Autore Topic: Duetto arabo-andaluso dell'XI secolo  (Letto 1390 volte)

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Offline poeta per te zaza

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Duetto arabo-andaluso dell'XI secolo
« il: Domenica 7 Agosto 2016, 10:08:44 »
Wallada Bint Al - Mustafki, poetessa arabo-andalusa (Cordova, Spagna 1001-1091)


Aspetta la mia visita, in quell'ora della notte,
nella quale le ombre si fanno più opache,
la notte, per me, è il miglior modo
di serbare un segreto.
Mi hai procurato un tale rapimento
che, se l'avesse avuto il sole,
non nascerebbe più,
se l'avesse sentito la luna,
non sorgerebbe più,
se l'avesse provato una stella
si bloccherebbe nel bel mezzo della notte.


Così le aveva scritto l'amante, il  poeta Ibn Zaydun (Cordova 1003-1071)


Tra te e me, se lo volessi,
ci sarebbe qualcosa
che non si svelerebbe,
un segreto ben occultato
anche se gli altri lo divulgassero.
E' sufficiente sapere
che, se tu caricassi sul mio cuore
quello che nessun uomo potrebbe sopportare,
il mio cuore lo reggerebbe.
Sii altezzosa, te lo permetterò;
intransigente, avrò pazienza;
sii orgogliosa, mi farò umile;
scappa e ti inseguirò;
parla e ti ascolterò;
dai ordini e io obbedirò.


di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline Antonio Terracciano

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Re:Duetto arabo-andaluso dell'XI secolo
« Risposta #1 il: Domenica 7 Agosto 2016, 15:06:30 »
Sono davvero due bellissime poesie d'amore: che potenti simboli, che trionfo di delicato erotismo!
Viene da pensare che nell'antico mondo islamico il clero non si fosse ancora prepotentemente affermato come adesso, e che quindi ci fosse maggiore libertà, e quattrocento anni dopo Maometto (che era assai contrario alla poesia, per lui sinonimo di ubriacature e perdite di tempo, di inutili estasi alcoliche e amorose; cfr. la sura XXVI del Corano, ultimi versetti: "Per quel che riguarda i poeti, soltanto gli erranti li seguono. Non vedi tu come vanno zigzagando per monti e per valli? Non badi tu che dicono molte cose ma che non le fanno? Unica eccezione: quelli che credono, che fanno opere buone, che del Dio si ricordano spesso, e che si difendono dopo che sono stati offesi. Quanto ai prevaricatori, presto vedranno in quali curve strettissime saranno obbligati! " ) , nell'accogliente Andalusia, si potevano trovare validissimi poeti e poetesse che mettevano ancora in pratica la "shi'r" , la poesia preislamica, abbastanza diversa da quella greco-latina (basata sulla forma, sull'elaborazione, sul lavoro letterario) , che i beduini definivano così: "Una cosa che si agita nel nostro petto e che le nostre labbra proferiscono" (cfr. "Il Corano" , a cura di Federico Peirone, ed. Mondadori) .

Offline poeta per te zaza

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Re:Duetto arabo-andaluso dell'XI secolo
« Risposta #2 il: Domenica 7 Agosto 2016, 15:40:46 »
Sono davvero due bellissime poesie d'amore: che potenti simboli, che trionfo di delicato erotismo!
Viene da pensare che nell'antico mondo islamico il clero non si fosse ancora prepotentemente affermato come adesso, e che quindi ci fosse maggiore libertà, e quattrocento anni dopo Maometto (che era assai contrario alla poesia, per lui sinonimo di ubriacature e perdite di tempo, di inutili estasi alcoliche e amorose; cfr. la sura XXVI del Corano, ultimi versetti: "Per quel che riguarda i poeti, soltanto gli erranti li seguono. Non vedi tu come vanno zigzagando per monti e per valli? Non badi tu che dicono molte cose ma che non le fanno? Unica eccezione: quelli che credono, che fanno opere buone, che del Dio si ricordano spesso, e che si difendono dopo che sono stati offesi. Quanto ai prevaricatori, presto vedranno in quali curve strettissime saranno obbligati! " ) , nell'accogliente Andalusia, si potevano trovare validissimi poeti e poetesse che mettevano ancora in pratica la "shi'r" , la poesia preislamica, abbastanza diversa da quella greco-latina (basata sulla forma, sull'elaborazione, sul lavoro letterario) , che i beduini definivano così: "Una cosa che si agita nel nostro petto e che le nostre labbra proferiscono" (cfr. "Il Corano" , a cura di Federico Peirone, ed. Mondadori) .

 :) Graditissimo il tuo intervento, Antonio!

Viene fatto di pensare che gli arabi- islamici, al tempo del loro dominio in Andalusia, abbiano conosciuto il loro Rinascimento,
nelle arti tutte come nell'architettura, e nei rapporti umani, personali e sociali.
Nello stesso periodo, VIII-XIII secolo, noi occidentali vivevamo il nostro Medioevo (dopo gli splendori dell'Impero romano).

La differenza sta nel fatto che noi, da allora, abbiamo avuto il nostro Rinascimento e conosciuto il Progresso, Libertà, Uguaglianza,
Fraternità (o almeno ci sforziamo di perseguirli), loro no, al contrario.
Mille anni dopo, stanno vivendo il loro pieno Medioevo.


« Ultima modifica: Domenica 7 Agosto 2016, 15:43:26 da poeta per te zaza »
di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline NicolaGiordano

Re:Duetto arabo-andaluso dell'XI secolo
« Risposta #3 il: Lunedì 8 Agosto 2016, 20:07:56 »
Tra noi e loro ci può essere solo l'invidia, reciproca.
Al livello di esistenza a cui siamo arrivati, le "due" epoche compresenti non si possono vedere, letteralmente.
Non si possono paragonare, non si possono odiare.
Si possono solo invidiare.
Ognuno ha quello che sembra mancare all'altro.
Ma questo fenomeno è tutto interno all'occidente, alla sua religione, al suo concetto di progresso.
Quando il saggio indica La Luna il guitto spara...