Autore Topic: Fayadh, poeta condannato a morte  (Letto 2049 volte)

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Offline Willy Zini

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Fayadh, poeta condannato a morte
« il: Venerdì 20 Novembre 2015, 18:18:26 »
http://www.internazionale.it/notizie/2015/11/20/ashraf-fayadh-poeta-condanna-morte

Riporto il testo di un articolo dell'"Internazionale" a proposito della sentenza di morte emessa da un tribunale dell'Arabia Saudita contro il poeta palestinese Ashraf Fayedh, accusato di ateismo. Questa non è soltanto una condanna a morte verso un essere vivente, ma è la condanna a morte dell'Arte, del suo spirito indipendente, della sua funzione "sociale" e totalizzante. Essa deve trascendere l'arrogante violenza che permea il nostro mondo oggi, per poter essere libera di donare un nuovo futuro. Perché l'Arte è la scienza prima dell'essere.

PS: l'Arabia Saudita risulta tra i paesi "alleati", giusto per ricordarlo.

_ Il poeta palestinese Ashraf Fayadh è stato condannato a morte in Arabia Saudita

Ashraf Fayadh, poeta, curatore e artista, è stato condannato a morte da un tribunale dell’Arabia Saudita, paese dove è nato da genitori palestinesi. È accusato di aver promosso l’ateismo con i suoi testi inclusi nell’antologia poetica Instructions within (2008), di aver avuto relazioni illecite, di aver mancato di rispetto al profeta Maometto e di aver minacciato la moralità saudita. La sentenza è stata emessa il 17 novembre ed è previsto che Fayadh possa presentare una richiesta d’appello entro trenta giorni.

Fayadh, 35 anni, è rappresentante dell’organizzazione di artisti britannico-saudita Edge of Arabia. Nel 2013 è stato tra i curatori della mostra Rhizoma alla Biennale di Venezia. È stato arrestato nel gennaio del 2014 e nel maggio dello stesso anno è stato condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate da un tribunale di Abha, nel sudovest dell’Arabia Saudita. Dopo che il suo primo ricorso è stato respinto, una nuova corte lo ha condannato a morte.

Mona Kareem, poeta e attivista per i diritti dei migranti che ha lanciato una campagna per la liberazione di Fayadh, ha detto al Guardian che il poeta non può chiedere a un avvocato di difenderlo perché dal giorno del suo arresto non ha più i documenti d’identità. Secondo Kareem, Fayadh sarebbe vittima di discriminazione perché di origine palestinese. Durante le udienze il poeta ha dichiarato di essere musulmano e ha respinto le accuse.
« Ultima modifica: Venerdì 20 Novembre 2015, 18:26:11 da Willy Zini »

Offline Willy Zini

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Re:Fayadh, poeta condannato a morte
« Risposta #1 il: Domenica 22 Novembre 2015, 01:47:19 »
Mi fa sorridere come le discussioni puramente casuali e dannose vengano seguite dai più e contino molti partecipanti, mentre gli argomenti e le proposte che potrebbero fare scaturire discussioni interessanti e profonde vengano puntualmente ignorati.
Ma d'altronde sono solo le polemiche a fare notizia... :-\

Offline poeta per te zaza

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Re:Fayadh, poeta condannato a morte
« Risposta #2 il: Domenica 22 Novembre 2015, 10:10:02 »
 Facciamo conoscere la sua voce:

Spazio vuoto*
(di Ashraf Fayadh
, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

..................................
Abbandonati al sonno…
Perché è giunto il momento di fondersi… e dissolversi
E assumere la forma adatta alla nostalgia in cui ti sei versato!
Evapora… condensati…
Torna al tuo vuoto…
Per occupare il tuo spazio abituale
… te stesso!

***

Cuore*
(di Ashraf Fayadh
, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

Il cuore è motore di perfetta fattura
Ha bisogno di combustione… per assicurare il movimento a pieno regime!

Pari opportunità*
(di Ashraf Fayadh
, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

Una ragazza e un ragazzo…
La madre preferisce il ragazzo alla ragazza
Il ragazzo sta vicino alla madre nel momento del bisogno
La ragazza partorirà un altro ragazzo che le stia accanto!

Equità*
(di Ashraf Fayadh
, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

Si dice che la gente sia come i denti di un pettine
Ma non è così… mi raderò la testa in ogni caso
Per non essere obbligato al confronto!

Saggezza*
(di Ashraf Fayadh
, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

L’amore non è essere un passerotto nella mano di chi ami
Per lui è meglio che dieci sulla pianta.
Un passero sulla pianta è meglio di dieci nella mano…
Dal punto di vista dei passeri!

di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline Adriano Lungosini

Re:Fayadh, poeta condannato a morte
« Risposta #3 il: Domenica 22 Novembre 2015, 20:28:55 »
Un poeta che rischia di pagare con la vita la volontà di esprimere la sua voce attraverso la poesia. Leggendo questo insorgono dentro di me due sentimenti. Il primo, impotenza in quanto non posso fare nulla per impedire che questo accada. Il secondo, consapevolezza che per me quella che chiamo con presunzione la mia poesia è espressione di una voce all'interno del piccolo orto del mio essere, che coltivo senza rischi concreti. C'è anche chi, per farlo, mette a repentaglio la propria stessa vita.

Offline Azar Rudif

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Re:Fayadh, poeta condannato a morte
« Risposta #4 il: Domenica 22 Novembre 2015, 23:05:54 »
Mi fa sorridere come le discussioni puramente casuali e dannose vengano seguite dai più e contino molti partecipanti, mentre gli argomenti e le proposte che potrebbero fare scaturire discussioni interessanti e profonde vengano puntualmente ignorati.
Ma d'altronde sono solo le polemiche a fare notizia... :-\


Non è che certe proposte fanno notizia ed altre no, però è così.
Io so di questa notizia solo perchè tu l'hai scritta in questo forum, ma l'hai mai sentita ai TG televisivi?
Se l'hanno detto si è trattato di un passaggio iperveloce e senza enfasi.
PErchè?
Perchè è solo un poeta che ha messo in discussione l'esistenza di Dio, qualche anno fa, ed ora viene condannato a morte come sono condannati a morte per altri motivi centinaia di persone al mondo.
Questo accade perchè chi dirige questo pianeta e l'informazione, prima di tutto, ha deciso anni fa che le priorità sono altre e che la razza umana deve essere educata ad interessarsi solo di ciò che tali "poteri" hanno deciso si interessi.
Molti altri problemi devono essere ignorati per non creare destabilizzazioni.
Prendi ad esempio la strage in Francia. Tutti i mezzi di informazione la stanno proponendo come un qualcosa che ora deve far sentire il terrore e la gente deve vivere nelle terrore e nell'impotenza delle loro fobie. Fobie che non esistono, ma che sono create ad arte e la gente crede davvero di averle.
La domanda è sempre la solita: perchè?
Perchè ciò serve ad innalzare il livello di controllo e coercizione sulle masse ridotte a pecore fobiche.


Personalmente, mi dispiace che la pena di morte venga ancora usata per controllare chi non si adegua al "sistema", ma anni e anni fa sarebbe bastata già la prima condanna a 4 anni per far solelvare tutti i movimenti libertari e rivoluzionari di un tempo.
Adesso, questa storia passerà inosservata perchè i paesi alleati non possono essere messi in cattiva luce agli occhi degli altri popoli alleati. Forse verrà ucciso e forse verrà graziato per merito di qualche "grande" che interverrà per chiederne la grazia e farlo estradare in un paese più civile, ma gli alleati (sopratutto in questo momento) non possono essere criticati da nessuno.


Spero solo che tutto tale sistema arrivi presto al punto di saturazione, perchè esiste un punto di saturazione oltre il quale anche le dighe tracimano e le acque spazzano via tutto.

La Legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali per la Legge e non cercate la Legge Umana. Essa è statica ed imperfetta, cercate ciò che evolve e mai è uguale a sè stesso e ribolle del Bene e del Male

Offline Antonio Terracciano

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Re:Fayadh, poeta condannato a morte
« Risposta #5 il: Lunedì 23 Novembre 2015, 00:07:49 »
Willy Zini, poeta sensibilissimo, nel suo secondo post si lamentava, forse giustamente, di non avere fino ad allora ricevuto nessuna risposta alla sua entusiastica proposizione di un poeta francamente sconosciuto. Ma sono cose che si dovrebbero mettere in conto. Chi di noi legge l'arabo? (Credo che soprattutto le poesie perdano almeno la metà del loro valore complessivo quando sono tradotte. ) E poi, quanti di noi sono capaci di immedesimarsi in vicende e traversie dal nostro mondo tanto lontane? (Forse siamo un po' tutti, anche inconsapevolmente, seguaci di Voltaire, e riteniamo che, per una maggiore relativa tranquillità, "il faut cultiver notre jardin" ... ) Per consolare Willy, vorrei fargli sapere che circa un anno fa volli rendere, qui nel forum, un omaggio all'allora freschissimo premio Nobel Patrick Modiano, romanziere francese, invitando, pur senza speranze, qualcuno / a che avesse voluto leggerlo (i romanzi vanno abbastanza bene anche in traduzione) a far sapere a tutti cosa ne pensava. Dopo un anno quel mio post è stato letto sì più di duemila volte, ma ha avuto soltanto una risposta di neanche un rigo...

Offline Amara

Re:Fayadh, poeta condannato a morte
« Risposta #6 il: Martedì 24 Novembre 2015, 22:56:53 »
non è che la vita di un poeta abbia più valore di un'altra.. capisco, comunque, l'ergerlo a simbolo di una libertà che latita fortemente in quei luoghi e di come più le voci abbiano pubblico, più le si vogliano spegnere..
non credo si possa fare molto per lui da qui, credo poco anche che la petizione che è stata lanciata possa influire in qualche modo le decisioni che saranno prese.. condivido però il pensiero di Azar e spero che verrà un'era in cui tutto questo faccia sgranare gli occhi di stupore..
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Willy Zini

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Re:Fayadh, poeta condannato a morte
« Risposta #7 il: Lunedì 30 Novembre 2015, 17:47:58 »
Ringrazio tutti per essere intervenuti e per avermi regalato interessanti spunti di riflessione. Il mio intervento era sì polemico, ma voleva semplicemente fare "scoccare" la scintilla per aizzare la conversazione su un tema riguardante la cosa che tutti ci accomuna in questo forum, ossia l'amore per l'arte della parola. La vicenda del poeta palestinese Fayadh è sicuramente qualcosa che non ci "tange" da vicino; se fossimo nati cent'anni fa ad esempio, non avremmo nemmeno saputo della sua tragedia esistenziale. Ma la sua condanna a morte è stato qualcosa che mi ha colpito nel profondo e mi ha riportato alla mente il fatto che fino a qualche secolo fa anche in Italia era ancora in uso la condanna a morte di persone che avevano osato dare opinioni "diverse"...
Questo fatto si spiega nel momento in cui capiamo che l'arte ha sempre avuto un'influenza "decisiva" sulle coscienze (ancor più della scienza!) e per questo ha sempre goduto di un occhio di riguardo da parte delle autorità.
Credo certamente che al giorno d'oggi da noi si possa scrivere praticamente di quasi tutto e dare le più disparate opinioni. Ma credo anche che questo non sia altro che l'altra "faccia della medaglia" del medesimo problema. Oggi, infatti, assistiamo ad una babele di voci discordanti che a nulla portano se non ad una grande confusione fine a se stessa.

Però vorrei anche rifletteste sulla condizione dell'arte oggi in Italia. Sono stato qualche giorno fa a Ferrara alla mostra su De Chirico e le avanguardie, qui ho trovato una serie di tavole di Max Ernst nelle quali l'artista vuole mettere in evidenza il rapporto tra l'Arte (quella con la A maiuscola), e la moda (che segue l'evoluzione delle logiche della società modificandone gli status quo). Ecco, io credo che al giorno d'oggi in Italia la moda abbia definitivamente scalzato l'Arte con la A maiuscola. Non c'è più da noi il pericolo di morire al rogo, come ci poteva essere per Giordano Bruno che ne pagò le conseguenze ad esempio, però è vero che oggi quasi più nessuno ha orecchie per ascoltare le voci "diverse", cioè quelle voci che - parallelamente a quella del poeta palestinese Fayadh in Arabia Saudita - si discostano dal marasma confusionario e auto-referenziale delle opinioni e delle leggi della contingenza.
Queste voci sono importantissime, perché sono le sole in grado di testimoniare la propria esistenza sulla Terra in maniera nuova, aderente alle più profonde esigenze umane ed alle inquietudini indissolubili al nostro vivere.

Quello che voglio dire in sostanza è che la vicenda del poeta Fayadh, che molto probabilmente verrà giustiziato a breve, non ci "tocca" personalmente in quanto sta accadendo dall'altra parte del mondo, ma può farci riflettere sul valore essenziale di ciò che amiamo, dell'arte e della poesia in particolare. Se il poeta è stato condannato a morte è evidentemente perché nelle sue parole è stata riscontrata una "minaccia" da parte delle autorità saudite. Così se oggi l'arte viene relegata in un angolino nella nostra società "tanto" più evoluta e viene forzatamente immischiata al caos futile e marcescente dei vari gossip e della varie mode è perché evidentemente c'è chi ancora vede in lei una "minaccia"... e noi ne potremmo (dovremmo) essere i custodi.
La poesia, infatti, risorge sempre quando il mondo offre la sua parte più crudele e secondo me è giunto il momento perché si ridesti, è la situazione attuale che lo impone. Forse mi sarò fatto contagiare da un "heideggerianesimo" ingenuo e puerile, dandone una interpretazione sicuramente sbagliata. Ma nella mia ignoranza credo veramente nella forza fondante della parola poetica. Davvero attendo l'arrivo dell'Angelus Novus che porterà alla nascita di una nuova umanità. Di un'umanità non più tecnologica, ma capace di ritornare a vivere in funzione del richiamo originario della natura, in grado di ristabilire l'uomo come il portatore autentico della testimonianza del vivere sulla nostra terra-madre.