fuggendo dal vuoto
assaporo pensieri inespressi
bussando a porte già chiuse
il suono
di nocche su legno
vibra secco nel buio
non risponde
l'artiglio confinato lontano
che restituisce il presente
a brandelli
su strisce di passaggio
azzardo passi tremuli
verso orizzonti di carta
seguo la scia
di tramonti su strade
abbordando la notte
coi buoni consigli
m'illumina la luna
sbuffando
fumo di sigaretta
beffardo il pubblico
si ostina a mentire
non importa
il giudizio
tutto è lecito
anche volare
con ali di cera
lascio che il cielo
mi sfiori
l'infinito respiri
la mia anima
e nulla sarà perduto |
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stampelle vuote nell'armadio
in terra
abiti smessi dalle tinte neutre
calze sfilate e maglie scolorite
filtra tra le tende
il sole
tiepido raggio di luce
penetra il silenzio di ghiaccio
ma il freddo nelle ossa
punge
come spille da balia
su pelle nuda
tra labbra socchiuse
un vapore leggero
riscalda sorrisi forzati
occhi scrutano il vuoto
spazio grigio
che assorbe il tempo
racchiude le ore
i minuti, i secondi avanzati
di sogni accantonati
in cassetti disordinati
chiodi nel muro
ospitano quadri senza cornice
negli angoli
tele di ragno racchiudono ricordi
macchie di pensieri
riempiono la stanza
la porta sempre aperta
per non bloccare l'aria
nelle pareti
s'assestano piccole crepe
il mondo gira
e nei tramezzi, i mezzi
aspettano il turno
per quella fetta di pane duro
da prendere a morsi
con denti spezzati
inutile fare del male
buon sangue non mente |
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si ristabilisce il ruolo
in quelle dimensioni
senza disturbo alla quiete pubblica
senza sporgersi più del dovuto
al parapetto
tra le parentesi,
cosi da non sconfinare
in trucchi ciarlatani
di quella libertà
blasfema che parla parla
ma non conclude nulla.
s'abbandonano voli astratti
perché senza paracadute
le cadute fanno male
e le ossa restano rotte
pur sopportando il dolore.
non conta più il calore del sole
se scioglie ali di cera
e nello spazio si perdono le piume
dal colore dell'arcobaleno.
non ha più canzoni la luna
per coccolare l'anima sconfitta
e nella notte
solo l'eco confuso di un lamento
buca l'infinito. |
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lo sento sempre nella pelle
il cambiamento
arriva all'improvviso,
in pochi attimi tutto cambia
m'assale la malinconia
i pensieri si fanno strani
e rannicchiata all'angolo
aspetto
sento il peso dei miei anni
stritolarmi il cuore
la stanchezza degli insuccessi
farsi largo
e mi ritrovo al bivio
sapendo di dover andare avanti
ne ho percorse di strade
alcune volte sola
altre in compagnia
e negli incroci
alcuni, senza salutare,
sono andati via
e mi ritrovo al bivio
sapendo che al prossimo cammino
sarò sola
ogni volta il peso si fa grande
e sulla schiena curva
restano i segni
non guarderò indietro
perché ho tutto nelle lacrime nascoste
impresso in quel velo che mi abbraccia
chissà se ad ogni addio
ho lasciato un segno
o solo un piccolo ricordo
chissà se nel dolore
è nato un bene
o tutto s'è perduto con l'asfalto
e nella nebbia che m'avvolge
ingoio altre nostalgie beffarde
la strada si divide un altra volta
la scelta è solo una,
con un passo lento
andare avanti
forse trovo un anima
al prossimo tragitto |
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tra schegge
di ricordi
s'affaccia nel silenzio
il nome tuo.
perché torni,
se nell'infinito
non vuoi stare |
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ne è passato di tempo
ore, giorni, mesi
forse anni
da quando vomitavo parole
ogni sera in vostra compagnia
ne avevo di pensieri
di lacrime
di idee
poi il vuoto
ho guardato in ogni angolo
in ogni centimetro di pelle
in ogni perchè
ma nulla
era diventato tutto difficile
sentivo un dolore cosi forte
da non poter respirare
non era piu la mia vita
dovevo uscire prendere aria
ma anche fuori
il dolore era presente, costante, forte
avevo rabbia
tanta,
vedevo la vita andarsene
da chi voleva vivere
ed io non riuscivo a fermarla
come non riuscivo a fermare le lacrime
poi sono fuggita
a rincorrere chimere
a cercare di trattenere raggi di sole
ma all'angolo, comodamente seduta
è rimasta la paura
e tutte le notti, nel buio mi sveglio
sudata e affranta
mi sembra di perdere gli attimi e corro,
corro di continuo
perché non voglio sprecare il tempo
cosi prezioso, cosi importante, cosi poco
ma poi tutto mi si rivolta contro
e devo rallentare
di nuovo accumulo parole
pensieri, dolore
allora mi aggrappo ai sorrisi
e spingo le lacrime fuori,
cammino a zig zag tra i sassi
cercando di raccogliere fiori
qualcuno mi regala spine,
mi allontana, mi riprende,
mi allontana di nuovo
ed io viaggio
assaggiando ogni lato di vita
qualcuno mi definisce "passiva"
forse lo sono
oppure semplicemente vivo
con i miei bagagli fermandomi
di tanto in tanto a respirare
non chiedo molto
solo un abbraccio, ma forse è troppo... |
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scivola lo sguardo
su petali sparsi
si nasconde nell'ombra
il sorriso,
non penetra l'acqua
nella terra resa arida
dal tempo
che scorre e batte
sul dente che duole
-inutile accudire le rose- |
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ho udito
le parole tue
tra mille note di colore
-gli occhi lucidi d'emozione,
si perdono in quel sorriso
che m'abbraccia l'anima-
il tempo
non ha più ore
e vola nell'infinito di quel sogno
e non importa se...
-dovrà finire prima o poi- (*)
resterà nel vento
l'impronta di noi. | |
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Il resto va da sé
tra quei viali in ombra
dove il cinguettio degli uccelli
sembra un sussurro
dove il sole entra lentamente
tra le foglie sparse
di alberi abbracciati
dove il silenzio afferra
pensieri solitari
che vagano In quei sentieri
nascosti dietro la ragione
nessuno può fermarli
nemmeno la verità nascosta
negli angoli di un bacio
dato a malapena
in quei momenti caldi
quando si tocca
il cielo con un dito
il resto va da sé
e ripeti all’infinito
-È solo un attimo-
quell’attimo di gioia
che riempie l’anima
di colori vivi
di speranze ormai passate
che si rinnovano
ad ogni sospiro sulla pelle
ad ogni momento
vissuto con il cuore
senza parole che tagliano il presente
o lasciano il futuro
già orfano di padre
forse è solo
un modo per restare a galla
inventare parole
senza senso
o cercare cose che non esistono
è solo un attimo
il resto va da sè | |
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ci sono
quindi esisto forse!
nacqui nel giorno stesso
in cui la luna si nascose
tra le braccia del sole!
-nei colori svanì la sua essenza-
tutto ha un senso!
tra la nebbia e il buio
mi estraneo a questo mondo
vivo in parallelo al mio essere
astratta dentro
stringo l’inadeguatezza
fino a renderla vana
per resistere al tempo
che perpetuo mi costringe
al conforme
negli altri vedo lo stupore!
s’illudono di capire
il cammino curvo
gli occhi bassi e il silenzio
intravedono una sorte
di stranezza insulsa
-mi ci sento spesso-
è tutto nel 31 giugno
nacqui
quindi esisto
cioè sono,
parentesi
del mio stare qui
a verseggiar
tra alti e bassi
e quindi vivo
cercando di capirne il senso | |
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hanno bruciato le ali
quei pensieri strani
sotto luci al neon
buttati giù dal letto
in veste di parole
per mascherare lo sguardo
avido di gloria
ma chi di lode imbroglia
sotto una maschera vile
non importa
se il buco si fa grande
giorno dopo giorno
il dubbio torna
nelle pieghe del vestito
e, immerso nel colore
sbiadisce anche il sorriso
il giorno resta appeso
attende un segno
non d'intesa
si blocca all'angolo sospeso
delle parole espresse
le scritte solo in nero
il resto è di fortuna... | |
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come un vecchio disco
mi sento sempre fuori posto
abbandonato, con la polvere addosso
dimenticato tra libri sempre chiusi
con l'involucro ingiallito sbiadito
ferito graffiato dal tempo
passato negli anni
nessuno lo ascolta
e muto riposa | |
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null'altro
che macchie d'inchiostro
inutile sforzo
di ciò che non è
pur essendoci | |
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si sgretola
l'immagine
nello spazio infinito
di quell'attimo perfetto,
ma pensieri incostanti
si insinuano perfidi
in virgole astratte.
divampa la ragione
allo scoccar del lampo
a ciel sereno,
non ci sono nuvole
a far ombra a mezzogiorno.
rullano tamburi lontani
melodia strana scortata dal vento
ad inseguir false chimere
ma nella mano
solo un pugno di mosche
solletica il palmo
-s'inquieta l'anima-
mangiar le unghie
non aiuta a ritrovar la strada,
s'appanna lo specchio
al ghigno ironico,
miscela esplosiva
che arroventa il silenzio
-sono troppe le battaglie perse- | |
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e stringono al collo
quei fili invisibili
di sorrisi senza denti
i sogni sono oltre le parole
nelle labbra tirate
mentre i suoni stridono
confusi da quegli occhi spenti
si forza il cammino
tra gli angoli scuri
il punto è fermo all'arrivo
l'ultima virgola prima della chiusa
vibra di rabbia
è finto l'entusiasmo
mascherato da un bacio amico
sfiora leggero e frettoloso
pensieri di fuga
a mezz'aria
resta
un idea disordinata
inutile mascherare il falso
lo si sente dentro
e tirano ancora quei fili
in quella direzione
parole saccenti
per un vuoto d'autore
una stretta di mano
alleggerisce il passaggio
si cancella il tutto
con spugna bagnata
- andate in pace -
mi vesto di quei panni
che m'hai lasciato
e sorrido come è scritto
nel tuo copione | |
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son fredde
quelle mani che sfiorano
pensieri lontani
riempiendo gli spazi
di ore sonnambule
nelle lenzuola sgualcite,
sporcano l'anima di rosso
e lentamente avanzano
sorseggiando la notte
una domanda, scritta nel buio,
solleva lo sguardo verso est
aspettando l'arrivo
dell'alba
non ha più risposte
quel dolore chiuso all'angolo
detesta il senso del poi
quando nell'attimo perse
la parola
non cambia non svanisce
ma salta da un dolore all'altro
avanza di un passo
trattenendo il respiro
soffocando pensieri oscuri
rubando abbracci
e accenni di sorrisi
mi guadagno un posto, forse,
in quell'incrocio di anime
tra malinconie congenite
mendicando briciole
di un pasto consumato da altri
per poche manciate di attimi
la solitudine ha taciuto
tuffandosi in una cura senza senso
nell'unica linea retta dell'orizzonte
ammiro le sfumature
vanno oltre i malumori del momento
e nei colori intensi sopravvivo ancora
che sia discontinua quella felicità
ormai è un dato di fatto
ma lascia il piattino sull'asfalto
forse ne ricavo un pasto
per questa infame voglia | |
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è sbiadita l'alba,
si sgretola nel giorno
perdendo le parole
si sveste,
lasciando andare
quell'ultimo pensiero
è nelle ginocchia sbucciate
l'ultimo incontro,
quando cadendo
ho bussato a quella porta chiusa
-nessuno oltre l'uscio ha udito
o forse ha riso di soppiatto-
ho corso con tutto il fiato
che avevo, per giorni e giorni
bevendo le mie lacrime
cercando le emozioni
intraviste nel percorso.
ho aspettato quel tramonto
abbracciandomi per non sentire freddo
guardando oltre
m'è rimasto dentro
quel ricordo avvolto nel filo spinato
e nelle notti insonni punge
cade di tanto in tanto una goccia di sangue
e ci dipingo il cielo | |
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disegnando strade
su pensieri folli
nascondendo orme
sotto foglie secche,
si frantumano i pensieri
colmo è il vuoto
di silenzi
relegati ai margini di un foglio
se ne sente l'eco dentro
briciole perdute
lungo l'orizzonte
battono il tempo
nella corsa all'oro
ho svuotato l'anima
lungo quel sentiero
vomitando agli angoli
quel dolore strano
- non capisco quel sorriso finto -
riflettendo su quei passi vecchi
scrollo tutto il freddo dalle spalle,
una sciarpa intorno al collo
accarezza la mia pelle
(basta poco per sentir calore)
- m'affatico inutilmente -
il sentiero è già segnato
me lo indica la luna
sulla soglia una scritta:
"la chiave è sotto lo zerbino"
vado oltre...
...troppo facile se è vero | |
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mi son trovata in mezzo
ad'osservare l'ombra
in bilico
tra l'andare in volo
o rimanere ferma
non riconobbi l'ora
bloccata sul gradino
la linea sulla fronte
era una parola
cantava quel pensiero,
senza avere suono
nel buio e nel frastuono
si spensero i discorsi
così che all'improvviso
mi dissi " vai avanti"
annusai l'aria
ne riempii i polmoni
abbracciai il tempo
e corsi a perdifiato
un lampo di un sorriso
mi illuminò la strada
ed inciampai un attimo
cadendo nell'ignoto
in quella posizione strana
s'illuminò la mente
e persi la ragione
sperando negli eventi | |
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s'è perso il suono di una voce
lungo l'apparenza di sguardi
nel sentiero stringe il nodo
e alla gola mani pesanti
imprimono forza
che strano, nessuno urla
gli occhi scrutano vesti
un ombra rimugina inganni
s'allontana, poi ritorna
preclude l'oltre,
-ne ho paura per un istante-
cercando di saltare,
la staccionata si sposta,
resto spiazzata
mi schiaffeggia il vuoto
m'imprigiona e a calci mi ribalta
resto muta
forse cieca e sorda, forse debole
poi anche l'ombra passa accanto
mi sfiora, ne sento l'odore
ho già bruciato l'anima nelle fiamme
e sparso le ceneri nel mare
sono sponde le onde,
m'accompagnano ad ogni ritorno
e di sicuro torno | |
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S'annullano le pause
in quel discorso indiretto
tra me e me.
tutto è lecito,
purché non sia
vento di tramontana | |
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del passato
ne ho fatto buon uso
credo
aspettando che passi
regalando al tempo
parole
incrociando sguardi
fuggiti all'attesa
legata a sogni mendaci
son salita di un piano
lasciando alle spalle
un fiume di sangue
nel ricordo sbiadito
tolgo lentamente il coltello
lasciando dentro la lama
tra nebbie di pianti
sorride
ho sbagliato le strade
non una, ma tante
tornando ogni volta all'incrocio
leggendo la trama
più volte
provando ogni uscita di scena
sorrido a quei no
senza prove di accesso
e provo e riprovo
non voglio rimpianti | |
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di questi giorni piatti
ne ascolto il silenzio
è cosi rumoroso oggi
che chiudo le finestre al giorno
lasciando i colori fuori
la stanza è sempre quella
da angolo ad angolo
e nel riempire le ore
mi duole togliere la polvere
sui quadri
cerco nei cassetti
un inizio di nuove sonorità
ma tra le cose riposte a vanvera
ho perduto un cd
c'è sempre caos
nelle cose che ho
tutto è confuso
vorrei una soffitta
per mettere in ordine
le briciole del mio passato
fogli, disegni
vecchie foto
pensieri scritti a matita
catalogare i ricordi
in scatole colorate
da riporre
in vecchi bauli
lasciarli in balia delle ragnatele
per poi cercarli un giorno, forse
non ho passato
presente
futuro
è tutto cosi strano
che mi sento un aliena
non capisco il linguaggio
il mio,
ho solo quella sensazione
di galleggiare nel vuoto
non faccio passi avanti
e nemmeno indietro
e attendo il passare del tempo
l'unico problema che invecchio
senza sapere quando è successo
non ho l'età che ho
nemmeno quella che mi sento, basta
per rassicurarmi
quand'è che sono nata
e perché tutto è andato cosi in fretta?
è troppo tardi per alcune cose, ma è troppo presto per altre
eppure sono ferma
a leccarmi ferite ormai chiuse
sento ancora il sapore del sangue
nella fretta del giorno che passa
avanzo lentamente nelle ore
senza fare nulla
senza trovare il coraggio di andare avanti
ululando alla luna
in disperata ricerca di un giorno nuovo
mi è tutto cosi stretto
che penso di essere ingrassata all'improvviso
e conto ancora gli angoli
in questa stanza buia | |
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in punta di piedi
tra le nuvole
annuso l'aria frizzantina
abbracciando venti caldi
si perdono le parole
negli sguardi
tra pause di baci,
il vuoto è pieno
le sento quelle mani,
afferrano nel buio
non ho paura di cadere | |
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schivo parole
arrampicandomi
su specchi,
volutamente
ignoro il senso
dello sguardo riflesso
aspetto il prossimo gancio
con i pugni al mento
uso lo stesso metro d'apertura
al diretto
l'indiretto suona
stralci di discorsi accennati
arrancano in sfumature
se la ride
sotto i baffi l'oratore
che di vocaboli
in linea retta vive
non basta gettare
polvere negli occhi
non si può evitare
l'inevitabile
aspetto il seguito
del discorso
e che favella schietta sia | |
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esplode il grido
vomitando al buio
ma il silenzio è l'ombra
di un vuoto d'intenzioni
lacera lo spazio
dilaniando il tempo
spargendo attimi
lungo le stagioni
s'allontana il margine
perdendo il senso
di un fare ormai stantio
agli occhi del viandante
ma mente
e mentre quella luna s'avvicina
il sole si nasconde
nel viale l'angolo
sorride al passo
che lento s'allontana
curioso quel fare strano
che guarda senza mai parlare
gioca con i brividi di un giorno
lasciato ad asciugare al vento
di ruggine si macchia la ringhiera
il pianto è dentro
sbriciola l'onda dei tormenti
lascia un cenno nei pensieri
e attende il seguito | |
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cado
piegata dall'ennesimo colpo
inflitto senza pentimento
rimbomba ancora
il suono delle ossa rotte
nel cielo silenzioso,
per ogni stella
una lacrima cade
- ogni goccia versata si trasforma in gatto -
legata per la vita
ad un dolore fitto
sussulta il cuore
non ha più suono
quel grido acuto
che sviscera le membra
se questo è amore
non lo voglio
cerco di indurire il cuore
colpendo nei ricordi
dicendo non è vero
è tutto falso quello che ho già vissuto
non esiste nulla dietro le mie spalle
forse ce la faccio ad assaporar il vento
colpiscimi più forte
e cambierò lo stile
strappa ogni emozione
e odierò a vita
tutto quel che resta
sarà una guerra senza fine
perché non ho nulla da temere
son già morta dentro
brucerò ogni cosa
che mi circonda
per ora sono china
con la faccia a terra
il dolore mi rimbomba dentro
da serva dell'amore
sarò guerriera
e nell'inferno getterò
gli amanti
vorrei che fosse vera,
questa mia rinascita da dura | |
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non giochi più,
stanco ormai dell'ovvio
punti ad altre mete
e lasci la distanza
immergersi nel buio
guardandola dal basso
m'accorgo dello spazio
tra quello che è passato
attraversando l'alba
socchiudo le persiane,
lasciando posto
a l'unico spiraglio
per respirare piano
e senza affanno affondo
mi vesto di silenzio
per riparare il danno
di un tempo stropicciato
tra notti e giorni inermi | |
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si proietta
l'energia
in quei banchi di nebbia
quando nella notte
il silenzio mormora
si insinua nelle crepe
come magma incandescente
è la fine
li vedo i solchi ormai pieni
contaminati a monte
sinuosi e contorti
s'addensano intorno
non ho scampo
contagio le mie mosse
con calma apparente,
brulica dentro l'inquietudine
-ti donerò una parte
e ne farai parole
le butterai in una virgola per volta
e cambierai
quelle che celavi in tasca-
sarà interrotto quel filo di pensieri
da quel che credi di vedere adesso
è facile cadere quando sei distratto | |
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rimbomba nel silenzio
il passaggio dell'ora
scandisce ogni soffio di tempo
con perfetta armonia
lasciando le pause in sospeso
- sembrano lente -
eppur veloci vanno
quei segni del giorno,
- ne ho quasi paura -
solo ieri era,
ed oggi di riflesso
suona nel domani,
la notte
assomiglia al giorno e il giorno
alla notte
eppur qualcosa si è mosso
lungo il margine di raccolta
i pensieri, gli odori
i suoni,
hanno preso forme diverse
nel tempo rimasto impigliato
nei fili grigi si nasconde l'ansia,
quell'aspettativa di risorgere
con l'unico sorriso rimasto intatto
- il resto è andato -
coriandoli sparsi dal vento
volteggiano liberi di andare,
ma nulla rimane nel palmo
torno sulla mia strada
con le mani in tasca, il bavero rialzato
lo sguardo basso... | |
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