Autore Topic: Re: Ai "confini" delle parole  (Letto 3613 volte)

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Grenouille

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Re: Ai "confini" delle parole
« il: Lunedì 22 Settembre 2008, 13:19:07 »
Chi come me legge le varie poesie postate nel sito non può non aver notato l'uso di parole "particolari", molto di colore in alcuni componimenti. Insomma,mi riferisco alle classiche "parolacce".
Non faccio il moralista nè voglio fare polemica. Ognuno scrive come vuole, ci mancherebbe.Tanto più che molti di questi vocaboli fanno parte del linguaggio comune e sono presenti nei dizionari d'italiano.
Mi farebbe piacere conoscere la vostra opinione al riguardo. Siete favorevoli o contrari all'uso di questi termini? e perchè?


La mia opinione è che la poesia debba elevarsi. Deve dare l'impressione di qualcosa di particolare che risiede o nell'anima o nei sogni del poeta. Deve essere un mezzo per "trasportare" al di fuori della secca realtà e può essere cruda senza bisogno di prendere in prestito parole "colorite" e di strada.

« Ultima modifica: Lunedì 22 Settembre 2008, 13:36:06 da La Grenouille »

Offline Paolo Ursaia

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #1 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 14:44:18 »

La mia opinione è che la poesia debba elevarsi. Deve dare l'impressione di qualcosa di particolare che risiede o nell'anima o nei sogni del poeta. Deve essere un mezzo per "trasportare" al di fuori della secca realtà e può essere cruda senza bisogno di prendere in prestito parole "colorite" e di strada.



         Sono pefettamente d'accordo...infatti, non leggerai mai parolacce nei miei testi. Tuttavia, arrivo a comprendere se, nell'ambito di uno scritto, in maniera funzionale allo stesso, e non gratuitamente, un termine forte viene utilizzato per stressare un concetto, un'emozione.
  Certo è che se nell'ambito di una produzione poetica leggo un diluvio di parolacce...beh, allora non parlerei di poesia, ma di altro. Farei una differenza, come tra teatro classico e Fescennini...
  Il mio, si badi bene, non è un discorso legato a qualche forma di morale; non sono le parole, ma gli atti che danno la qualità delle persone. Tuttavia, ritengo che la poesia, da poiesis, sia un'attività demiurgica, legata alla creatività elevata dello spirito.
 
Cunctando restituit

Offline Stefano Toschi

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #2 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 18:29:44 »
Certe poesie possono esprimere rabbia ed in tale contesto potrebbe essere sentito come necessario l'uso di qualche parola forte.
Ci possono essere altri contesti in cui un linguaggio un po' colorito può essere giustificato: penso, ad esempio, alla satira.
E' invece sicuramente sgradevole leggerne un utilizzo gratuito ed eccessivo.
Sono d'accordo con Paolo sul carattere "demiurgico" della vera poesia, ma, appunto, di quella vera.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Marina Como

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #3 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 19:03:34 »
Certe poesie possono esprimere rabbia ed in tale contesto potrebbe essere sentito come necessario l'uso di qualche parola forte.
Ci possono essere altri contesti in cui un linguaggio un po' colorito può essere giustificato: penso, ad esempio, alla satira.
E' invece sicuramente sgradevole leggerne un utilizzo gratuito ed eccessivo.
Sono d'accordo con Paolo sul carattere "demiurgico" della vera poesia, ma, appunto, di quella vera.
concordo. Mi è capitato di usare parole forti, proprio per lanciare un messaggio forte, veloce e molto rabbioso. Perchè secondo me, "quanno ce vò... ce vò"! E se la poesia deve arrivare a mostrare il sentimento... non servono per forza giri di parole... credo ognuno si debba esprimere senza compromessi, quando parla con il cuore.
Se invece la parolaccia serve soltanto (scusate l'esempio forse esagerato) per costruirsi una immagine da poeta maledetto o simile, per "atteggiarsi", anzi diventa essa stessa una costruzione, un manufatto mentale, allora... sì, mi dà molto fastidio.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Stellaerratica

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #4 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 19:26:34 »
Sottoscrivo quanto proposto da La Ranocchia  ;D
In qualche componimento può essere effettivamente utile l'uso di "parole forti", purché non diventi un abuso. Altrimenti non è più poesia ma puro sfogo di basso livello spezzato in versi dall'aria di componimento poetico.
Così come non si usano spessissimo parole veramente auliche ed altisonanti, allo stesso modo non si dovrebbe abusare delle parolacce. Saranno anche contemplate dai vocabolari ma non sono particolarmente poetiche.

L'importante però è sempre avere il coraggio dei propri pensieri, sentimenti, emozioni. E delle proprie parole.
Pane al pane, vino al vino.
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

Grenouille

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Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #5 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 22:09:53 »
Nel web ho trovato questa filastrocca, autore sconosciuto almeno per me, che ben dimostra che in poesia è possibile dire tutto senza usare...tutto  :D
con un pò di fantasia e simpatia  ;)


"Tu che una volta eri mio amico,
sta un po' a sentire ciò che ti dico.
Faccia di pecora con gli occhi storti,
fa vomitare la puzza che porti.
Faccia di straccio da spolverare
quello che sei non si può immaginare.
Succhiapantofole, masticavetri,
stammi lontano sessanta metri.
Girati i pollici, sciacquati i denti,
poi la ridico così la risenti.
Stupida cozza, quanto sei brutto,
senti la puzza che c'è dappertutto.
Puzza di puzza che lascia la scia,
topi di fogna che scappano via.
Mela col verme, verme col moccio,
brutto budino bambino bamboccio.
Faccia di fungo morto di sonno,
ciuffo di peli di naso di nonno.
Testa di pietra cotta dal sole,
pochi pensieri e anche meno parole.
Palla di pelle di polli un po' vecchi,
pigna con gli occhi, il naso e gli orecchi.
Sguardo da buco del lavandino,
guardati questo, però da vicino.
Gigio Sandrone, grosso melone,
la tua maestra ci aveva ragione.
Palla pelata con pochi pensieri,
faccia di pezzo di pane di ieri.
Povero uccello, stupido arnese,
poco cervello di maionese.
Strazio del mondo, sonno profondo,
grosso ciccione più largo che tondo.
Quello che dico è vero sputato
se non ci credi guardati specchiato."

Offline Phersu

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #6 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 22:13:54 »
Dipende da cosa intendi per "parolaccia"  :D

Offline AnnamariaMilazzo lightdark

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #7 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 22:52:15 »
Eccomi qua, parla una che le adopera senza tanto scandalizzarsi: si ok non è carino ma ogni tanto fa bene all'anima.

Vi proprongo alcuni esempi per spiegarmi:
se scrivo con la boccuccia stretta da nobildonna questi versi...

Stasera va via
dall'anima mia
Non ritornare
Non voglio il tuo amore

...per intendere che voglio essere lasciata in pace, ottengo solo un effetto "lassativo momentaneo"; quindi c'è la possibilità che "lui" torni

Se invece poetando gli comunico questi versi:

Va via
dall'anima mia
Ti esprimo disprezzo
Non rompermi il cazzo

Bhe, probabilmente ottengo note di disappunto da parte "sua", forse sbigottimento e schifo, o paura pk sto urlando...e allora ho buone probabilità che non torni più!

Se poi scrivo intervallando dei BIP al posto della tanto additata "parolaccia" ottengo una poesia spezzata e insignificante.

Io, lo sapete, a volte colorisco i miei scritti ma credo fermamente che la parolaccia faccia parte di noi e sta lì a mostrare una risposta esagerata a qualche tormento.

Vi è mai capitato di pestare una merdina?
Bhe, cosa dite quando sentite sotto le scarpe quel viscidume?
-Oh, mannaggia mannaggino,
ho pestato la cacchina
(non sopporto chi dice pupù, che senso ha?).

Bhe, e scusatemi, ma io dico:
-E che cazzo, ho pestato 'no stronzo.

Secondo me rende meglio l'idea pk lo schifo è schifo e non si può sminuirlo confondendolo con la nutella!

Adesso immagino le vostre facce e i vostri commenti...qualcuno piange per la disperazione, alcuni ridono, altri faranno gli ipocriti asserendo di non aver mai detto una parolaccia in vita loro
Bhe, io sono fatta così, evviva la faccia della sincerità e ... scusate se la mia ignoranza non arriva alla vostra!

ahahahahhha...lo diceva Toto!
« Ultima modifica: Lunedì 22 Settembre 2008, 22:58:38 da Annamaria Milazzo »

Grenouille

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Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #8 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 23:02:41 »
...io mi rotolo in terra dalle risate... ;D

Grenouille

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Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #9 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 23:04:14 »
però continuo a sostenere fermamente l'idea della poesia "pulita", simpaticissima Annamaria  ;)

Offline AnnamariaMilazzo lightdark

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #10 il: Lunedì 22 Settembre 2008, 23:10:27 »
troppo bontà
io lo faccio tutti i giorni
soprattutto ai semaforiiiiiiiiiiiii

e propongo questa mia...seria però...


Si ferma il cuore
ad ascoltare il respiro

Giunge silente un sussulto
e lo tampona

Er cuore 'ncazzato se gira e je fa:

-AAOOOOOO.........
 ma nun vedi ch'é ROSSOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



Offline Paolo Ursaia

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #11 il: Martedì 23 Settembre 2008, 06:57:17 »
Eccomi qua, parla una che le adopera senza tanto scandalizzarsi: si ok non è carino ma ogni tanto fa bene all'anima.

Vi proprongo alcuni esempi per spiegarmi:
se scrivo con la boccuccia stretta da nobildonna questi versi...

Stasera va via
dall'anima mia
Non ritornare
Non voglio il tuo amore

...per intendere che voglio essere lasciata in pace, ottengo solo un effetto "lassativo momentaneo"; quindi c'è la possibilità che "lui" torni

Se invece poetando gli comunico questi versi:

Va via
dall'anima mia
Ti esprimo disprezzo
Non rompermi il cazzo

Bhe, probabilmente ottengo note di disappunto da parte "sua", forse sbigottimento e schifo, o paura pk sto urlando...e allora ho buone probabilità che non torni più!

Se poi scrivo intervallando dei BIP al posto della tanto additata "parolaccia" ottengo una poesia spezzata e insignificante.

Io, lo sapete, a volte colorisco i miei scritti ma credo fermamente che la parolaccia faccia parte di noi e sta lì a mostrare una risposta esagerata a qualche tormento.

Vi è mai capitato di pestare una merdina?
Bhe, cosa dite quando sentite sotto le scarpe quel viscidume?
-Oh, mannaggia mannaggino,
ho pestato la cacchina
(non sopporto chi dice pupù, che senso ha?).

Bhe, e scusatemi, ma io dico:
-E che cazzo, ho pestato 'no stronzo.

Secondo me rende meglio l'idea pk lo schifo è schifo e non si può sminuirlo confondendolo con la nutella!

Adesso immagino le vostre facce e i vostri commenti...qualcuno piange per la disperazione, alcuni ridono, altri faranno gli ipocriti asserendo di non aver mai detto una parolaccia in vita loro
Bhe, io sono fatta così, evviva la faccia della sincerità e ... scusate se la mia ignoranza non arriva alla vostra!

ahahahahhha...lo diceva Toto!


                Perfettamente d'accordo...tuttavia, qui non è in corso una discussione sulle buone maniere, più o meno ipocrite...è in discuccione l'utilizzo di termini forti nelle poesie.
Stasera va via
dall'anima mia
Non ritornare
Non voglio il tuo amore
      Questa, a mio modo di vedere, è poesia...
Va via
dall'anima mia
Ti esprimo disprezzo
Non rompermi il cazzo
  Questa, magari avrà più efficacia nell'ottenere lo scopo, ma non lo è.
 Poi, è evidente che se si pesta qualcosa per strada uno non prende carta e penna, si mette seduto, e declama novello Virgilio un'ode alla cacca....... ;D ;D
 


   
Cunctando restituit

Grenouille

  • Visitatore
Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #12 il: Martedì 23 Settembre 2008, 10:58:25 »
Dipende da cosa intendi per "parolaccia"  :D

se vuoi farti una cultura sull'argomento passa vicino ad una scuola, la mattina, prima dell'entrata dei ragazzi e ascolta attentamente...tornerai a casa con un lessico decisamente "aggiornato"  :o

poi ci sono anche MOLTI altri luoghi e altre persone che... ;D pensa ai politici!!!  ;D  ;D  ;D   alcuni di loro scrivono anche delle belle poesie, mentre sono a LAVORO in parlamento... >:(  ;)
« Ultima modifica: Martedì 23 Settembre 2008, 11:00:19 da La Grenouille »

Offline Paolo Ursaia

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #13 il: Martedì 23 Settembre 2008, 12:38:58 »
se vuoi farti una cultura sull'argomento passa vicino ad una scuola, la mattina, prima dell'entrata dei ragazzi e ascolta attentamente...tornerai a casa con un lessico decisamente "aggiornato"  :o

poi ci sono anche MOLTI altri luoghi e altre persone che... ;D pensa ai politici!!!  ;D  ;D  ;D   alcuni di loro scrivono anche delle belle poesie, mentre sono a LAVORO in parlamento... >:(  ;)

   ;D ;D ;D
  Vero...parolacce posso essere tante...anche parole splendide come "amore", se usata a sproposito...Anche il concetto di parolaccia è relativo...
Cunctando restituit

Offline AnnamariaMilazzo lightdark

Re: Ai "confini" delle parole
« Risposta #14 il: Martedì 23 Settembre 2008, 17:54:08 »
Tutto è relativo...anche quello che abbiamo detto sino a qui.

Cmq si, è vera una cosa, la parolaccia in poesia un po'ino stona ma in recitazione ti fa morir dal ridere:
prendi ad esempio gigi proietti, dario fo, totò (ora mi vengono in mente questi) e mille altri uomini d'arte...bhe, a sentirli ti fanno star sereno per un po', se poi, la si abusa, praticamente spalmandola sul pane quotidiano...è ovvio che diventi pesantina.
Ogni eccesso fa male!
Basta saperla dosare...qb...come nelle ricette, e allora la poesia non viene appesantita ma calca di più il sentimento espresso.

e che ca...spiterina!
ahahah...