Autore Topic: "Forse saprei ancora amare" di Gabriella Cantoni  (Letto 1282 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Stefano Toschi

"Forse saprei ancora amare" di Gabriella Cantoni
« il: Giovedì 2 Luglio 2009, 15:34:24 »
Raccolgo l’invito di Marina e propongo all’attenzione degli amici e delle amiche del forum questa bella poesia di Gabriella Cantoni.

Forse saprei ancora amare

L'azzurro saetta
su rocce già chiare
Cadono ulivi a mare
ch'è olio e li aspetta

Ch'è olio e mi unge
in cresima d'amore
La pena più non punge
e cedo agli occhi il cuore

Cedo energia di pianto
al cielo che si siede
sull'acqua e non s'avvede
dell'umido suo manto

Eco di calme onde
umido scorre il pensiero
I sensi mi confonde
annego nel sentiero

odoroso di pini
In coppe di vento vini
m'offre lo spazio blu
Ecco ci sei anche tu!

Penzoli dal ramo storto
che prega ed anela al mare
Dunque non eri morto!
Forse saprei ancora amare...
 
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Stefano Toschi

Re: "Forse saprei ancora amare" di Gabriella Cantoni
« Risposta #1 il: Giovedì 2 Luglio 2009, 15:35:28 »
Sei quartine di versi brevi, prevalentemente settenari, le prime quattro strofe sono alternativamente a rima incrociata e alternata, la quinta è a rima baciata, di nuovo alternata la sesta.
Nelle prime strofe la successiva riprende una locuzione che concludeva la precedente, come in un flusso per associazione di idee: “ch’è olio”, “cedo”, “umido”.
Ma per tutta la poesia le immagini si susseguono come generate l’una dall’altra in un fluire spontaneo, in un abbandono progressivo, ed anche i versi scorrono con suadente malinconia partendo da un nucleo centrale, che continuamente ritorna: un placido paesaggio mediterraneo colto attraverso i suoi colori, i suoi odori, i suoi suoni.
Ripercorriamo le strofe più dettagliatamente.
Un sole mattutino, estivo, rischiara gli scogli e tinge di un azzurro limpido il cielo ed un mare calmissimo, che le fronde degli ulivi sembrano voler toccare.
Ed ecco la prima associazione: il mare è già un “olio” e sembra aspettare che gli ulivi, produttori d’olio, vi si versino.
Trovo in questa immagine un senso di armonia universale ed anche un anelito al perdersi del particolare, del definito, del terrestre ulivo, nell’immenso, nell’indefinito, nella calma pace del mare.
A conferma di ciò, nella seconda strofa, la fusione dell’autrice-ulivo con l’olio-mare si realizza, attraverso un’unzione dalle reminiscenze biblico-orientali e religiose, in una “cresima d’amore”.
Il sentimento si libera, la pena per l’amore perduto (dal contesto ritengo si tratti di una persona che non c’è più) si risolve in pianto, l’unione con il colare dell’olio diviene più intensa e così l’identificazione con il mare, delle sue calme onde con il fluire del pensiero.
L’annegamento si fa, via via, più sensuale: i sensi si inebriano del profumo dei pini (dai quali si ricava un altro olio essenziale), il vento è carico di essenze e si trasforma in coppe di prelibati vini offerti dal cielo; ed ecco che appare il “tu”: l’oggetto del perduto amore.
La perdita si concretizza nell’immagine di un “ramo storto”, segno di qualcosa che sarebbe dovuto essere diversamente (dritto), e tornano le immagini religiose della preghiera e dell’anelito al mare, all’immenso.
In questo naufragio dei sensi e del pensiero nell’armonia del cielo e del mare, in questo perdersi del frammento nell’immensità del tutto, ecco che la perdita non è più tale: “Dunque non eri morto!” e l’amore, un tempo perduto, torna ad essere possibile.
Una poesia d’amore, dunque, sotto la cui superficie mi pare di riconoscere un forte sentimento mistico-religioso, intendendo ciò nel senso più ampio possibile: nel senso, cioè, di un anelito all’unione con l’eterno, a sciogliere il limite nell’illimitato.
Così l’ho letta io. Invito tutti quelli che vogliono esprimere una loro considerazione, una loro interpretazione o anche solo una loro emozione riguardo a questa poesia a farlo.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Benedetta Cavazza Miciamalvina

Re: "Forse saprei ancora amare" di Gabriella Cantoni
« Risposta #2 il: Sabato 4 Luglio 2009, 01:32:45 »
posso solo dire che è una poesia che mi ha suscitato sentimenti travolgenti,che ha dato voce a domande forti,potenti,che mi ha ispirato desideri struggenti,che mi ha posto dinanzi all'inesprimibile e che mi ha suscitato quasi un bisogno insopprimibile di morire solo dopo avere 'cantato' almeno una volta così.Ho 'invidiato' la profondità di un cuore che ha saputo dire quello di cui non sono stata mai capace non solo di esprimere ma di vivere.
« Ultima modifica: Sabato 4 Luglio 2009, 02:03:20 da Benedetta Cavazza Miciamalvina »

giannipoeta

  • Visitatore
Re: "Forse saprei ancora amare" di Gabriella Cantoni
« Risposta #3 il: Sabato 4 Luglio 2009, 13:08:22 »
Devo dire che Stefano ha centrato in pieno , per me, il significato di questa bellissima poesia ove l'autrice si pronuncia con un alto valore poetico suscitando quelle emozioni che coinvolgono.
Poesia tristemente bella che si riporta nella natura quasi a voler nascondere quell'afflizione che circonda cercando in quell'olio l'unguento per fluire verso mondi sconosciuti ove ritrovare quel perduto amore.

Così l'ho intesa interpretare

Una stupenda poesia che mi ha colpito molto

Un saluto
Giovanni Monopoli

Armando

  • Visitatore
Re: "Forse saprei ancora amare" di Gabriella Cantoni
« Risposta #4 il: Mercoledì 19 Agosto 2009, 08:17:32 »
Chiaramente ci troviamo di fronte ad un poetessa di livello, che possiede anche una buona cultura e profonde conoscenze di storia e di letteratura, oltre che essere una brava penna. Penso che lo stile usato da Gabriella sia veramente quello della grande poesia. Scusate adopero anch'io lo stile libero, ma quando scrivo in versi è un'altra musica. Un foglio di carta tutti sappiamo riempirlo, ma riempirlo di contenuti mettendo insieme metafora, stile e metrica non è arte di tutti. Anche un'altra recente poesia di Gabriella (L'indifferente) meriterebbe analogo spazio. E penso che mettere in vetrina alcune belle poesie si faccia anche un bel regalo alla poesia incentivando i partecipanti a Scrivere di produrre lavori di un certo prestigio oltre che evidenziare la bravura dell'autrice di certi versi.