C’era una volta un bruco,
carino nell’aspetto
e pieno di rispetto,
che amava assai sognare.
E avvenne che un bel giorno,
guardando un alto monte
che stava a lui di fronte,
s’addormentò di botto.
Nel guscio rintanato,
incominciò a sognare
e gli parve di volare
sulla cima di quel monte.
Guardò il panorama
ridente e rigoglioso
e il cuore suo voglioso
provava contentezza.
Svegliatosi incantato
respirò all’aria aperta,
si mise tosto all’erta
iniziando il suo cammino.
Incontrò di lì a poco
la bella coccinella
che con facile favella:
"Dove vai così in fretta?"
Domandò tutto d’un tratto.
"Ho fatto un sogno, amica,
disse lui senza fatica,
di volar sulla montagna".
"Tu non puoi, mio caro bruco,
non hai l’ali per volare,
tu potrai solo sognare
la cima di quel monte".
Il bruco nulla rispose
a simili parole
ma facendo due capriole
proseguì il suo percorso.
Incontrò il coniglio e il topo,
ed ognuno lo derise,
ma il bruco mai non smise
d’inseguire quel suo sogno.
Arrivato a un certo punto,
lui si volle riposare
non senza salutare
gli animali lì d’intorno.
A tutti apparve morto
il povero bruchino
ma proprio lì vicino
avvenne un gran prodigio.
Il bozzolo si aperse,
una farfalla apparve
che subito scomparve
per volar sulla montagna.
Da lì ammirò felice
l’azzurro col creato,
aveva realizzato
il suo più grande sogno. |
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E’ tornata anche quest’anno
col suo carico di doni
la vecchina più famosa
e pur sempre generosa.
Ha però cambiato rotta
diventando più moderna,
un aereo ha noleggiato
e sul mare ha poi volato.
Di barconi il mare pieno
da lassù ha poi avvistato,
e con uno stratagemma,
ha risolto il suo dilemma.
Con l’astuta sua magia
e l’aereo già sull’acqua,
quei migranti ha lei salvato
e il pericolo ha scampato.
Di tal gesto ancor non paga,
per la sofferenza vista,
la simpatica vecchina,
dalla flebile vocina,
prende tanti suoi regali
e li dona a quei bambini
che con occhi spalancati
la ringraziano estasiati.
Poi l’aereo prende il volo,
e nel giro di un minuto,
è già a destinazione
dove c’è gran confusione.
Duecento e più bambini
sono lì ad aspettare
la munifica Befana
con la scopa e la sottana.
Proprio lì all’aeroporto
prende tutti gli altri doni,
ai bimbi li dà in regalo,
poi che tutti han fatto scalo.
Fatta ormai la conoscenza,
bimbi bianchi, gialli e neri
si confondono tra loro
in un girotondo d’oro.
Ed infine la Befana
con la solita sua scopa,
con l’aereo prende il largo...
e per un anno è in letargo. |
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Nel paese più lontano
c’era un nobile falcone
che dall’alto d’un balcone
ogni giorno s’affacciava
e la mente sua viaggiava.
Vide, un giorno pien di sole,
nello stagno sottostante,
un’anatra, che festante,
in quell’acqua si tuffava
ed in essa si beava.
E il rapace ebbe un’idea,
un’idea assai geniale,
per lui forse congeniale,
mangiare in un sol boccone
l’anatra, senza eccezione.
Su quell’anatra indifesa
si tuffò di soprassalto,
ma finì sopra l’asfalto
rimanendo poi di stucco
non riuscendo nel suo trucco.
Il rapace, pien di scorno,
non si diè per nulla vinto,
poi che era lui convinto
di riuscire nell’impresa
con un’abile sorpresa.
Quando poi il rapace uccello
vide l’anatra nel lago:
"Io son forte più di un drago",
disse, e si tuffò di nuovo:
"Io son questo, e ci riprovo".
Ma ormai l’anatra sott’acqua
a suo agio si sentiva,
mentre lui solo avvertiva
un notevole disagio
e un drammatico presagio.
S’alzò l’anatra nell’aria,
mentre il falco ormai bagnato,
nelle piume infagottato,
non potendo più volare
restò lì solo a guardare.
Guardò l’anatra nel cielo,
che a lui disse mestamente:
"Caro, questo tieni a mente,
nel tuo cielo io so stare,
ma tu lì non sai nuotare". |
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Ho già visto nel giardino,
con mia grande meraviglia,
tutti i petali dei fiori
con lo sguardo verso il cielo.
E sugli alberi, gli uccelli,
dove han fatto il loro nido,
si rincorrono contenti
tra frizzanti cinguettii.
Anche i bimbi nel cortile,
dopo mesi chiusi in casa,
fanno il loro girotondo,
pur tenendosi a distanza.
Pure noi non siam da meno,
riprendiamo il nostro tempo,
respiriamo l’aria pura
col sorriso di speranza. |
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