Autore Topic: Tre spunti di-versi - 144a Edizione  (Letto 15632 volte)

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Offline Azar Rudif

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Re:Tre spunti di-versi - 144a Edizione
« Risposta #60 il: Venerdì 17 Novembre 2017, 22:18:02 »
Stasi di Antonio D’Auria
Uno specchio ci riflette e ci mostra il nostro mondo, un sogno ci emana altrove.
Questo altalenare genera l’esistenza nel suo punto di equilibrio e di tensione che stasi non è.
Andare, anche soli, verso una speranza lontana è già un primo passo anche se non è pienamente la nostra speranza.
Mai fermarsi e tentare fino all’estremo. Bel messaggio che “interpreto” in questi versi!

Volare con l’emozione di Anna Rossi
Basta poco per esistere, il molto sarebbe una zavorra sia per camminare che per volare.
Le emozioni, le risposte del nostro spirito a squilibri esterni, potrebbero essere l’energia necessaria e sufficiente a camminare ed a volare. Interessante come l’autrice usi il termine emozione che è una risposta non razionale a qualcosa di esterno, ma dal valore universale perché è, praticamente, identica per tutti. Come a voler dire che il percorso è fattibile da tutti alla stessa maniera in una sorta di “comunione emozionale”. Se poi pensiamo che da ogni emozione deriva un sentimento, cioè una risposta soggettiva che ci indica un modo di vivere quella emozione secondo le nostre singole esperienze, allora abbiamo trovato il modus operandi migliore che è andare verso l’esistenza o viverla secondo risposte pressochè istintive modellate su un sentire che dobbiamo solo discernere se giusto o sbagliato.

Tutto si capovolge di Paola Pittalis
Ogni cosa ha un suo rovescio e nell’istante del capovolgimento tutto continua in “altro modo”, ma continua.
L’esistenza non è qualcosa che vive un tempo circonciso perché nulla nell’esistenza è superfluo o inutile, ma tutto ha un senso ed un perchè. Ogni vita che viene all’esistenza ha il dono dell’eternità e la relazione vita-tempo è solo un’illusione della nostra mente che ha bisogno di giustificare i mutamenti e dare un senso all’ignoto. Il perché è semplice e razionale: l’essere umano vive nel timore di vivere e nel panico dell’ignoto non vivere. Ritornando al discorso di prima, il timore (emozione) genera l’ansia (sentimento) ed il panico (emozione) il sentirsi soli nel mondo (sentimento).

A metà di Giuseppe La Marca
La semplicità di esistere anche senza le ali che sono state riposte in soffitta. Basta andare o lasciarsi trasportare dalle correnti dell’esistenza. Un buon nocchiero trova il vento guardando il mare e non gli serve alzare gli occhi, gli basta guardare ciò su cui naviga ed accontentarsi anche di un soffio di Zefiro. Il solo suono delle vele e delle funi lo renderà contento e andrà dove vuole il vento o dove deciderà di volgere le vele. I poeti sono tutti nocchieri e scrivono ad ogni soffio d’anima.

Filosofando di Giuseppe La Marca
Dubito quod Cogito ergo sum.
Non doveva mancare l’eterna domanda che l’uomo si pone appena cerca di guardarsi allo specchio.
Chi sono io? La risposta potrebbe essere proprio nel termine peripatetico che indicherebbe (Aristotele) “colui che passeggia” (tradotto al femminile diventa un termine dispregiativo, o probabilmente ci siamo venduti qualcosa di nostro per esistere). Noi siamo coloro che non camminano e non volano, ma passeggiano nell’esistenza intendendo con questo termine il trarne giovamento.
Ma tornando alla poesia possiamo rispondere che noi siamo. Stabilire chi o cosa lo decideremo facendo la somma di tutta la vita o di tutte le vite, forse. Ma alla fine resteremo un punto di infinito nell’esistenza e saremo ciò che avremmo voluto essere. E’ una questione di volontà e di percezione della “posizione” spaziale e temporale. Cosa, questa, possibile solo non vivendo né qua e né adesso, ma fondendosi all’esistenza e scomparendo a noi stessi. Forse quel punto di infinito si chiama “nulla”, ma è un nulla che esiste con noi e, quindi, siamo un paradosso. Il paradosso di Dio o della sua onnipotenza che gli attribuiamo per fede, ma secondo ragione diventa un paradosso. Non è più un paradosso se poniamo la regola che la nostra ragione non può comprendere la superiorità dei concetti divini. Quindi, non può conoscere l’essenza del dubitare e del pensare perché non potrà mai avere la summa dei dubbi e dei pensieri dell’esistenza.
L’uomo deve accontentarsi di fare il paripatetico nell’esistenza e riacquistare anche ciò che ha svenduto per vivere un’esistenza “minore” in questo mondo.

Mèta di Radicedi64
Nel Rugby, la mèta è l’obiettivo di un’intera squadra e restare a centro campo non serve a niente.
Così nell’esistenza, viverla a mezz’aria, cioè a metà, non ha senso. Bisogna puntare la mèta ed esistere rifiutando la mediocrità di un camminare o volare a metà. Poesia con altra ottima determinazione sul come esistere.

E poi volare di Marina Lolli
Sì, a volte c’è bisogno di resistere ai venti ed alle maree contrarie della nostra esistenza per poter volare.
Ma non resistere e lasciarsi trasportare per poi deviare alla prima occasione buona, potrebbe essere un buon sistema.
La Legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali per la Legge e non cercate la Legge Umana. Essa è statica ed imperfetta, cercate ciò che evolve e mai è uguale a sè stesso e ribolle del Bene e del Male

Offline Azar Rudif

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Re:Tre spunti di-versi - 144a Edizione
« Risposta #61 il: Venerdì 17 Novembre 2017, 22:19:12 »
Pensiero di Giovanni Ghione
Ciò che cammina e vola è il nostro pensiero ed i pensieri sono diffusi dalle relazioni umane. Il loro diffondersi e la loro fusione genera altri pensieri con i quali si costruisce l’evoluzione (o involuzione) umana. Saperli cogliere ed elaborarli è una nostra capacità e la nostra bravura è di utilizzarli e trasformarli sempre in funzione dell’evoluzione dell’esistenza. Forse, sembra un’operazione di magia, ma in realtà si tratta del potere del pensiero.

Noi di Saverio Chiti
Abbiamo tanto da dire e tanto dovremo ancora dire prima di avere una pur fievole concezione dell’esistenza e del perché ci siamo dentro, ma un giorno saremo al disopra delle nuvole.

Viaggiando da soli di Saverio Chiti
Ognuno sceglie il proprio cammino e dove posare il proprio sguardo. La vita, la quotidianità, è solo una costruzione della razza umana e come tale dura il tempo che è stato concesso agli umani sia per durata che per qualità. Ci sono tempi eterni e tempi corruttibili. La vita umana ha un tempo corruttibile, l’esistenza ha un tempo eterno. Se non fosse eterna o senza “bisogno” di tempo, non esisterebbe neanche. La solitudine è necessaria perché non è trasferibile agli altri il bisogno di risentire l’eterno che è in ognuno di noi.

Orgoglio e Pregiudizio di Enza Fontana
L’orgoglio ed il pregiudizio sono come le sbarre di un carcere. Ti fanno intravedere cosa c’è fuori e te lo fanno desiderare, ma non puoi uscire da quella prigione che lo stesso prigioniero si è creato.
Se non si ha la forza ed il coraggio di abbattere le sbarre è meglio girarsi dall’altra parte e guardare il pavimento. Se si riesce a liberarsi da tutte queste catene, le peggiori delle quali sono l’egoismo e la presunzione, allora si può iniziare ad amare la vita e viverla.

Colori della natura di Giovanni Licata
Da una situazione violenta, ma naturale ci si sposta quasi innaturalmente sul volo di un aquilone e nella visione di una foresta attraversata da u ruscello che termina, secondo natura, in mare.
Due situazioni naturali (una violenta ed una no) agli antipodi di questa poesia che racchiudono le tre parole.
Sembra manchi una correlazione, ma la simmetria (spesso presente in molte poesie) diventa la chiave di lettura di questi versi. Come a voler dire che il significato delle tre parole viaggi tra le due facce della vita su un piccolo aquilone, nel bene e nel male, ma ciò che è bene, naturale, lo si vede solo elevandosi.

La fola di Volare e Camminare -1 e -2 di Peppe Cassese
Volare e camminare, come tutti i fratelli, a volte litigano, ma trovano sempre una forma di convivenza che non è mai un compromesso. La convivenza è sempre ciò che è giusto e non limita nessuno dei due (i compromessi non rispettano i concetti di giustizia e limitano entrambe le parti in gioco che devono rinunciare a qualcosa).
Questi due fratelli hanno capito che non ha importanza avere buoni piedi o buone ali per cui nessuno ostacolerà più l’esistenza dell’altro e che aveva le ali abbandona la sua presunzione comprendendo che sia il camminare che il volare sono solo due sistemi per poter esistere, ma potrebbero anche essere messi da parte e riuscire ad esistere lo stesso.
 Potremmo quasi dire che al termine del gioco abbiamo trovato un’altra concezione o il traguardo: l’esistenza non ha bisogno di metodi, è indefinibile in quanto tutto è esistenza e la si vive senza costruire infrastrutture di nessun genere. Ci siamo dentro e dobbiamo solo sentirla. Punto.
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Offline poeta per te zaza

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Re:Tre spunti di-versi - 144a Edizione
« Risposta #62 il: Domenica 19 Novembre 2017, 12:18:28 »
come ti pare di Tonia La Gatta

Se esistere è un tormento
volare è il dolce vento
che s’alza insieme ai sogni
che sanno camminare.

Tu fa come ti pare.



Risposta di Zaza

Come mi pare faccio,
tu non te ne curare
se a esistere ripasso
il tuo dolce volare,
anche se i miei, di sogni,
non sanno camminare...

perciò voglio imparare.






di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline poeta per te zaza

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Re:Tre spunti di-versi - 144a Edizione
« Risposta #63 il: Domenica 19 Novembre 2017, 16:40:18 »
:) ;) :D

VOLARE - CAMMINARE – ESISTERE

Alla 144a  Edizione del neo-banditore Azar Rudif (grazie! :)) hanno partecipato 30 autori con 47 poesie.

Di Azar vediamo l’immagine del suo falco e la scritta: “Non esiste mondo sotto le mie ali, ma sopra sì”

ed ecco l'assist per pensare all’esistere, al modo di camminare nella vita, a chi e a che cosa ci faccia volare in un mondo sopra le nostre ali, oltre i nostri creduti limiti…

E noi abbiamo risposto. E lui ha fatto l’esegesi del testo ad ogni nostra poesia. E come non essere d’accordo con i suoi commenti, e grati?  :)

“Importante anche sapere che il volare può servire a trovare altre strade su cui ritornare a camminare. Non si vola, né si cammina per sempre” (cfr Azar Rudif).

Spero che qualcun altro commenti, grazie!   
 (c’è ancora tempo sino a mezzanotte per intervenire).

Domani, lunedì 20 novembre 2017, Maria Assunta Maglio aprirà la 145a edizione di Tre spunti di-versi – in bocca al lupo a Maria Assunta! :)

Che siate allegri, arrabbiati o compunti,
fa al caso vostro il gioco dei tre spunti.

E a un nuovo entrato un post dedicato!

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Offline Delinquente

Re:Tre spunti di-versi - 144a Edizione
« Risposta #64 il: Domenica 19 Novembre 2017, 17:27:18 »
E non volare 

Finestre che vedono esistere
e spargersi ogni cielo
su slarghi di malessere
occhi incurvati
a cogliere disastri
da fessure di sole.
Di notte camminare senza cura
dentro pozzanghere di bile
stretti nelle galosce
e non volare.
E non volare come premio contrario, perché essere sempre ottimisti, guardiamo il bello del bicchiere mezzo vuoto, solo se lo si conosce il male può esser combattuto

Offline Delinquente

Re:Tre spunti di-versi - 144a Edizione
« Risposta #65 il: Domenica 19 Novembre 2017, 17:35:40 »
Mutuando forma

Lo immagino un risveglio
che non somigli a niente,
solo volare sul fango soffocato
è partitura che fa musica,
come c’è danza su una tela
-è un velo le danceur, che anche
senza volto sembra esistere.
Prima di camminare
si fluttuava in acqua: già liberi
si sfumava, si riappariva.
Cronaca di un risveglio tra musica danza e immagini di fantasia in un "danceur" che forse con una spada taglia ali alle mosche per giungere ad una fantasmatica libertà

Offline Rita Stanzione

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Re:Tre spunti di-versi - 144a Edizione
« Risposta #66 il: Domenica 19 Novembre 2017, 22:08:52 »
Voglio complimentarmi con l'autore-banditore Azar Rudif per l'accurata analisi e interpretazione di ogni testo.
Ci ha resi partecipi di un'attenta lettura e personalmente sono stata portata anche a rileggere i testi.
Le parole date, riportate all'uomo, conducevano quasi naturalmente a riflessioni esistenziali. Il volo, innanzitutto, che è visuale
distaccata e libera, consente di essere "al di sopra" di ogni "oggetto" materiale con lo sguardo illuminato, finalmente.
All'opposto l'atto del camminare, il contatto con la Terra e ogni peso da portarsi addosso, inevitabile e necessario.
I testi hanno lasciato tracce dove il pensiero comincia a spaziare, incontro a nuove trame.

Ringrazio come sempre l'autrice poeta per te zaza che, instancabile e precisa, conduce il gioco-esperimento.
Un grazie all'autore Delinquente per la citazione e il gradito commento.
In bocca al lupo a Maria Assunta Maglio per l'edizione che avrà inizio domani. Un caro saluto a tutti gli autori
Rita
« Ultima modifica: Domenica 19 Novembre 2017, 22:11:42 da Rita Stanzione »
Rita Stanzione

Offline adriana sini

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Re:Tre spunti di-versi - 144a Edizione
« Risposta #67 il: Domenica 19 Novembre 2017, 22:55:34 »
QUALE SENSO

Forse il senso non è vivere,
ma esistere
in ogni parte, momento, attimo:
non limitarti a camminare
piccoli passi
per le impervie vie,

il Destino non è che un nome.

Non è forse meglio volare?
Il niente (o il tutto?)
ti aspetta


E' esplicita retorica domandare se sia meglio volare, ma se il Destino non è che un nome, il tutto che ci aspetta non è che uno spazio vuoto da riempire, uno spartito in attesa della nostra melodia, un foglio bianco che anela la nostra poesia.
Camminare a piccoli passi per le impervie vie o correre a perdifiato affrontando ogni vento?
Non solo vivere ma osare esistere...
Complimenti e ben arrivata tra noi, Chiara :D