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Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Gianpiero De Tomi - Venerdì 30 Settembre 2011, 13:31:11
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Ogni tanto posto poesie, che mi hanno particolarmente colpito. Oggi è la volta di Philippe Jaccottet, con una poesia che ho trovato in rete e che mi piace in modo particolare. Philippe Jaccottet, poeta e critico svizzero, è oggi considerato uno dei maggiori poeti europei, più volte candidato al Premio Nobel:
PAROLE AL LIMITE DELLUDITO
Avrei voluto parlare senza immagini, semplicemente
socchiudere la porta
Ho troppo timore per questo,
troppa incertezza, talora pietà:
non si può vivere a lungo come gli uccelli
nellevidenza del cielo
e ricaduto a terra,
in loro non vedi più che, appunto, immagini
o dei sogni.
Parlare dunque è difficile
-se è cercare
cercare che cosa?
Una fedeltà a quei soli momenti,
alle sole cose
che scendono in fondo
a noi stessi,
che ci sfuggono,
se è lintrecciare
un rifugio impreciso
per una preda vaga,
inafferrabile
Se vuol dire portare una maschera
più vera del proprio viso,
per poter celebrare una festa
a lungo perduta
con gli altri, che sono morti,
distanti o addormentati
ancora, e che sollevano appena
dal loro riposo questo rumore,
questi primi passi incerti, timidi fuochi
- le nostre parole:
lieve fruscio del tamburo
per poco che il dito lo sfiori
sconosciuto
Philippe Jaccottet
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..così a una prima lettura non mi entusiasma..
ma ci tornerò con calma..
svizzero italiano.. o la lingua originale è un'altra?
nel secondo caso sarebbe bello avere anche il testo originale..
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delicata ma un tantino... poco personale, poco "originale"
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se si è candidato lui al nobel, a sto punto mi posso candidare anche io!! ;D ;D ;D :laugh: :laugh: eh, intendo il premio no-bell ma brutt :laugh: :laugh:
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pregevole... ma non mi accordo completamente con il contenuto del testo... il ripiegare sull'afasia, sulla parola al limite dell'udito, sommessa, bisbisbigliata, ma nemmeno: soffiata come un flatus della voce, esile, rachitica, tisica, eccetera, non ha prodotto negli anni passati a granché, quando questi concetti asfittici erano di moda... ma ora l'afasia è come un peccato, invece... e mentre ci si assume la propria responsabilità, strillare forte... :)