Autore Topic: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.  (Letto 1490 volte)

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centroluce

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Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« il: Martedì 20 Marzo 2012, 01:46:53 »
Scrivo per sottoporvi alcune questioni, riflessioni, idee:

Qual'è il valore della poesia oggi?

Quali valenze ha?

E' un puro esercizio personale?

Può diventare fonte d'ispirazione e crescita per altre persone?

Quando una poesia si può definire "riuscita"?

E' un utile strumento per mettere a fuoco e curare i nostri mali interiori?

La metrica, le rime, la penalizzano nell'epressione dei nostri contenuti?

Perchè oggi la poesia riveste un ruolo minore all'interno della società?

E' un problema di educazione?

Di provenienza sociale?

Di predisposizione personale?

Forse viene considerata come una forma artistica sottile, lieve? Così eterea da non trovare lo spazio che meriterebbe?

Sarò curioso di leggere le vostre risposte e di instaurare una discussione proficua.


Grazie dell'attenzione,

Jacopo

In Venere

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Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #1 il: Martedì 20 Marzo 2012, 12:01:20 »
perchè non importa più a nessuno come forma d'arte.
tutto qua.

Offline poeta per te zaza

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Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #2 il: Martedì 20 Marzo 2012, 12:15:48 »
Da “Il potere di ADESSO” di  E. Tolle

“…Molte persone sono così imprigionate nella loro mente che la bellezza della natura per loro in realtà non esiste. Potranno dire: che bel fiore! Ma si tratta soltanto di un’etichetta mentale automatica.
Poiché non sono PRESENTI, non vedono veramente il fiore, non ne percepiscono l’essenza, la sacralità, così come non conoscono se stessi, non percepiscono la propria essenza, la propria sacralità.

Poiché  noi viviamo in una tale cultura dominata dalla mente, l’arte, l’architettura, la musica e la letteratura moderna sono in gran parte prive di bellezza, di essenza interiore, con pochissime eccezioni.
Il motivo è che chi crea queste cose non sa (nemmeno per un istante) liberarsi dalla mente. Per cui non è mai in contatto con quel luogo interiore in cui nascono la vera creatività e la bellezza. La mente lasciata a se stessa crea mostruosità, e non soltanto nelle gallerie d’arte.
Osservate i paesaggi urbani e gli insediamenti industriali abbandonati.
Nessuna civiltà ha mai prodotto tanta bruttezza.”
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Offline Antonio Terracciano

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Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #3 il: Martedì 20 Marzo 2012, 19:19:00 »
Gentilissimo Dapico, sono molto contento di rispondere, il più succintamente possibile e da dilettante quale sono, ai 12 punti del tuo interessante "questionario" .
1. e 2.   Quando sa essere eccelsa, la poesia è ancora oggi un'arte nobilissima, diretta agli amanti della parola e del pensiero.
3.   Le poesie mal riuscite dovrebbero senz'altro restare nei cassetti personali.
4.   Sì.
5.   Quando l'autore la rilegge dopo mesi, anni e, magari apportandogli qualche modifica, gli piace ancora.
6.   Sì.
7.   No, sono come il sale, il pepe, il peperoncino su un piatto (altrimenti a volte troppo insipido) .
8.   Perché negli ultimi due secoli ce ne è stata un'inflazione, facendo passare per poesia anche ciò che difficilmente lo era: la moneta cattiva ha scacciato la buona, e la gente, comune ma non stupida, se ne è accorta, cominciando a rifiutare la poesia in generale, senza fare più tante distinzioni.
9.   Sì, anche scolastica (Borges pensava che i primi a odiare la poesia erano i professori che la insegnavano! ) .
10.   Sì e no.
11.   Senz'altro.
12.   Penso che la buona poesia debba essere eterea; quella "pesante" , di impegno politico o sociale marcato, si consuma al momento, ma poi viene quasi sempre messa da parte.

Offline Stefano Toschi

Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #4 il: Mercoledì 21 Marzo 2012, 12:03:47 »
Posto alcune riflessioni suscitatemi dalle tue domande che credo rispondano (dal mio punto di vista) a diverse di esse.

Oggi consideriamo, in linea di massima, i suoni della nostra voce come nient'altro che una convenzione utile a trasmettere un significato e che potrebbero essere sostituiti da altri, secondo un'altra convenzione, senza che ciò comporti alcunché in termini di comunicazione.
Ma probabilmente, quando gli uomini hanno cominciato ad usare la voce per comunicare, lo hanno fatto semplicemente attraverso dei suoni, solo successivamente si sono sviluppate parole dai significati precisi.
La poesia è una forma espressiva in cui si mantiene viva la suggestione del suono ai fini della comunicazione linguistica.

Come dice Vico è l'espressione propria ad un'altra età dell'uomo, più arcaica, in cui dominano l'immaginazione, la passione, il mito; in cui era forte il senso del mistero irriducibile della realtà, dell'uomo, dell'universo.
Nell'era della ragione la forma espressiva adeguata è la prosa, e la poesia diventa fuori moda: una stranezza un po' anacronistica.
La conoscenza razionale del mondo tende ad eliminare il mistero, non c'è niente che non possa essere compreso, l'irriducibile è relegato alla non esistenza.
Ma non c'è tempo in cui la necessità espressiva del mistero sia più forte che in quello in cui è negato.
Questo, secondo me, è il senso e l'utilità della poesia oggi: cantare l'irriducibile misconosciuto.
E questo può essere fatto soltanto attraverso un'espressione linguistica non omologata, inutile ed anacronistica come quella poetica.

La poesia può essere una cura dei nostri mali interiori? Certamente, ma può essere anche un loro aggravamento!
Comunque, quando si comincia a scrivere per sfogo, per dare un'espressione alla nostra interiorità, spesso si buttano giù una serie di pensieri, una sorta di flusso di coscienza, che nella loro spontaneità sono caratterizzati da una certa incoerenza che li allontana dalla prosa razionale e li fa assomigliare alla forma poetica. Si tratta in realtà di una sotto-prosa, ma la poesia sta molto più in  profondità nella stratificazione delle espressioni linguistiche.
Anche questa può essere curativa, ma non è poesia.

La metrica penalizza l'espressione poetica?
Tutta la storia della letteratura dice di no.
Se uno non sa andare in bicicletta, l'uso della bicicletta penalizza le sue capacità di movimento, ma se uno sa andare in bicicletta andrà molto più forte e più lontano di chi cammina a piedi.
Fuor di metafora la metrica, la prosodia (accenti, rime, assonanze ecc.) non sono che uno strumento che il poeta usa per controllare quella dimensione linguistica del suono che è peculiare all'espressione poetica; è un mezzo in vista di un fine, se il mezzo non è più adeguato al fine, ne va trovato un altro. D'altra parte il poeta è anche il creatore dei propri mezzi espressivi.
 :)
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #5 il: Mercoledì 21 Marzo 2012, 13:33:47 »
Scrivo per sottoporvi alcune questioni, riflessioni, idee:

Qual'è il valore della poesia oggi?

Quali valenze ha?

E' un puro esercizio personale?

Può diventare fonte d'ispirazione e crescita per altre persone?

Quando una poesia si può definire "riuscita"?

E' un utile strumento per mettere a fuoco e curare i nostri mali interiori?

La metrica, le rime, la penalizzano nell'epressione dei nostri contenuti?

Perchè oggi la poesia riveste un ruolo minore all'interno della società?

E' un problema di educazione?

Di provenienza sociale?

Di predisposizione personale?

Forse viene considerata come una forma artistica sottile, lieve? Così eterea da non trovare lo spazio che meriterebbe?

Sarò curioso di leggere le vostre risposte e di instaurare una discussione proficua.


Grazie dell'attenzione,

Jacopo



Dapico, sono senza dubbio quesiti interessanti, a cui la maggior parte della gente che scrive poesie, darà risposte molto simili. Dal mio punto di vista, vorrei solo fare alcune riflessioni. La poesia era ed è ancora, la massima espressione delle emozioni umane, ed anche se viene sciolta all'interno della quotidianità e non più declamata come un tempo, è parte integrante della nostra società. Purtroppo, in seguito ad una indiscrimitata politica dei media, stiamo perdendo la capacità di dominare il linguaggio, non tanto dal punto di vista formale, ma da quello del significato profondo. L'estrema velocità con cui ci si trova a vivere, non consente di riflettere come un tempo, non esistono delle oasi di analisi interiore legate alla letteratura. E' tutto estremamente consumistico e naturalemente, questo atteggiamento si riflette sul nostro modo di concepire anche la poesia.

centroluce

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Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #6 il: Mercoledì 21 Marzo 2012, 20:29:44 »
Leggo con estremo piacere ogni singola vostra risposta, rileggendo a volte per esser sicuro di comprender in ogni sfumatura ciò che scrivete.
Mi sembrano tutte analisi corrette e interessanti.
Tutte demarcate,tra loro tendenti in un unica direzione, l'espressione autentica dell'artista.
Ringraziandovi delle vostre risposte vi chiedo:
Quali sono gli strumenti che un poeta può adottare per crescere e affinare la sua tecnica?
Credo che un esercizio costante non sia sufficiente, seppur prezioso, per raggiungere dei risultati perfetti.
Penso che durante l'esericizio ci debba essere una linea costruttiva che preveda lezioni di tecnica, conoscenze acquisite e soprattutto avere chiaro il senso di quello che stiamo facendo.
Un obiettivo preciso, Es. scrivo perchè voglio dispiegare, fare luce sulla mia organizzazione mentale.
Se ne avrete piacere sarò più che lieto di leggervi,
Intanto vi saluto e vi auguro una buona sera, ricca di creatività febbrile.

Jacopo

Offline poeta per te zaza

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Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #7 il: Mercoledì 21 Marzo 2012, 20:49:43 »
In questo sito, uno strumento per migliorarti lo puoi trovare alla voce "articoli" in alto a destra, indicato in ogni pagina del forum.
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Offline Antonio Terracciano

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Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #8 il: Giovedì 22 Marzo 2012, 00:09:31 »
Gentilissimo Jacopo, mi fa molto piacere che tu abbia incluso anche la mia modesta persona tra coloro che ti hanno dato degli spunti interessanti.
Oltre al consiglio pratico datoti da "Zaza" , se posso permettermi ti consiglierei, se per tecnica intendi versificazione, metrica, rime, ecc. , un manuale del tipo di quello che possiedo io da tanti anni ( "La metrica" , di Mario Ramous, ed. Garzanti) , uno strumento utile per (sperare di) risolvere i tanti dubbi che sempre si affacciano alla mente. La lettura dei grandi poeti del passato, unita magari a quella delle critiche che ricevettero, non fa poi mai male.
Fatto questo, ci si può benissimo esercitare, ma difficilmente una poesia risulta davvero interessante se scritta "a freddo" . Bisogna aspettare l'ispirazione, o una divinità (come diceva il poeta francese Paul Valéry) , che ci regala (quando vuole lei) il primo verso, per poi continuare a tavolino, e portare a termine (con molti sforzi, a volte) il nostro bel lavoro.
Tanti auguri da Antonio T.

centroluce

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Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #9 il: Giovedì 22 Marzo 2012, 11:40:22 »
Antonio, nel risponderti, mi permetto di darti del "tu", chiamandoti col tuo nome...
Ciò che dici sulla scintilla che le divinità accendono in noi per darci il magico incipit, è una suggestiva e fantastica rappresentazione di ciò che tutti noi,penso, e spero, abbiamo almeno una volta provato, quando, come per incanto, veniamo folgorati, con una scarica dritta al cervello, che ci conduce a prendere carta e penna, (o tastiera e mouse), o tutte e due nell'ordine, e comporre coi versi ciò che il nostro animo dolcemente sussurra anche negli sfoghi più inauditi.
Ciò che tu dici, di leggere i poeti è certo utile.
A tal proposito ti voglio far partecipe di ciò che tavolta mi succede: nel mentre del leggerli, fatico, per problemi linguistici a cogliere appieno il loro punto di vista.
Altre volte, invece, accade che ciò che scrivono mi appare come uno sfogo su carta non pensato, non ragionato.
Capisco, che riportare anche questi scritti aiuti a cogliere l'insieme dell'autore, certo però che sono davvero rudi!, a volte.
Mentre li leggo, mi sembra di sentire in sottofondo, un bianco gesso, che stride con forza contro la nera lavagna.
Forse è il rumore della loro anima, mentre si ridesta, si rimodella, s'attorciglia quasi fino a  soffocare, per sciogliere tutti i nodi e raggiungere un nuovo stato di benessere e maturità.
Mi è capitato di leggere numerosi versi di numerosi autori e chiedermi come fosse possibile che tale autore venisse così magnificamennte considerato, tanto da finire nei libri di scuola.
Qui sto andando "ot", out of topic, quindi riprendo la discussione iniziale e dico:
A mio avviso, tutte le persone, dentro di loro, hanno una forte carica poetica.
Non importa il mestiere che svolgono, importa invece la loro organizzazione mentale nell'atto di tradurre questa carica nelle forme più svariate, in questo caso in poesia, in versi.
Tu, mi potrai dire che applicano la loro poesia nel mestiere che svolgono ad esempio, e su questo non posso che essere d'accordo con te.
Allora mi chiedo:perchè non favorire il riconoscimento, lo sviluppo e la capacità di esprimere la carica poetica degli uomini?
Forse siamo troppo impegnati nei problemi di attualità,ci dimentichiamo di queste vicende.
Dal mio punto di vista,ti dico, che secondo me, va bene sì tamponare i malanni politici , però se sotto non c'è un cambiamento che avviene all'interno della persona sarà difficile che anche i risultati negli altri campi siano proficui per il bene comune.
Perchè non si pone l'attenzione sulla persona, per una volta e per lì restare?
Sono uscito dal topic, e chiedo sucsa, ma mentre dispiego un concetto subito ne affiorano altri che chiedono e sgomitano per esser scritti.
Salutando, mi congedo.

Jacopo

Offline Antonio Terracciano

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Re: Poesia Oggi, Marzo Duemiladodici.
« Risposta #10 il: Giovedì 22 Marzo 2012, 18:39:01 »
Sono d'accordo con tutto quello che dice Jacopo, e vorrei soffermarmi sull' "indigeribilità" di alcuni poeti famosi (sensazione che ho provato spesso anch'io) .
Ha ragione Jacopo: ciò può accadere per due diversi motivi.
Il primo è linguistico: le lingue (soprattutto quelle "giovani" , come l'italiano) cambiano molto nel corso di pochissimi secoli, e già leggere Leopardi può diventare, per certi suoi versi, un'impresa talvolta ardua...
Il secondo (che genera quell'impressione di "ruvidezza" ) è a volte effettivamente imputabile a una cura non tanto approfondita della forma e della scelta del lessico di vari poeti moderni, che cercano così forse di imitare meglio il modo di vivere frenetico e superficiale del mondo in cui viviamo.
Forse bisognerebbe parlare di poesie di due categorie diverse, ed apprezzo molto l'umiltà di chi scrive cose (che finiscono poi magari anche in antologie - come rileva Jacopo - a causa del prestigio dell'autore) sapendo di non essere un vero poeta, come, ad esempio, lo scrittore Erri De Luca (scopertosi anche poeta soltanto in età non più verde) , che nella prefazione al suo "Opera sull'acqua e altre poesie" (ed. Einaudi) scrive: "E' che a cinquant'anni un uomo sente di doversi staccare dalla sua terraferma e andarsene al largo. Per chi scrive storie all'asciutto della prosa, l'azzardo dei versi è mare aperto. Non li ho raggiunti, i versi. Qui ci sono linee che vanno troppo spesso a capo. "