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Le 24 poesie pubblicate il giorno 31/05/2019
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Per salvarmi
avrei dovuto amare le fragole
ma io ero stanco
e attendevo il cielo scuro
Le ombre che precedono l’estate
dopo un temporale
a mezza primavera
fra le nuvole scheggiate dal sole
Per pregare
avrei dovuto avere un Dio
e non le
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Lascio la piazza
per cercarti e portarti
a vivere la musica
del ruscello che scende,
rallento pure il respiro
per non
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Guardi l’acqua,
dopo la pioggia.
Girano intorno,
torbidi ricami.
Tu, nostro amato scoglio,
adesso piangi.
Tu,
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| Baci e carezze
scorrono sul tempo
riposano su attimi di silenzi
appena percepibili
e danno nuovo afflato
ai nostri giorni.
Emozioni in
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Del tuo irruente moto
in scompiglìo
di seriose nuvole
chissà se si avrà memoria.
Tu che annulli la pioggia
ci sorprendi
saziando d’azzurro il cielo...
e rafforzi l’audacia
cambiando rotta ai pensieri
dando scacco matto al re
nella
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Un cuore matto ... il mio cuore
Ricama ogni giorno
con gocce di rugiada baciate dalla luna
ruba parole d’amore
nascoste nel respiro della notte
sospira poesie con luci di stelle,
ne fa cuscino con trecce di cirri rosati
dove con cura posa
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E con le carte si diletta il cuore
per un intreccioo puntualmente offeso
sul tavolo amaranto dell’amore
ferito nei suoi attimi e sospeso.
E queste carte al nuovo inganno arreso
attivano la smania di lottare
col tempo nello spazio
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Nell’infanzia delle cose
un gioiello rubato al tempo
è solo una luce violenta,
uno sprazzo tra le nubi
e l’abisso che colora labbra
d’un pallido azzurro.
E così là
dove crescono le ore
un crepuscolo velato
e la notte a schiuder
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In questo tempo
di povertà
e buio profondo
guardo il cielo di stelle.
Umana
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Quest’anno la primavera non è arrivata.
Non che l’attendessi
ma almeno mi avrebbe preparato all’estate.
Adesso mi copro e
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So superstizioso lo ammetto
sò costretto a stà attento quanno me arzo dar letto
c’ò quale piede scègno.
Nun sorto fora se drènto a le saccòccie nun ciò l’ amuleti
li cornetti ne la mano.
Si me capita de vède er micio nero che me passa fra li
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navigo tra le stelle del cielo
come sospeso in un sogno
ad occhi aperti
e dalla rupe dell’universo
osservo le lunghe scie
degli aeroplani che ballano
tra le nuvole addormentate
al chiaror del tramonto solerte
l’oceano tremante mi guarda da
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Il tempo,
velo di polvere
in un mobile antico,
una storia rubata dal vento
che poi respiri,
assemblata
diventa montagna
o deserto
nutre le viti
per i vini coi quali brindi
ma tu la disprezzi
ignorando l’atroce sentenza:
sei fatto di
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Quante cose ancor ti direi
pur se da lì già le saprai
fra le stelle e in ogni pensiero
- nel cuor - guardando il cielo.
Sarà luce che non
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A cosa serve la primavera,
il profumo dei fiori a sera
quando il tramonto s’avvera,
a che serve la dolce fragranza,
dei vellutai petali la danza
quando un refolo avanza,
non certo a consolare il pianto
dei tuoi tristi occhi, tanto
nessuno
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Ho regolato il fuoco
in funzione della pioggia
che inesorabile cadrà
allagando speranze
e cumuli di sogni.
Ho alimentato una pira
dalle fiamme azzurre
che investirà la notte
fredda e solitaria.
Non avrò più bisogno
di elemosinare le tue
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Predilige il sogno
mani indaffarate
nelle incorporee fantasie.
Il pegno levigato
d’occhi semiaperti
plagia astrali
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Voglio un foglio bianco
per scrivere parole
che aiutino a disporre i miei pensieri
come al cuore si conviene.
Voglio esternare a te
quanto di più confuso
ho nel mio animo,
nella mia testa.
A te, che mi sopporti quotidianamente,
il grazie per
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| Mille penzieri ce so venuti ‘n mente
osservanno er cielo ricormo de stelle,
sembra ricamato quasi pittutato, pe
regalacce n’quadro bello e delicato
Come si fosse na coperta vellutata,
ce regala tepore e na veduta n’cantata
ce fa sentì protetti da
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Di quell’incanto il cuor zampilla
vital soffio d’amor ammanta.
Oh ti conobbi e ti riconobbi,
fu collasso di emozioni...
Amor che turbi e
d’amor vivi
vai e vieni e
di sogno in sogno
ti racconti e
rincorri il cuore...
Sognai d’amor sognai
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| Parla di me
fai di me la tua poesia
dimmi delle cose
amami a parole
- con le parole
precipita nei miei
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Anima persa
tra le pieghe
di un pensare distratto
di accadimenti
altri dal tuo contesto.
Sciogli le vele,
ché soffia
il vento della vita,
e voliamo,
come fuoco incorrotto,
sulle rotte
di Aironi cenerini
verso
intramontati
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“Marcello, noi ci amiamo intensamente,
facciamo sesso quando abbiamo voglia,
nel nostro matrimonio c’è la stima,
l’affetto
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Vacillano sospiri
nell’agonia dell’aria...
Tutto è confuso
dall’isteria della notte
abile direttrice di malinconie aliene.
Tutto si perde
nel sangue crepuscolare
di emozioni di spine e more.
Allo sbocciare delle farfalle
in preghiera
ai
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