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Le 29 poesie pubblicate il giorno 30/06/2018
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Mostrati come pupi inanimati
barattati come ninnoli ripescati dal mare,
dall’ira ipocrita di chi piange senza lacrime,
estratti a sorte in una bilancia cieca.
Biechi frontalieri servi di un inferno di galere,
traghettano serragli di carne da
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Questa terra è morta
non c’è un alito di vento
per le strade sempre vuote
e il cuore è senza nome
Questa città è oscura
solo i corvi volano
in un cielo dalle nubi grigie
e il loro canto stride
Solo la luna taglia l’orizzonte
con la sua
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Tra cuniculi e crocicchi
prendo colpi di frustino,
tra percosse, botte e picchi
ho smarrito il mio cammino,
fra diversi sterramenti,
fra difformi direzioni,
accollandomi incidenti
non mi curo delle opzioni,
orientate a desiderio
scelgo bivi
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Vorrei poter ruotare la vita
come schermo digitale
In verticale - orizzontale
senza perderne la visuale.
E vederne le
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Aleggia sulle acque
degli innocenti annegati
lo spirito
libero dai flutti minacciosi
che ne hanno spento il sorriso
ingoiato i desideri
nell’abisso dell’umana cupidigia.
Una tratta silenziosa
d’anime illuse, svendute, mercificate.
Marchiate
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Belano le pecore fuori dai recinti
come lupi assetati di sangue
il cane lecca il padrone
il pastore picchia il cane
e da lontano la iena sorride.
Rientrano nei recinti le pecore
il cane abbaia
il padrone sorride
accarezza il cane
e morde il
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Voi
voi che puntate il dito
che sbrodolate sentenze
Voi che di pettegolezzi vivete il giorno
di dolori e di fatiche disconoscete il fardello
Che ne sapete del domani
già segnato già saputo
già vissuto
ed eguale a venire
Voi
che del
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Tu dolcemente ascolta il nostro canto
immersi nell’immenso girotondo
di questa musica che fino in fondo
abbaglia noi con
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Sembrano dormire le tue montagne
rilassandosi pei sogni
e nel taciturno recitare
cogli occhi vivi e spalancati
seguono il ritmo dei tuoi passi.
Le vedi sorde
e poi t’ascoltano senza parole.
Le vedi dure
e poi ti addolciscono
con la
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Segue la vita il corso degli eventi
negli incerti scenari del suo tempo
mai gli attimi saranno sempre uguali
fiori d’amore
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Una poesia riecheggia
nel mio trascorrere
quotidiano.
Invano,
girandola la mia mente
tra i recinti oscuri
di un incubo,
forse non più così
lontano.
Piano piano,
nel buio più assoluto,
quella apotropaica
litania sugge
il mio animo,
forse
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Cerco solitudine
per affidarle le mie ambasce
coperte dal suo velo, vecchio,
molto vecchio, ormai consunto.
Il libro
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Tempo di viole
col respiro del vento
una breve carezza
Sorride il
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Senza tempo
le tue parole,
senza spazio
i tuoi gesti...
Sei infinito
quando
raccogli
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Effimera appare
umana esistenza...
stanco incedere
di freddi istanti
senza amore.
Indefinibile resta
il senso
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Ondeggi nel buio,
oh triste fantasma,
che solitario viaggi nel tempo,
assecondando l’amaro tormento
di chi troppo presto
s’è visto disperso
e privo di
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Quasi, quasi, la tesa fa ombra,
sotto il baldanzoso cappello, nulla,
neanche un piccolo raggio che illumini,
offuscato,
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non capirò mai gli errori grandi della vita
come sbagliare numero e parlare a lungo
con una donna che ha perduto un figlio in Argentina,
dimenticare le chiavi che aprivano la sua caffetteria di noie
nel mio elastico nonsense di ombrelli
piantati nel
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D’agata verde una fila al bisogno
accanto all’intimo batter del cuore,
laddove infinito dimora un sogno
già si risveglia una marea interiore.
Imita certo dei suoi occhi il ritorno
con quella scia di luce che verdeggia;
nella penombra che geme
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Tonaca e cuffia, in modo fiorentino,
il giovanetto ai vicoli almi incede,
volto, gloriante, ai parchi nel Divino;
egli,
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Le lacrime di mia madre
erano come quelle di Gesù
che nonostante la sua morte,
morte, di sofferenze, di croce
non è riuscito a darci
la pace e la serenità,
in quella sperduta contrada,
mamma di tante menti
che aspettavano da lei,
insegnamenti
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e poi arrivò lui
l’ultimo di una lunga schiera
a rallegrare i cuori di tutti
nella gioia condivisa con amore.
Luce degli occhi
faro nella notte dei tempi
profumo a inebriare
un nuovo viaggio
nell’orizzonte della vita.
Immensamente grati al
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liberi di partire
di arrivare
e senza chiedere il permesso
di rimanere
c’è così tanto cielo nei tuoi occhi
che le parole incespicano e non si rialzano
liberi di parlare
di farsi ascoltare
e di raccontare al mondo
di una favola antica (sempre
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La lampada si è spenta sul calvario
e l’olio conservato nel terrario
si perde per i rivoli del cielo
col canto delle vergini e lo zelo
comincia a dare frutti a tarda sera
sul bordo della vecchia acquasantiera.
La luce resta accesa in alto cieca
e
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Il mondo sta cambiando sempre in peggio!
Nessuno vuol parlare per paura ...!
Il buco dell’ozono è un gran dispregio
e l’aria è diventata quasi impura!
Persino l’acqua, ormai, è risaputo
che tra vent’anni se ne andrà in “pensione”.
Un litro
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| Se solo quella luce, ci scaldasse dentro
se andasse fin sotto la pelle e non solo
- riflette in superficie -
c’è un lungo inverno in ogni anima
- un solo
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| La nostalgia del cielo blu cobalto
si dissolse con l‘ultima impressione
di tenue levità sopra le cose,
che un refolo imperfetto ed inatteso,
non so da quale Olimpo giù disceso,
contribuì a diffondere, e alle spose,
colpite da improvvisa
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E’ già notte.
Povero Diavolo.
L’inferno ribolle delle bugie degli uomini.
E’ già notte, Satan.
Quale maschera sceglierai
per spaventare gli sciocchi?
L’animo umano ha abissi profondi.
L’orrido ed il bello, la bontà e la crudeltà,
la verità e
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Da culla del Rinascimento
e giardino del diritto
a landa deserta
dell’imbarbarimento di massa.
E poco importa se il ruggito della burrasca
ingoia altri disperati in balìa delle onde
su uno scafo di legno nudo
simbolo di un’anonima Croce.
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