Autore Topic: Sulla poesia  (Letto 28501 volte)

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Clodia

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Re: Sulla poesia
« Risposta #30 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 10:21:25 »
Citazione
Trovo triste che ci si soffermi alla critica della grammatica, per comprendere dei versi. Tanti poeti scrivono in maniera molto libera e naturale, lasciando che le parole stesse, trovino, nella lettura , una giusta collocazione e significato.
 GIANPIERO

Posso essere complessivamente d'accordo sull'intervento precedente al mio del gentile autore e anche sul sovvertire le regole grammaticali. Ma non se si tratta di ortografia, sinceramente: è vero che siamo nell'epoca del linguaggio franto, spezzettato, della rete e degli sms però se si "opera" con le parole credo se ne debbano rispettare le regole grafiche (per esempio l'uso dell'apostrofo quando è richiesto, degli accenti, eccetera). Almeno finché tali regole sono condivise dalla maggioranza dei parlanti e degli scriventi :)
« Ultima modifica: Domenica 13 Dicembre 2009, 11:11:44 da Luigi. »

Offline Francesco Pozzato

Re: Sulla poesia - seconda parte
« Risposta #31 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 12:27:49 »
“Poesia è esprimere i propri sentimenti […]. E’ tutto fuorché qualcosa da relegare dentro ferree regole metriche o sintattiche” (Rossella Gallucci).
La cosa divertente di questa affermazione è che essa è paradossalmente vera, almeno per la seconda parte.

Non posso che esprimere il mio rammarico leggendo una tal frase. Mi spiace ma non sono assolutamente d'accordo. Eccezionale analisi di cosa sia Arte e Poesia, rovinata purtroppo da questa uscita. Vi si potrebbe intendere che il lavoro di Dante, Petrarca e classici vari non sia arte e non posso non dissentire da quest'affermazione. Ricordate che se la poesia è giunta dov'è ora, non solo in Italia, ma in tutto il globo, è merito dei classici greci, romani e del nostro Dante.  :)
Francesco, scudiero dei classici

Offline Stefano Toschi

Re: Sulla poesia
« Risposta #32 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 13:00:17 »
La metrica, le figure retoriche, la ricerca del termine efficace sono presenti in controluce, dopo un lavoro di ricerca e di sublimazione che porta il pensiero in primo piano rispetto alla tecnica, che comunque è presente.

Infatti. In tutte e tre le poesie proposte sono facilmente rilevabili elementi “tecnici”: metrici, retorici, fonici, linguistici. Non sono poesie scritte a caso. Anche quella della Merini che a prima vista potrebbe sembrare la più “libera” ne è invece intrisa, basti notare la cadenza conferita alla poesia dall’artificio retorico dell’anafora (ma il “sono” viene sottinteso al quartultimo e al penultimo verso, per non appesantire e non farla diventare una litania), l’uso efficace del paradosso in certi versi come “la ninnananna che fa piangere i figli”. Persino dal punto di vista metrico si può intravedere una trama: ad esempio gli ultimi sette versi possono essere visti come versi composti i cui emistichi stanno tutti nella misura compresa tra le cinque e le otto sillabe, mantenendo, di fatto, una certa uniformità del ritmo accentuativo.

Sono il poeta che grida / e gioca con le sue grida.

Sono il poeta che canta / e non trova parole.

Sono la paglia arida / su cui batte il suono.

La ninnananna / che fa piangere i figli.

Sono la vanagloria / che si lascia cadere.

Il manto di metallo / di una lunga preghiera

del passato cordoglio / che non vede luce.

Naturalmente la tecnica deve “servire”, non “essere servita”. Se gli artifici tecnici diventano la ragion d’essere della poesia, se la forma prende il sopravvento sul contenuto, c’è qualcosa che non va. Almeno che non sia una scelta voluta  e significativa.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Francesco Pozzato

Re: Sulla poesia
« Risposta #33 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 13:25:53 »
Perfettamente d'accordo con la tua analisi Stefano! :)
Francesco, scudiero dei classici

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #34 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 14:22:06 »
 Poesia e tecnica...a volte, ho l'impressione ci sia un equivoco di fondo. Mi viene il dubbio che l'unico parametro tecnico che venga preso in considerazione sia quello della metrica. Tuttavia, come ben ha rilevato Stefano, esistono anche i mezzi retorici, fonici, linguistici. Che, in mano ad un buon poeta, non mortificano l'ispirazione, ma l'esaltano. Certo, i medesimi mezzi tecnici in mano a chi li utilizza senza la minima spinta lirica, danno una sensazione di meccanicità che niente ha a che fare con la poesia. Insomma, per "fare" una poesia non basta nè la semplice ispirazione, nè la semplice tecnica. A mio modo di vedere, scrivere una poesia è un atto fondamentalmente demiurgico, che può giovare o meno della tecnica. Accanto a sommi ed indiscussi poeti della nostra storia non sfigurano altri, come, ad esempio, Nazim Hikmet, la cui fortuna lirica spazia da componimenti più propriamente poematici, a componimenti quasi narrativi.
   Non credo si possa dire, tout court, "è scritto in metrica, quindi è poesia", o viveversa. Sarebbe semplice, così...
Cunctando restituit

Clodia

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Re: Sulla poesia
« Risposta #35 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 14:54:33 »
Mi trovo d'accordo sia con Toschi sia con Ursaia e del resto il mio intervento quotato dal primo gentile autore esprimeva analoghi concetti :). La tecnica, quando è presente, non deve prevaricare il contenuto secondo me, a meno che - come dice Toschi - la cosa non sia voluta e abbia a sua volta un significato ben preciso; ma può anche limitarsi a figure retoriche - del significante, del significato e dell'ordine- e non abbracciare ferreamente la metrica. L'assenza totale delle figure retoriche del significato non è possibile o non si tratterebbe di poesia e nemmeno di prosa poetica; forse quelle dell'ordine e del significante possono trovarsi in sordina ma normalmente viene naturale a chi scrive cercare assonanze o disposizione delle parole in funzione di una certa armonia, sempre che - come dicevamo- non ci sia una programmatica volontà contraria e allora bisognerebbe stabilire con quanta significativa consapevolezza. Infine, la metrica in senso di rima e misura dei versi può essere non presente in maniera palese, viceversa annidarsi ad un livello più profondo della composizione; neanche questo aspetto però è mai totalmente assente in poesia, il solo fatto di comporre versi di lunghezza più o meno omogenea è già "metrica".
Vi lascio e mi lascio respirare dopo tale "dotta" e noiosa dissertazione :D
« Ultima modifica: Domenica 13 Dicembre 2009, 14:58:00 da Clodia »

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Sulla poesia
« Risposta #36 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 16:16:29 »
Come volevasi dimostrare, volete la poesia elitaria. Non credo che sia una cosa giusta, nei confronti di chi ha un modo piu' semplice per esprimere emozioni. In ogni caso, il mio discorso, non preso in considerazione, era totalmente soggettivo.

Questa è una poesia di Pablo Neruda che amo moltissimo :


QUI TI AMO

Qui ti amo.
Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s'inseguono.

La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.

O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.

Qui ti amo e invano l'orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.
La mia vita s'affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei così distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarrni.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.

Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.


Trovo che, nella mia limitata visione dei versi poetici di questa poesia, ci sia una grande naturalezza e nello stesso tempo capacità espressiva che esalta ogni singolo passaggio.
 
Tuttavia vi è una grande semplicità espressiva, senza la forzata ricerca di sinonimi o significati particolari.

Chi legge si immedesima completamente nel poeta e vive emotivamente, senza misurare con alcun mezzo ogni verso.
« Ultima modifica: Domenica 13 Dicembre 2009, 16:40:55 da Gianpiero »

Clodia

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Re: Sulla poesia
« Risposta #37 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 17:40:59 »
Mi scusi l'autore Gianpiero ma gentilmente devo fargli notare che io invece ho preso eccome in considerazione il suo intervento infatti l'ho quotato, accettato quasi in toto e mi sono permessa di eccepire solo sull'uso corretto dell'ortografia. Se questo significa volere una poesia "elitaria"...
Sulla poesia di Neruda - famosa e splendida, come tutte del grande poeta - sottolineo che è piena zeppa di figure retoriche e che nell'originale spagnolo ha anche una sua omogeneità metrica - cosa che si avverte anche nell'ottima traduzione italiana -, inoltre è tutta giocata sulla metafora Natura-Vita-Amore, come - per fare un esempio, il primo che mi viene in mente - La pioggia nel pineto o La sera fiesolana di D'Annunzio.
Il fatto è che la semplicità espressiva è solo APPARENTE e il coinvolgimento emotivo che prende il lettore è il risultato di una raffinatissima operazione mentale, letteraria e culturale. In poche parole: semplice appare a NOI ma per volontà del poeta che voleva trasmettere un messaggio universale; non è stata semplice nella genesi, nella composizione, nella struttura. Se poi Neruda ha impiegato 5 minuti a scriverla - eventualmente- questo sarà stato perché era un genio; resta il fatto che essa tocca il cuore di CHIUNQUE - questa è la poesia quando è poesia -, parlando di un sentimento vecchio come il mondo COME SE FOSSE LA PRIMA VOLTA che qualcuno lo prova. Ripeto: semplice appare a noi ma non è una poesia "semplice".
Augh ;)

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Sulla poesia
« Risposta #38 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 18:22:38 »
La mia non voleva essere una provocazione, ed in ogni caso non avevo raccolto il suo intervento alla mia risposta.
 
Non replico alle sue affermazioni, non ho i mezzi, per farlo. Lei ha di certo ragione e quindi ammetto la mia ignoranza su quello che riguarda la misura di una poesia.E le sue frasi sono esposte in maniera cosi chiara da non voler aggiungere altro. Ho solo da imparare.

Questo non mi impedisce di continuare ad leggere le poesie di autori conosciuti o sconosciuti, con una mia sensibilità e discrezione, che prescinde considerazioni piu' approfondite di valutazione.

Tuttavia, mi piace pensare che sia possibile un approfondimento, legato alle sue argomentazioni.

Putroppo ho una cultura piuttosto superficiale dell'analisi di una poesia e  figure retoriche, metrica e quant'altro a volte mi sfuggono.

Ma questo, è un ottimo incentivo per cercare un miglioramente .

Grazie per la risposta esaustiva.
« Ultima modifica: Domenica 13 Dicembre 2009, 18:24:44 da Gianpiero »

Clodia

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Re: Sulla poesia
« Risposta #39 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 19:13:13 »
Forse il mio intervento sembrava "professorale" ma mi creda non era nelle intenzioni! Volevo solo rassicurarLa sul fatto che sono d'accordo con Lei per moltissimi versi e credo tutti possano esserlo, perché è proprio la sensibilità quella che guida alla poesia e a godere della poesia e se Lei la ama è proprio perché ha sensibilità! :D
Sulla "cultura" della poesia: Le assicuro che a furia di leggere, di interpretare, di capire e soprattutto - come fa Lei - di "sentire" nel profondo, piano piano si affinano i propri mezzi espressivi, la capacità di arrivare a toccare le corde di molti si approfondisce. Se bastasse conoscere le regole librescamente allora tutti quelli che "hanno studiato" sarebbero poeti e invece no, non è così. Insomma, se uno ha qualcosa dentro da dire, se uno ha cuore e se è sensibile, se guarda il mondo con occhi nuovi, se ha amore per la parola e crede nelle sue infinite sfumature...E' già sulla buonissima strada :)
A presto leggerci.

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Sulla poesia
« Risposta #40 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 22:00:07 »
Perfettamente d'accordo.
P.S. Puoi darmi anche del tu, altrimenti mi sento vecchissimo ...  ;)

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #41 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 22:38:15 »
Poesia elitaria...? Quando mai la poesia è stata "elitaria"? Non è la mia idea. Una poesia che si chiude nelle torri di una preziosa formalità, e resti distante da una vera comprensione, da una vera partecipazione di chi legge...non è poesia. E' un bel soprammobile. Uno scritto perfettamente tecnico, senza una vera intensità lirica...non è poesia. La tecnica ha il compito di amplificare un'emozione, non di surrogarla.
Cunctando restituit

Clodia

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Re: Sulla poesia
« Risposta #42 il: Domenica 13 Dicembre 2009, 23:53:08 »
 La tecnica ha il compito di amplificare un'emozione, non di surrogarla.


Quoto!

Offline Zima

Re: Sulla poesia
« Risposta #43 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 09:30:22 »
a leggervi sembra che siamo tutti perfettamente d'accordo!  :) l'importanza della tecnica, intesa come l'insieme dei vari strumenti della poesia, è messa in evidenza da tutti voi. meglio ancora l'importanza della conoscenza della tecnica a servizio e strumento per la composizione consapevole dei nostri pensieri in poesia. tutti siamo d'accordo che una poesia, per essere tale deve arrivare alla gente, piena, perchè altrimenti non può definirsi tale. eppure non tutto quello che tocca il cuore della gente è poesia intesa come componimento poetico, per individuare il quale c'è bisogno necessariamente di stabilire dei canoni. altrimenti sarebbe poesia il tema di un bambino, un racconto, la musica, la neve a natale. e se nella nostra anima tutte queste cose possono emozionarci, scriverne per come ci viene non significa fare poesia.
chi pensa che la poesia sia elitaria fa parte di quel gruppo sempre più ampio di persone che crede che vomitare su un foglio quattro parole senza un minimo di consapevolezza tecnica sia già fare poesia.

la poesia può essere considerata elitaria perchè non tutti sono capaci di scriverla come combinazione di intuizione e conoscenza, come non tutti sono capaci di dipingere o di scolpire o di suonare o di lavorare il legno in maniera geniale come solo un artista sa fare, mentre tutti sanno allacciarsi le scarpe, cucire un bottone, disegnare una casa, scrivere quello che sentono. il poeta è un artista e non tutti possono essere degli artisti.
ma la poesia non può essere definita elitaria proprio per quello che avete detto tutti voi: la poesia parte dal volgo e deve arrivare al cuore. tanto è vero che le più belle poesie sembrano "semplici" ma non lo sono mai, come avete detto sotto, analizzando le tre poesie proposte.

e ora per fare contento Stefano, voglio proporvi una poesia di Sanguineti che mi viene da chiamare "sangue de' vineti" dopo aver letto questa sua!  ;)



Questo è il cuore dei monti

questo è il cuore dei monti, che è il tuo cuore,
vinosa vena di fresco sapore:

vedi, un corno di luna è un paio di ali,
nodo è di nidi, in luci vendemmiali:

questo è un vecchio castello di tarocchi:
questo è il cuore del mondo, nei tuoi occhi:

bevendo bianca pace settembrina,
saltami in cerchio, bella furlanina:

(Edoardo Sanguineti)



ma perchè allora rinunciamo così spesso al piacere della poesia riconosciuta e leggiamo così poco? perchè ci fossilizziamo su quello che scriviamo senza mai metterlo in discussione? anche se non siamo artisti, perchè non cerchiamo sempre e comunque di migliorarci? ::)

"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Paolo Ursaia

Re: Sulla poesia
« Risposta #44 il: Lunedì 14 Dicembre 2009, 10:01:41 »
ma perchè allora rinunciamo così spesso al piacere della poesia riconosciuta e leggiamo così poco? perchè ci fossilizziamo su quello che scriviamo senza mai metterlo in discussione? anche se non siamo artisti, perchè non cerchiamo sempre e comunque di migliorarci? ::)

   ...e chi è che rinuncia? E perchè rinuncia? Ci sarebbe da capire quale è il movente primo ed intimo che spinge a scrivere una poesia e metterla in rete. Personalmente, da poco più di un anno mi...diverto a comprare (...e leggere!) un libro di poesie al mese; cosa non facile, nelle nostre librerie. Bene, e sia detto senza pretesa alcuna, rileggendo le mie poesie (?) nel corso del tempo, sono decisamente cambiate. Meglio? Peggio? Non lo so...sono cambiate. Sia per l'esperienza personale, sia per le letture. E vedo che questo evento è comune con tanti, forse tutti gli Autori che leggo con più frequenza. Chi si è spostato verso il "non-sense" (...non chiamiamolo "ermetismo"...
   « Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie » di Ungaretti è Ermetismo; ed è chiarissimo ed intellegibile...); chi si è profuso in una ricerca tecnica; chi ha cambiato tempi, modi, figure retoriche. Insomma, scrivere nel corso del tempo, appunto perchè esperienza demiurgica...cambia. Non potrebbe essere altrimenti. E per alimentare questo fuoco ci vuole anche l'attenta osservazione del...fuoco altrui. Leggiamo, amici, e leggiamoci pure...
Cunctando restituit