Autore Topic: Il poeta è un fingitore..  (Letto 5718 volte)

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In Venere

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Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #15 il: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 20:32:02 »
gabriella, se la giochi sull'ovvio, è ovvio tutto.
si può scrivere benissimo senza sentire minimamente quello che scrivi o averne esperienza anche a livello emotivo.
questa storia delle emozioni legate alla poesia, la trovo molto sciocca come associazione.
non serve viverla una cosa, basta fingere di essere quella situazione, e t'assicuro che se hai un po' di fantasia, empatia e spicciola psicologia la descrivi abbastanza bene.

Offline Amara

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #16 il: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 20:52:20 »
Buonasera

Secondo me:
Il poeta è un fingitore e finzione è la parola stessa, in fondo le parole sono solo simboli che uniti insieme devono descrivere gli oggetti ecc...

Il poeta, finge d'essere un danzatore, un lago, una strada o un paio di scarpe; finge l'amore e la felicità, la morte, ma questo lo fa solo quando l'opera è compiuta e lui non ne fa più parte. La bravura nel fingere sta nel non mostrarsi all'interno della poesia.
Il poeta non finge nella poesia, ma nella vita, perché di sicuro non sarà mai il tramonto di cui parla, come non sarà la rosa e la rugiada (uso le immagini più comuni e banali).
La Poesia è solo poesia, non può essere finzione, almeno che non si parli di altro.
La bravura del poeta sta nel non mostrare la finzione, per questo dico che se non si fa ''sentire'' nella poesia è meglio.
Chissà se mi sono spiegato...
A presto.

..però tra convenzione e finzione c'è differenza... (la parola)..

credo di aver compreso che tu intenda che la..finzione.. consiste nel tocco universale della poesia..
e quando dici 'finge l'amore e la felicità, la morte, ma questo lo fa solo quando l'opera è compiuta e lui non ne fa più parte' forse intendi che nel momento in cui scrive è assolutamente sincero.. ma quando esce dalla porta delle sue parole.. torna alla 'normalità' delle sensazioni?

si sono d'accordo.. ma questo non significa propriamente.. finzione.. è solo un modo diverso di sentire..e una capacità diversa di entrare nelle cose.. quella -come dici- di essere (ed essere davvero..in quel momento).. lago o scarpa..


che la poesia sia solo poesia.. oh si.. lo penso.. e mai mi sono domandata se Leopardi o Baudelaire pensassero o sentissero fino in fondo quello che hanno scritto..


..grazie per il tuo intervento...

« Ultima modifica: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 20:57:11 da Amara »
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Amara

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #17 il: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 21:01:23 »
si può scrivere benissimo senza sentire minimamente quello che scrivi o averne esperienza anche a livello emotivo.
..su questo invece Venere.. non sono d'accordissimo.. credo che lo si debba sentire almeno nel momento che lo si scrive..
la poesia non credo sia..descrizione.. ma..invenzione...
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(J. L. Borges)

zenitynadir

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Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #18 il: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 22:02:11 »
Prego.
E' un argomento interessante e sono riuscito a capire come entrare, per intervenire.

C'è differenza tra convenzione e finzione, ma sono due cose che stanno nello stesso percorso nella creazione della parola (del linguaggio scritto).

Il poeta può anche vivere le sensazioni che scrive in poesia, ma è soltando scrivendole che riesce, in fine, a renderle vere e universali e ad esprimerle (ora non vorrei spostare il tema o creare confusione).
« Ultima modifica: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 22:07:02 da Zenit y Nadir »

Offline India

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #19 il: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 22:28:38 »
Per Venere,

Ebbene, ti assicuro che io personalmente non ho letto sul sito una, dico una sola poesia bella sulla guerra. In tutte le poesie sull'argomento si percepisce che non sappiamo di cosa stiamo parlando. Nessuno di noi l'ha vissuta e nessuno è in grado di esprimerla in poesia.
Sull'olocausto ne ho letto solo una bella, esattamente una poesia della Marina Pacifici.

Se la poesia non è emozione cos'è allora? un freddo rispetto di metrica, accenti, rime o parole ad effetto? ( che non sono neanche ad effetto, visto che si parla sempre di cielo, bruma, fiore, sole, vento, amore, ali di cera, pelle di velluto e la parola anima in tutte le salse: lacerata, tradita, sconfitta, sospesa, ).

Pessoa finge, ma non troppo . Se ha scritto di fingere, almeno in quei versi è stato sincero, e se non è stato sincero in quei versi , allora non finge. Manierismo? forse.

Poi una cosa è la finzione, altra è la fantasia. E'ovvio che Dante non è stato all'inferno, in purgatorio e in paradiso, ma non vuole fare credere di esserci stato; nella sua poetica c'è tutto il suo modo di intepretare la vita e la morte e quindi Dante non è un mentore.

Ma se un trafficante di armi, scrive degli orrori della guerra è un mentore della peggiore specie, oppure se uno spacciatore di droga scrive sulle vittime della droga mostrando nella poesia pietà e compassione è un mentore. ( viene spontaneo chiedersi; Proprio te che spacci da una vita scrivi una poesia del genere? ma vai a c....re )
uno stupratore non può scrivere una poesia sulla violenza alle donne senza essere un bieco menzognero. Bada, non sono casi estremi quelli che ho citato. Quante volte abbiamo visto piangere in televisione persone che poi si sono rivelate assassini della persona che piangevano? Io ho letto poesie scritte da mostri proprio sull'argomento in cui si erano rivelati mostruosi, ma invertendo le parti. Non lo accetto.

quella è ipocrisia, non è fantasia. La fantasia in poesia non solo è lecita, ma è d'obbligo.

Nessuno sta affermando che in poesia si debba necessariamente raccontare la realtà, appunto chiedevo ad Amara cosa intendeva per finzione, ma evidentemente non merito una risposta.
« Ultima modifica: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 22:34:06 da Gabriella Caruso »

Offline Amara

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #20 il: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 22:53:17 »
E'ovvio che Dante non è stato all'inferno, in purgatorio e in paradiso, ma non vuole fare credere di esserci stato; nella sua poetica c'è tutto il suo modo di intepretare la vita e la morte e quindi Dante non è un mentore.

..........

Nessuno sta affermando che in poesia si debba necessariamente raccontare la realtà, appunto chiedevo ad Amara cosa intendeva per finzione, ma evidentemente non merito una risposta.


..in effetti.. è Virgilio il mentore di Dante.... forse intendevi mentitore...

mi pareva di averti risposto... la mia opinione l'ho già espressa...

Il poeta può anche vivere le sensazioni che scrive in poesia, ma è soltando scrivendole che riesce, in fine, a renderle vere e universali e ad esprimerle (ora non vorrei spostare il tema o creare confusione).

..nessuna confusione.. ma non so se ho compreso...
se ti va... puoi approfondire?...
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(J. L. Borges)

Offline India

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #21 il: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 23:09:46 »
Si, scusa intendevo mentitore. Pardon

Offline Antonio Terracciano

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  • Nel sito Scrivere: Le sue poesie
Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #22 il: Mercoledì 12 Gennaio 2011, 23:12:42 »
Talvolta, rileggendo una poesia che abbiamo scritto tempo prima, notiamo delle incongruenze, delle piccole "falsità" rispetto all'argomento che avevamo trattato.
Non potrebbe essere che ciò che ci sembra inautentico, al di sotto della realtà, quando la nostra mente si trova in uno stato "normale" , sia invece al di sopra di essa, che nel momento dell'ispirazione che avevamo quando scrivemmo la poesia una verità superiore sia stata individuata dal nostro cervello o si sia manifestata quale gentile dono di una potenza superiore?
Non potrebbe essere che sia come per i ricordi proustiani, profondi e significativi se involontari, banali se volontariamente cercati?
Se non ricordo male, Freud assegnava proprio alla poesia il ruolo di arte maggiore, e se ne serviva anche per i suoi studi psicoanalitici, perché la riteneva capace di sapere esplorare gli angoli più segreti e nascosti dell'umana personalità.

zenitynadir

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Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #23 il: Giovedì 13 Gennaio 2011, 00:26:46 »
Amara, penso che Antonio non abbia detto cose molto diverse, nel senso, dalle mie.
Se uno scrive poesia ''di maniera'', perché ha capacità buone di stile e forma ed è dotato di buona fantasia, quindi riesce a creare immagini efficaci e originali, allora ecco che finge la poesia, però è lui a farla la ''poesia'', senza una vera ispirazione, ma magari solo con emozione e sentimento (e mestiere): qui può essere sincero o fingitore, lo può decidere lui...ma per me non è poesia questo tipo.

Il Poeta scrive con l'ispirazione poetica, non ha un totale controllo di ciò che avviene, ma fa, crea e il risultato lo si vede a opera conclusa.
Non è se stesso in quel momento, nelle sue piene facoltà decisionali, o meglio non è in una situazione di normalità: decide la Poesia e per me non può essere che vera, che sia brutta o bella, scritta bene o male, in metrica o in versi sciolti.

Perché allora il poeta è un fingitore (sembra un friggitore)?
Perché ciò che lui ha scritto non è la (piena) realtà, ma la poesia, non ha raccontato una gita a Roma, con i dettagli e le cose normali che si potrebbero narrare. Che poi entrino in gioco esperienze personali nel testo, ben inserite, o immagini personali, non cambia molto. Il senso poetico appartiene alla poesia, non all'autore.

Intendevo questo, ma non è detto che sia corretto, è solo come la vedo io.
Ora vorrei che parlassero altri, non amo stare in pubblico.
Grazie.



 

Offline Amara

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #24 il: Giovedì 13 Gennaio 2011, 00:40:29 »
..si.. leggendovi comprendo il senso che vi accomuna... e che in parte condivido...
anch'io attendo altre opinioni...
grazie zenit di aver voluto approfondire...
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Offline paolo corinto tiberio

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #25 il: Giovedì 13 Gennaio 2011, 14:09:31 »
"i poeti dicono molte bugie"... è da tempo immemorabile che risuona questo detto, specialmente sulle bocche dei filosofi... bisogna soltanto capire di che natura sono queste bugie...  :) di che tipo sono... poiché i poeti assumono come proprio compito l'ambiguità del linguaggio... se l'essere si dice in molti modi, l'essere detto da un poeta secerne un sovrappiù d'interpretazione e questo residuo ("ciò che resta") porta sempre a fare di nuovo i conti con le cose, a non considerare niente per scontato, a riprendere continuamente l'interrogazione per una nuova costruzione del Mondo... fosse anche composto di ninfe, minotauri o balle del genere... :)
salvatico è quel che si salva

Offline Amara

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #26 il: Giovedì 13 Gennaio 2011, 16:23:44 »
grazie Cori del tuo intervento..

..mi sono sorte due riflessioni..
per quale ragione il Poeta dovrebbe essere sincero? .. in fondo egli concepisce arte e non etica...
e se..(come dice Zenit) egli finge nella vita perchè non sempre può essere ciò che scrive.. che sente... (spero di aver ben interpretato).. può essergliene attribuita la 'colpa'.. oppure essa risiede nella vita stessa che non glielo permette richiedendo un pragmatismo che non gli è proprio?.. (vedo che se ne accennava anche nel vecchio topic)..
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline paolo corinto tiberio

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #27 il: Giovedì 13 Gennaio 2011, 18:05:28 »
grazie Cori del tuo intervento..

..mi sono sorte due riflessioni..
per quale ragione il Poeta dovrebbe essere sincero? .. in fondo egli concepisce arte e non etica...
e se..(come dice Zenit) egli finge nella vita perchè non sempre può essere ciò che scrive.. che sente... (spero di aver ben interpretato).. può essergliene attribuita la 'colpa'.. oppure essa risiede nella vita stessa che non glielo permette richiedendo un pragmatismo che non gli è proprio?.. (vedo che se ne accennava anche nel vecchio topic)..

certo, anche se non volevo considerare lo "sbruffone" , lo "spaccone" che simula nella vita ciò che non è e vorrebbe essere... lascio a ben altre istituzioni (psicologiche, psichiatriche) questo pur realistico problema...  :) volevo semplicemente porre alla vostra attenzione che una volta gettati nell'essere, dobbiamo dire necessariamente di questo essere che ci attornia dapertutto... il passaggio alle cose non avviene per illuminazione improvvisa, ma per mediazioni, triplice mediazione... ma se c'è mediazione il pensiero e quindi la scrittura (di questa stiamo parlando) già si trova invischiata nella materia indeterminata con la quale e dalla quale partorisce... e i poeti sono bugiardi quanto aristotele, sotto questo riguardo... la parola poetica si mimetizza per partecipare alla natura, simula il mondo, se ne interroga la consistenza lo struttura e magari riesce qualche voolta persino a ristrutturarloo a destrutturarlo... :D
salvatico è quel che si salva

Offline Massimiliano Manocchia

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #28 il: Venerdì 14 Gennaio 2011, 11:58:11 »
Mi chiedi qualcosa di più, dolcissima Amara?
Qualcosa di più sarebbe finzione...

Offline Massimiliano Manocchia

Re: Il poeta è un fingitore..
« Risposta #29 il: Venerdì 14 Gennaio 2011, 12:23:45 »
Mi sono sempre chiesto cosa sia la finzione. E non trovando risposta, ne ho finta una che alla fine si è dimostrata vera...