Autore Topic: Edward Weston  (Letto 7325 volte)

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Francesca Buzzetta

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Edward Weston
« il: Domenica 30 Marzo 2008, 22:54:02 »
Edward Weston

Edward Weston (Highland Park, Illinois, USA, 24 marzo 1886 - Wildcat Hill, California, USA, 1 gennaio 1958) è stato uno dei più importanti fotografi della prima metà del '900.
 Dal 1923 al 1926 lavorò in Messico accanto a Tina Modotti e fece amicizia con alcune personalità del Rinascimento messicano. Fu questo un periodo in cui ritrovò sé stesso e la sua strada stilistica iniziò a mutare. Era convinto che la fotografia servisse per catturare la vita e sotto qualunque forma essa si presentasse, l'unico modo possibile per farlo era attraverso il realismo.
Lavorò molto in California e fu invitato al Salon of Photography di Londra.
Nel 1920 Weston fece una revisione dei propri lavori, nei quali fino a quel momento aveva prevalso l'uso dell'effetto "flou", lo sfocato artistico.
 
Nel 1932 insieme ad altri fotografi, tra cui Ansel Adams, fondò il Gruppo f/64  Questo gruppo di fotografi fondò un'estetica che si basava sulla '"perfezione tecnica e stilistica": qualunque foto non perfettamente a fuoco, o perfettamente stampata, o montata su cartoncino bianco era "impura". Si trattava di una reazione violenta allo stile sdolcinato e sentimentale che in quegli anni aveva reso celebri i fotografi pittorici della California.
L'aspetto principale della visione di Weston fu il suo insistere continuamente sul fatto che il fotografo doveva  già "visualizzare la foto dentro di sé prima ancora di scattarla".  Weston (1886-1958)

espresse la sua visione estetica attraverso l'obiettivo fotografico, il nuovo medium del nuovo secolo, il XX, alle cui sfide artistiche, dal cubismo al surrealismo, Weston rispose dimostrando non solo l'assenza di limiti del mezzo ma anche le sue peculiari qualità che imponevano una nuova bellezza formale, fatta di dettagli, superfici, ritmi resi con un'abbagliante vibrante esattezza.Non poteva  essere se non così, per l'appetito sensuale e insaziabile di Weston per la forma, per tutte le forme - organiche e vegetali, antropomorfiche e industriali - che da empirista americano non immune da una certa cautela nei confronti dell'Europa modernista e delle sue matrici soggettiviste, Weston cerca nella realtà, naturale o creata dall'uomo, per isolarle, sublimarle e così magnificate rivelarle alla sensibilità emozionale dell'uomo comune.

Francesca Buzzetta
« Ultima modifica: Lunedì 31 Marzo 2008, 10:50:52 da Luigi Webmaster »

Offline Marina Como

Re: Edward Weston
« Risposta #1 il: Mercoledì 2 Aprile 2008, 22:17:07 »
"E luce fu"
E dalla luce nacque l'ombra
come di un petalo
le venature
tu mi ti offri
dal fuoco il carbone
ha il deciso tratto
del sogno.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Zima

Re: Edward Weston
« Risposta #2 il: Mercoledì 2 Aprile 2008, 22:36:51 »
grande marina!!!  ;D

ad un primo sguardo non capivo cosa rappresentasse la rima immagine... poi sono andata a cercare su internet una foto che fosse + grande... è un PEPERONE!!  :o
eppure, ad un primo sguardo mi era apparso come la schiena di un uomo, i muscoli tesi e..due teste! ahahahahah

a parte glischerzi... è bellissima...
e lui, un vero maestro!

"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

gianburrasca

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Re: Edward Weston
« Risposta #3 il: Giovedì 3 Aprile 2008, 10:53:53 »

Si distribuisce e amalgama i profili
quell’ombra sulla luce in primo piano
che sembra torcere tricipiti guizzanti
e dorsali scolpiti sulla lastra.



E sarà donna l’ultimo clic sul mondo
acchiocciolata nella sua inquieta essenza
di madre affranta o docile concubina
tra linee curve e spigoli di vita
dove il mio limbo torbido s’accheta. 





Conoscevo già gli scatti di Weston, pur non attribuendoli a lui nello specifico, effettivamente c'è molta ricerca e poca casualità nelle sue immagini.
Per quanto riguarda queste due qui pubblicate, per la seconda avrei scelto quella senza la dominante azzurrina poiché avrebbe reso, a mio avviso, più  morbido il contrasto nei chiaroscuri.




Francesca Buzzetta

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Re: Edward Weston
« Risposta #4 il: Domenica 6 Aprile 2008, 20:59:29 »
Weston cerca nella realtà, le forme naturali o create dall'uomo, per isolarle, sublimarle e così magnificate rivelarle alla sensibilità emozionale dell'uomo comune.
Quando nel 1923, Weston segue in Messico l'italiana Tina Modotti, attrice e aspirante fotografa, figlia d'immigrati veneziani, viene a contatto con un Messico drammatico, violento nei suoi contrasti, ammaliante nei suoi cieli e nello splendore del suo passato; Weston potrà scrivere: "I have felt the ground" ("Ho sentito la terra"), cioè una dimensione intatta, potenziata e intensificata, necessaria alla sua ricerca di isolamento ed essenzialità della forma.
In Messico l'opera di Weston acquista una monumentalità enfatizzata dalla semplicità, che è anche la via per evitare il pittoresco naturale, eccitante per l'occhio umano, ma fotograficamente impossibile. Così un segmento del tronco cilindrico, drasticamente privato della sommità frondosa, fotografato contro un cielo latteo, la superficie stupendamente rilevata nelle sue corrugate irregolarità dall'obiettivo molto ravvicinato, è diventato un microcosmo che racchiude l'essenza di un tutto più grande. Ma non solo.
l'astrazione di Weston non è una perdita di realtà, ma un'estrazione (dall'inglese "abstract": estrarre), una concentrazione, un compendio di elementi comuni, elementari, nella tensione verso un valore universale della forma, e quindi della vita, perché per Weston la forza della vita è racchiusa nella forma.

Segue

Francesca Buzzetta

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Re: Edward Weston
« Risposta #5 il: Domenica 6 Aprile 2008, 21:00:45 »
I nudi nella metamorfosi assunta dai singoli segmenti corporei testimoniano l'analogia delle forme e quindi delle espressioni della vita nella sua universalità.
Così la massa potente del grande peperone, glorificata dal drammatico isolamento, levigata e insieme compatta, acquista una dimensione antropomorfica che è fisicamente e mentalmente conturbante.
Con la macchina fotografica ho dimostrato come la natura offre, già create e selezionate, "ready to use", pronte per essere colte dall'intuizione dell'artista, quelle forme semplificate, estreme che Brancusi ha dovuto creare", dichiara Weston. La macchina fotografica, agendo come un microscopio, permette alla cosa in se stessa di rivelarsi più di quanto l'occhio umano possa vedere. Ma la rivelazione non è, nella filosofia di Weston, un'interpretazione dell'artista, che sarebbe un'imposizione deviante della sua personalità, né il riflesso di un suo simbolismo erotico o mistico, quanto l'unione spontanea e necessaria del porsi della cosa, sempre elusivo e talora irripetibile, con la percezione dell'artista e la prontezza della sua tecnica coordinata alla percezione.
Nel suo lavoro c'era tutto il fuoco, l'energia, la verità della vita, fosse un palma o un peperone a esprimerli. Weston isola e scopre frammenti di forme scultoree nella natura, come il tronco e le radici contorte dell'umile cipresso , che altamente visualizzati diventano ritmi eccitanti, una fuga di forme ripetitive come fiamme o onde, che sembrano riportare l'ordine nel caos naturale.

Francesca Buzzetta

P.S. Molto belle le poesie che avete inserito,
una buona serata a tutti.
« Ultima modifica: Domenica 6 Aprile 2008, 21:05:59 da Francesca Buzzetta »

gianburrasca

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Re: Edward Weston
« Risposta #6 il: Lunedì 7 Aprile 2008, 11:34:56 »



( e mo che dico?)
« Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2008, 11:52:11 da Gianburrasca »

giulia

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Re: Edward Weston
« Risposta #7 il: Sabato 3 Maggio 2008, 22:17:35 »
Scusate la mia assenza,ma è un periodo ricco di impegni per cui non ho potuto dedicare tempo all'impegno preso con voi. Spero di rimediare.

Innanzitutto complimenti a Giamburrasca per la scelta dell'immagine, è molto espressiva. :laugh:
Il primo compito consiste nello scegliere due immagini, non importa che siano dello stesso autore o di due autori diversi, metteterle a confronto e commentarle.

Saluti da Francesca.