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Le 44 poesie pubblicate il giorno 12/01/2018
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I pensieri vagano
nella notte
su quell’anima
che occupa
spazio sotto
i palchi.
Lottano per un posto
tra cassonetti infime
cercano tesori
dove spaziano
destristi dell’uomo
futili alor vivere sono:
da buttar via.
Pasto consumano
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No, non v’è terra pulita
e verde sotto la nera coltre
che piove fuoco e peso
d’acque letali
Resteranno al riparo
gli onesti e i buoni
se crocifissi nel chiuso
delle pareti
Non v’è giustizia fuori
la mano tesa è trappola che uccide
ed un
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Malefico
come quel piccolo segno
che mi hai lasciato
sulla pelle ferita
Come le parole svanite
appena prima della sera
con il vento freddo
delle carezze mai date
Maledetto
come il sigillo d’oro
dell’amore falso
ostentato di notte
E poi
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| Mi lasciavi una rosa appena giorno
ed io che ne ammiravo la fragranza
seguivo dietro i vetri il tuo ritorno
sul davanzale della vecchia stanza.
Mi donavi la magica illusione
che dipingevo con morbosa cura
di chi ai suoi sogni affida la
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| Ricordi
di un’America ormai lontana
ritrovata in solitudine
nel fondo di un bicchiere,
sogni affidati alla bianca scia
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| La bellezza esplode
in tutte le sue sfumature
vacua, evanescente
non conosce ostacoli
non conosce barriere.
È così ogni anno
eppure ogni volta ne sono sorpresa
Ma lo hanno tagliato
il glicine
che tanto ci piaceva
Hanno tagliato
l’unica cosa
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Fogli aspettano
d’esser scritti
da mani
in cerca di carezze,
calici di rose come nido
colme di
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Donna sei fenomenale
nel tuo violento cammino.
Amo il tuo passo felino
ch’è pura essenza animale
e t’aspetto ogni
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| Ascoltati.
Parla un’ anima
che ti ode, la sera,
pensare
alla vita.
Ascoltami.
Parla un fiore
che nasce
dalla neve.
Io ti sento
vibrare di vita, sebbene
chiusa in una stanza.
Il silenzio e la pace
son le mie spine.
Promettimi
di
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| sento di essere lupo o più serpente
vorrei sbranar il mondo e avvelenarlo
c’è in me una
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Vant moale de toamna ma va purta spre tine, Italia!
Asteapta- ma cu- o ramura de maslin.
Acolo, pe cerul inimii
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La tua vita all’improvviso
è andata fuori strada
portandosi il sorriso
il ladro sicuro ha rimosso
abilmente l’umana
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La nostra casa
immersa nei capelli della primavera,
gioca con rondini e farfalle.
Sbadiglia al sole del primo mattino
tra l’erba fresca ed il trifoglio.
Non andar via da lei.
Il sole si spegnerebbe in un attimo.
La rugiada non bagnerebbe più
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Là ‘n fondo a la corte granda
coatro buteloti grisi e assè bei,
i fa su ‘l porco con tanta passion.
Lì su do tòle longhe e scancanè
i ga sènto brisoléte ‘n fila come soldè
che le sgossola par tera coalche gossa,
ma ‘l par che le canta:"Bandiera
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Qual è la strada,
e quanto dovrà passare
ché la notte diventi giorno,
e il fiato porti,
a quest’aria esausta,
l’acqua per spegnere
un fuoco che brucia,
adesso nemico delle ore.
Quanto dolore
dovrà conficcarsi
in questa piaga
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I rami ancor pieni d’acqua
e le grige nuvole
raccolgono gli anni miei
in questo deserto di riposi.
Docile malinconia
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| Dipingo sogni in un tempo di freddo
lasciando per le mani profumi di gelo
spargere i giorni di tanta attesa
aspettando il domani avvolto di ieri
e dell’ombra fingere spazio
in un sentiero solitario, arrendersi.
Come potrei lascarti indietro
se
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| C’era un poeta, in cuffia e tonacato:
scriveva, assorto, alacre, in suo fervore;
nove anni aveva, al vicolo del core,
rime scorrendo, come in Cielo entrato;
madonna, in manto dal Celeste dato,
parea di chiostro di umiltà e fervore;
otto anni
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| Volto di Pierrot attento,
con mani ingiallite
facevi fotografie.
Nel fluire del tempo,
lasciando in me immagini
indelebili di te.
Tanto strani i tuoi vestiti,
i gioielli wintage che coloravano
in bianconero il tuo collo,
amaro il tuo
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Eolo |
12/01/2018 14:36 | 1789 |
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| Datemi da bere
portate un altro boccale
il figlio andato verso la luna
è tornato senza alcuna fortuna.
Chiamate i servi
le danzatrici dai piedi nudi
dite loro di indossare vesti rosse
e chiamate i musicanti.
Le guerre del mondo
si stanno
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Stante la rosa
Rosso vita il colore -
Sangue
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Morbide mani
Vogliose si
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Scorre la vita
dietro quel treno
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Ti scruto soltanto poco prima che si desti l’imponente astro
o all’interno del fiammante vespro
mentre discuto con me stesso
di come sarebbe stato "caldo" viverti nella libidine
e di come ci si senta soli
tra i ghiacciai di un asfissiante
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Chiano e svelto passa ‘o tiempo,
’e nu’ rilogio scassato.
Nù marchingegno senza corona
e senza sfera.
Para ‘a ieri,
tenevo vintanne mo né
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Che dìcono le Rune a’ i millenàri
Dei che i fiordi govèrnano sevèri?...
Desiàn le Norne che Freya co’ i suoi chiari
sguardi i pomi coltìvi, onde i lòr sieri
sempre la gioventù dìano, e i sudari
della vecchiaia e di Morte e i tristi
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L’affaccio da balcone di mia reggia
colma lo sguardo d’amena natura;
m’appar veliero che tra onde veleggia
appena miro
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| Il colore della sera
la sua voce traballante nella luce.
Flebile d’una sillaba.
Ti ho parlato da lontano.
Un suono ha rimosso ai rami i ricami dell’ombra.
I volti si guardano; silenziano,
nel desiderio attratto.
E ti indovino
nell’attimo
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Forse non ci sarà più il tempo
di raccogliere il grano nel campo
o sorseggiare l’orzo quando è caldo
Sentire il caffè che gorgoglia sul fuoco
l’odore del pane tagliato di fresco
o il friggiolar delle uova nella padella
Quando al mattino apro la
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Non c’è direzione in questo vento
ci sorprende nudi e impreparati
entra nelle narici e si diffonde
non c’è salvezza al suo richiamo
non servirà parlare o restare zitti
si piegano gli alberi in un estremo sforzo
e anche la terra urla di dolore
cos’è
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44 poesie pubblicate nel giorno 12/01/2018. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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