Autore Topic: notturno tanka  (Letto 6959 volte)

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Offline Stefano Toschi

Re: notturno tanka
« Risposta #15 il: Venerdì 2 Ottobre 2009, 17:20:15 »
Dal Tanka è nato il Renga (sul quale potremmo pure provare a cimentarci):

Nel XII secolo si diffuse il Renga componimento collettivo a catena che iniziava con un blocco di tre versi (5-7-5 sillabe) chiamato Hokku (detto anche kami-no-ku, letteralmente “la parte superiore). All’Hokku uno dei poeti del collettivo aggiungeva due versi di 7-7 sillabe (coppia detta shimo-no-ku, letteralmente “la parte inferiore”). Il gioco continuava con l’alternanza delle stesse strutture, producendo Renga che potevano essere lunghi anche decine e decine di versi.

http://www.cascinamacondo.net/index.php?option=com_content&view=article&id=265:una-via-italiana-alla-poetica-haiku&catid=102:news&Itemid=90

Ciascuna strofa deve richiamare solo quella precedente, creando così un variegato movimento all’interno della composizione, che poteva raggiungere le oltre cento strofe, seguendo un meccanismo simile a quello delle scatole cinesi.

http://www.oradistelle.altervista.org/pages/haiku/storiahaiku/origini.htm

La prossima volta proviamo ad analizzare qualcuno dei vostri tanka confrontandolo con le indicazioni di cui sopra.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Stefano Toschi

Re: notturno tanka
« Risposta #16 il: Venerdì 2 Ottobre 2009, 19:01:51 »
Il tanka è formato da 31 sillabe, distribuite in 5 versi secondo lo schema 5,7,5,7,5, Ecco un esempio:

Errata corrige: nel brano citato da "oradistelle" c'è evidentemente un errore; se di una cosa siamo certi è che la struttura metrica del Tanka è 5,7,5,7,7 sillabe, cioè 31 sillabe appunto.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline DarioC 85

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Re: notturno tanka
« Risposta #17 il: Venerdì 2 Ottobre 2009, 22:00:45 »
grazie stefano per il contributo!ho provato anch'io a fare una ricerca sul tanka e sulle sue regole,ma non ho trovato per adesso niente di più rispetto a quello che hai riportato!

cmq dedicato alle donne del sito,ed in particolare a gaur matsya (per la pazienza) e sajka (per il suo componimento davvero suggestivo):


dalle campagne
guardati dalla luna
fioccano i pioppi

si schiudono i boccioli
di rare rose rosse

Offline Zima

Re: notturno tanka
« Risposta #18 il: Sabato 3 Ottobre 2009, 12:23:34 »
stefanino, grazie!!  :-*
tu sei maestro perchè ti istruisci... io invece sono pigra e aspetto istruzioni!  :P

dario... che bello! sei gentilissimo!  :-*
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

lucia*

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Re: notturno tanka
« Risposta #19 il: Lunedì 5 Ottobre 2009, 15:03:09 »
grazie dario85
sto cercando..

mare d’inchiostro
tagli di vele e buio
segreti d’acqua

l’ampolla capovolta
scorre senza orizzonti





lucia*

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Re: notturno tanka
« Risposta #20 il: Venerdì 9 Ottobre 2009, 18:26:45 »
grazie dario85
sto cercando..

mare d’inchiostro
tagli di vele e buio
segreti d’acqua

l’ampolla capovolta
scorre senza orizzonti



Non ho trovato grandi novità sui tanka, però ho consolidato quello che già era stato scritto. L’origine della poesia giapponese in 31 versi liberi. L’haiku nato successivamente assume la struttura dei tre versi in 17 sillabe. Interessante è leggere di haiku dove il kigo non sempre è presente o solo intuibile  e il poeta può nel distacco descrivere uno stato emotivo o parte fisica di se stesso nel movimento naturale del tempo e della natura.

Ho il moccio al naso
eccetto che su questa punta
tutto s’abbuia

Ryonosuke Akutagawa



 Anche il 5 ,7,5 non sempre è rispettato. Deduco  che le rigide regole metrice e di sillabe, di presenza di kigo o di piccolo kigo  siano stati necessari  in occidente per assicurare la fusione del pensiero e del messaggio nella natura che nella nostra cultura è molto  meno radicata  mentre in giappone fiorisce spontanea.

Tornando al tanka ho un sollievo per una poesia da importare più libera senza grandi regole se non nell'intuizione filosofica e nell'indagine psicologica. Nella mia composizione, che voleva imitare un tanka, salvo  i “notturni in re minore” .
Correggo però gli ultimi versi che ho scritto rendendoli più concreti. Il tempo nella natura e nella fisicità pur nelle emozioni mi sembrano essenziali


mare d’inchiostro
viaggi di vele al buio
segreti d’acqua

l’ampolla capovolta
scorre senza orizzonti



per il renga, provo ma …:


nuvole e sole
riflessi dentro il cielo
passi nel tempo

vortici di un bastone
nel giro di acqua e legno


Lascio il link:

www.unitus.it
www.zenfirenze,it

Probabilmente non ho detto nulla di nuovo se non per me. Continuerò a cercare in libreria quando potrò raggiungere un centro più fornito da dove abito. Scusate il ritardo, il pc si è rotto, posso entrare solo per brevi momenti.







Offline DarioC 85

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Re: notturno tanka
« Risposta #21 il: Venerdì 9 Ottobre 2009, 18:39:49 »
grazie per le informazioni sajka!
davvero molto bello l'ultimo tanka che hai scritto!!!
riguardo al renga, forse sarebbe meglio aprire un topic apposito...
a presto spero

Offline Stefano Toschi

Re: notturno tanka
« Risposta #22 il: Venerdì 9 Ottobre 2009, 23:11:53 »
Le regole metriche credo proprio che negli haiku e nei tanka giapponesi fossero e siano rigorose, così come la presenza del kigo.
Le traduzioni italiane ovviamente non possono rispettare, in genere, la metrica, perché le lingue sono molto diverse e certamente non c’è corrispondenza tra 17 sillabe italiane e 17 sillabe giapponesi.
Anche il kigo, dove sembra non esserci, probabilmente c’è ed è, diciamo, un po’ nascosto.
Quando la pratica dell’haiku è passata in occidente la metrica è diventata meno tassativa e spesso si preferisce rispettare lo “spirito haiku” senza curarsi troppo della metrica.
Meglio sarebbe rispettare e lo spirito e la metrica!
Una cosa che credo valga tanto per il tanka quanto per lo haiku è il fatto che il poeta si fa semplice osservatore di ciò che si mostra “qui adesso” senza abbellimenti, senza figure retoriche, senza trasfigurazioni poetiche, e nel riportare semplicemente ciò che gli sta di fronte riesce a far rivivere al lettore ciò che lui ha provato, ed a far notare un aspetto, un particolare nascosto che ai più sfugge (questo è l’oggetto dell’inversione semantica).
Nel tanka sembra che, tipicamente, l’osservazione della natura concerna i primi tre versi e che negli ultimi due possa manifestarsi direttamente il sentimento dell’autore; ma i due momenti possono facilmente sconfinare l’uno nell’altro e non mancano esempi in cui manca una così netta ripartizione.

Fissati questi punti prendiamo in esame il tanka di Sajka:

mare d’inchiostro
viaggi di vele al buio
segreti d’acqua

l’ampolla capovolta
scorre senza orizzonti


che secondo me è, prima di tutto, una bella poesia.

continua
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Stefano Toschi

Re: notturno tanka
« Risposta #23 il: Venerdì 9 Ottobre 2009, 23:14:17 »
I primi tre versi esprimono l’osservazione del mare di notte, le vele nel buio, il mistero che evocano nel cuore dell’autrice.
I due versi conclusivi staccano decisamente dai precedenti proponendo un’immagine suggestiva, un po’ ermetica, che richiama il mistero ed evoca l’illimitato.
C’è quindi l’osservazione del “qui ed ora”, l’inversione semantica tra prima e seconda strofa, con la seconda che suona come una riflessione dell’autrice.
Quello che invece mi sembra discostarsi dallo spirito “giapponese” è l’incedere metaforico: “mare d’inchiostro”, “segreti d’acqua”, “l’ampolla capovolta”, sono belle immagini poetiche, ma lontane dalla semplicità “osservativa” del tanka e dello haiku (naturalmente potrebbe essere, invece, una legittima ed originale interpretazione “occidentale” degli stessi).

Daistz Teitaro Suzuki, eminente studioso del  Buddismo Zen, cita in un suo saggio (in “Psicoanalisi e Buddismo Zen – Fromm, Suzuki, De Martino – Ed. Astrolabio) un haiku di Basho:

Quando io guardo attentamente
vedo il nazuna in fiore
presso alla siepe!


E scrive:
“quello descritto nella poesia è dunque un semplice fatto, espresso senza alcuno specifico tocco poetico..”
“Basho era un poeta della natura, come la maggior parte dei poeti orientali, i quali l’amano a tal punto da sentirsi una sola cosa con essa, da avvertire ogni pulsazione, ogni battito delle sue vene…”
“Questo sentimento della natura si agitò in Basho quando egli scoprì una pianticella nascosta, quasi disprezzabile, fiorente presso la vecchia siepe in rovina lungo la remota via campestre, con tanta innocenza, con tanta umiltà, senza alcun desiderio di essere notata da nessuno. E tuttavia quando la si guardi quanto tenera, quanto piena di divina gloria o di splendore più glorioso di quello di Salomone essa appare! La sua autentica umiltà, la sua bellezza priva di qualsiasi ostentazione, suscita un’ammirazione sincera. Il poeta può leggere in ogni petalo il mistero abissale della vita o dell’essere…”

"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

lucia*

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Re: notturno tanka
« Risposta #24 il: Lunedì 12 Ottobre 2009, 14:23:17 »
una bellissima e chiara spiegazione
naturalmente ringrazio