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Le 55 poesie pubblicate il giorno 06/04/2017
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| Oggi dal mare corrono nubi
come di viole scure
affiora tanto movimento
da eclissarci in spampanate identità.
Si
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| Ho spolverato la camicia
perché non fosse più uguale,
ho reso sterile ogni sapore
per non sentirne
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Mio cuore
cespo di rose fiorite e rovi
groviglio sanguinante
di memorie e di emozioni.
Vaso
di fiele e miele
che palpita forte e mi spinge,
tu lo sai,
batte per te
uniformato
al tuo ritmo,
sincronizzato a te
dal giorno in cui
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Venivano
dal cielo per colpire la terra
verso sera
quando la luce sfumava
Le ombre
coprivano i morenti
che tossivano il cuore
e i vivi piangevano
Mentivano
al mattino per sporcare il sole
verso mezzogiorno
incidevano parole vane
Le
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Punisco ciò che mi è vita
e dall'alto del mio sapere ignoro quella parte di me
dove ancora risiede la ragione...
mi rinchiudo nella prigione ch'è vita a perdere
così, senza nessuna speranza
e mi disprezzo per quel che
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Non ti voltare,
troppi attimi arresi
a consumare titoli e giornali,
ad ascoltare una musica spenta
dietro la noia e un depliant;
non ti voltare,
la luna segna ancora strada
ondulata e impaziente,
un andare di donna,
ironico bagliore,
guizzi di
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Sento un'onda che arriva
mi pervade la malinconia
solo la danza delle caldarroste nella padella sforacchiata
mi porta
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Certe notti bianche
d'autore
a fiato o senso
in un solo accenno
lasciarsi tornare
cadere tra i faggi
abbracciarsi
mettere fine alla cornice del quadro
esondare -dentro- colori a olio e baci
c'è ordine nella navata dove i fiori
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Verso quale orizzonte voli,
esule rondine,
nel silenzio del viaggio
mia dolce compagna ed amica
che cercavi luce e
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Non quali figlie dell’invernal manto
da man raccolta e poi compresse a
gioiosi render con lanci rapidi svelti
quei giochi guerreschi di fanciulli
ma fiori che s’apron tra verdi foglie
a Primavera bianche lucenti figlie
dell’opulus viburnum palle di
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Un bacio tra le rime
di un addio stanco,
ritornare indietro
per sfiorarmi le labbra
con le dita prima
di perdersi dietro
l’angolo buio di una
fine solo apparente.
Immobile rimane il corpo
con le mani tese verso
l’ignoto aspettando
cosa?
Un
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Cadevi rugiada
di buon mattino
sulla mia pelle
come un giardino
così scendevi
bagnavi ogni cosa
sembravi l'alba
di una giornata uggiosa
ma tutto quanto
sembrava sereno
dopo ogni pioggia
l'arcobaleno
scendevi rugiada
fra le mie
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Risalta distinta fra ruderi e paludi,
nella quiete di un ozio,
fulgente, agognata pace.
Bistrattata da tutti,
per troppi schiava di
denari, dogmi e
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Mi affascina il vaso vuoto
posto sul tronco tagliato
in un angolo del giardino.
Doveva ospitare una pianta
ma qualcosa mi ha trattenuto.
Forse l’eleganza della forma
il colore bianco
le scanalature
e il piedistallo con la sua
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Soffro la solitudine,
ma vorrei essere l’unico;
mi dichiaro razionale,
ma fino alla fine mi ostino a non crederci;
guardo i bambini e rivedo la partenza,
guardo i vecchi e non so se sperare nel traguardo;
già, so che il mio corpo
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Libero nacqui e da un leggero connubio
di passione e prosperità divina
ed amorevole fui unito.
All'incalzare del primo mattino io
sorsi e fui scarcerato da
un tunnel infinito ed allucinante
e nel tenero abbraccio di madre
mi si
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Vieni da me
come se fosse
la prima volta,
ti accoglierò negli spazi
delle mie emozioni d'amore.
Ti
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Tacito spiro
anima a
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Con torvo sguardo il fato ciò adduce
quel che pria scosso avea l'animo
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Giri di parole,
vorticose viscere a descrivere
sguardi indelebili
nel cercare,
tra minuscole cellette d'alveari,
primordiali suoni
della tua voce sconosciuta:
rimbombi di echi
sottili e fermi
e forme regolari,
che tremolanti
crollano
sulle
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si posano le uve dei suoi occhi
su silenzi sospesi
teneri corpi come
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Ogni porto ha i suoi segreti
ogni zucca ha dei nascosti
i tranelli coi divieti
gli esantema e i presupposti.
Nella giusta direzione
quando il cielo non si apre
chi si affaccia dal verone
sulla terra scorge capre.
Ogni porto è un mondo
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Vieni tra gli oleandri rosa
-Amica mia-
dolce e ammutolita
Ho una carezza
da riempir di musica
e sogni ancora da nascere
Attendo un respiro
un raggio nella nebbia
un giorno da inventare
Non tardare
Fatti bella
Dammi la mano
e il tuo
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| É un gioco inconsapevole la sera
quando dalla luce
l'ora cade sopra il giorno
con la voce della notte
e tu mi guardi
dalla stessa immagine le stelle.
Ci sarà sempre
una finestra a guardare il mare e una casa
con le voci
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| Che nome ha questa Morte
a faccia coperta
fra loro, fra noi
a diabolico atto,
uno squallido sputo che divora
la purezza degli angeli
i loro sogni mai sognati
se non il paradiso di una vita altrove
lontano da qui
da qui, dove la fine
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| Tra gli intricati rami di foresta,
un raggio luminoso
rischiara il mio cammino
verso un futuro ignoto e misterioso.
Tra i
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| Si trascina,
il vecchio,
accartocciato dentro il suo cappotto liso,
con le mani incrociate sul grembo,
i pollici che
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Chiamami
affinché un ciuffo di crine
emerga da fiori damascati.
Definiscimi
perimetro di vuote stanze
dove ossidano ritratti
e lo sbuffo di una moka
non disegna un confine.
Immobile universo
rivestito di decoro.
Le cose.
Non
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Il vento obliquo dei miei pensieri
muove i fili d'erba
nel coro delle piante scosse
rappresentando la recita
di
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nella mia piccola penombra una lucina
silenziosa di poche pretese simile a una voce
cuce l'occhio alla parola e trema
dividendosi:
di me, del mio dolore
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55 poesie pubblicate nel giorno 06/04/2017. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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