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Michelangelo La Rocca

Michelangelo La Rocca

Sono nato a Raffadali (AG) il 4/5/56 e nel ‘74 ho conseguito la maturità classica presso il liceo Empedocle di Agrigento. Appena diciottenne mi sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo presso la quale mi sono laureato nel 1978. Ho subito vinto il concorso per Segretari Comunali ed a ... (continua)


La sua poesia preferita:
L’amaro sapore del nulla
E’ molto amaro
il sapore del nulla
dei giorni trascorsi
senza storia, né memoria.
Il passato recente e lontano
annega...  leggi...

Nell'albo d'oro:
Abolire la guerra
La guerra ci tiene
col fiato sospeso,
nella nostra vita
ha un orribile peso.
Migliaia di morti,
paesi distrutti,
gente affamata,
dolorosi lutti.
Non ha proprio senso,
è retriva, antiquata,
è tragedia orribile,
ormai superata.
E’ giunta...  leggi...

Il percorso d’addio
Morire non è l’istante
in cui tutto finisce,
il cuore si ferma,
la vita svanisce.
E’ un percorso lungo
incerto,...  leggi...

Il cielo, il sole, la luna e la pace
E’ scuro il cielo,
di nero ammantato,
nuvole di polveri infuocate
coprono il pacifico azzurro.
Cosa aspetta il sole
coi suoi raggi luminosi
a restituire al cielo
il suo consueto splendore?
Cosa attende la luna
col suo chiarore
a fare brillare...  leggi...

Il candore al potere
E’ notte fonda,
una lunga nottata,
che ritorni l’alba
non è cosa scontata.
Nel cielo rimbombano
rumori di guerra,
a un filo sottile
è appesa la terra.
Ospedali distrutti,
teatri annientati,
gli uni contro gli altri
gli uomini armati.
Sullo...  leggi...

La sfera che brucia
La nostra terra
è una sfera che brucia,
abbiamo tradito
la sua fiducia.
Avremmo bisogno
di un pianeta di scorta
o...  leggi...

Un pianeta da salvare
Soffre tanto
il nostro pianeta,
non sa dove andare,
ha smarrito la meta.
Nessuno riflette
sugli errori fatali
che sono all’origine
di tutti i nostri mali.
Il nemico invisibile
ha inviato un segnale,
c’è poco tempo
per poterci...  leggi...

Vorrei la salute per un minuto
Ricordo ch’ero ancora ragazzino
quando mi lasciasti quel mattino.
Era cielo d’autunno e freddo il sole,
cambiò la mia...  leggi...

La lunga nottata
E’ lunga la notte,
non tramonta la luna:
Perché uomo?
E’ solo sfortuna?
Non sorge l’alba,
non spunta il sole:
Come...  leggi...

Michelangelo La Rocca

Michelangelo La Rocca
 Le sue poesie

La sua poesia preferita:
 
L’amaro sapore del nulla (16/02/2020)

La prima poesia pubblicata:
 
I colori della mia terra (12/10/2011)

L'ultima poesia pubblicata:
 
Corriamo verso il nulla (23/03/2024)

Michelangelo La Rocca vi consiglia:
 I colori della mia terra (12/10/2011)
 L’amaro sapore del nulla (16/02/2020)
 La lunga nottata (25/03/2020)

La poesia più letta:
 
U viddanu (14/12/2011, 8162 letture)

Michelangelo La Rocca ha 9 poesie nell'Albo d'oro.

Leggi la biografia di Michelangelo La Rocca!

Leggi i 1471 commenti di Michelangelo La Rocca

Le raccolte di poesie di Michelangelo La Rocca


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Michelangelo La Rocca

U viddanu

Dialettali
Parti lu viddanu
cu lu scuru
pi la campagna
accavaddu lu mulu.
Lu cani abbaia,
la crapa fa mee...
e lu patruni
dici: tevèe...
Arriva fora,
si metti a zappari
e unn'avi tempu
mancu pi mangiari.
Tracodda lu suli,
torna a la casa
e la muglieri
mancu lu vasa.
Du fila di pasta,
u biccheri di vinu
e si va curca
pinsannu... o matinu!

ECCO LA TRADUZIONE COME DA VOI RICHIESTO.

Il Contadino

Parte il contadino
con il buio
per la campagna
cavalcando il mulo.

Il cane abbaia
la capra fa mee...
ed il padrone
dice. .tevee...

Arriva in campagna
si mette a zappare
e non ha il tempo
neanche per mangiare.

Tramonta il sole,
ritorna a casa
e la moglie
neanche lo bacia.

Due etti di pasta,
un bicchiere di vino
e va a dormire
pensando al... mattino!

Club Scrivere Michelangelo La Rocca 14/12/2011 23:18| 4| 8163


Hanno inserito questa poesia nei propri segnalibri: - Melina Licata - Giovanni Ghione - Giacomo Scimonelli - Alberto De Matteis
Possiamo elencare solo quelli che hanno reso pubblici i propri segnalibri.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
Se vuoi pubblicare questa poesia in un sito, in un blog, in un libro o la vuoi comunque utilizzare per qualunque motivo, compila la richiesta di autorizzazione all'uso.

Nota dell'autore:
«Ripropongo una mia vecchia poesia ispirata alla dura vita dei contadini siciliani nel primo dopo guerra.»


 
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Commenti sulla poesia Commenti di altri autori:

«Era veramente dura la vita del contadino di tanti anni fa. Partiva per la campagna che era ancora buio, dopo avere dormito soltanto per poche ore. Partiva a cavallo del suo mulo, gli facevano compagnia il cane e una capretta... Arrivava al campo e si metteva a zappare, lavorava sodo e non aveva tempo neanche per mangiare. Quando ritornava non riceveva nemmeno il bacio della moglie anche lei stanchissima per il duro lavoro svolto a casa, (non esisteva lavatrice, nemmeno cucina a gas, in alcuni casi non c'era la luce elettrica). Era una vita d'inferno, il contadino non aveva il tempo di niente, nemmeno di pensare. Apprezzo la poesia di questo autore, sembra che attinga dal verismo di Verga...»
Club ScrivereSara Acireale (14/12/2013) Modifica questo commento

«Altri tempi altra vita più dura, altra aria da respirare più genuina. Una vita dedita al più duro dei lavori per la nostra gente siciliana di una volta, quello del contadino che partendo all'alba per sfruttare le ore fresche del mattino, rincasava al calar del sole con la stanchezza addosso per le ore ed ore a zappar la terra, una terra amata, una terra dura, terra grata ed a volte ingrata. Un quadro campestre molto suggestivo in cui si denotano i colori, gli usi ed il sapore amaro di una volta con note di musicale vernacolo. Plauso!»
Angela Schembri (30/05/2017) Modifica questo commento

«Veru è!! Lu bravu Pueta parra di lu passatu chinu chinu ri sacrifizi. Lu viddanu nun s’arrinniva mai... travagghiava ra matina finu a sira. Nun sapiva chi vuliva diri lu riposu... nun canusciva i festi e li duminichi. Sapiva sulu na cosa... ava travagghiari pì purtari lu pani ‘n casa.
Sono tanti i contadini che in quel periodo scelsero di restare in Sicilia, anziché andare al nord per cercare un lavoro diverso e meno stancante... ma ci sono uomini che nascono con un destino... sono uomini che nemmeno pensano di abbandonare la propria terra natia. Adesso, dopo decenni, le campagne siciliane versano in uno stato di abbandono totale. Sono pochissimi i "viddani" che curano le loro terre con amore. Mi commuove la vita di questi uomini. Stupenda Poesia»
Club ScrivereGiacomo Scimonelli (06/07/2020) Modifica questo commento

«Non ho avuto bisogno di leggere la traduzione poiché il dialetto siciliano è molto simile al salentino e poi leggere nel vernacolo è sempre più immediato e più vero. Sono ricordi della dura realtà del contadino di una volta... lavoro dall’alba fino al tramonto, con la schiena sempre china e senza interruzione. E una volta tornato a casa visibilmente stanco ma contento, due etti di pasta, un bicchiere di vino e va a dormire pensando al mattino e al lavoro del giorno successivo, sempre lo stesso. Lirica apprezzata e che si fa leggere tutta d’un fiato per la spontaneità delle immagini.»
Club ScrivereAlberto De Matteis (22/02/2022) Modifica questo commento

La bacheca della poesia:

smiley Una vita senza soddisfazioni e priva di (Giacomo Scimonelli)

smiley spensieratezza... solo sudore e stanchezza. (Giacomo Scimonelli)

smiley Una Poesia che mi ha commosso... e non poco (Giacomo Scimonelli)

smiley Complimenti Michelangelo... capisco la traduzione (Giacomo Scimonelli)

smiley per chi non comprende la lingua Siciliana... ma la (Giacomo Scimonelli)

smiley composizione in vernacolo è sublime... semplice, (Giacomo Scimonelli)

smiley efficace e coinvolgente. (Giacomo Scimonelli)

smiley Bella ed apprezzata. sf (Alberto De Matteis)


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