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Marco Viti Benocci
Le 112 poesie di Marco Viti Benocci
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Rampollo sono
nella rosa dei venti,
col mio pietoso suono
tra sogni marciscenti.
Mi sento uno straniero
dal tremulo
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voli di chiurli fra mare e verdi valli,
moti di cielo tra vergini cristalli
di gelo da mattina a sera,
che ammanta in una
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Azzurri cieli in luoghi lontani,
sono specchi sereni negli altopiani,
apron dolcissimi pensieri vani
di liete primavere
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Beato Giovanni tra i boschi sospirosi
la tua fede si illumina di canti luminosi
ed esci fuori dalla vita menzognera
che è
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Continui a vivere sull’orlo della tolleranza
col tuo bicchiere stretto nella mano e un sogno in lontananza
e senti il
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Dimora nel tempo dei miei sogni
una folle, solare innocenza,
dove acini di pianto con veemenza,
si abbracciano a luci
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Lunga è la giornata di raccolta
con le tue vecchie
mani di bambino;
immagini dolci
si aprono ai tuoi occhi
aperti
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Il silenzio venne
dopo la fatica,
il silenzio ritornò
in un’alba antica.
A chi vuoi donare
l’ultimo respiro,
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L’incanto tra le fronde,
del richiamo dei merli,
è un racconto senza parole il bosco
e le labbra dei canti sono
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Semi nelle labbra dei bambini,
fronde di primavera
aperte al sospiro
di luce del sole.
Con le dita
di piccoli giganti
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L'erba eretta al vento,
nel giaciglio di madre terra;
silenziosa, fresca carezza,
la nuova stagione nasce.
Soave festa,
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Dove sarà andata la tua
levità di compagna,
ha un ardere lento la lama,
che un tempo era
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Era un lampione lento,
l'amore, quella mia notte,
era un lampione buio,
era un lampione spento.
Sotto a un tetto
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Le lievi cicale
hanno il canto del sole,
oltre l'esausta fiamma che suole
esser l'agire dell'umano male.
Umano non
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Piccola tessitrice di amorose frodi,
uno forse ti capì,
ma io non lo conobbi,
l'oblio mi spense dentro
un calore
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Disturbo la noia ascosa delle cose,
che scosse le gambe,
ai nudi pensieri che vanno
e d'ogni riga
faccio tua
la dolce
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Libero, senza più gogna
e del godío dei sensi, un canto
tenero tenere.
Tenero sentire l'odore
dei tuoi
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I giorni sono quieti,
come le foglie d'autunno
che attendono la morte.
È questa la stagione
delle foglie
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Nessuno sarà figlio
più della muta strada,
né i vecchi suoneranno
zampogne di paura.
Vecchi per
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Nelle collinette di Ora
gira e rigira una parola
che non ti dissi mai e che ora
mi brucia in queste mani.
Soltanto te e
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Io credo ai molti dei:
le felci dei pianti millenari
e i vecchi giornali con su scritti
gli appunti della spesa,
le bucce
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Mio autunno,
che togli le foglie dai pioppi,
non mi lasciare in questa sofferenza,
ascolta la cantilena lenta dei
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La levità non sta
nell'ampio sedere d'un cuscino,
nell'urlo di scalmano,
con la schiuma a la bocca;
un minuto
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Tu avevi stile
nell'ucciderti ogni giorno
sotto l'ombra di una poesia morente.
Tu avevi stile e
oscillavi come una
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Impensato silenzio nelle cose del mattino,
la vespa che passa con un morbido canto,
poi muto, il giorno appena aperto.
La
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Novembre benedetto,
dove la diaspora lenta dei germani
si cheta nella palude lenta.
Novembre dei fiumi in piena,
della
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Nessuno sarà figlio
più della muta strada,
nè i vecchi suoneranno
zampogne di paura.
Vecchi per morire
non saremo più,
sarà una lunga attesa solamente
e mai più penserò
ai tuoi dolcissimi capelli
e
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I ricordi,
sono vaghissime maree di sogni,
che dilagan nella mente e fanno il seme
nascer, di luce dentro al
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Quello che oggi
è una vita ingenerosa,
lucente di virtù,
aveo da bimbo.
Moveva l'alma mia
un vago loco,
vaghissime campagne
e giorni lungamente desti.
L'umano abbietto fare
ancor non appariva
e giovinezza, frutto
d'un solo
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La natura all'alba
è il mio tempio,
dove le verdi fronde
mormoran la vita,
che nasce né boschi
dai canti dei merli,
che vivi s'innalzan
ai raggi del sole,
tra le umane parole,
che s'apron avvolte,
come dolci preghiere
a la
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112 poesie trovate. In questa pagina dal n° 21 al n° 50.
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