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♦ Capodiferro Egidio | |
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Le 51 poesie pubblicate il giorno 10/11/2014
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| Vitrea e celestiale
di luce fioca e attraente,
tremula e arcana,
ti trasfiguri improvvisa,
sprigionando fiamma scarlatta,
e bruci.
Cingi i lombi
e, a forza,
precipiti nel vuoto;
Estrai la forza;
La richiami, la prostri,
con petali di
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| Oggi giorno dei morti qui depongo un fiore
un buio cavalcavia zona triste di periferia
che narra la nera cronaca del tempo qui
ti trovaron la tua povera giovin vita spenta
da man vile e turpe e per motivo abbietto
tu piccola ancor bimba andina senza
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E non servono parole
qui nella terra buia
dove il colore non ha cuore,
dove il buio tende ombra
Non nella lenta onda
che fa di tenebra l'unico regno
e del vento il solo ascolto
per una notte senza fine
E non mentono terrore
queste albe
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Oggi è davvero quello giusto
mi sento a posto e farò di tutto
per essere storia nell’avvenire
oh si vorrei stupire
chi stoltamente mi ha sempre criticato
senza mai capire che nelle mie vene non c’è solo sangue
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Perché non parli
o stella che brilli
sui miei sospiri,
non un'ombra
fra noi due e solo
io sono a chiederti,
lasciami, senza insistere,
nella mia solitudine.
Se l'uomo non è Uomo
non mandare su di lui
la luce
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| urla la follia
nella notte senza lucciole
accanto alla mia porta
graffiata dal silenzio
delle ombre
urla il povero mendicante
nelle vie colorate a festa
senza pietà ascolta le umili preghiere
lungo le strette vie dell'universo
urla la
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Nube rosata
così piccolina
dipingi l’alba di rosa,
nel giardino un fiore
tra la menta e le viole
nel suo piccolo spazio
vorrebbe rubarne il colore.
L’aria frizzante ti sveglia
ripensi al suo abbraccio
al tepore del corpo
riposto tra
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| Uomo,
sei l'espressione del tempo
e del luogo vissuto.
Puoi dirti poesia
dell'ambiente creato,
dipinto da mani fatate.
Se sbagli, non sei tu l'errore
l'inganno è nel riflesso
di te fatto sull'acqua,
tu che sei uccello in mezzo
ad
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| Da una bocca di cenere e spilli:
un giro (compie)
un altro
graffi di mosche su vetri
dipinti da margini in crollo
parole parole parole
flatus
in morsi
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Lia |
10/11/2014 21:31 | 2201 |
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| Ora che sono vecchio
le mie mani
hanno rughe di fiumi
i miei occhi pallide nebbie
la mia bocca ha denti di roccia.
Ora che sono vecchio
racconto la mia storia
e tutti gli amori
che ho cantato
da Babilonia a New York.
Terrestri, piccoli sogni
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| Frastornata,
mi ubriachi
col dolce suono di sillabe pacate,
dormiente la tua voce
come carezza vellutata
si posa sulle gote arrossite,
all'orecchio soave bisbiglio
incanta i sensi offuscati
dal nero dei tuoi occhi
ipnotizzanti,
fissi su di
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| Vento e violini come li vorrei
non giungono col fiato di novembre,
mentre la sera si ricopre d' ambre
per ammantare i tuoi ricordi e i miei.
Falci di luci vibrano a ponente
per mettere il rossetto alla montagna
che porge le sue labbra alla
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| E' millimetrica lamina
il patire voglie
e viver di quelle sottili
briciole che raccogli
se spezzo pane raffermo.
Non hai
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| Baciami ancora
stasera,
fai fermare il tempo qui,
adiacente al nostro piacere.
Ascolta!
I miei occhi ti parlano,
ed il mare irruente
con le sue onde continue
è un canto avvenente,
fa da sfondo armonioso
al nostro sogno
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| Occhi chiusi da mano amata
soffrire ogni giornata,
amore negato
viso segnato,
silenzi interrotti
da pianti a dirotti,
cuore non batte
in dolore si imbatte,
in forte indifferenza
subire violenza,
esseri indegni
colpiscono e lasciano segni,
su
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Diventan di fuoco le mie dita
accese
dall’idea peccaminosa
che selvatica
al tuo corpo mi accumuna
scorrono
mimetizzate nel silenzio
solleticano la carne
spingendo il desiderio
come un altalena
penzolante sottocute
risale audace la mia
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| Fa capolino alla nuvola
nel salutare il sole
giorno d'estate nel freddo
per sorridere al gelo, vedo
volare gabbiani nel cielo
sei tu
meandro del vivere
tela scucita al dire
fortezza del cuore, dolore
giorni di pioggia, ore
aspettano
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| Vuoto... valle nera... abissi profondi
violente mareggiate
onde burrascose
sono botte e pugni
sono parole e offese
sorreggo la testa per non cadere
un battito feroce
grave sensazione che brucia
rivedo i miei giorni, i miei sogni
sento l'animo
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Dentro quegl'occhi di ali di fiore
ho immaginato il mio delirio per te
In un momento ho concepito il male mortale di un uomo
innamorato della bellezza
e libero di essere un bambino e amante nel ventre
di un inizio
di un sogno d'estate
Dentro
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| E ancora mi perdo
fra i palpiti di un sogno
seguendo il profumo della ginestra in fiore.
E poi mi ritrovo
sui sentieri d' amore
quando la tenerezza mi prese per mano
e la felicità mi sfiorò col passo alato di un
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Piove il cielo...
fradicio di noi
specchiandosi in pozzanghere di vita
Dietro una finestra
luce d'occhi ebbri d'amore
riempiono solitudini di sguardi
Parole nate nel cuore
si strozzano in gola
Destinate a durare
meno di un
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Osmosi perfetta silente il respiro d’ogni cosa,
in drappeggio tra la pelle lunghe ali ribelli vorrebbero
vibrare, nelle mani stretto un frammento d’impossibile,
di un tempo che non può tornare.
Un solo corpo è ciò che rimane,
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| Ho messo nelle tue tasche
scampoli di cieli
di silenzio e gesti nostri d’amore,
i tuoi sguardi
stelle cadenti posate sulla mia pelle,
sopra di me come carezze
cadevano come piume
leggere sotto questo mondo
senza luce
Eri li tra una
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Angelo è un nome sulle labbra
lungo come un giorno quando cerchi
tra le nebbie il profumo dell’amore
largo come un sorriso che spacca
il melograno sul ramo e ti sorprende
a contare i rubini caduti tra le foglie
Angelo è una parola una
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Aspetto te
alla fermata del treno
in un tempo muto
mentre ascolto nel silenzio di un istante
quel respiro della notte
Di quando la luna,
sorda al mio dire di questo folle amore,
ha baciato il mare.
Sento l'odore,
il sapore,
l'emozione che
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è inutile
farfugliare formule
inventarsi scuse
non c'è amore nei tuoi occhi
nulla di tutto quel che penso esiste
il mio,
è solo uno sguardo perso
nella nebbia
un abbraccio all'ombra che scompare
nel buio più
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ho bisogno di luce
e non mi basta il giorno
a fari spenti
viaggio di notte
le stelle
come lampioni
per illuminare i sogni
a braccetto con la luna
bevendo sorsi del tuo cielo
annegando nell’oscurità
raccolgo rami d’arcobaleno
caduti
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Schiena
arresa, gelata
e spezzata
da respiro
senza
presente
certo.
Le mani
si insinuano
lente, toccanti
e silenti
come
lascivi
serpenti
al ramo.
Toccami
L'erta e robusta
corteccia
entro
fluisce,
di linfa
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Ho spento la luce nella stanza perché non volevo vedermi,
e ho chiuso i miei pensieri nello scantinato della mente per non immaginarmi,
ho chiuso la porta alla carovana dei sussurri perché falsi al mio sentire,
e ho gettato la chiave del
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| E mentre con le dita riscopri in me ogni Dea
Io ti regalo il sole di mille teste d’oro
E l’acqua trasparente di sguardi sconfinati
La morbida carezza di seni acerbi
L’agitazione di fianchi chiari
I glutei tondi in vetta a due colonne
Così tu
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Jibi |
10/11/2014 15:46 | 4660 |
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51 poesie pubblicate nel giorno 10/11/2014. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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