio svolger
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Esponendo disponendo lo pretendo
col gerundio creativo son tremendo.
Ti nascondo la persona ed il soggetto
son felice e me lo porto pure a letto.
Calcolando dividendo se trascendo
chiamo pure il gerundivo e te lo bendo
tanto messo sulla carta è sì
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E t’offrirò due lacrime in appalto
il grande pianto greco e nostalgia
di una passione interamente mia
amante messa in mostra col suo smalto
il giorno il mese dopo al piano alto
per mettere a ruotare l’euforia
di questa vita a pezzi
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Il nulla mi contiene
e mi sovrasta
giocando a nascondino
col suo Dio
e in questo cupo
e sordo pigolio
risuona una domanda
“Chi
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Si affretta a dare lustro alla sua vena
col verso sorprendente una bontà
che brucia in un istante una falena
col fuoco tanto caro alla pietà
e appena vede il marcio lui che fa?
Rimette sopra il desco il vecchio arbusto
con foglie rami e fiori
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E nel dolore splende il mio sorriso
ardente capricorno innovatore
amante del più triste paradiso
freccia nel vento furbo controllore
capace nel suo essere furore
di attraversare i mari e le correnti
e lo ritrovi in fasce precettore
dei sogni e
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Col sonetto mi diverto ed è papale
dentro l’aia dei pensieri inseminati
dove il tempo fa a cazzotti con i dadi
ben deciso sopra il desco a rinnovare
la bellezza del potere universale
che coltivo caro amico coi conati
della voglia che mi innesca
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Questo amore messo in mostra in copertina
che si attacca mane e sera alla vetrina
sa di ferro arrugginito e varechina...
Questo amore più bugiardo di una iena
ride piange e ti diventa un’altalena
che sobbalza ad ogni istante e la regia
non mi
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Rosa d’uva mentafredda osso bruco
nasce e muore cambia e accende e non si arrende
ti nasconde cuore e mondo dentro un buco
col suo naso in basso a destra si distende
e di certo di intromettersi pretende
come il verme che se striscia va a
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Il tempo sa contare e cominciare
la notte se ne esce assieme al giorno
l’estate con l’inverno gira intorno
la vita se ne va a bighellonare.
Il sole si nasconde per giocare
la luna ha quattro stelle per contorno
l’andata gioca a carte col
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Nel gran bel paese dei furbetti
regnava un principe, calvo, nano e brutto
che parlava il linguaggio forbito dei versetti
e salutava gli ambasciatori con un rutto.
Amava circondarsi di giullari, faccendieri e puttane:
era convinto che in quel regno
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Io cerco dentro l’anima
gli afflati accidentati
in ogni mia parola
e non con freddi e miseri
lessemi infiocchettati
dai tuoi filosofemi
capricci da mercati.
Io cerco sai di accendere
più luci che lumini
volendo sventolare
con tono e voce
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Cadaveri in affanno sopra il banco
la mente in dentro flessa e un cuore stanco.
In mostra in bella mostra grande fiera
con sulla fronte l’arida maniera
del cuore rabberciato un casinista
e dato che si recita a soggetto
viene proposta orbata
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Pianti lacrime e lamenti
grida affanni nostalgie
sono tutte e solo mie
e son certo che le senti
sulla terra e in faccia al cielo
questo è in tutto il mio vangelo.
Lacrimucce e pianti a sbafo
te li sbatto in faccia al muso
li conservo e poi li
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Sapessi quante volte ho chiesto al mio domani
di cogliere la fine del dopo in parallelo
col tempo inventariato dai sogni più lontani
in questo gioco a due coperto dal tuo velo.
Sapessi come andare incontro al fantolino
col fuoco appena acceso nel
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Ti scrivo solamente poche cose
così come succede al buon mercato
con i prodotti in vista in bello stato
dove chi acquista cerca usate rose.
Parole senza dubbio decorose
appena pronunciate in un sol fiato
con tutto l’occorrente preparato
un
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Questa la scrivo con la penna a scatto
non sulla carta ma sul muro in bagno
mentre controllo il tempo dell’uscita
tra un piccolo singulto e il senso inverso
che vaga in un anfratto molto scuro
col peso degli affanni alquanto duro.
È solo un mero
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Fata Morgana strega per procura
scribacchia canta gioca e si diverte
il nero in bianco ghiaccio ti converte
e più ne sei invasato e più perdura
in quanto lei non ama la struttura
del verso che veleggia a braccia aperte
nei cieli delle anime più
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Meschino come un verme
col pannolino ancora sul culetto
per conservare tutto l’apparato
dal seme al suo pandoro al cioccolato
adatto a far da scudo al buon diletto.
Meschino come un verme
con questa bocca amara di saggina
così salata ricca ed
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L’ho visto l’ho veduto l’ho incontrato
il tuo pensiero povero orfanello
dipinto con l’inchiostro ormai scontato
dal verbo declinato col martello
dove che cresce e splende l’alberello
con le sue foglie rosse del tormento
capace di passare quel
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Era un poeta
di quelli con la carta carbonella
e decantava il cielo e qualche stella
il mare mamma nonna e la muffina
i quattro lati i sette re di Roma
la pietra nel frattempo entrata in coma
sopra la rocca antica del Parnaso
mettendo in piena luce
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Gracidula la gazza nel pollaio
il gufo si traveste da civetta
il gallo vende uova al lombricaio
il cane con l’agnello fa toletta.
Il corvo muffineggia nel pulciaio
convinto che la capra donzelletta
vuol mettere l’accento sul rosaio
col porco che
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| Erano li capelli d’oro a l’aura sparsi
er giorno che ar fiume discenneva
e sì leggiadra oltre ‘a piana annava
dentro ar canneto a piedi scarzi.
Je vado retro, pur co’ passi scarsi
come fossi ‘n sogno, vedo che sciojeva
sverta li lacci a la veste e
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La donna è in tutto femmina
e ti stravolge l’attimo insolente
che ti diventa in un istante niente
quando coi nodi il seme scioglie e germina.
È femmina col verbo al femminile
e ti colora il tempo con la voce
di chi trasforma il mallo in una
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Lo sai? O non lo sai?
Cos’è che comunichi rumore
bistratti nell’orecchio blaterando ipotesi irrisolte,
lo sai, o non sai, non so niente.
Forse dovrei sapere e cosa dovrei sapere? Lo sai? O non lo sai?
Segnali di un orecchio che bisbiglia e
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2506 poesie pubblicate sull'argomento Satira.
In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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