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Le 39 poesie pubblicate il giorno 10/08/2018
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Conoscere il domani
nel breve giorno del ricordo
quando la luce versa le sue ore
nella notte degli occhi
e i passi
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Ancora mi nutro di certi ricordi
e convivo con essi, la notte aspetto
il tuo ritorno, i percorsi della mente
sul cuscino bagnato come risacca.
Strette vie di periferie e tempeste
di giovani amanti, ci siamo ritrovati
nei sorrisi di ieri, nella
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E sei passata
come i fiori di primavera
che prima di appassire
liberano il loro profumo
fra i respiri di un cielo
che non dimentica
i colori del tramonto d’estate
quando l’orizzonte muore
E sei volata via
come gli aironi di passaggio
con
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Stella stellina che brilli lassù,
fammi partecipe del tuo mistero,
stella cadente puoi dirmelo tu,
come distinguere il falso dal vero.
Cadi stellina, rapisci gli sguardi,
facci contenti e saremo più buoni,
cadi, da brava, ma non fare
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L’abbraccio che io sento
da fuori verso dentro,
è dialogo interrotto di un destino
senza tempo e nessun luogo...
Se spremi il mio cuore,
il succo profuma d’amore.
Le stelle invitate al baccanale
scendono velocemente,
disegnando orli lucenti
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Essenza di luce discesa dal cielo
planando silenziosa come un’aquila maestosa.
Un seme che germoglia con gocce di risveglio,
sei linfa vitale di un’eterna primavera,
il salto quantico verso una nuova Era.
Qual è il tuo piano divino in questa
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Nell’alcova d’immenso
s’annida un cuore mendicante e stanco
in cerca di ristoro
Nascoste evanescenze s’innestano
tra intessuti fili di speranze
e desideri appesi tra luminose stelle
Pensieri sparsi si spettinano
in riva al salmastro vento,
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Buio d’intorno,
un refolo
d’umidità e libeccio
disfatto
il condiviso
letto
scivoli,
idea furtiva.
Lasci
i risentiti accenti
e
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| Le chiome sobbalzavano
sull’affannoso petto,
putiva fiato e ascelle
ma forte era il diletto.
Sul culmin di passione
di quel feroce amplesso
a lei sfuggì un soffione ...
che mi lasciò perplesso.
Poi, con le braghe in mano
m’en corsi verso
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A viso scoperto
poso i pensieri
tra le dita della carta.
Sciolgo la mente come una treccia
passeggiando all’ombra
sul bordo frastagliato di un sogno che respira.
I piccoli piedi disegnano sentieri,
sentieri che la ragione non segue
e resta li, li
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Guardami al di là del fiume
mentre torrenti impetuosi
scorrono,
ci separano.
Lance di sole trafiggono
occhi stanchi
vuoti di amare lacrime.
Guardami tra le foglie
trasportate dal vento autunnale
mentre a tentoni procedo
sul sentiero di
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Arriva il momento
che rimani da solo
davanti a te stesso
e quello che vedi
non ti piace per niente,
lo specchio è fedele
svela tutti i difetti
Quello che sei
e che tu non vorresti
è sempre lì
davanti al tuoi occhi
che ti fissa smarrito
con
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E c’è una stella che non vuol cadere
e trema e si tormenta illanguidita
mentre le sue sorelle
attendono festose sentinelle.
Ognuna con la veste sfolgorante
si sente vate e sposa
dei sogni della gente accomodata
a rendere lucente la
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| Bocciolo di rosa,
rinascita,
pensiero d’amore.
Vento d’autunno,
aurora che sorge
sul mare,
rubando alla notte
lacrime di
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Eolo |
10/08/2018 17:33 | 1776 |
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Perdo le staffe per la menzogna e la disonestà.
Per la leggerezza di un sentimento, per la cattiveria regressa.
Perdo le staffe per non essermi adeguata alla vita,
alle cose contrarie, forse, avrebbero raddrizzato il mio cammino.
Perdo le staffe per
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Adombrai i residui pensieri
splendore dei miei anni nei giorni
a respirare dalla nuda aria
onde attigue tra creste di noia
mi attestai fra la quiete del tempo
trilli e voci dei miei marmi distanti
a ottemperare le note espressioni
dalla calura
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Come una tavola apparecchiata, è la vita.
Piccoli sorsi in calici di prezioso vino
e antipasti serviti freddi, come freddi sono i primi istanti
nel venire alla luce...
Minestre calde o riscaldate, sono poi le successive gesta
confuse in
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Rovistando
nel rivoltar di foglie
vecchi strati
emanano odori
umidi ricordi di quanto fu
rimasti ad attendere
senza lamentare
sotto le unghie
fili bagnati
a lasciar righe
d’accadimenti
ormai maturi
Rovistando
spargendo grani di sale
dietro
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| Parole vorrei
per l’essenziale,
senza
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| Sospirando ricordo intenzioni ormai
Sopite ma non dimenticate tuttavia
Sempre nonostante il tempo cancelli le
Speranze e
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| L’estate dà torpore e poco invoglia
a scrivere poesie, ma solamente
del sonno a farsi prendere da voglia:
i pensieri non vengono alla mente,
che appare come vuota, quasi spoglia
delle guizzanti idee che ben sovente
l’anticamera sono, quella
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| C’è un’alba vestita tutta in rosa
la vita e il mondo in lei si sposa,
tra le mie mani la terra mia cara
è un’ombra lunga e tanto amara.
Vorrei il giorno al mio comando
in pace avanzo cuor mendicando,
la natura mortifico per avere agio
vago al
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| O paisi aieri si virevunu di luntanu
lampi ca si pigghiavunu ca manu
ma ‘ncocciu ri acqua nun cascò
asciutta a terra unni ie gghiè ristò
ci fu nu tronu accussì fotti e putenti
ca trimanu tutti cosi macari i renti
ma ri chioviri nun si ni parra
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| A perdita d’occhio
come
in una magica danza nuziale
sugli sterminati
campi del Sentire
ci rincorriamo.
Effimere
sono le
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| Pare che morte precoce
abbia preso il poeta,
triste pensiero
al freddo è tremante
e si è fatto pungente.
Ché invece
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| Scendo senza scarpe in strada,
la notte è tiepida, ma cruda,
nullo è il mio pensiero,
gradisco ascoltare il silenzio
ma il silenzio mi è colmo
di errati passi sulle piazze,
mi mancano le visite ai giardini
ho campi arati da me traditi.
Se mi
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La lapide
può lasciare parole
ma la verità
è scritta in cielo
dimmi cosa si prova
ad esser niente
nell’ultima ora...
Puoi cancellare i misfatti
adesso che l’ultimo tuo respiro
s’è infranto
ma non più giudicare
senza che tu venga
giudicata.
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C’è una patina argentea che offende gli occhi,
quando rimane solo il vento a spettinare gli alberi maestri.
Nel silenzio,
sguardi ammainati come vele solitarie
sgranano istanti ammantati di sera.
Una magia eterea si fa largo tra il crepitio di
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Lì c’era un’aia vi si essiccava il grano
Lì c’era un fico e lì cantava il merlo
Lì c’era un cortile un gallo le galline
Quel razzolar allegro v’eran pur le oche
Lì c’era un fosso vi gracidavan le rane
Lì c’eran le stalle e lì muggiti di vitelli
Lì
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Potessi vedere quello che i miei occhi vedono
vedresti quello che i suoi occhi vedono
talmente grande è la gioia che si scatena
seppure quel neo rimanga ben radicato
piccole zampe si mettono in posa
in quell’intreccio d’arbusti
solleticando la
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39 poesie pubblicate nel giorno 10/08/2018. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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