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Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Wilobi - Martedì 5 Dicembre 2017, 12:54:33

Titolo: A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: Wilobi - Martedì 5 Dicembre 2017, 12:54:33
Non per mera polemica con la Redazione e l'eventuale Comitato,
ma al solo fine di continuare ad imparare e aderire appieno alle regole previste.
Mi si contesta: "... non corretto metricamente, in particolare nel terzo verso,
separato dalla virgola, che conta quindi sei versi. Pertanto non può essere pubblicato.
Da più parti leggo:  La sinalefe è sempre presente nella metrica italiana
(non viene applicata solo in casi eccezionali) anche se nel Duecento
l’autore poteva non applicarla tra i segni di interpunzione.
"A ZACINTO del FOSCOLO - o/ma/ter/na/mia/ter/ra; a/noi/pre/scris/se."

Orbene, io scrivo e propongo:
           
Scaldan parole
sia anima che core
anche al gelo, ora

bello o brutto, labile o stabile, intenso o perverso,
poco importa ...

Vorrei solo comprendere se è 5/7/5 o 5/7/6
e (me lo si conceda) se 5/7/6 lo sarà per tutti o solo per chi si chiama in modo diverso
oppure perché stiamo correndo verso il prossimo duecento?
Grazie e scusate il disturbo. Cordialità
Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: Saverio Chiti - Martedì 5 Dicembre 2017, 13:30:20
Non per mera polemica con la Redazione e l'eventuale Comitato,
ma al solo fine di continuare ad imparare e aderire appieno alle regole previste.
Mi si contesta: "... non corretto metricamente, in particolare nel terzo verso,
separato dalla virgola, che conta quindi sei versi. Pertanto non può essere pubblicato.
Da più parti leggo:  La sinalefe è sempre presente nella metrica italiana
(non viene applicata solo in casi eccezionali) anche se nel Duecento
l’autore poteva non applicarla tra i segni di interpunzione.
"A ZACINTO del FOSCOLO - o/ma/ter/na/mia/ter/ra; a/noi/pre/scris/se."

Orbene, io scrivo e propongo:
           
Scaldan parole
sia anima che core
anche al gelo, ora

bello o brutto, labile o stabile, intenso o perverso,
poco importa ...

Vorrei solo comprendere se è 5/7/5 o 5/7/6
e (me lo si conceda) se 5/7/6 lo sarà per tutti o solo per chi si chiama in modo diverso
oppure perché stiamo correndo verso il prossimo duecento?
Grazie e scusate il disturbo. Cordialità

Ben inteso, io di metrica non ne capisco na' cippa!
Sono mi chiedevo,
Perché non pubblicarla?
Non sapevo si dovesse pubblicare solo in "metrica"...
Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: beatrix111 - Martedì 5 Dicembre 2017, 13:56:14
Caro Saverio, caro Wilobi
.... buona giornata

Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: poeta per te zaza - Martedì 5 Dicembre 2017, 14:00:14
Intanto, è necessario chiarire che la virgola in un verso NON accresce di per sé il numero delle sillabe.
Non lo dico io, lo sostiene Dante, scrivendo uno dei suoi endecasillabi così, nel primo canto della Divina Commedia:

Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,

dove c'è sinalefe qui: iu-lioan-cor

Quindi, appurato che la virgola, ci sia o meno, non conta ai fini della metrica, passiam a esaminare il verso:

anche al gelo, ora

qui la sinalefe, a mio avviso, non c'è, bensì il contrario, la dialefe, che fa il verso di sei sillabe, perché le due "O" non si attaccano, e si sente anche leggendo.

Chiamo di nuovo Dante in causa:

"…tant’era pien di sonno a quel punto…"
(Dante, Inferno, Canto I)
va scandito così tan-t’e¬ra¬pien¬di¬son¬no¬a¬quel¬pun¬to, ottenendo il computo di 11 sillabe metriche.
Si fa come una pausa, un inceppamento quando pronunci la "a" prima di " quel punto" e dopo sonno, non riesci a legarle, provaci a voce alta!

Ha usato la figura della DIALEFE, anziché della SINALEFE.
Sarebbe un decasillabo se si facesse sinalefe, ma la Divina Commedia è scritta TUTTA in endecasillabi.

Spero di essere stata esauriente, Wilobi - e un'altra volta, per la cronaca, precisa di cosa stai parlando:

della proposta di un HAIKU!!!




Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: Wilobi - Martedì 5 Dicembre 2017, 15:48:47
Intanto, è necessario chiarire che la virgola in un verso NON accresce di per sé il numero delle sillabe.
Non lo dico io, lo sostiene Dante, scrivendo uno dei suoi endecasillabi così, nel primo canto della Divina Commedia:

Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,

dove c'è sinalefe qui: iu-lioan-cor

Quindi, appurato che la virgola, ci sia o meno, non conta ai fini della metrica, passiam a esaminare il verso:

anche al gelo, ora

qui la sinalefe, a mio avviso, non c'è, bensì il contrario, la dialefe, che fa il verso di sei sillabe, perché le due "O" non si attaccano, e si sente anche leggendo.

Chiamo di nuovo Dante in causa:

"…tant’era pien di sonno a quel punto…"
(Dante, Inferno, Canto I)
va scandito così tan-t’e¬ra¬pien¬di¬son¬no¬a¬quel¬pun¬to, ottenendo il computo di 11 sillabe metriche.
Si fa come una pausa, un inceppamento quando pronunci la "a" prima di " quel punto" e dopo sonno, non riesci a legarle, provaci a voce alta!

Ha usato la figura della DIALEFE, anziché della SINALEFE.
Sarebbe un decasillabo se si facesse sinalefe, ma la Divina Commedia è scritta TUTTA in endecasillabi.

Spero di essere stata esauriente, Wilobi - e un'altra volta, per la cronaca, precisa di cosa stai parlando:

della proposta di un HAIKU!!!

Sempre a fini di chiarezza, per poter costruttivamente continuare la graziosa discussione,
sarebbe auspicabile sapere se al qualunque Wilobi si contrapponga
una qualunque Zaza
... oppure no!
Solo per questioni di tonalità ...
Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: poeta per te zaza - Martedì 5 Dicembre 2017, 18:54:00
Sempre a fini di chiarezza, per poter costruttivamente continuare la graziosa discussione,
sarebbe auspicabile sapere se al qualunque Wilobi si contrapponga
una qualunque Zaza
... oppure no!
Solo per questioni di tonalità ...

pensa, Wilobi, che io mi aspettavo un GRAZIE di cuore da te...
che nescia che sono, io che mi son data da fare per spiegare quello che so (per caso, non certo per merito)
E in che altro modo dovevo dirtelo? Con quale tonalità?
Hai visto che Save non si era accorto che parlassi di un haiku?
Non era meglio che lo dicessi?

Ah ingratitudine... ::)
Eppure dovrei esserci abituata... tranquillo che non cercherò più di aiutarti...
anzi, mi scuso con te e con chi altri possa essere rimasto urtato dalla mia "tonalità"...

Credevo di essere stata d'aiuto e sono stata solo irritante... me tapina... basta  ::)

Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: Antonio Terracciano - Martedì 5 Dicembre 2017, 19:37:09
Premesso che non sono esperto di haiku, e che neppure mi piacciono, vorrei entrare nella discussione al solo scopo accademico.
Ritengo che la spiegazione gentilmente fornita da "Poeta per te Zaza" non faccia una piega, e poi di mio dico che, quando leggo qualche haiku scritto da chi non usa mai la metrica classica italiana, mi domando: "Come mai? Non sarebbe meglio esercitarsi prima con le cose che abbiamo a portata di mano?  " ( E' un po' come dire: "Mi ripugna il pesce crudo, però se è giapponese me lo mangio! " )
Aggiungo che, a parte la metrica, secondo quel poco che so in materia la maggior parte degli haiku qui pubblicati ha un difetto piuttosto grosso: nel terzo rigo non c'è (quasi) mai un distacco contenutistico dai primi due. Se Wilobi, ad esempio, me lo permette, io riscriverei magari così il suo lavoro:

Parole scaldano
l'anima e pure il cuore.
C'è il gelo fuori.

Eviterei, così, forzature lessicali ( "scaldan" e "core" ) , problemi metrici (è vero che il primo verso ha sei sillabe, che costituiscono però un quinario, perché "scaldano" è una parola sdrucciola) e soprattutto introdurrei, col terzo verso, un evidente stacco tra ciò che è stato detto prima e ciò che viene detto dopo (calore interno contro freddo esterno) .
Tutti mi perdoneranno se sono stato un po' troppo pesante (soprattutto Wilobi che, visto il suo trattamento a "Zaza" , magari, leggendomi, progetterà di mandarmi, gratis, a qualche paese, proprio in Giappone, perché no? )
Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: Rasimaco - Martedì 5 Dicembre 2017, 20:22:58
Mi preme innanzitutto mettere in chiaro che sto intervenendo nella discussione non come facente parte della Redazione ma semplicemente come autore, al solo fine di chiarire un concetto  che la metrica italiana, diversa da quella grammaticale, è ben diversa anche da quella applicata dalla poesia Haiku. Nel topic di Wilobi leggo "se la sinalefe è sempre presente nella metrica italiana (non viene applicata solo in casi eccezionali)",  e questo è ineccepibile e non fa una grinza in quanto anche nella metrica Haiku essa è applicata in via prferenziale.
Stabilito questo nell'haiku di Wilobi essa deve essere applicata sia nel 3° verso che nel 2° verso.
Per cui  per effetto della sinalefe
il secondo verso diventa :

sia_a – ni – ma – che – co – re             6 sillabe   
    1       2     3       4        5     6

ed il terzo:

an – che_al – ge – lo_o – ra                  5 sillabe
 1          2         3       4       5

Altrimenti non applicando la sinalefe nè nel secondo nè nel terzo

sia – a  – ni – ma – che – co – re              7 sillabe
  1    2      3      4        5        6      7

an – che – al  – ge – lo –  o  – ra               7  sillabe
 1       2       3      4       5     6      7

Detto questo la regola vale sempre o solo a piacimento del singolo compositore?

Concordo ampiamente con quanto detto da Terracciano poichè il suo Haiku riscritto sarebbe veramente perfetto per quanto ne capisca io che onestamente non mi reputo un esperto.
Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: Wilobi - Martedì 5 Dicembre 2017, 23:04:25
Carissima Zaza ti pregherei di rileggerti quanto hai scritto, se poi riesci a non dirti
"è vicino a chi ha deciso" ti chiederò scusa. 
Relativamente a Saverio, credo che nulla sia più vicino alla genuinità "perché non pubblicarla?"
... tutt'al più sarebbe stato attinto da critiche dal 5/7/6 al 5/6/5 al 5/7/7 ... forse. Perché la situazione è questa!
Ringrazio Antonio per il suo intervento -"gratis in Giappone a mie spese, non se ne parla nemmeno" -
sebbene mi contesti di prendere la metrica con le pinze. Effettivamente libero lo prediligo e nello sciolto mi prodigo spesso.
Ma qualche volta, per una o due mani anche in metrica ho cantato (stonato) ... sempre musica era.
Pa-ro-le-scal-da-no (6 sillabe) / la-ni-mae-pu-reil-cuo-re (7 sillabe) / cè-il-ge-lo-fuo-ri (6 sillabe)
volendoti anche dar retta sulla sdrucciola scaldano, il terzo verso sarebbe stato metricamente contestato ... forse.
Ed un grazie anche a Rasimaco, per aver buttato legna sul fuoco della discussione.
Infatti ha evidenziato una ulteriore modalità di suddivisione. 
Ma l’incontro di una vocale molle (“i” - “u”) con una vocale dura (“a” - “e” - “o”) produce uno iato (sillabe distinte)
se la vocale molle è tonica. E l’accento tonico in “sia” cade sulla “ì”. Pertanto si-a.
Calzante, a mio avviso, sarebbe un discorso ad accenti.
Mi appare che oggigiorno la dialefe sia avvertita come qualcosa di arcaico, poco utilizzata per una maggiore fluidità metrica, 
praticamente si rende indispensabile solo quando vengono ad accostarsi due vocali entrambe accentate.
Comunque mi accorgo come si  palesino in poco spazio ben quattro modalità metriche:
la mia, quella della redazione, di Zaza e di Rasimaco
... e quella giusta è quella che ha ragione?
Titolo: Re:A PROPOSITO DI METRICA
Inserito da: Duilio Martino - Martedì 9 Gennaio 2018, 12:25:55
Che confusione. potremmo citare Dante 100 volte per versi in cui applica sinalefe ed altri in cui non lo fa.
https://it.wikisource.org/wiki/Discussione:Divina_Commedia/Inferno/Canto_I (sarà stata una svista?)
Qualche errore potrebbe averlo fatto anche Lui... o, probabilmente, c'è una certa libertà nell'applicazione delle regole.
Il rimedio? La bravura di chi legge... scandire le sillabe in modo metricamente corretto.
Secondo me l'haiku "incriminato" potrebbe metricamente essere corretto... ma non va usata assolutamente la punteggiatura quindi la virgola dovrebbe sparire.