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Responsabilità sociale
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Trovati 833 commenti di Marina Como

Commento n° 803
«La scelta di vocaboli accurata risulta molto efficace nel delineare la solitudine, lo scorrere del tempo, la sofferenza, il disgusto dell'anima, la precarietà di una vita della notte. Senza alcuna ombra di retorica, una poesia di rassegnazione che urla nei toni soffusi. La forma della poesia scandisce quadri impressionisti, dove ogni puntino evoca un colore sempre diverso nella gamma della sfumatura.»
Inserito il 08/04/2010 da Marina Como alla poesia "Respiro la notte" di Elisabetta Randazzo  

Commento n° 802
«Oltre ad un ottimo uso delle immagini introspettive, ho trovato una perfezione nel ritmo della poesia attraverso le assonanze che dona le pause giuste alla lettura e ne suggerisce una ulteriore: ad es. al centro il ritmo accellera, quando si parla in prima persona, come a suggerire il veloce scorrere del tempo ormai trascorso in contrapposizione al tempo della lei ancora giovane. Questo mi ha ricordato anche l'amore paterno. Permeata di una vena nostalgica, la poesia tuttavia lascia una gradevole sensazione di freschezza e di grande gioia data dall'empatia.»
Inserito il 19/03/2010 da Marina Como alla poesia "Ti regalerei" di Turan  

Commento n° 801
«Se ho ben compreso il dialetto, una poesia di denuncia che invita a non essere indifferenti ai dolori altrui. Perché non basta "parlare d'amore" ma ci si deve dare da fare dando "un verso alla propria vita", siamo fatti di sangue, che sembra ribollire nelle vene, e la passione farà crescere fiori anche in un prato malato.
Molto efficace l'immagine del sangue che "sbatti ad ogni vina", per indicare il tormento e la vita che possediamo. Saggia e ben fatta, questa poesia affascina per il potere delle immagini semplici descritte con ricercatezza e molto efficaci.
»
Inserito il 05/03/2010 da Marina Como alla poesia "Comu scecchi rragghianu" di Elisabetta Randazzo  

Commento n° 800
«Trentuno sillabe ben congeniate, uno sprazzo di universo introspettivo in una sola "scintilla".
C'è aria di solitudine, di bisogno d'amore, di amore, di speranza... tutto in una piccola breve. E lo scanzonato titolo con la metafora sono riuscitissimi ed originali.
»
Inserito il 05/03/2010 da Marina Como alla poesia "Teorema di Edison" di Benedetta Cavazza Miciamalvina  

Commento n° 799
«Un linguaggio dal sapore di comunione, di speranze e di denuncia. Dipinti incastrati con maestrie attraverso il fluire della vita e con essa sogni e delusioni. E si cresce, ma i sentieri si rintersecano tra le rotte "sghembe". E nella chiusa nuove vite si affacciano ai sogni d'inchiostro.»
Inserito il 04/02/2010 da Marina Como alla poesia "Lettera alle vite nuove" di Zima  

Commento n° 798
«La paura del soffrire ancora e l'arrendevolezza alla tenerezza dell'amore molto ben scolpite in questa poesia dalle metafore intense. Ed anche il tramonto che cala è morbido e caldo come "cera", e ci si squaglia... Un inno alla libertà nell'amore.»
Inserito il 04/02/2010 da Marina Como alla poesia "Gran Canyon" di Donatella Piras  

Commento n° 797
«Nel leggere questa poesia, ho provato una strana soddisfazione nel mio essere donna. Se non fosse in morte, andrebbe senz'altro in categoria sociale per la sua chiusa. Contrariamente alle statistiche, questa volta è l'uomo ad essere abbandonato perché non più in grado di attrarre. Molto ben fatta la chiusa e le crude immagini staffilettate che ricalcano davvero la psicologia del malato, come solo chi ci è passato riesce a capire con le sue sfumature. Vero, ma quando una poesia è così ben dispiegata, l'empatia compie il mistero e ci si ritrova comunque.
E' più di una poesia sulla sofferenza, è una poesia sull'abbandono.
»
Inserito il 03/02/2010 da Marina Como alla poesia "Quando hai un tumore" di Fabrizio Rizzi  

Commento n° 796
«Grandi "graffi" dove la "storia sanguina" "ancòra" e "ancòra". Fin quando ci saranno ancora delle "ciotole sporche" utilizzate per "altre bocche". La memoria serve per riflettere su quanto è accaduto, ma soprattutto su quello che ancora accade.
In una perla di ritmo che travolge come le "camicie nere", una ode al ricordo ed al presente.
»
Inserito il 27/01/2010 da Marina Como alla poesia "Un graffio alla storia" di Zima  

Commento n° 795
«Lasciarsi permeare dagli altri, godere della vicinanza degli amici che ci portano anche alla riflessione. Una poesia davvero esemplare per le metafore e la scelta di immagini mai banali. In una tela trasparente da colori pastello, il poeta ci accompagna e dondola sino ad una stupenda chiusa, ed il lettore è rilassato.
Da leggere con attenzione per goderne le sfumature, e rileggerla per apprezzarne il ritmo e linguaggio.
»
Inserito il 24/01/2010 da Marina Como alla poesia "Quando vanno via" di Ferdinando Giordano  

Commento n° 794
«Un ritmo musicale che lascia intravedere l'immaginifico del contrapposto.
I suoni che danzano dipingono di luce il cielo notturno.
Molto ben realizzata la poesia fantastica, che si sgrana leggiadra al canto di donna.
»
Inserito il 09/01/2010 da Marina Como alla poesia "Musici fotoni nel blu" di Stefano Toschi  

Commento n° 793
«Nella nota esplicativa la poesia assume il giusto connotato. Molto ben riuscita la ribellione verso tutti i bisogni indotti dal consumismo, e, quel che è peggio, i nostri figli ne assobono tutti i fasulli valori. E noi che ci sentiamo vecchie, spesso non sappiamo come far loro capire il gusto per l'attesa (molto bello il bocciolo che si rifiuta di aprirsi a capriccio) e l'amore per i valori veri, tradizionali e meritati (alloro). Molte le metafore ben riuscite in una poesia con linguaggio familiare come giusto ed il gusto dell'indagare il significato dei vocaboli.»
Inserito il 05/01/2010 da Marina Como alla poesia "Massacrate i girasoli" di Benedetta Cavazza Miciamalvina  

Commento n° 792
«In pochi versi il paesaggio dell'inverno toglie il "verde" alla speranza. Nessun rimpianto, solo nostalgia di gioventù, e grande spossatezza nel tempo sospeso, tra la "luce" ed "orizzonte".»
Inserito il 29/12/2009 da Marina Como alla poesia "Il mio autunno" di Rasimaco  

Commento n° 791
«Tornare fra i "sassi" che ci hanno visto crescere, è uno specchiarsi d'anima. Ed il lutto nel cuore sembra un "callo". Suggestioni d'immagini dove i piedi che poggiano, camminano... parlano di chi non c'è più. Dove le "scarpe nuove" sono troppo strette nella morsa, e mancano quei "piedi nudi", non esenti da tormento o "pianti" ma in compagnia, condivisi. Trasuda di solitudine interiore per la perdita, questa poesia e cosa meglio dei piedi può essere usato a metafora per indicare colui che ci ha sorretto nei primi passi?»
Inserito il 29/12/2009 da Marina Como alla poesia "Il vuoto dei perché" di Maurizio Spaccasassi  

Commento n° 790
«Stupende le rabbiose immagini che balzano dalla tela per azzannare l'ipocrisia.
La "vanità" non è che una veste su gelido nulla, basta una passata di sano sole, per "sbrinarla".
»
Inserito il 28/12/2009 da Marina Como alla poesia "Inutile" di Paolo Ursaia  

Commento n° 789
«La poesia delle piccole cose che dipinge un momento apparentemente banale incastonandolo nel cuore. E son "bracieri" che riscaldano l'animo colmo d'amore.
Un saper guardare gustando le piccole gioie sorpresi dalla vita.
»
Inserito il 28/12/2009 da Marina Como alla poesia "Coi pollici in tasca" di Zima  

Commento n° 788
«Una poesia dove l'espiazione attraverso il dolore reca al conforto della fede. Leggiadre ed originali le immagini si susseguono tenendo il lettore nel pathos ed altalenandolo nella riflessione: come la vita il susseguirsi delle gioie e dolori, così il sole ha l'alba ed il tramonto che combaciano, la morte e la vita si rincorrono e si aprono l'uno all'altra, in un "infinito giorno" di noi.»
Inserito il 18/12/2009 da Marina Como alla poesia "Speranza" di Pierluigidr  

Commento n° 787
«Poesia d'atmosfera lugubre molto ben riuscita. Come il sentirsi morto a "trentaquattroanni" dalla nascita. Il titolo è una rivelazione: mai come prima di nascere siamo stati vicino a Dio, ma dalle sue mani... la morte. E se "l'accoglienza" non fosse altro che "nulla"? Dovremmo leccarci le ferite. Ma uno "spirito rattoppato" è pur sempre integro: solo strappi di vita.
Con un linguaggio enigmatico dei flash introspettivi, la fatica del vivere trapela da una saggia ed accurata scelta dei vocaboli.
»
Inserito il 18/12/2009 da Marina Como alla poesia "A trentaquattro metri dalla mano di Dio" di Marco Canonico Baca8175  

Commento n° 786
«C'è tutto in questa poesia: atmosfera e rimembranze, introspezione e paesaggi, vita di quartiere ed amicizia (o forse vi è un solo bambino ed un adulto) L'uso delle figure retoriche hanno un profondo valore introspettivo e ci par anche a noi di esser quei monelli "ieri", ed invece è già oggi, e la vita è sempre dura comunque vadano le cose, ma non si può imprigionare il pensiero, ed il poeta scioglie la struttura e la fantasia.»
Inserito il 15/12/2009 da Marina Como alla poesia "Per dire delle vecchie case in noi" di Ferdinando Giordano  

Commento n° 785
«Immersa in malinconiche note una poesia del dolore. La sofferenza per il non esserci con il nostro amore quando finirà il tempo. La tragedia dell'abbandono ben amalgamata con una solo sottilissima vena di vendetta, o forse ancora soltanto altro dolore per una scelta sbagliata di chi si ama. Ed un invito: ad aprire le braccia ed il cuore alla comprensione dell'oggi, perché domani potrebbe essere troppo tardi, per ritrovare quegli "occhi chiari". Molto ben descritto il quadro della vecchiaia con minuzia di particolari pur con pochissimi vocaboli ("sere vuote per" che immagine riuscita)»
Inserito il 15/12/2009 da Marina Como alla poesia "Quando" di Triste  

Commento n° 784
«Poesia dall'atmosfera dell'orrido usata come iperbole dove tutto il linguaggio è sfruttato al massimo per dare il colpo finale; dolcezza infinita ed una sola verità, l'Amore. Ed a me viene in mente "che move il mondo e...". Molto ben riuscita nel suo tormento di vita, un innalzare una bandiera contro tutto e tutte le ragioni.»
Inserito il 15/12/2009 da Marina Como alla poesia "Eros e Tanatos" di Grazia Longo  

Commento n° 783
«Poesia della sofferenza, ma soprattutto di consapevolezza: è proprio il sapere che continueremo ad andare avanti (senza sporcarci le suole) malgrado le assenze (ombre) cosa che non avremmo mai supposto, ci procura la sofferenza maggiore, Metafore ed immagini malinconiche molto ben espresse, ma soprattutto un eccelso uso delle stesse in maniera da lasciare l'interpretazione libera. Molto riuscito il richiamo "strisciano" ed "ombre sul muro".»
Inserito il 15/12/2009 da Marina Como alla poesia "L'anima giace e non respira" di Elisabetta Randazzo  

Commento n° 782
«Anche i passeri sono sgomenti dai cambiamenti climatici! Una poesia dove la tecnica del richiamo delle ripetizioni la fa da maestra. Induce a riflettere, rileggere e rileggere ancora con le nuove chiavi offerte alla lettura. E l'inceppo dei versi che costringe il lettore a fermarsi, a staccarsi da una scena per trovarsi in un'altra! Straordinaria composizione prediligo il richiamo degli "stessi", dove gli alberi "nudi" di loro stessi non cantano più, come il passero "stridulo" che non inneggia ad un amore fuori delle stagioni.»
Inserito il 11/12/2009 da Marina Como alla poesia "Un passero al solstizio di dicembre" di Ferdinando Giordano  

Commento n° 781
«Se lo sguardo del poeta fosse quello "della vita" e la abbraccierebbe, potrebbe diventar grande e guardare le cose in un modo diverso. Un mondo da rifiutare in toto, il mondo adulto. Regno di "spazzatura" che è meglio "sbeffeggiare" come un monello, piuttosto che farsela nevicare (ancora il gelido dei fiocchi di neve) addosso. Meglio rimanere congelati nel proprio isolamento anche e soprattutto affettivo piuttosto che diventare uno stronzo (feci che trottano) di adulto.»
Inserito il 07/12/2009 da Marina Como alla poesia "Se fossi gli occhi della vita" di Marco Canonico Baca8175  

Commento n° 780
«Un ritratto leonardesco dove il soggetto appare permeato dall'aria. Atmosfera di paesaggio ricco di particolari. E la tecnica dell'assonanza che ritmizza la poesia è superbamente sfruttata . Il lirismo classicheggiante del mendicante vagabondo non è che la scusa per una fuga, non dalla realtà sociale, ma dalla propria ragione, Un inno alla pazzia come libertà dai vincoli che noi stessi ci poniamo. L' uso di immagini o metafore molto usate è forse voluto per contrastare meglio con un mondo classico da poter ribaltare?»
Inserito il 04/12/2009 da Marina Como alla poesia "Mendicante folle" di Jayan Walter  

Commento n° 779
«In una vera amicizia dalle radici antiche svetta quel "tenersi per mano": non è forse proprio dei fanciulli? Ed ancor prima il sostegno primario del bambino "sorretto" e fiducioso nelle mani dei genitori? E' quel ritrovare se stesso e la propria innocenza, quel senso di condivisione e comunione di "sguardi" che sono "carezze" d'anima. Ma subito l'autore ci riporta al presente, al disincanto. Ma tutto si può se ci si conserva integri: la malignità del mondo non ci appartiene! In una chiusa stupendamente riuscita tutta la comunione delle vite. Eccezionale come l'autore riesca in pochi quadri soffusi a ricreare per il lettore le intime atmosfere.»
Inserito il 03/12/2009 da Marina Como alla poesia "I tuoi sguardi" di Paolo Ursaia  

Commento n° 778
«Una poesia dello "stupore", quando la vita sembra cancellare il passato, esso è ancora lì, in tutta la sua grandezza, e ritrovarsi a riviverne i particolari come fossero nuovi che è solo la consapevolezza del nuovo occhio dell'oggi, il ricordo splende ancora come "stella" a guidarci, "lissù in alto". Sembra l'autrice rammentarci di non aver paura di dimenticare i momenti felici, essi sussistono ancora in noi.
Stupendo il linguaggio del particolare a "gocce", e delle assonanze e rime nascoste, nella riuscitissima seconda strofa.
»
Inserito il 30/11/2009 da Marina Como alla poesia "Fermarsi un attimo" di Zima  

Commento n° 777
«Il grande uso delle assonanze che rispecchiano il dire della poesia. Una canzone è composta da parole e musica.
Ed è la solitudine ed il tempo inesorabile, che sembra così soffuso, ed in questo modo di leggere, la chiusa spiazza con il suo anatema. Niente pillole indorate, dunque, solo la realtà che stride sulla pelle.
»
Inserito il 18/11/2009 da Marina Como alla poesia "C'e' ancora un posto in me" di Paolo Eroli  

Commento n° 776
«Una grande chiusa che rispecchia la poesia. Nessuno sembra entrare dentro il dolore, neanche "il cielo"! Di grande sensibilità, in schizzi di "nebulose" il dipinto a tinte buie è ancor più nero sullo sfondo rosa del poeta. Da leggere più volte per apprezzarne l'accuratezza dei particolari ora dati da un sostantivo, ora da un concetto espresso. Anche a me ha ricordato la droga, ed è il linguaggio delicato che fà da contrapposto ai dipinti che me lo rende un capolavoro.»
Inserito il 18/11/2009 da Marina Como alla poesia "La bambina che voleva esserlo" di Mavec  

Commento n° 775
«Suggestioni di immagini in ogni vocabolo. Struggente poesia della solitudine, in cui la mancanza della nostra lei non è sufficente: è la solitudine vera, quella dell'anima racchiusa nel nostro io timido, che giace sempre "ad un passo" . Anche uno "spiraglio" di luce, si perde nel profondo delle pieghe di cui siamo fatti. Grande immagine la chiusa! molto piaciuti per efficacia i versi "le mani... incertezza".»
Inserito il 17/11/2009 da Marina Como alla poesia "La bocca claudicante" di Marco Canonico Baca8175  

Commento n° 774
«Proprio quegli occhi specchio dell'anima... ed i nostri occhi? Cosa vorremmo rivelassero, se non riusciamo a comprenderli? Una poesia egregiamente dispiegata nell'angoscia e la mancata rassegnazione, dove si continua "senza sosta", ma siamo così sfuggevoli... ottima l'immagine della chiusa! Traballante gelatina, sgusciante, ma sempre morbida e dolce: in fondo ci vogliamo bene!»
Inserito il 14/11/2009 da Marina Como alla poesia "Me stesso... questo grande sconosciuto" di Rasimaco  

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