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Laboratorio => A più mani => Topic aperto da: poeta per te zaza - Sabato 11 Ottobre 2014, 15:48:00

Titolo: A più voci, da più luoghi
Inserito da: poeta per te zaza - Sabato 11 Ottobre 2014, 15:48:00
A più voci da più luoghi


Per conoscere qualcuno, gli si comincia a chiedere: da dove vieni?

Si potrebbe, chi lo desidera, scrivere in versi
del suo paese, non una descrizione turistica, ma come ognuno “sente” i suoi luoghi,
in pochi versi, magari utilizzando una poesia già scritta nel sito, o parte di quella.

Sarebbe bella una vetrina dei nostri paesi, e bello
apprendere il contesto in cui ognuno di noi vive, cosa ne pensate, volete partecipare?
Che il titolo sia il nome del vostro paese.

Da dove vieni?

Comincio io a rispondere.







Loano – Liguria

Le palme mi scorgon sul mare:
il vento le fa salutare.
Le case stagliate in pendice
si fanno dei monti cornice;
in basso, la costa è sdraiata,
sedotta, al suo mare abbracciata.
E’ il turno di un’onda che vedo,
ma a quante non c’ero?, mi chiedo.
Del mare conosco il sospiro,
del vento è carezza il respiro.


Zaza


Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Mariasilvia - Sabato 11 Ottobre 2014, 20:10:23
Venezia

Sui ponti
i sospiri suonano
come campane a festa

sulle ali dei fantasmi
che trattengono il fiato
nasce di sera l'amore

tra calli silenziose
e dondolii di gondole
l'emozione è appesa
a lampioni innamorati

cercando tra nuvole rosa
che evapori il giorno
piccola è la notte...
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Peppe Cassese - Sabato 11 Ottobre 2014, 21:05:31
Nola

Ie m'arricordo Nola penta e allera,
'o doce c'apprettava 'e strate 'a sera,
na granna storia 'e uommene 'e mestiere
'a gente, 'a cchiù carnale: che piacere!

Ment'ogge ie veco Nola sperta e scura,
'a storia ca è scurnosa 'nfaccia 'o muro,
'a gente ca va 'e pressa e nun te cura,
'nchiusa int'a case ricche eppure annure.

Io ricordo Nola fiera e allegra,
la dolcezza che accarezzava le strade la sera,
una grande storia di uomini in gamba,
la gente la più disponibile: quale piacere.

Mentre oggi vedo Nola sperduta e buia,
la storia che si vergogna lungo i suoi muri,
la gente che va di fretta e non si accorge di te,
rinchiusa nelle case ricche e pure nude.

Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Giovanni Licata - Sabato 11 Ottobre 2014, 21:31:19
Favara,

Fabaria nome nella storia,
terra  piena d'acqua è ricordi.
Storia di castellani è  signori,
di uomini illustri e grandi amori,
in luogo di caccia per i signori
emerge radioso un castello
dove lustri sono stati i Chiaramonte,
orme che echeggiano sui giornali
 si consuma nell'illustre vicinali,
dove  storie di viali e vialetti echeggiano
tra i monti,favole e favolette,
di montagne pieni di pulcini, gallinelle d'oro,
escono nei momenti oscuri della sera,
per illuminarla mattina e sera 
questa e la storia di medioevale.
 
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Giovanni Licata - Domenica 12 Ottobre 2014, 11:51:23
Favara,

Fabaria nome nella storia,
terra  piena d'acqua è ricordi.
Storia di castellani è  signori,
di uomini illustri e grandi amori,
luogo di caccia per i signori
emerge radioso un castell,o
dove lustri sono stati i Chiaramonte,
orme che echeggiano sui giornali
si consuma nell'illustre vicinali,
dove  storie di viali e vialetti echeggiano
tra i monti,favole e favolette,
di montagne pieni di pulcini, gallinelle d'oro,
escono nei momenti oscuri della sera,
per illuminarla mattina e sera 
questa e la storia medioevale.
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Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Lauretta48 - Domenica 12 Ottobre 2014, 13:04:09

La Valsugana  ( Trentino Alto Adige )

Nei tuoi specchi di lago
tuffo i miei occhi
che si colorano di cielo

nei boschi fitti e scuri
e nei verdi pascoli
affondo i miei passi

cattedrali maestose
che svettano alte
a toccare il paradiso
invitano ad andare in scoperta
ricordando di ardite esplorazioni

la mia valle in fiore
che a primavera profuma di ciliegi
e in autunno assaggia
l'aspro sapore delle mele

racconta ai cuori
la sua storia
nei filari dal colore vermiglio
lucenti di sole.
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Mariasilvia - Lunedì 13 Ottobre 2014, 16:49:28
Genova ( La Superba )

Scorci velati
e “ carugi “stretti
affollano lo sguardo
tra ripide pendici
e sponde di sole

dolce è l'aria sul mare
nei colori del crepuscolo

tramonti  mozzafiato
e fiori d'albe
inghirlandano il pensiero

Benedetta e superba
regna la" Lanterna"
che guida il marinaio
mentre forte il vento sibila
tra nastri di verde
e muretti a picco

Città regale tanto amata
dal Petrarca a Montale

selvaggia e fiera
della sua gente e della sua Riviera

affascina come una bella donna
dalle solari tinte
come i suoi borghi
e le sue facciate...

Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Saverio Chiti - Sabato 18 Ottobre 2014, 20:04:45
San Miniato


Scendono disincantati i tuoi declivi alla volta del fiume
e tu come un'amante stai sul colle
dove come in un’alcova, la tua Rocca domina la valle...
c'è tutta l'anima del nostro sentir storia fra le tue mura

Città che vive addormentata in placida culla
dove cultura e finanza han fatto breccia
in cuori impavidi e artisti raminghi

Chi fu vile colpevole in quel San Lorenzo
ancor adesso difficile è dirlo
e mentre vittime ignare attendono giustizia
parole mal spese si sommano a passate urla di paura e dolore

Tra le tue vie in autunno
si sente nell'aria profumo di pregiato bianco tartufo
che fan di San Miniato patria del gusto...
e fra le bancherelle di biologico vanto
si trovano delizie per ogni palato

La curia sorride al Vescovado seggio
e le pacate genti si fondono alla folla
nei mercati e mercatini antichi
dove un'aurea nobile distende le ali sul territorio sottostante

San Miniato, tu che secondo leggenda
fosti sconfitta dal gregge...
or come buon pastore
gli indomiti abitanti, proteggi.

Ch.S

Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Elena Poldan - Domenica 19 Ottobre 2014, 17:17:38
Trinacria

Sei vento
di primavera
in tiepide sere inondate
d’effluvi mandorlati

Sei sole
che si tuffa a mare
e scompare
in onde dorate

Sei luna
che sorride sorniona
e canti di sirena

Sei splendore
di gesta
di padri normanni
e saraceni
tesori imperanti
oltre grattacieli

Sei bellezza decadente
risorta
morente
e vicoli oscuri
malagente

Sei zagara nostalgica
profumo di passato
allegria

e sete di malinconia
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Stefano Acierno - Lunedì 20 Ottobre 2014, 19:43:30
Baiano

D'estate,
era inondata di luce.
D'inverno,
percorsa dal vento.
Una collina d'argento,
colma di ulivi.
la sovrastava.
Pietre vive a gradoni.
Una cupola piccola
e macchie di vita,
colorate,
diroccate,
raggiunte col fiatone.
In alto,
boschi,
da cui intravedere,
digradante,
la strada,
la "storia"
le "civiltà",
il Vesuvio.
Il mare col sole
nel brillìo dell'iride,
ondeggiante nella immaginazione.
Molti
fino a lì,
(di cui pure sapevano)
non c'erano mai arrivati.
Qui un grappolo di case arse,
bianche di calce,
sparse
in una conca stretta,
e sentieri che vi si dipanavano
Ci si viveva,
qui e lì,
fra campagne
e abitato.
E soprattutto le donne cantavano.
A voce alta.
Melodiose.
Condividendo,
vestali,
le cose di tutti.
E gli uomini parlavano poco.
Sapevano l'uno dell'altro.
Non avevano remore
verso il resto del mondo:
mosaico di tetti e ciliegi
che baluginava a valle.
Erano solo necessari lì.
E se bisognava partire,
così come altrove,
si portavano dietro un bagaglio
che non si sarebbe mai disfatto davvero.
Fino alla morte.
Noi continuavamo a inerpicarci,
gambe scoperte,
scorticate,
(lividi, grida, concitazione).
Su contrafforti verdi,
fra brecce
che,
umide,
scure,
tagliavano il bosco.
O serpeggiavano,
polverose,
sulla collina lucente.
Per poi,
a tratti,
scrutare l'orizzonte.
Uno sguardo
e un mito fuggente sulla bocca di qualcuno.
Quel fiatone ci bastava,
empito del mondo.                       
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Peppe Cassese - Martedì 21 Ottobre 2014, 20:35:14
Napule

Spalummata 'nfaccia 'o mare
sotto 'e piere d'o Vesuvio
tra Pusilleco e Martino
sta città è d'oro fino.
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Antonio D’Auria - Mercoledì 22 Ottobre 2014, 18:42:21
Il diciassettenne Antonio D'Auria scrisse (estate del 1978):

TARANTO

Taranto di notte è silenziosa.

Dorme,
stanca e affaticata.

Umida è l’aria che vela le sue vie
che attenua le sue luci
già timide
anch’esse affaticate.

Pare quasi che il sudore della gente
si mescoli ai fumi velenosi delle sue industrie
al puzzo palpabile del pesce al mercato.

E prenda forma
e la circondi
e la penetri
e viva con essa
e nella notte trovi il suo  riposo.
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Rasimaco - Lunedì 27 Ottobre 2014, 18:17:24
Alicudi

Svegliarsi una mattina
guardare l’orizzonte,
non freno all’occhio,
di fronte s’erge,
dalla cerulea distesa
apparsa,
Alicudi.
Bella,
selvaggia,
di mistero piena.
Immacolata,
dal dì che il vecchio Sicano
il suo sguardo spinse
del monte grilli
oltre la cresta.
Delle ubertose balze
il desio sorse
ed in cor suo
ultimo anelito rimase
vederla un giorno.
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Peppe Cassese - Lunedì 20 Aprile 2015, 12:24:09
E Napule

E Napule se sceta ogne matina
cu sti lenzole appese ‘nnante ‘e laste
cu sta munnezza ca s’è fatta ‘nchiasto…

E Napule s’addorme tutte ‘e sere
cu nu curaggio ca nun tene pate
cu na resata rotta e ‘ncatarrata…

E Napule se torce tutte ‘e juorne
cu stu turmiento ca se chiagne ‘o lietto
cu sta paura ca ce volle ‘mpietto…

E Napule t’abbruscia ogne staggione
cu chesti mane ca nun vanno ‘ncielo
cu chesta vocca ca mo’ canta nera…

E Napule te chiamma tutta ‘a vita
cu chesta gente ca se sente annura
cu chisti core ca mo’stanno ‘o scuro…

E Napule m’a sonno tutte ‘e notte
cu na passiona ca nun cagna via
cu na speranza ca è surtanto ‘a mia…

Traduzione

E Napoli si sveglia ogni mattina
con le lenzuola stese davanti alle finestre
con questo tipo di vita che è diventato impiastro.

E Napoli si addormenta tutte le sere
con un coraggio che non ha padre
con una risata rotta e rauca.

E Napoli si contorce tutti giorni
con un tormento che desidera pace
con una paura che bolle nel petto.

E Napoli consuma ogni stagione
con  mani che non cercano in cielo
con la bocca che ora invoca la morte.

E Napoli ti chiama tutta la vita
con la sua gente che si sente presa in giro
con i loro cuori che ora stanno al buio.

E Napoli me la sogno ogni notte
con una passione che non cambia strada
con una speranza che è soltanto mia.
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Anonimo Segreto - Martedì 28 Aprile 2015, 22:28:55
Peseggia

un campanile una chiesa
una messa presa per caso
un vecchio contadino aggiusta una gomma
antonio il pazzo passeggia al parco
un passero saluta
una foglia portata dal vento
è Natale
e io amo il mio paese
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: adriana sini - Sabato 21 Maggio 2016, 00:50:56
Castelsardo

Com'è bello il mio Castello illuminato
nella notte come un albero incantato
la cui guglia è il campanile della chiesa
che si eleva, quasi mento in dama altera

Arroccata sta fortezza in alti massi
anni addietro salvò uomini a due passi
dal concedersi agli agguati dei Signori
che speravano di abbatterne i bastioni

Lo splendore del mio mare l'ho negli occhi
il suo canto è poesia che giunge a pochi
Non m'inquieta la sua furia e il suo fragore
ogni suo perpetuo moto l'ho nel cuore

È brillante in primavera la mia terra
con colori che non trovi sulla tela:
i papaveri sui bordi dell'asfalto
fan danzare rosso fuoco in blu cobalto

Giallo intenso puoi gustare in ogni dove:
son selvatiche ginestre e ancor mimose
Verde immenso in ampie aree coltivate
che purtroppo spesso ardono in estate

Delicati fior di peschi riempion chiome
che maestrale impertinente poi percuote
dando origine a cuscini ricamati
non da piume ma da petali imbiancati

_________________________________________________ _____
Grazie a inaspettato invito d'un'amica
elegia sul mio paese prese vita
e non posso che abbracciare con affetto
cara Zazy cui la offro per diletto   ;)




Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Giovanni Monopoli - Domenica 31 Luglio 2016, 12:11:16
Vetusto paesaggio - Taranto

Dondolano silenziose le ormeggiate barche,
sonnecchiano nell’attesa con le issate reti
mentre un vetusto paesaggio è lì che le scruta
in quell’azzurro coll’adagiarsi alla panchina.

Case allineate in affaccio, vicoli stretti
all’osservo sono dell’inebriante mare l’oblio,
coi passaggi avvenuti nel marinaro borgo
mentre un sibilo di vento racconta il vanto,
i fregi, la storia… di vecchia pensilina
tra le stelle riflettenti il melodioso canto.

Lampioni son lì ordinati, di pensieri liberatori
illuminano di quei cammini le fuggenti ore
nelle vissute antichità d’epoche tutte intorno
tra i profumi di salsedine di promessi respiri
e le urla di chiassosi pescatori.

Ora sei lì tutta sola vecchia pensilina
sei stanca, abbandonata alle intemperie durature,
accogli tra le ferrose arcate trasparenti sogni,
mormorii, brusii d’ogni paranza
e reciti la vita dall’alto della tua fiera statura
tra i tramonti della tua umile esistenza.


Giovanni Monopoli
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Antonio Terracciano - Venerdì 11 Novembre 2016, 17:36:24
POMIGLIANO D'ARCO

Scendono lente, come verso il mare,
le strade della piccola città
dove nacqui e conduco l'esistenza,
che piano piano scorre e se ne va.

E lentamente tutto passerà,
più segno non darà di sua presenza,
tutto ciò che procede verso là
dove quieto s'accinge ad annegare.

(La poesia fu pubblicata nel sito il 13 / 06 / 2013 con questa nota: "La mia cittadina, che si trova ai piedi del Monte Somma - monte staccatosi dal Vesuvio molto tempo fa - , ha tutte le strade che vanno da sud a nord in lievissima e regolare pendenza - da circa 50 m. s . l . m . a circa 30 - , finendo in un'ampia pianura in cui hanno trovato posto grossi stabilimenti industriali. Camminando verso settentrione, scendiamo praticamente senza accorgercene. Ciò mi sembra una buona metafora della vita delle persone - e cose - , che s'avviano verso il declino e la morte senza suscitare particolari emozioni" . )
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Luisamo - Domenica 13 Novembre 2016, 11:35:03
GIGNESE ( Il paese degli ombrellai )


M'abbracciò il tuo freddo
e da subito amai
la riservata bellezza
cosi fuori dal tempo
di una vita poggiata
tra boschi e colline d'abeti
con quell'unico spicchio di lago
Mi insegnasti a salutare
il viandante che non conosco
nelle tue strette viuzze
tra l'odore di pane e di neve
Fotografia in bianco e nero
di chi se ne andò
a cercar la fortuna
nei crocicchi di paesi
lontani



Non è il paese dove sono nata,
troppo poco il tempo che ci sono rimasta,
ma il luogo che mi ha adottata
e che amo tantissimo.
























Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Andrea D’Alfonso - Domenica 13 Novembre 2016, 19:26:48
ROMA  (Questa Città)

Se io potessi volare lontano,
uccello che lascia i rami
di questi alberi ferrati,
sarei già un planare di pensieri,
ardite discese nel vuoto della vita
e risalite d'emozione a perdifiato
senza perdere di vista
la linea ai miei orizzonti,
se potessi... ma...

Ma è da qui, da queste finestre
guardo il mondo,
attraverso i vetri di questa città
raccolgo i pezzi della vita
che si fa frantumi ai giorni
sulle strade polverose di smog,
chiuse anime di latta
che camminano imperterrite
fra monumenti, i palazzi
che mi parlano come vecchi amici
a bere alla vita che passa
senza tornare mai sui propri passi,
come la città,
questa città che scorre
sulle rive pietrose di un fiume
che ha visto la storia passare e farsi
ombra al tempo trascorso a scorrere nelle
vene, sangue nobile di un passato
che ha lasciato i segni del vento
che accarezza le fronde
dei platani mai in fiore,
ma che sanno raccontarmi
una storia ancora giovane,
una storia che sa sempre di buono
snocciolata di fronte alla spire di un
sacro fuoco che arde della legna
che le viene dal nome...

Se io potessi andare,
lasciar correre
lontano le gambe alla via,
per quanto cammino potessi fare,
ritornerei sempre qui,
come le strade del mondo
che per quanto lontane
o lunghe esse siano
alla fine portano sempre a lei...
...questa nostra Città,
che la puoi chiamare anche
amoR...
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Wilobi - Domenica 13 Novembre 2016, 23:06:22
BESNATE

La semplicità del mattino:
"Besnà" al disaria v'un dul paes         
(Besnate direbbe uno del paese)
che "a cinmilacincencinquantacinch",
(a 5555)
pare ne manchi uno solo, 
"paes in o paes ot,                               
(paesino o paesotto)
ma, ma par che pudaria v'es  instess". 
(ma mi pare potrebbe essere lo stesso)

Evo che va nel medio, di folkloristico Minipalio,
per sette giorni in quattro borghi d'altri tempi, non più rioni.

"Spesso", di una  a otto, per i Laghi conosciuta
una piccola ferrata  e quella dell'aria, ad un tiro di schioppo .

Solidale, pare uno dei  ponti che sposta
il milanese verso l'aria pura, si un po' po(n)tpourri .

Poco tosto, dalla cima Ravellino,
- trecentotrenta sul livello -
alla, - non molto meno, del mare -, bassa Lagozzetta
lo si gira  tutto, anche di fretta in bicicletta,

col Santo Patrono, San Martino,  dato di fatto,
ma non è dato sapere se si sia trattato
per campanaro o pel mantello strappato.

Restano, sbandieratori e musici, un fiore all'occhiello,
ma loro dilettano anche distante dal paesello.

Manca solo un briciolo di zucchero serale,
ma anche se un po' carosello,  a me pare sia di molto bello


Wilobi
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Rita Stanzione - Lunedì 14 Novembre 2016, 00:11:53
Monti Lattari (visti dal paese nativo, Campania)

La forma che ha
la mia montagna
è un disegno mentale,
schizzo selvatico
quando la parola non era nata
La mia montagna
è una gran dama
che riempie la carrozza
e s’adagia ai cavalli

Un giorno lei è scesa
ha detto, o pensato
-qui è il mio posto
s’è alzata la gonna
e piegato le gambe

La signora ha
una torre per cappello
il sorriso di roccia
un didietro oversize

la mia montagna
che profuma di mare
e regge il cielo
Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Zima - Lunedì 14 Novembre 2016, 00:18:40
Pozzuoli

S'arap' a storia annanz' all' uocchie mie
S'appiccia a notte, luccica o desio
De n'onda quieta ca mo sponta
Mmiezo e culonne, aret' a piazza a mare

Si' e fuoco, si d'acqua, si addore e zolfo
Si' e tufo, si e pesce, varchetelle e sangue sciolto
Si' falanghina fresca, fenesta che s'arape
Annanz' 'o paravis'. M'appicc' 'mpietto nu sorriso.

*

Si apre la storia davanti agli occhi miei
Si accende la notte, luccica il desiderio
Di un'onda quieta che ora spunta
In mezzo alle colonne, dietro piazza a mare

Sei di fuoco, sei d'acqua, sei odore di zolfo
Sei di tufo, sei di pesce, barchette e sangue sciolto
Sei falanghina fresca, finestra che si apre
Davanti al paradiso. Mi accendi in petto un sorriso.


Titolo: Re:A più voci, da più luoghi
Inserito da: Antonio Terracciano - Venerdì 18 Novembre 2016, 20:17:20
L'appetito, si sa, vien mangiando, e ringrazio "Poeta per te Zaza" che, nell'invitarmi a ripubblicare qui la vecchia "Scendono lente" , mi ha fatto venire anche la voglia di scrivere una cosa tutta nuova sulla mia cittadina; pubblico, in esclusiva per il "forum" , questo excursus dapprima vagamente psicoanalitico (a proposito, senz'altro per mia ignoranza, mentre conosco l'importanza della lingua madre negli studi psicoanalitici, non ho mai sentito sviluppare il tema della "città madre" ) e poi sociologico sul mio Comune (Pomigliano d'Arco) , sui rapporti tra me e il mio Comune.

I CONFLITTUALI RAPPORTI CON LA MIA CITTADINA

Si dice che la lingua sia materna,
e non paterna, perché ce l'insegna
la nostra madre che ci tiene in braccio.

E così le città, le cittadine
che ci videro nascere, può darsi
ricoprano l'identica funzione.

Però quando la madre è d'altro luogo,
quella città che a noi diede i natali
sembra perdere tanti connotati,
di dolcezza, accoglienza, integrazione,
evidenziando aspetto più severo
e più scostante, tipico dei padri.

Ed è questo l'effetto che su me
spesso hai prodotto, cittadina mia,
nonostante i miei sforzi per amarti,
per integrarmi dentro il tuo tessuto.

E poi non sei più quella di una volta,
di quando ero soltanto un ragazzino,
di quando le regioni più diverse
d'Italia popolavano il rione
in cui allora abitavo con piacere.

Il tempo ha cancellato quella gente
con morte spesso, ma anche assai sovente
con il ritorno ai luoghi originari
in età di pensione; al loro posto
ci sono adesso dei Napoletani
che più non sopportavano quel traffico,
quei rumori, le case disagevoli,
la tumultuosa vita cittadina.

Un'appendice ormai della metropoli
sei diventata, in ciò seguendo moda
accettata, ma a volte contestata,
di globalizzazione: non ha senso
cercare i tuoi specifici valori
che persi ormai si sono, nel contatto
troppo stretto col grande capoluogo.

E quando vago io per le tue strade,
l'ombra dell'ombra di un'identità
tra te e me trovo, pur se con il cuore
anelo a caldo ed insistente abbraccio.