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Le 263 poesie pubblicate in licenza Creative Commons in Fiabe
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Ho costruito una casa
aveva le fondamenta
la voglia
e l'esigenza
di esser lavorata.
In cantina l'ozio
ingurgitava le damigiane
noiosamente oscure e svogliate
fatte di radici di uva
sradicate e immature
sul dolce amabile letto
addolcendo il
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| Quando la bella curiosa
punta dal fuso s'addormenta
insieme a tutto il palazzo
m'immagino al recinto
il caprifoglio spuntare
dal fresco profumo
di una sottile bellezza
tanta che a un principe arriva
che d'ardore impetuoso
un secolo ormai
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| A grandi passi è già arrivato Giugno
con la sua falce luccicante in pugno,
le spighe d’oro ondeggiano col vento
mentre sorride il contadin contento.
Sugli alberi già stride la cicala
da quando sorge il sole a quando cala,
sui papaveri volan
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| E l’odoroso Maggio è già tornato,
di fiori variopinti inghirlandato;
son rose porporine, gigli e calle,
con bianche margherite in ogni valle.
S’alzano festosi i canti d’augelli,
sono merli, usignoli e pur fringuelli;
gioisce il cielo dipinto
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| Dopo il volubil Marzo, arriva Aprile,
che dei fratelli forse è il più gentile,
i rami tutti ha fatto già fiorire,
a ognuno rende dolce il suo dormire.
Di fiori variopinti empie ogni via
dal cuor levando la malinconia;
giocano i bimbi e fanno una
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| Un bambino molto sveglio
vide un bozzolo vicino
e all'interno una farfalla
che voleva venir fuori.
Non sapendo cosa fare
prese, il bimbo, un punteruolo
e con esso fece un buco
per la piccola farfalla.
La farfalla all'improvviso
fuor dal
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| A chi dedicare questa poesia?
A quelli che credono nella magia
a quelli che dicono "Viva le
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| Marzo arrivato è già di gran carriera
felice d'annunciar la Primavera,
dai fratelli consigli lui non vuole,
ma con le nubi gioca e con il sole.
Non cercar con lui di voler celiare,
ché nessuno sa come lui, barare,
e se ti
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| E' il piccolo di dodici fratelli,
è Febbraio, e per nulla pensa a quelli.
Fa pure tante bizze e non si pente,
e col vento urla e il freddo tra la gente.
Ma se nell'aria incombe la bufera,
porta pur qualche dì di primavera.
E i
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| Gennaio allunga i giorni d'una spanna
ma tutti fa tremar come una canna.
Neve, freddo e gelo sempre in agguato
ti fanno rimanere imbacuccato.
È tutto bianco il vecchio suo mantello,
ma non s'addice mai al poverello.
Se poi per qualche
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Piovvero rose
sugli attici e sulle tegole,
cascarono a grappoli
su piazze e vicoli,
coprirono di rosa
e di rosso scarlatto
dei vellutati petali
tutto il paese intero,
entrarono nelle case
inondando gli animi
degli stupefatti uomini,
ne fu piena
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Sbocciarono rose scarlatte nel
nostro giardino d’inverno, come
puro miracolo.
Splenderono solo per una stagione
poi tu hai voluto spezzare ogni stelo
e spargere al vento quei petali intrisi
del sangue delle mie ferite. Il vento
soffiò
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Dondola il tempo su mille petali
e sugli steli che celeri invecchiano,
intanto che verdi virgulti nascono
nel paese dell’eterno mutamento,
dove le rose profumano i cuori.
Un bocciolo un dì al mondo s’aprì
spargendo fragranza
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| Come l’ordito che s’intreccia alla trama
e l’arazzo divino disegna
tra aria e fuoco
è stata subito danza
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| Presto... presto... sta arrivando,
sulla scopa sta volando
la Befana, la vecchina
dalla flebile vocina.
Sulle spalle ha una bisaccia,
stretti tien con le sue braccia
i regali per bambini,
quelli grandi e i più piccini.
Sale, scende,
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| Avrei voluto caldi pastrani
albatri in volo e cormorani;
di questo mare fare un tessuto
per il tuo principe
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| Se fossi un albero d'abete
mi spezzerei in tanti rametti,
ed al crocicchio d'una via
vorrei restare questa sera.
Ma il prodigio s'è già avverato
ed ho qui mille e più alberelli,
che, come tante stelle in cielo,
irradian
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Danzano
le fate della notte
al ritmo di sospiri
d'elfi mascherati,
di principi anneriti
dal cuore
di infanti, dolci
tenere creature
di un Dio che a volte
permette di sognare,
permette di creare
dai sogni
e nei sogni di tornare.
Non
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Il vecchio saltimbanco non abita più qua.
L' ho visto andare via un giorno di novembre,
col suo mantello rosso,
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| D'un cornetto era l'offerta:
“Vieni a letto!...”
Ed io che rifiutai ... ma per rispetto.
Tu mi portasti il muso,
ed io confuso,
a disdegnar non certo aduso ...
E a un tratto poi mi sciolsi: Vino et fici"
E fu cosa un po'
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E brucio bolle di sapone,
corro e fingo delle ali
sopra le spalle, e una maschera
con il becco.
- Sei con me...
Sei qui con me. –
È nel buio che ti ho trovata,
quando la lacrima
si cristallizza lungo la guancia.
E soffio sull’erba
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Improvviso è giunto il vento
tra le foglie del giardino,
ove il gatto è in gran fermento
poi che ha visto un topolino.
Ma sbirciando tra le foglie
vede pure un cardellino
che col suo piedino toglie
un rametto di susino.
Tanto si
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| Giacché troppe in quel luogo, e cibo scarso,
certa zanzara in certo giorno fosco
abbandonò il suo stagno presso il bosco
recandosi in città a sfidar la sorte.
La sposa d’un dottore, in luogo giunta,
lei punse, a rinfrancarsi del gran viaggio;
ei
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| Millenni di millenni d'anni fa, in un sito sconosciuto,
nacque da affascinanti ombre geniali;
un bimbetto superfatato e superdotato.
Agli altifondi d'un vasto desiderio di lui,
(anima doppiatrice) lui s'addentrò con magia
ed ipnotismo...
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Una volta
ancora adesso
sempre esisterà
una fragile bambina
che con il suo palloncino
a forma di coniglietto
sognava di volare
e librarsi nello spazio, ma
sempre questo desiderio le fu negato.
Gli adulti bucavano il palloncino
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La balena se ne andava
tranquillina per il mare
quando si levò un'ondata
che Geppetto fa ingoiare.
Lei davvero
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Son stanca, disse un giorno la Cicala,
d'essere ognor chiamata fannullona,
è una sentenza scritta alla carlona
da chi mi vuole male e se la sciala.
Non è neppure vera la credenza
ch'io sia da te venuta quell'inverno
a chiedere
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Un lampo cadde dal lontano cielo,
un tuono susseguì dall'alto
così truce, così vero.
Un fulmine spazzò via con niente
una quercia secolare, prima,
da cent'anni dormiente.
Ma, nel suo sparire,
tumuli di funghi
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Da cotanto fervor rapito,
di sorpresa scolorossi il viso.
Me tapin, me lasso!
Schiantossi il cor colpito
dall’ineffabil "Giocondo" suo sorriso,
mentre il Pietro, lesto,
sbarratomi lo passo in su la soglia,
nell’apostrofar la sorte
che mi condusse
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| C’era tanto tempo fa,
non ricordo in che città,
una gatta troppo buffa,
sempre pronta alla baruffa,
molto bella e intelligente,
tanto amata dalla gente.
Un bel giorno una bambina,
adocchiata la micina,
prestamente si chinò
e, con
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263 poesie pubblicate in Creative Commons in questa categoria. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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