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Le #parole nelle poesie
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Trovati 521 commenti di Gesuino Curreli

Commento n° 491
«Il mattino che parrebbe incagliarsi, poi il tempo lo sconfessa col suo incedere inesausto e inarrestabile nell’ eterno procedere dei mondi; dentro luci ancestrali giunte qui a dirci del caduco e breve tratto che il fato ci destina, uomini di sostanza e poco fiato per le lunghe distanze dei misteri. Animali di forza e di talento, poeti e menzogneri, ma inconsistenti e piccoli per i passaggi di ere, attrezzati di genio e di mestieri che non sconfiggeranno "l’uomo in nero” e possono durare solo un dì.»
Inserito il 20/04/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "L’uomo ed il tempo" di Rasimaco  

Commento n° 490
«La poesia é lì, nel luogo dove sai di aver perso tutto, dove ogni riflesso è opaco, dove incespica il suono, dove cade il rumore, dove langue la speranza e la parola. La parola, come una cosa cara stesa al suolo, inerme e martoriata, come ogni senso prossimo alla resa, e non abbia, per sorte, capacità di prendere il suo volo. La poesia è lì. Quando credi che non ci sia domani, quasi che all'inverno trascorso non debba succedere un rigoglio. La poesia è lì, se avrai capacità di commozione, e di stupirti ancora del nulla che attraversi e che impressiona. La notte porta in grembo la sua aurora, e l'anima prostrata cova il seme di un'altra voluttà, e va per campi di poesia, in cerca di silenzi e nuovi spazi che tanta umanità sovente ignora.»
Inserito il 04/04/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "Dove sei poesia" di Rita Minniti  

Commento n° 489
«...e l'infinito finisce dove e quando è cominciato! !!!!!!!!!!»
Inserito il 26/02/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "Dove finisce l'infinito" di Kiaraluna  

Commento n° 488
«“…che canta il Mistero della Vita…...” allora dimmi la mia dov’è finita, se i tuoi petali sanno dire tanto. Per te pregherò il vento che ritorni a soffiarti di luce adamantina, quella in cui riscopri te bambina, piena d’ingenua luce e dolce pianto. Mi narrerai dei sogni di quell’ora, giacché io amo sentire la mia infanzia con i colori tiepidi d’aurora, e poi ti chiederò delle paure, dei bianchi giorni senza cattiveria, e tu darai ristoro alla miseria dalla quale, leggendoti, mi affranca la nostalgia che, dici, è cosa seria. Io aspetterò la neve che ti aggrada fino a vederti diventata un fiore, e poi con l’alba pregherò che il sole ti bagni di calore, come per le creature degne del suo amore.»
Inserito il 09/02/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "In ogni cosa io vedo il Vento" di valentinatortora  

Commento n° 487
«:….Natale sei tu, Natale sono io, se amiamo sorprenderci ancora di quanta gente lo ignora perché non ha le luci a colori, ma non ha la fontana, non ha l’aspirina, non sa quanta ricchezza questo mondo divora in questi giorni di festa…e non solo. Non sa quanto ne abusa, e ne butta e calpesta, mentre nella foresta ch’era madre più buona, anche lì invade e tuona il vorace e mai sazio occidente. E’ Natale la gente che soffre e che tace, è Natale il paese che non trova la pace perché anche lì il più potente lo martoria e lo ingoia. E Natale la noia che ingarbuglia la mente, è Natale la storia che nasconde il presente e racconta di un mondo che ci abbaglia e ci inganna, è natale dovunque se c’è un bimbo ridente.»
Inserito il 16/12/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "C'era una volta ... il Natale" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 486
«...appena cala il sole... e la tua attesa è dolce, e commuove!»
Inserito il 28/11/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Paranoia" di Simone Schiá  

Commento n° 485
«…. e busserai ad altre porte, ma cercherai comunque quello che ha conosciuto. Dischiuderai altri usci e nelle stanze buie troverai ancora quelle carni bianche lapidate dal tempo da cui fuggi. E non ti arrenderai, “ e non sarà mai resa”, cercando i mari per cui immolasti i giorni ai quali ora ritorni….»
Inserito il 21/11/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "E Non Sarà" di Antonella Bonaffini  

Commento n° 484
«….e rimane molto musicale il tutto per quanto non riesca a cogliere appieno il significato di ogni parola. L’insieme sì, ed è poesia il passato, per quanto da presente fosse cieco e dolente, però portava appresso l’età che sorrideva. Vuoi mettere i vent’anni? L’impulso e la dolcezza di ogni compagnia, i sogni colorati, gli spazi mai bastanti dei cieli che amavamo, metafora calzante dei nostri sentimenti. Vuoi mettere i vent’ anni? Il vernacolo poi dà i suoi colori forti al linguaggio che esprime dolcezza malinconica.»
Inserito il 16/11/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "’U tempu passatu" di Caterina Zappia  

Commento n° 483
«…distillato di vita….che manca e che mortifica la rena dove corpi infuriati hanno perso la verve per la catena che li lega e li inchioda alla miseria. ... Corpi con dentro l’anima che langue, perché le gocce, tante, preziose come il sangue, le hanno ingoiate fauci di protervia, e l’ humus inaridito al popolo che piange non darà il suo germoglio, mentre batte più stanca al polso rinsecchito la sua arteria. Così l’humus per me, se faccio mia l’asciutta tua canzone, nel giorno di Ognissanti, e chiedo venia per la presunzione.»
Inserito il 01/11/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Humus" di Aldo Bilato  

Commento n° 482
«…tu canti e parli, e parli e canti e sai d’amore con le tue parole. E non conta che la seggiola sia vuota perché la riempirai dei ciliegi colmi, volando a ruota, come fa l’arcobaleno, fra i balugini degli olmi sulla sponda, e la cima dei monti che baciano il sereno……...»
Inserito il 10/10/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Parlerò la mia poesia" di Nunzio Buono  

Commento n° 481
«...i poeti muoiono, e non si sa dove. Si saprà di loro quando sarà riesumata la poesia...!»
Inserito il 24/07/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "I poeti muoiono al mare" di Caterina Zappia  

Commento n° 480
«…l filo sulle piaghe... e non è poco se appena lui scompare ritorna acuto il male. Il tempo fugge…e porta dove? E qui rimane il gusto amaro del dolore, ma tu ci fai il palato, e quel sapore, dapprima insopprimibile e indigesto, sarà come agrodolce con il sale. Vedi? Ora che parli e che traduci in canto il senso che insegnarono i trascorsi, sai come è preziosa e quanto vale la regola del tempo galantuomo. “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris...” Non val la pena, credi, che tu non ceda al lenimento i giorni che danno cruccio ancora. Lascia che la notte passi e passi l’ora dell’amarezza viva. Domani sarà un’alba più serena, e con l’aurora diventerà lontana ogni residua fiamma che spense il volo di un’amabile falena.»
Inserito il 29/05/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Non è vero" di Kiaraluna  

Commento n° 479
«…ma l’emozione parla e ha la sua voce, quando nel cielo piange, triste, l’ora, e dà la voce all’anima silente che di poesia si tinge e si colora di croma e di parole immensamente, com’ è immenso il commiato che si indora, del sole all’orizzonte mestamente. L’anima tua si sente e qui si irrora del fresco mormorio della poesia, e mentre io l’ascolto faccio mia la vibrazione che sveglia la mente. Continua, se ti pare, e cerca il karma, poi cantalo con toni di silenzio perché all’umile scalzo che domanda tu possa dire che anche nello scempio, quando il dolore lugubre disarma, l’anima si innalzerà e sarà l’esempio che più del dolore può chi soffre e canta.»
Inserito il 16/05/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Parole d'anima" di Midesa  

Commento n° 478
«La madre e maggio. Maggio è la primavera, la madre è già l’autunno, la sera che riempie il cielo di malinconia. Metafora di età che sopraggiunge e che va via, per legge di natura, che ci nasconde i limiti e misura con lune il nostro corpo e ogni caducità terrena. Maggio, il sole che dirompe e che accalora ogni filo, ogni arbusto, e gonfia i campi di bellezza amena come l’anima di due amanti in vena che abbiano goduto dell’amplesso, momento per momento, complice il tradimento, nella scena che poi nasconderanno a loro stessi. Maggio e il sorriso che diffonde l’ora, dal mattino d’argento agli ultimi barbagli della sera. Madre con gli occhi vuoti, nell’angolo dov’era propulsore di vita e di premura. Madre senza parole, saperti sola é dura!»
Inserito il 10/05/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Mai è stato così il mese di maggio" di Caterina Zappia  

Commento n° 477
«Il silenzio tra giorno e notte, tra notte e giorno e negli interstizi dell’ora, la sera fatale e la vivida aurora. L’attesa della luce dopo l’oscurità, l’attesa dell’ombra per cedere al ristoro del sonno e chiudere agli occhi ogni figura che non sia di mito e sogno, nell’impostura delle visioni oniriche al bisogno. Attesa e veglia, al seguito delle ellissi celesti, sulla minuta sfera che cerca il respiro vitale dai raggi della sfera più grande, per disegno misterioso ed astrale. Dentro pareti piccole, nelle fragili case esposte al sole, nasce e cresce l’amore, per cui vive chi spera che domani rivivrà l’empito provato nella scorsa sera.»
Inserito il 18/03/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "L'attesa" di Barbara Filippone  

Commento n° 476
«e si chiamò rugiada. La notte intanto è spenta, e rimane il riverbero del sogno, del volo come rondine sopra gli antichi tetti, e la contrada apre le imposte al sole del mattino. Fuma la valle d’umido sapore raggrumato nei canali dal pianto vespertino. Ora si scioglie al timido respiro di cristallo il singhiozzo interrotto, e con la luce e l’iride al sorriso sarà dischiuso un attimo d’amore. Tosto si leverà il disco dorato, e il silenzio patito si spegnerà e cederà al brusio di mille voci, agli aliti precoci dei virgulti che chiedono respiro, e invocheranno infine anche il perdono per i trascorsi muti nell’ora del freddo e del grigiore. Sarà di nuovo sole per primule e nei campi risorgeranno steli, scongiurati i taglienti moniti dei lampi»
Inserito il 18/03/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "E si chiamò rugiada" di Rita Minniti  

Commento n° 475
«Il tempo che serve per l’oblio, il sogno che fa l’anima cantare, infine la paura di volare tengono i corpi a terra e il tuo col mio sono orfani di lievito, nell’attimo che serve a lievitare. La terra è terra, è scura e poi si pregna, come donna prolifica e divora gli aneliti che mandano in malora ogni voglia rivolta ad altra guerra. Il volo è di difficile statura, è per anime libere e assetate di strati dove l’aria è la più pura, e serve a convertire anche i distratti, che infine converranno sulla dura lezione che fa gli uomini appiedati capaci di volare e di sognare, che parrebbe una sfida alla natura. Si troveranno infine i giusti spazi dove si possa sempre navigare, instancabili flutti, come il mare che sbatte sugli scogli e non ha pace»
Inserito il 15/03/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Paura di volare" di Mirella Santoniccolo Mairim14  

Commento n° 474
«...e la sera cala, si, caro poeta, e del tempo, del caldo pomeriggio e del mattino non resta che il sospiro e un alito che sa di menta e un po’ di dolceamaro. I propositi si sfibrano e rimane la percezione limpida e costante della caducità del tutto e per la quale, imperterriti, sbattemmo sul duro sasso del “così vanno le cose”. Non avemmo che sogni, anche sotto i lampioni del destino che poi ci porta qui, come tu canti, a ricordare il limpido mattino, dopo notti all’ adiaccio, per respirare a pieni polmoni i cristalli illibati di altri giorni, resistenti ai fumi e a care incrostazioni. Ma poi viene la sera, e, mentre la nebbia cala, la vita esala un’ ultima preghiera, che sa di canto e di malinconia. Quel “tempo perso” oggi è la poesia!»
Inserito il 15/03/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Tempo perso" di Rasimaco  

Commento n° 473
«e noi gagliardi e stanchi, dopo aver lasciato alle spalle mari e monti, e rene e spiagge e vividi tramonti, approderemo qui, dove il tempo dissolve i resoconti e il tìcchettio dell’ora finisce la parabola e i lamenti. Qui dove cielo e vento, e pioggia e sole saranno solo informi circostanze, taciuti i sensi e le emozioni, sfatte le carni e spente le sostanze. Dove tu ed io saremo un presenza appena percepita nel sembiante, un alito più tremulo dell’aria, vibrazione costante che smuove l’apatia del tutto, come fa il battito col cuore quando davanti trova il proprio amante. Ci troveremo là, senza confini, senza sapere più da dove vi giungemmo e per dove passammo nel lasciare i respiri per cui fummo nei giri vissuti anche dai bipedi pensanti.»
Inserito il 14/03/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "L'isola dell'ultimo volo" di Midesa  

Commento n° 472
«…e dopo l’alba, sai, tutto scompare avvolto nella luminosità del giorno, il barlume che filtrava a te d’intorno si spenge come sfatto in acqua il sale. La perduta innocenza cederà il posto al palpito reale che si affanna e prosegue, e pulsa, e batte, perché l’ora che passa, senza l’inquietudine del male, rimane mito e storia e a poco vale la rosa aurora che sognasti un dì. Innocenza che vola e fa le scale dell’infanzia beata, in un vortice che dice di poesia, come nel cominciamento di ogni via che non sappiamo dove finirà. Ogni inizio ha il colore dell’aurora, con la verginità dell’innocenza, ma poi, spento il sorriso, la sapienza ci mostrerà il suo pianto in quantità.»
Inserito il 13/03/2012 da Gesuino Curreli alla poesia "Dell'innocenza" di Kiaraluna  

Commento n° 471
«Questa notte, vedrai, che sopravanza per luci e per profumi un bel giardino terrà in riserbo un alito divino per chi non ha un barlume di speranza. Dirà di quanto il mondo ed il destino siano la zolla bruna dell’amore che attende il seme nuovo a tempo e dove convenga porlo quando il sole danza
e chiede ancora empiti al tuo cuore. Questa notte, vedrai, sarà cortese e prodiga di sogni per domani,
raccoglierà i tuoi sforzi a piene mani e poi benedirà le tue pretese. Avrai nel capo stille di rugiada
come il solco in cui adagia la sua cura, sarai bagnata da un’altra premura, avrai conforto quanto più ti aggrada. Questa notte, vedrai, farà tacere con le paure i pianti più innocenti darà nuovo calore agli occhi spenti, sarà domani un nuovo bel vedere!
»
Inserito il 17/11/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Questa notte" di elisabetta tegas  

Commento n° 470
«...e fu l'ultimo pianto, e dopo lui si spense, inascoltato, l'urlo vergine e possente di un popolo sovrano nel suo regno, figlio della terra e del cielo, dei venti sopra i campi e sopra i monti. E fu sprezzato e vinto, cacciato dai capanni a dai rifugi, dall'uomo bianco savio e prepotente, e noi, bimbo incosciente, si parteggiava per la cavalleria. Un genocidio nell'umana via, dove soccombe l'anima innocente, immolata alla storica vittoria di chi con i soprusi e falsa gloria scrisse becere pagine e insolenti. Si sveglieranno un giorno fresche menti e torneranno sulla prateria a dire della sporca fantasia che alimentò modelli sporchi nelle genti vogliose di conquista e di razzia.»
Inserito il 09/10/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Sacro Spirito (Indiani d’America)" di Carla Fortebracci  

Commento n° 469
«Silenzio come quello che ci accoglie quando ogni cosa al mondo si fa vana, quando non hanno senso il pianto e l'ira, quando ogni amore chiude la fontana. L'acqua che fu abbondante e diede vita, diventa un filo appena e poi si spenge, e il rivolo si secca nella vana pretesa di arrivare giù alla valle. Il campo attende invano e le farfalle chiudono il volo e presto si fa sera, l'ora solenne in cui il silenzio impera e ci porge alle braccia della notte. Silenzio come quello che percuote quando si resta soli in un'attesa del segno che non viene; silenzio come quello che conviene quando l'anima vaga ed è stordita dal frastuono incessante. Silenzio come quello che ci aiuta a preservare il battito costante di un'emozione verso la chimera.»
Inserito il 07/10/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Imperioso silenzio " di Caterina Zappia  

Commento n° 468
«Aspetta che si calmi il temporale e la pozza ritornerà celeste, come la voglia matta che ti investe di avere il tuo buon lui che ti fa male. Rifletterà il suo cielo, e nell'opale sorrideranno tinte di giornata... Fa tanto male a se, ma non gli importa che tu ti imbratti per portarlo fuori, per respirare gli aliti e gli amori frammisti ai sogni che sai dispensare. Aspetta che si calmi la tempesta, non imbrattare l'anima che splende, si monderà del torbido che offende, e ti offrirà riflessi e firmamenti pieni di stelle e degli astri lucenti che vedono gli amanti solamente, quando accennano, sommessi, a poesie immortali e tiepide canzoni. Avrà per te lo sguardo e la sua mente riceverà il chiarore dei tuoi occhi... sarà come un bambino coi balocchi»
Inserito il 16/08/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Vano desiderio " di Rita Verrocchio  

Commento n° 467
«...e quella è l'ora triste, quando ci si ridesta e sembra la carezza già lontana. Ci si ritrova soli, all'improvviso, e il profumo dell'innamoramento appare una vaghezza ormai perduta, lasciato il sogno a malincuore, con l'amara certezza che anche la voluttà che ti ha invaghita, come altro piacere della vita, ora è volata via come spora impalpabile nel vento. Le lenzuola disfatte, lo sgomento, la seconda metà del letto fredda, la voglia di pensare che sia tutta una bugia, una cara invenzione della mente. Invece no, rimane in cuore l'ultimo sussulto, un odore diverso sulla pelle, ma poi, sconfitti infine, ci si arrende al monito del giorno che ingoia con la luce, il barbaglio dei sogni e anche le stelle.»
Inserito il 13/08/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Rabbia" di elisabetta tegas  

Commento n° 466
«L'autunno è di per sé tempo di colori e di emozioni, poi, pensato al sud, o comunque in terra di pastori e contadini, diventa un dolce canto che abbisogna di ugole di acciaio perché possano esprimerne l'acuto o il nostalgico, melodico rimpianto. Il largo parapioggia in braccio, appresso al gregge, i chiodi sul selciato, la scuola pluriclasse, e un alito che spande appresso il suo calore, segno di un tempo duro, scandito dalle regole d'amore fra l'uomo e la natura, la lotta, giorno giorno, la semina, la bestia, la pastura, la scuola come segno di speranza, perché crescano i bimbi con diversi progetti incontro al tempo che, feroce, avanza. E il tempo passa, passa... ma siamo certi di non sentirne pure la mancanza?»
Inserito il 09/08/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Tempo di ricordi " di filiberto  

Commento n° 465
«...e mentre riavvolgo il filo ripercorro all'indietro i miei passi... e trovi in fondo i sassi, i cocci del tuo tempo già in frantumi, l'aria ridotta a grumi e non respiri, ma guardi dietro al vetro e intanto ammiri il mondo che si muove e non si posa, come nello scenario mai notato che avevi lì vicino alla finestra. Il treno che sferraglia un po' più in là, e nel piazzale, al centro, la fontana che canta fin da quando eri bambina e ci giocavi intorno con indifferenza. Ora, prima che venga domattina, la osservi e porgi la tua mano per un sorso di vita, e a te richiami, ma con sforzo vano, il piacere di averla fra le dita, come quando giocavi, pensando che l'aurora così bella, appena cominciata, sarebbe stata una stagione eterna, ma è finita»
Inserito il 03/08/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Vetro" di Barbara Golini  

Commento n° 464
«...fra brividi appesi di silenzio... dentro la stanza che non ha più note, e tu coltivi e vivi della dote che ha il poeta quando vuol cantare...»
Inserito il 01/08/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Dentro il silenzio " di Caterina Zappia  

Commento n° 463
«Avrai baci dal sole e, passata la pioggia, si scioglierà la bruma e le parole zampilleranno vergini, come gli effluvi dai boschi e dai misteri dei racconti di ninfe raccolte sotto l'ombra delle querce, sospettose sotto la mole gigante della roccia, severa e buona insieme, come di chi ti attenda fra le braccia. E salirai per piccoli tratturi, fino alla sommità che sfida il vento, dove la pioggia ride e il cuore spento dei cespugli ritorna al suo sorriso. Lì troverai ristoro nel silenzio, vicina al paradiso del pensiero, nel respiro che esala dalla valle, discreto come un timido brusio. Lì le parole non avranno senso, sarà giusto tacere ed ascoltare il fiato che dai monti porta al mare nel salto dopo l'ultimo orizzonte !»
Inserito il 26/07/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Parole " di Orma Detruria  

Commento n° 462
«Vedere la terra madre, come quella ci partorì alla luce, violentata, sudicia e malmessa, e saperla per di più indifesa fa male, e male tanto, immagino e so che cosa sia per un poeta, oltre che figlio amato e naturale. Il vernacolo suona un'altra luce come non può la lingua nazionale, ricco di suoni e ruvide cadenze, ma anche di sonorità dolcissime ed essenze che danno al verso un unico sapore.
Sapore della macchia e dei ginepri, delle scogliere alte e del colore quando svanisce il sole ad occidente con la speranza per un altro giorno, e l'amarezza che nulla più si muove in quella fissità che tutto annienta. Rimane l'eco e il grido di dolore che sa levare il cuore del poeta, pezzu 'i cori, figlio di tanta madre benedetta!
»
Inserito il 04/07/2011 da Gesuino Curreli alla poesia "Sentu comu parra 'a terra mia" di Caterina Zappia  

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