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Pasquale Farallo
Le 264 poesie di Pasquale Farallo
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In sue calde movenze
profondo mi scuote
l’attimo intenso
Distante nell’aria
de’ tenui bagliori
sospira il silenzio
Immerso nel fondo
disteso mi scorgo
perduto, nel mondo
All’ombra dei sensi
e di eterei sospiri
il soave abbandono...
Nel
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Incontrastata vive sulle più alte ed innevate cime
e vaga tra le nuvole d’un curvo cielo azzurro
il grande uccello dal becco ricurvo.
Maestosa e fiera è l’aquila reale
che va’ a caccia solo delle prede più ambite
e le migliori e prelibate porta nel
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Ho visto in me una luce interiore
nel suo lungo caldo abbraccio
mi sono perso e perfino goduto
come ùpupa assetata di calore
Allora perché sono così triste e muto
e mi rifugio in questo corpo delirante
fustigato dalle piaghe e dal tormento
fino a
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Ciò che più mi sorprende
in certi giorni grigi e freddi
è quel vago sentore di pioggia
che si avverte in ogni dove
e fuoriesce lentamente
dai cumuli di foglie inumidite
adagiate sul selciato
o sparse lungo i viali alberati
come ruvidi sentieri
di
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Con calma e con dolcezza
come sempre ti avrei parlato
e con il cuore in gola
negli occhi t’avrei guardato
se non ti fossi allontanato...
Ti avrei donato dei consigli,
accarezzato la tua fronte
ed ascoltato la tua voce
non a parlare invano
a
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Un uomo che ha due facce
ha certamente un gran da fare
a portare in giro quel gran peso
ma avrà pure i suoi vantaggi
poiché l’una guarda avanti
e l’altra è volta indietro
a guardare le sue spalle
come Giano ch’era bifronte,
egli dunque nulla
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Rimuginare lento e calmo
ricordi e clamori lontani
di antichi e lividi screzi,
baluginii appena accennati
nel cielo coperto di stelle
in questa limpida notte
adombrata da cirri
tra le fulgide maree.
Riannodare piano piano
tutto il mio
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Se ti avanza del tempo
non sprecarlo inutilmente
in discorsi senza senso,
rimani in silenzio
vedrai che le parole
ti verranno da sole
Dio ha creato la notte
il sogno di una grande nave
che ci viene incontro
per salvarci dalla bufera
non certo
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Dopo l’ultimo show si accasciò sul sofà
ormai stanca di ballare sulle punte
e non ne volle più sapere
di quel suo corpo ancor giovane e sodo
che a tutti offriva senza darlo a vedere
ma che a lei personalmente
non dava ormai più niente
nè il benché
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Da principio
fu molto dura la salita
tu prima di me
ed io dopo di te
poi noi due insieme
ansimando per la via.
Il castello era vuoto
quando venisti al mondo
poi arrivò l’inverno
portando le sue croci.
Di tanto strazio
mi rimase solo il
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L’ombra si volse, fino al limite scuro
un’aura fugace, come passero stanco
perciò non disse, ma mosse un passo
in frenetici baci si sciolse e tacque
ché in voli di bómbi non ci stanno.
Per lui,
il fine è come il mare, ma un po’ più in là
e ciò
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Le tue emozioni,
così lievi e delicate
son come refolo di vento
sulle pagine di un libro
che non finisci mai di leggere,
ma più sottili e vellutate
della brina del mattino
quando scende giù dai colli...
Vivi pure di emozioni
e vedrai, sarai più
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A volte senti
che ti manca un spalla
a cui poterti appoggiare
con la tua mano stanca
qualcuno che ti parli per ore
e ti faccia sentire
che ancor non è ora
di fermarsi a guardare
o di lasciarsi andare
Che quando ti svegli al mattino
ti dia una
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Pacate riflessioni
e dolcissime impressioni
sorgono dal cuore
in questo tepido e fugace
meriggio di Settembre.
Quante vivide emozioni
vissute intensamente
in questo refolo di tempo
salgono alla mente.
Nella profondissima quiete
della sera
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Momenti,
brevi istanti, gesti incongruenti...
Talvolta avvengono così velocemente
come fossero terribili sequenze
d’un violento film d’azione
facendoti commettere
inconfessabili bassezze.
Prima che tu te ne renda conto
ti passano davanti agli
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Uscire presto la mattina
con il canto degli uccellini
che friniscono nel nido,
tornare a casa stanchi
dopo una giornata di lavoro
tanto oggi è come ieri
tutti i giorni sono uguali...
Ma quando arrivi a casa
e ti stendi sul divano
senti le
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Invia un messaggio privato a Pasquale Farallo.
Genova nel cuore,
sul ponte brillano
le stelle più diverse
Libratevi nel cielo
senza più dolore
voi anime
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Al dolce cuor di donna
soave un fil di vento
sottile e circospetto
le preme il crine e il petto
Ella avanza lieve
leggiadra nel suo aspetto
e ad ogni passo un fiore
s’inchina per rispetto
Perfin la farfalletta
che le svolazza intorno
è lieta
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Il tempo ci consuma
come un cero al vento
che arde lentamente sui balconi
e c’illumina la sera
Una vecchia caravèla
che avanza nella nebbia
senza sapere né vedere
dove va con la sua vela
Solo affonda lentamente
i suoi remi tra le onde
in
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Notte di luna piena
notte di fauci ardenti
luci intermittenti all’orizzonte
e lupi assatanati
che reclamano la preda
Resterei qui tutta la notte
ad ascoltare il brusìo della pioggia
che scroscia, scende giù a dirotto
dal costone della
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Tu ardito ponte,
che congiungevi ad arte
nella città, del rio le sponde
col tuo mirabile artefatto
ed al cielo univi e al fato
le innumerevoli facce
di miriadi e miriadi
di automobilisti attenti, contenti
di percorrere così in fretta
le tue alte
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Arriva il momento
che rimani da solo
davanti a te stesso
e quello che vedi
non ti piace per niente,
lo specchio è fedele
svela tutti i difetti
Quello che sei
e che tu non vorresti
è sempre lì
davanti al tuoi occhi
che ti fissa smarrito
con
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Caligine scendeva
dai brulli ed irti colli
sospesi nella notte
che tutto oscura e avvolge
nel silenzio irreale,
e la vita era sospesa
in quelle oscure valli
così dimesse e solitarie
Solo s’aggirava un cuore
nel buio più totale
sospirando ad
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L’estate era già scoppiata
lungo il viale polveroso
dove tu sistemavi con cura
quei grossi cavalletti di legno
per adagiarvi le tue funi.
Famigliole spensierate
e combriccole di amici
tutti insieme allegramente
passavamo da quel viale
per
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Viali spogli
partono dal centro
dove un rumore di passi
riecheggia da lontano
soffuso e sminuzzato
nel silenzio rarefatto
dell’asfalto consumato,
poi irrompe all’improvviso
ululando e schiamazzando
una schiera di giovinastri allampanati
che
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Bali, che dolce incanto...
Io cammino lentamente
osservando ad ogni lato
con mistico stupore
e inarrivabile mistero
pagode che sfidano il cielo
e i tuoi innumerevoli templi
d’inconsueta architettura.
Fermo ad ogni passo
guardo verso l’alto
e
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Sempre son tornato
al mio dolce paese natìo
non per semplice capriccio
Ma perché io quivi giungo
per riposar le membra
e rivedere il sole
Per odorar la terra
e sentire il suo calore,
per annegar nel mare
Pensieri e batticuore
e udire la
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Tu, che a me da presso
amor nella mia vita
riaccendere t’appresti
Quante cose vorrei dirti
io, che sono qui
felice ad aspettare
E che non so se sarò io
o forse, meglio, qualcun altro
più degno e timorato a viverti d’accanto
Pure amerei
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Sospesa è la goccia
che l’aria ferisce
e cambia il destino
dell’umile pino
ricrea
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M’incammino solitario
lungo una pista silenziosa
e del tutto mai battuta
cercando un riparo
dove la mia anima stanca
possa avere ricetto
La mia è una flebile voce
che grida nel deserto
cercando una sponda,
qualcuno che mi ascolti...
Un
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264 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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