Come variopinta farfalla,
che su fiori aulenti si posa,
su di te, piccolo mio fiore,
diffonde il sole ogni suo raggio.
E tu, verso il sole protendi
la mano col tuo aquilone,
che sale, discende e risale
insieme al tuo sguardo estasiato.
Intorno, un volo di gabbiani
nel dolce aere t'accompagna,
nel segno d'un arcobaleno
che ogni nuvola ha già squarciato.
Ora, in quell'azzurro di cielo,
insieme all'amor dei tuoi cari
che vivon con te questo sogno,
prosegui il tuo viaggio dorato. |
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Tu sei quel fiore profumato
che nel giardino sta crescendo,
che del calor del sol si nutre
e del candor di luna piena.
Ogni mattina la rugiada
i tuoi petali va irrorando,
di perle argentee li colora,
che poi si schiudono col sole.
E quando vien la notte fonda,
dal cielo scendono le stelle,
e con la lor sorella luna,
per te cantan la ninna nanna.
Una farfalla poi si posa
sulla candida tua corolla,
ed insieme nella quiete,
voi attendete nuova aurora. |
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Se fossi un albero d'abete
mi spezzerei in tanti rametti,
ed al crocicchio d'una via
vorrei restare questa sera.
Ma il prodigio s'è già avverato
ed ho qui mille e più alberelli,
che, come tante stelle in cielo,
irradian luce a tutti quanti.
Arrivan bimbi, adulti e vecchi,
e ognun che passa il suo si prende,
e all'improvviso il piccol ramo
s'è trasformato in Bambinello.
È un miracol, gridano tutti,
abbracciandosi con fervore,
tenendo stretto al loro cuore
il dolce viso di quel Bimbo.
E si ricordan ch'è Natale
ch'allieta, è pace e dà speranza,
e spinge tutti a fare il bene,
anche col semplice sorriso. |
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Magica notte... notte d'amore,
notte che unisce i cuori e li fa palpitare.
Splende la Stella, là sulla grotta,
ove è nato un Bimbo, nato per noi.
Arrivano tutti, grandi e piccini,
uomini, donne, potenti e indigenti,
per adorare il Re della gloria.
Ed una luce di gioia tutt'intorno s'irradia.
È quel Bimbo divino che grazie dispensa
a chi con fiducia a Lui si rivolge.
È Natale, Natale di gioia, Natale d'amore.
Sorride il creato, sorride ogni cuore. |
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Presto... presto... sta arrivando,
sulla scopa sta volando
la Befana, la vecchina
dalla flebile vocina.
Sulle spalle ha una bisaccia,
stretti tien con le sue braccia
i regali per bambini,
quelli grandi e i più piccini.
Sale, scende, vola via
con la solita magia,
e d'un tratto poi ritorna
e di doni tutti adorna.
Con un razzo va sul mare
ove ha visto pur sperare
tanti bimbi di migranti,
in balia di vil mercanti.
Ed a loro offre il suo manto
che li libera d'incanto
e li porta poi al sicuro
per diverso lor futuro.
E per questo la Befana,
che pian piano s'allontana,
è felice e sorridente...
non le importa più di niente. |
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E' il piccolo di dodici fratelli,
è Febbraio, e per nulla pensa a quelli.
Fa pure tante bizze e non si pente,
e col vento urla e il freddo tra la gente.
Ma se nell'aria incombe la bufera,
porta pur qualche dì di primavera.
E i bimbi attendon proprio lui, Febbraio,
per vivere un periodo un po' più gaio.
Poi di coriandoli empiono ogni via
per mandar fuori la malinconia.
E quand'egli si veste d'Arlecchino
è, quel Febbraio, proprio birichino.
Si lamenta infin d'essere il più corto,
e c'è qualcun che lo vorrebbe morto.
Ma lui resiste urlando tutt'intorno,
finché non gli è concesso un altro giorno. |
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Marzo arrivato è già di gran carriera
felice d'annunciar la Primavera,
dai fratelli consigli lui non vuole,
ma con le nubi gioca e con il sole.
Non cercar con lui di voler celiare,
ché nessuno sa come lui, barare,
e se ti mostra il sol, prendi l'ombrello,
ché molto spesso agisce da monello.
Contento, egli divide due stagioni,
fiero è di questo e d'altre sue ragioni,
e se qualcuno lo chiama pazzerello
lui crede sempre d'essere il più bello.
E pure, ai bimbi piace questo mese
che si dimostra lor molto cortese,
fa cogliere nei campi i primi fiori
per farne dono ai loro genitori. |
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E l’odoroso Maggio è già tornato,
di fiori variopinti inghirlandato;
son rose porporine, gigli e calle,
con bianche margherite in ogni valle.
S’alzano festosi i canti d’augelli,
sono merli, usignoli e pur fringuelli;
gioisce il cielo dipinto d’azzurro,
insieme a lieve di vento sussurro.
Colgon fiori i bimbi nei prati in festa,
mentre l’allodola il suo canto arresta;
con l’ali sue li sfiora e poi s’invola,
per iniziar nell’aer la sua carola.
È, Maggio, il mese caro alla Madonna;
Lei d’ogni esser creato è la colonna,
che il mondo ognor sostiene infino al cielo,
ed ogni male copre col suo velo. |
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