Pubblicare poesie

Fa... volando
di Peppe Cassese

Le 21 poesie pubblicate nella raccolta


Biancarosa

Fiabe
Biancarosa
Era un paese freddo assai gelato
col bianco e con la neve in ogni lato
una stagione artica la sola
ed era ghiaccio anche la chiesuola
tanto che quando il popolo pregava
nell’aria un’ombra gelida si alzava
e tante nuvolette incappucciate
che al polo le vendevano incassate.

Anche la gente mezza assiderata
nel sangue aveva l’anima brinata
ed ognuno pensava solo a sé
e come loro era anche il re
che aveva sulla testa intirizzita
una corona di neve infreddolita
e si chiamava Carlo il Polarino
col naso di un bel ghiaccio verdolino.

Ma un giorno guarda caso sorte inversa
una bambina magra e un po’ diversa
mentre spazzava in casa scivolò
e dal faccino il sangue gocciolò
sopra la terra brulla e per magia
spuntarono le rose sulla via
nei campi sopra i monti e in ogni cuore
e in tutti scoppiò magico l’amore.

Ora quel mondo freddo ha un altro nome
conosce le stagioni e non so come
la neve è diventata un caso raro
e il cielo insieme al sole è sempre chiaro
la gente si sorride ed è ospitale
si abbraccia ogni momento e sul portale
trovate scritto solamente in prosa
“Questo è il paese della Biancarosa”.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 15/01/2017 14:46 2 2321

BiancaCenere

Uomini
BiancaCenereIl principe da azzurro sarà nero
e Cappuccetto lascerà il suo lupo
e l’orco trasformato in un bel pupo
sarà fatto da Circe condottiero.

Il paladino Orlando col cimiero
sentirà l’olifante sordo e cupo
e Renzo giù nel lago da un dirupo
si lancerà perduto in un mistero.

E storie fiabe favole e novelle
avranno un’altra trama e un altro attore
e cambieranno volto e pure pelle

ed il finale caro mio lettore
sarà infelice e mesto e in ciel le stelle
perderanno per sempre lo splendore.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 05/10/2014 13:11 2605| Racconto su 'Quando finirà'

Fata Dovina

Fiabe
Fata DovinaFata Dovina era piccina
alta una spanna povera in canna
soleva dire tutto il futuro
e l’azzeccava sempre lo giuro.

Non era ricca né miserella
si accontentava di una ciambella
era golosa ma a cucinare
lei non sapeva come e che fare.

Un giorno un mago ben travestito
volle Dovina mettere in prova
e chiese: “Fata domani presto
dove lo trovo un giorno di resto?”

“Lo trovi a zonzo – rispose Ina –
che si è nascosto nella cantina.
Ma se lo guardi con attenzione
subito noti quanto è imbroglione.

Si dice mago e vuole scovare
chi col futuro non ci sa fare
e va girando per monti e valli
senza una stella rompendo i calli.”

A questo punto Mago Robusto
concluse: “Brava! Hai colto giusto.
Ma adesso dimmi quante ciambelle
ho nella borsa e quante frittelle?”

“Nemmeno una – fece la fata –
come la testa è vuota e forata.
Tu sei il gran mago del lato in disuso
che ogni tanto rimane precluso.

Se avessi fede un po' nella gente
saresti luce divina e splendente.
Se avessi un cuore con pane e coraggio
avresti un credo e saresti più saggio.”

Mago Robusto da scaltro burlone
capì sul serio quella lezione
e da quel giorno ogni mattina
dieci ciambelle a Fata Dovina.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 26/09/2015 07:01 2405

Fata Serpente

Fiabe
Fata Serpente
Fata Serpente era così triste
che ogni giorno nuvole nel cielo
e tanta pioggia con dei lampi e tuoni
che i ragazzini andavano bocconi.

Neri serpenti al posto dei capelli
sopra la fronte e sopra gli occhi belli
un sortilegio di mago Cagliostro
l’aveva tramutata in brutto mostro.

Lei non usciva di casa per paura
di quella faccia diventata dura
e chiusa al buio in quella sua sventura
malediceva l’algida fattura...

Tutta la gente si chiedeva il come
e la colmava di biglietti e doni
ma lei insisteva nelle sue doglianze
senza dar retta alle incessanti istanze.

Pianti lamenti grida verso il cielo
piedi sbattuti e mani tremolanti
Fata Serpente era proprio in crisi
con le graffette ed anche con gli incisi.

Allora un bimbo candido di neve
andò da lei un giorno di soppiatto
sempre in silenzio le si avvicinò
e con le mani la fronte accarezzò.

Lei sentì un dolce brivido di sole
il sangue caldo agire nelle vene
e nel guardarlo si gonfiò il suo cuore
dentro quegli occhi lesse solo amore.

Tutto ad un tratto il sole ritornò
e un cielo azzurro il giorno colorò
ed i serpenti tra i capelli mori
tosto mutati in variopinti fiori.

Ora è tornata fata Macramè
ed offre a tutti pasticcini e tè.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 27/09/2015 15:05 1 2371

Insieme a te

Fiabe
Insieme a te
E volo insieme a te intorno al mondo
con l’ali rubacchiate al divenire
mio grande amico nato all’imbrunire
nel gioco di un ramuto girotondo.

Insieme a te col niente mi circondo
dei giorni che non possono ingiallire
e ti riscopro pronto ad imbastire
un cielo con le stelle il più profondo.

Non so da dove vieni e se scompari
ma il cuore mio ha inventato dei ripari
per dare alle tempeste senza freno

un grande audace e allegro arcobaleno
che vivo con passione e fantasia.
Insieme a te la vita è tutta mia!
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 03/09/2016 00:13 2325

La filastrocca di fata Natalina

La filastrocca di fata NatalinaDolce fata Natalina
non s’addorme la bambina.
Su racconta, a lei che aspetta,
una splendida storietta!

“ Certo cara, eccola qua...
Tanto e tanto tempo fa
nell’Oriente non lontano
era sveglio un artigiano
ché la donna sua impalmata
col pancione era arrivata.
Non sapendo chi e perché
si rodeva stando in piè.

Ci fu allora in un sol niente
una luce iridescente
una musica corale
e una voce celestiale:
“ Non temere, buon Peppino,
nella pancia c’è il divino.
Fra le donne, benedetta,
la tua sposa è stata eletta.
Nasce il figlio di Dio Padre
e Maria sarà sua madre.
Presto su non esser lemme
va con lei a Betlemme.”

Detto fatto lui ubbidì
(era giusto un venerdì).
Là nessuno li ospitò
ma una stalla lui trovò
e tra un bue e un asinello
nacque allora il Bambinello.

Cori canti feste e suoni
re pastori e processioni
la cometa e gli angioletti
su nel cielo e sopra i tetti
a intonare l’alleluia
che imbiancò la notte buia...”

A quel punto la bambina
s’assopì con la mammina
e Gesù (la cosa è certa)
le passò la sua coperta
smisurata dell’amore
grande quanto il suo Dio- cuore.

Filastrocca natalina
questa notte sta in vetrina
e nel letto ben scaldato
dorme il Cristo appena nato.
Racconto in esclusiva
Racconto in concorso
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 08/12/2013 17:19 3692

La zanzara imprudente

Fiabe
La zanzara imprudente
In un piccolo anfratto stretto e scuro
si era riparata una zanzara
e cosa certa ma non tanto rara
era convinta d’essere al sicuro.

Un ragno ben nascosto dentro il muro,
l’avvolse con il filo a mo’ di bara
dicendole: “ Per pranzo, sai mia cara,
mia ospite sarai, io te lo giuro.”

E quella poveretta rassegnata
“Che fine maledetta devo fare!
Credevo la mia vita tutelata

e invece il mio destino è trapassare
dal sangue di una bimba addormentata
al ventre di un ragnetto da impinguare.”
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 15/10/2014 08:49 2928

Martin's tale

Fiabe
Martin's tale
Lupo Martino un po’ balzano
dai suoi compagni stava lontano
perché sentite tutti i mattini
egli giocava con gli agnellini.

Quando divenne un giovanotto
lui frequentava un orsacchiotto
della foresta in cima al monte
facendo tuffi dentro una fonte.

Ma il guaio grosso più clamoroso
(te lo racconto in tono gioioso)
fu quando Marty si innamorò
di una cerbiatta e la inzampò.

Cori frastuoni contestazioni
un bel processo con i soloni
che sentenziarono in un afflato:
“ Il lupo matto venga esiliato.”

E detto fatto venne scacciato
lupo Martino l’appassionato.
Adesso vive in una grotta
con la consorte la cerva Dotta

e coi tre figli alquanto curiosi
simili in parte a nostri due sposi
con zampe e muso di lupo grigio
e sulla fronte le corna: prodigio!

Sono felici naturalmente
tutti i cerlupi segno evidente
che vinci sempre in amore se dai.
Spengo la luce che a letto ora vai.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 28/06/2014 06:07 2 3522| Racconto su 'Il lupo che sapeva amare'

Mio vecchio carillon

Fiabe
Mio vecchio carillonE suoni ancora
vecchio carillon
un po’ stonato e in parte trascinato
la musica che il sonno accompagnava
nei giorni che la vita mi cullava.

E il tempo mi riporta
e ancora dura
la mano di mio nonno che con cura
capitanava i sogni miei di quando
io combattevo insieme al prode Orlando.

Ma tu sei stanco
vecchio carillon
e avanzi lentamente intorpidito
anche se dolcemente io qui ti invito
a rinnovare almeno un sol momento
la volta che volavo a più di cento.

E mentre accelerando
mi accontenti
ti arresti all’improvviso e ti tormenti
e con un dlin ripreso e soffocato
mi avverti che quel tempo è ormai passato.

Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 01/12/2013 00:32 1 8718| Racconto su 'Il carillon incantato'

My friend Nella

Fiabe
My friend Nella
A dire il vero
è piccola così
una pallina di colesterolo
e cui fa bene il volo.
Apre le quattro alucce
di vainiglia
e mi saltella tra le cinque dita
con la sua gioia birba e indefinita.

Minuscola sul rosso
a punti
è la mia amica
avvolta nel mistero
che chiamo Nella
e se non lo sapete
combatte la sfortuna
e pur la jella.

Sono tre giorni
che mi gira intorno
che mi racconta storie
sue inventate
e a volte se ne ha voglia
mi recita dei versi
che lei ha scritto
sopra di una foglia.

Non so se mi somiglia
e quando è nata
ma è piccola minuscola
e gitana
e forse il suo domani
è attesa vana.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 04/09/2016 06:51 1741

Natalino l'angelo piccino

Festivita'
Natalino l'angelo piccinoE’ stato scelto proprio dal buon Dio
piccolo quanto un fiore di campagna
azzurro più del cielo di settembre
speciale con un compito preciso
di dare luce al mondo col sorriso.

Attende tutto l’anno alla finestra
con l’ali sempre pronte e palpitanti
sereno come un canto di frontiera
felice del suo compito piccino
di essere da faro al dio bambino.

Ripassa ogni momento i passi suoi
controlla ad ogni istante la cometa
i tre Re Magi Erode ed i pastori
Giuseppe con Maria predestinata
la grotta alla bisogna preparata.

E quando giunge infine l’ora attesa
lui scende sulla terra per l’impresa
sveglia i pastori e canta a tutta foia
“ E’ nato chi vi porta vera gioia!
Io pace annunzio e buona volontà...
bussate il Bambinello vi aprirà.”
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 28/12/2014 09:13 2365| Racconto su 'Sospiri d'attesa'

Poesiucola

Fantasia
PoesiucolaÈ il mio demonio eretico
è l’angelo impudente
che tramano per perdersi
in questo dolce niente
dove che il sole recita
le stelle fanno a gara
a navigare al netto
col lordo della tara.

È il primo e forse l’ultimo
è l’attimo segnato
che cercano nel tempo
il giorno mai scovato
nella certezza effimera
di stringere passivo
il cuore tramortito
che palpita ossessivo.

È il passo riscoperto
la strada senza età
dove si trova il dubbio
che compagnia non ha
dolente e così arido
proibito dal teorema
la notte che i giganti
coi nani sono in tema.

È il soffio senza vento
il moto in atto dentro
che scrutano nell’anima
il vuoto assieme al centro
dove una luna misera
si muove in tutta fretta
per imbiancare il cielo
che imbambolato aspetta.

È il sogno mio sincero
il letto più mendace
che giacciono incoscienti
nel petto molle e audace
trovando nel non essere
la magica realtà
che vivida col verso
in volo si alzerà.

In rima oppure a caso
quantista o impenetrata
si affida alla sua musa
fedele ed invocata
che s’agita impulsiva
nel cielo ingordamente
sperando di congiungersi
al cuore della gente.
Racconto in esclusiva

Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 21/03/2016 00:36 7219

Rainbow love

Fiabe
Rainbow love
Un lupo grigio amava Cappuccino
rosa ciliegio e dolce il suo visino.

Nel bosco verde quando la incontrava
tre enormi rose gialle le donava
e un giorno arancio splendido di sole
ebbe un coraggio nero e le parole
uscendo a fiotti azzurri dal suo cuore
giurarono alla fulva donzelletta
con tono verdeoro e ovvio in fretta
tutto l’amore intensamente rosso
che corrugava cremisi il suo dorso.

Allora la ragazza imporporata
nel suo sorriso avorio e appassionata
con la voce argentina sospirò
e con un “t’amo” malva ricambiò.

E la nonna antracite o forse più
si consolò col cacciatore blu.
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Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 29/06/2014 08:02 1 3156| Racconto su 'Il lupo che sapeva amare'

Re Balbetto

Fiabe
Re BalbettoC’era una volta un re ba... ba... bulziente
che se parlava non ca... capivi... niente
e si credeva un ci... ci... cicerone
chiosando spesso un se... se... se... sermone.

La gente lo chiamava re Balbetto
e lui pensò adirato a un bel giochetto.
Chiamò le guardie e rapido ordinò
"Ta... ta... tagliate lor la lingua almeno un po’!"

Ma tutti si portarono dal re
gridando: "Ba... bal... balbettiamo come te!"
E Balby sorridendo disse: "E’...è...è...vero!
Allora mi... mi... ascoltate per intero."

Così successe e quando lui pa... pa... parlava
la gente con pa... pa... pazienza l’ascoltava
ma ripeteva in mente il vecchio detto
“E’ peggio un re ba... ba... balordo
che Ba... Ba... Balbetto!”
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 28/11/2015 06:35 2493

Re Baldo

Fiabe
Re Baldo
Re Baldo era grasso e piccolino
grande soltanto quanto un nichelino
rosso posticcio sempre un poco alticcio
gridava a tutti “Sono io la morte”
credendosi padrone della sorte
e faceva tagliare teste a chi
era più alto a sera il venerdì.

Quello che aveva era troppo grosso
ed ogni veste gli cadeva addosso
una nave con mille e più cabine
un super suv che teleguidava
un tablet sui cui tasti scivolava
una piscina in cui si ci perdeva
insomma tutto enorme gli pareva.

Lui era triste pavido e cattivo
e non usava mai l’indicativo.
Quando gridava solo lui sentiva
ma un giorno cari amici che portento
una lente trovò d’ingrandimento
e guardandosi dietro quell’oggetto
si vide tanto alto: era perfetto.

Allora non tagliò mai più le teste
e invitava la gente a balli e feste
felice del suo grande mutamento.
Era re Baldo grasso e piccolino
alto soltanto quanto un nichelino
ma con la lente si scoprì un gigante
grande perfino quanto un elefante.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 01/12/2015 07:30 2623

Rosaregina

Fiabe
Rosaregina
Rosaregina nacque un po’ canina
di un ambra candidissimo dorato
ed era la più amata nel suo prato
con verdi foglie e solo qualche spina.

Rosaregina amava l’aria fina
ed il suo cuore rosso inalterato
batteva notte e giorno appassionato
e tutti la chiamavano zarina.

Nel suo paese era una gran dama
ornata di colori e di fragranza
preziosa e variegata nella trama

un chiaro segno indubbio di eleganza
di quel piccolo regno vanto e fama
la storia sua adesso è una romanza.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 13/01/2017 22:39 1728

Rosaregina e Fiordicampo

Fiabe
Rosaregina e FiordicampoStracotta dal suo ruolo di zitella
(si figurava ancora guagliuncella)
‘a rosa se vuleva mmaretà
per cui mise l’annuncio sul giornale
scrivendo di suo pugno: “Eccezionale!
La regina del Campo dei ciliegi
cerca un marito giovane e prestante
un fiore altero nobile e galante.
No a perditempo e manco a un fannullone...
Domani ci sarà la selezione.”

Il giorno appresso fiori in quantità
giunsero d’ogni dove pe pruvà...
Gialli orientali e rossi dal Katai
bianchi da Londra e azzurri dalle Hawaii
bordò arancioni verdi e colorati
tutti naturalmente altolocati
il giglio col profumo travolgente
il girasole grosso e insofferente
garofani anemoni e gerani
papaveri oleandri e tulipani...

A uno a uno entrando nel salone
sfilavano ordinati in processione
belli spocchiosi avidi anelanti
giungevano da lei proprio davanti.
Mostravano diplomi e pedigree
certificati licenze e l’abbiccì.
Fieri e impettiti in faccia a sua maestà
speravano p’a gloria ‘e s’a spusà.

Essa ‘ntustata comme a na pupata
guardava cuntrullava e sentenziava:
“ Questo non va... Quest’altro ha tarda età...
Quello è tanfoso e ha peli in quantità...
Uno ha le foglie... un altro non le ha...
Non ce n’è uno... nessuno che mi va!”

Duraie tre juorne chesta carrellata
al quarto la regina rassegnata
stava lasciando il trono ma il mossiere
battendo il pavimento proclamò:
“Fioredicampo... principe di... Boh!
Signore della terre avvelenate
tutore di sementi disgraziate!”
Era piccolo nero sul violetto
vestito male e di brutto aspetto
(veniva dalle terre dei veleni
dove di cacca sono tutti pieni).

‘A reggina ‘o guardaie e un po’ piccata
nervosa furibonda esasperata
disse: “Pidocchio, ma che faie tu ca?
Sporco e pezzente a chi tu vuò 'mbruglià?
A me le guardie: sia buttato fuori...
io pratico soltanto illustri fiori!”

“Scusatemi, eccellenza, l’ardimento”
rispose Fiordicampo calmo e lento.
“ Lavoro dentro l’orto e a quel che sento
cercate un fiore che non ci può stare
che questa terra non ha da donare
per cui lo quale ecco la novella:
è meglio ca restate na zitella!
Ma ancora più importante, maestà,
guardateve int’o specchio pe’ pietà!
Siete una rosa sì ma vecchia assaje
non ci piantate allora dint’e guaie...
Siamo legati a voi o mia regina
pure si chesta vita è na mappina
ma lasciate ‘o penziero ‘e ve spusà
con qualche re straniero: po’ puzzà.”

La regina stupita ci pensò
e in un istante tosto sentenziò:
“Così sia fatto: Resterò zitella!
Un fiore alieno può recare iella
pecché si fete e nun se lava maje
dint’a stu regno porta sulo guaje!”

E detto fatto e fatto detto il patto
con fuochi luci e musica da sballo
finisce qui la fiaba ed io l’avallo.
Chi la racconta è il vecchio Fiordicampo
che in questa terra cerca ancora scampo
temendo ogni momento ca stu munno
pe colpa ‘e l’ommo se ne scenne a funno.
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 19/04/2014 12:55 1 2690

Se fossi re

Fiabe
Se fossi reSe fossi un re bambino
sarei un burattino
se fossi un re perfetto
io non avrei un difetto
se fossi un re malato
adorerei il gelato
se un re con la ragione
diventerei un buffone
se un re senza cervello
mi sentirei un uccello
e canterei per ore
per spegnere il dolore.

Se fossi un re di spade
farei tante sciarade
se fossi un re potente
avventurosamente
se fossi il re del vento
io correrei più a cento
se un re con il diadema
io non avrei più tema
se un re d’alto lignaggio
pretenderei il vantaggio
per vivere alla grande
in tutte le locande.

Se fossi un re guardiano
ti condurrei per mano
se fossi un re di fede
abbraccerei chi crede
se fossi un re d’amore
io t’offrirei il mio cuore
se un re di carità
farei tutto a metà
se fossi il re del niente
vivrei tra la mia gente
e dato che lo sono
da re questo è il mio dono.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 29/11/2015 07:13 2246

Senza mistero

Fiabe
Senza misteroE che mistero c’è
in questo nostro amore
in questo viaggio a due
sessanta e ancor di più.

Io figlio della guerra
più fredda che non c’era
e tu pulcino russo
che ho conosciuto a Minsk
febbraio quarantadue
soldato e prigioniero
il nostro punto zero.

Mistero ti ho cercata
la sete ti ha trovata
e solamente gli occhi
tessevano a piacere
due cuori in un paniere
e mi dicesti sì
tu muta ed io un po’ sordo
e ancora nel ricordo
c’è il primo bacio acceso
a quel tuo sguardo arreso.

Che lotta e che casini
per stare noi vicini...
Che lune sventurate
che bocche disgraziate!

“Non durerà che ore”
“E’ madre del dolore”
“Un anno e poi la fine!”
sentenze inappuntate
sceltissime cazzate
nel dare la risposta
al nulla che ci costa.

E invece siamo qua
baciati da un’età
che conta i suoi minuti
rapiti dal mistero
e più non sembra vero
che un tal scomposto amore
sia vivo cuore a cuore.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 07/01/2016 07:26 2 2538

Sottosopra

Fantasia
Sottosopra
Lo voglio sottosopra alla rovescia
così il Vesuvio fa il ganassa a Brescia
e l’Etna che sempre è un po’ fumino
passeggia con la lava al Valentino
e la nebbia fa un salto ad Agrigento
e il Piave scorre calmo a Benevento.

Lo voglio capovolto a testa in giù
con la Padania persa dentro il blu
di questo mare unto e maltrattato
da quando Cristo ad Eboli è passato
e la neve fa festa a Taormina
e il sole scalda l’aria di Cortina.

Lo voglio rovesciato col deserto
che vaga sopra il polo a cielo aperto
con Nuova York che naviga a Dubai
e il Che Guevara gioca col Dalai
con Otto che va a spasso con Gennaro
e la pecora si accoppia col giaguaro.

Lo voglio sottosopra amico mio
proprio al contrario come ha fatto Dio
col cuore che controlla la mia mente
col volto sotto i piedi inversamente
coi ricchi tra barboni e poveracci
che hanno indosso solo vecchi stracci.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 24/03/2017 21:51 1661

Desiderata

Fantasia
Desiderata
Vorrei che il cielo non fosse più azzurro
che alle sue notti spuntassero ali
per arrivare ai tuoi terminali
che il mio sorriso avesse più denti
Giuda e Caino due bimbi innocenti
che il dio dei ricchi donasse una casa
alle favelas di Rio e Kinshasa.

Vorrei che il vento spirasse a sussurri
che le tempeste portassero fiori
per abbracciarci con mille colori
che il verbo dare occupasse un gran letto
per coniugare il tempo perfetto
Afro e Cupido mettessero urgenza
per tacitare la mia insofferenza.

Vorrei che gli occhi scaldassero il sole
e il nostro credo parlasse sincero
per affrontare ogni impervio sentiero
che l’impazienza corresse più in fretta
per somigliare alla donna che aspetta
che il mio bisogno spensasse fortuna
senza impegnare la candida luna.

Vorrei che l’acqua fluisse a risate
che dal silenzio sorgesse una voce
per depurare la mente più atroce
che le frontiere abbattessero i muri
per rischiarare i miei lati più oscuri
che la speranza potesse gioire
per la miseria già pronta a sparire.

Vorrei che il mare baciasse la terra
che l’onda armasse la voglia di fare
per cancellare ai dispersi le bare
che il mio cantare giocasse alla pace
per non sembrare perdente e mendace
che a coro assieme gridassimo a orchestra
che questa vita ogni giorno è una festa.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club ScriverePeppe Cassese 14/07/2015 08:09 2692



My life
Peppe Cassese Seduto sopra il tempo e la sua cima
io srotolo la trama inadempita
per raccontare brevemente in rima
dal fondo a tale vetta la salita.
Io ero e sono ancora sbarazzino
fremente con le favole del cuore
lustrando uno stentato scribacchino
col calcio mai mollato dell’ardore.
Studente disatteso e insofferente
stagnavo in mezzo ai banchi allo sbaraglio
ma chiuso tra le mura di un veggente
al sole del piacere ho dato un taglio
e un giorno senza maghi e senza santi
ho scoperchiato intatta la mia vena
e mentre catturavo idee volanti
dal mare degli abissi venne piena
la rete mai svuotata della musa
e ad una ad una a cento a cento a mille
la penna affastellava la cambusa
dall’innocenza al mio tallon d’Achille
volando e sorvolando con le ali
di chi guazzando a terra nel liquame
scorgeva viaggiator fenomenali
tracciando nuove rotte a vecchie trame.
E questo sono quello che non voglio
l’impronta che ha lasciato un solo segno
un fiore arcobaleno col germoglio
lo slancio che a tant’altri ancora insegno.
E questo voglio quello che non sono
un ladro che razziò la fantasia
il re di un’odissea senza il suo trono
nel film che è titolato “VITA MIA”!

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