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Incosapevole, distratto investigatore... (provvisorio) 7a parte

Giallo e Thriller

Quando aveva ricevuto la telefonata del fratello, era con suo marito Maxim a colazione, vicino all’ oreficeria. Come terminò la telefonata si spense anche quell’ entusiasmo forzato, che doveva avere quando parlava con Antoine. Rivolgendosi al marito:

<< era mio fratello, ha trovato e acquistato un appartamento, non distante dal laboratorio, dice che è una, bomboniera…>>

<< ma quando pensa, che dovremo partire? >>

<< non prima di lunedì prossimo, in tutti i modi ci vediamo questa sera a cena, lui torna nel pomeriggio.>>

<< Francoise…!!!>>

<< sì, Maxim… dimmi…?>>

<< ma se gli dicessimo che sappiamo della tua storia e, di comune accordo non ci intralciamo, pensi che desisterà dal farci partire? >>

<< Maxim, lui non capirebbe e, non sa che noi conosciamo reciprocamente i nostri rapporti extraconiugali… poi, non approverebbe anzi ci toglierebbe tutto, mandandoci via con una semplice e misera liquidazione. Ed io non voglio questo. E tu..?>>

<< certamente no Francoise. Ma se, dovesse capitargli qualcosa…?>>

<< Maxim! !! cosa dici…?>>

<< pensaci un momento, non avremo più problemi, la moglie in caso di morte non naturale, non prenderebbe nulla, come da accordi prematrimoniali, per cui erediterebbe tutto la parente più prossima, cioè… Tu…>>

<< non pensarci nemmeno…>>

<< ma dai, che scherzo…>> concluse Maxim.

Non finirono la colazione e, tornarono al negozio trascinando il morale.

Quella sera a cena si ritrovarono tutti, come la sera della decisione di Antoine, di trasferire sua sorella e Maxim a Milano. Al momento del dessert, Marie- Claire stava portando la frutta, posando sulla tavola, distante da Antoine, il vassoio nel quale vi erano pesche, susine, albicocche, banane, prugne e mele, Antoine disse:

<< cara Francoise, queste sono le chiavi del vostro appartamento di Milano, si trova in piazza Sant’ Erasmo>> mostrandogli un mazzo di chiavi e, continuando:

<< non è lontano dal nostro laboratorio, si estende su tre piani; al piano terra c’è un bel salone e la cucina; al primo, il salotto con lo studio; al secondo, la zona notte con le camere; ogni piano è dotato di bagno e camino. In più sopra, ha una grande terrazza con un pergolato, ha l’ entrata privata e il cancello per l’ auto. Dimenticavo, è già ammobiliato, per cui non dovrete pensare a nulla. Inoltre per tutta la sua altezza è avvolto da piante rampicanti, è una meraviglia…!!!>> concluse euforico.

Dimostrando falso entusiasmo, Francoise e Maxim, accendevano i loro visi con un ampio sorriso, dicendo:

<< non vediamo l’ ora di andarci! >> alzandosi Francoise, aggiunse:

<< vado a fumare una sigaretta, vi ringrazio, niente frutta per me, non questa sera.>> prese la borsetta e uscì in giardino, seguita dallo sguardo, mal celato, di Michele.

Benedetta faceva lo stesso, dicendo:

<< sì, ottima idea, se vuoi, ti faccio compagnia, ho desiderio anch’ io di fumare, tanto più che non mangio mai frutta alla fine dei pasti.>> anche lei prese la borsetta e andò in giardino, seguita nelle movenze e dallo sguardo pieno di desiderio di, Maxim.

Poco dopo si alzarono anche gli altri, per accomodarsi in salotto per il caffè, dopo averlo servito, Marie- Claire, aiutata da Michele, riordinava la tavola, togliendo ogni cosa e portandola in cucina. Finito di rassettare la tavola, si ritirava in cucina, per metterle al loro posto. Nel sistemare la frutta dal vassoio, portato in tavola, notò che quasi nessuno l’ aveva mangiata, mancavano soltanto una mela e un’ albicocca. Finito con la frutta, iniziò a vuotare i piatti, per metterli uno su l’ altro vicino al lavello, gettando gli avanzi nella pattumiera, qualche foglia d’ insalata, le ossa del coniglio, qualche pezzetto di pane, le scorze di formaggio e di mela, una parte di dessert non finito. Prima di mettersi a lavare le stoviglie, passava in salotto, per ritirare il vassoio servito per il caffè e, domandava:

<< serve altro, signore? >>

Antoine, rivolgendosi ad Alberto e Maxim chiese:

<< vogliamo prenderci un buon distillato? >> gli altri annuirono con piacere.

<< scusaci Marie- Claire, ci porteresti quella grappa che mi ha regalato il dottor Alexander, ti ricordi il mio medico? e tre bicchieri>> le disse Antoine.

<< certamente signore, subito>> rispose lei, solerte. Tornò subito dopo, pose il vassoio sul tavolino, tra le poltrone e il divano:

<< grazie Marie- Claire, puoi andare>> disse Antoine e, lei con un cenno del capo, si ritirava in cucina.

<< scusate un momento, torno subito>> disse Maxim, allontanandosi. Mentre versava la grappa Antoine disse:

<< Alberto, cosa pensi della mia iniziativa? certo poi ti spiegherò cosa mi ha spinto a questo>>

<< certamente avrai avuto buone motivazioni, Antoine, per aver deciso in questo modo, ed hai tutto il mio appoggio>> mentre stavano sorseggiando il distillato, uno di fronte l’ altro, ecco tornare Maxim:

<< Maxim, guarda la tua grappa è sul vassoio>> gli disse Antoine, indicando anche la poltrona vuota.

<< grazie, alla salute di tutti>> rivolgendosi a entrambi, mettendosi seduto e alzando il bicchierino verso Antoine, gli altri rispondevano con lo stesso gesto. Iniziarono a parlare di quali direttive poter seguire, quando Maxim sarebbe diventato operativo al laboratorio di Milano.

Intanto in giardino, sedute su una panchina, Benedetta ascoltava le amarezze e incertezze di Francoise, conoscendone tutta la storia e, di quanto poteva essere intenso quel sentimento, raccontato tutto dalla stessa Francoise. Cercando con i suoi silenzi e, scegliendo quelle poche parole di circostanza, con oculatezza, di poter confortare Francoise. Non sapendo di essere ascoltate da orecchie indiscrete, dietro quel cespuglio di meravigliose rose, che le riparava alla vista, si nascondeva, Michele.

<< tu riesci a capirmi Benedetta, finalmente sono riuscita a trovare, provare un’ intensità di sentimento, pieno di coinvolgimento e di profonda passione, che ho sempre desiderato e mai trovato, ed ora non lo voglio perdere. Ma, se vado a Milano non sarà più lo stesso, lo sento…>>

<< non è, e non sarà così, Francoise, vedrai che lui troverà il modo di far sentire la sua presenza in te, trovando la maniera di incontrarvi ancora, come se non ci fosse tutta questa distanza, vedrai cara>> dicendogli così Benedetta, la stringeva a se in un delicato abbraccio, aggiungendo:

<< facciamo una cosa Francoise, perché non rimanete da noi, per il fine settimana, così provi a rilassarti e, domenica ti aiuto io nel preparare le tue cose da portare lunedì. Che cosa ne pensi? >> lei, sorpresa e compiaciuta da quell’ iniziativa, apparentemente spontanea, rispose:

<< sarebbe fantastico…!!!>>

Si alzarono incamminandosi nel viale tutto illuminato, dalle ciotole di terracotta piene di citronella che, unendosi al profumo dei fiori, avvolgeva tutto intorno con una fragranza particolare.

In salotto intanto, si susseguivano le varie opinioni, prima di uno poi dell’ altro, riguardante quale poteva essere il modo migliore per incrementare la popolarità dei laboratori. Nel bel mezzo della discussione, dalla porta- finestra entrava Benedetta seguita da Francoise, dicendo:

<< Antoine, scusatemi un momento se vi interrompo, perché non facciamo restare tutti da noi, il fine settimana? così ci rilassiamo e, domenica potrei aiutare Francoise a prepararsi per la partenza? cosa ne dici? >>

<< certo Benedetta è un’ ottima idea, così ci sarà meno turbamento per la partenza>> poi rivolgendosi a Maxim e Alberto:

<< voi cosa dite, siete d’ accordo? >>

<< va bene, ma non vorremo dare disturbo>> rispose Maxim.

<< Antoine, non vorrei essere di troppo >> disse Alberto.

<< quale disturbo! quale di troppo! non ci stiamo mai insieme almeno che non sia per lavoro, potremo fare tardi quanto più desideriamo >> poi voltandosi verso Benedetta:

<< bene mia cara, pensaci tu a organizzare con i domestici >> euforica e, con un sorriso compiacente si allontanava insieme a Francoise, questa volta uscendo dalla porta verso l’ atrio, recandosi in cucina. Marie- Claire era intenta a riordinare le stoviglie appena lavate e, Benedetta le disse:

<< dopo che hai finito, andiamo al piano di sopra così ti faccio vedere le camere che devi preparare, rimangono tutti per il fine settimana, fatti dare anche una mano da Michele per preparare>>

<< va bene signora, mancano poche cose ed ho finito >>

<< così puoi regolarti anche per la colazione di questi giorni, siamo in cinque>>.

Mentre Benedetta parlava con la cameriera, Francoise si allontanava. Nel tornare indietro nell’ atrio, dove c’è la scala che porta al piano superiore, si sente chiamare sottovoce, proveniva da una porta a vetri di fronte a lei, appena schiusa, quella del salone delle feste. Sentiva arrivare le voci dal salotto, che aveva la porta aperta, dato che per arrivare al salone, doveva attraversare tutto l’ atrio, l’ avrebbero vista ma, alcuni cenni, gli suggerirono di uscire dalla porta d’ ingresso, passare attraverso il giardino, rientrando dal salone. Lei prese dalla borsetta una sigaretta e l’ accendino, poi con naturalezza uscì verso il giardino, così se anche l’ avessero vista, aveva la scusa di uscire a fumare. Appena fuori, girò subito a sinistra, seguendo il marciapiede intorno al perimetro della villa, giungendo fino ad una grande vetrata, con la porta scorrevole aperta per metà, guardò dentro, era buio ma, non completamente, filtrava la luce dalla porta a vetri opposta, quella che dava nell’ atrio, intravide una figura in controluce, che le faceva cenno d’ entrare. Lei non seguiva mai i suoi impulsi ma, non quella volta, senza pensare entrò.

Si sentì avvolgere da braccia forti e, un tiepido calore sul collo, intensi brividi le pervasero la schiena, brividi d’ intensa passione, uniti a trepidante timore. Si placarono immediatamente, nel sentire quella voce appena sussurrata, appena velata che diceva:

<< stai tranquilla amore… sono io, non potevo stare senza rivederti, ancora una volta, prima che parti per Milano>> lei sentiva le labbra diventar di fuoco, al contatto con quelle di Michele.

Francoise, si abbandonò completamente in quell’ abbraccio, ricambiando con altrettanta passione quel bacio.

Intanto Benedetta, insieme a Marie- Claire, disponeva le stanze per gli ospiti, dicendo:

<< ci sarà da prepararle, provvedi che ci sia anche una bottiglia d’ acqua e dei bicchieri per ognuna>>

<< certo signora, le camere sono già in ordine ma, se vuole, cambio lo stesso la biancheria>>

<< no Marie- Claire, se sono già a posto non c’è bisogno, anzi non chiamare neanche Michele, basterà l’ acqua con i bicchieri>> disse Benedetta, uscendo dalla cucina. Insieme salivano la grande scala, guarnita con un’ elegante stuoia di moquette blu, per decidere le stanze. Arrivando al piano superiore, con i loro silenziosi passi, attutiti dalla moquette, Benedetta indicando la camera di fronte alla scala disse:

<< controlliamo questa Marie- Claire, così la possiamo dare ad Alberto>>

<< certo signora>> entrarono, visitarono anche il bagno, sembrava tutto a posto, uscirono, di nuovo nel corridoio, c’ era subito a destra un’ altra camera ed un’ altra a sinistra in fondo, Benedetta decise per la seconda, dicendo:

<< vediamo quella, che mi sembra più adatta per Francoise e Maxim>>

<< va bene signora>> anche in quella stanza era tutto in ordine.

<< benissimo Marie- Claire, finisci le ultime cose, intanto io raggiungo Francoise e gli altri, così indico loro le stanze, penso di non aver più bisogno, per questa sera, a domani>>

<< porto subito l’ acqua, a domani signora, buona notte>>.

Nel percorrere quel breve corridoio, tra la camera di Maxim e la scala, per non creare una spiacevole situazione, prima di scendere, chiamava Francoise.

Francoise non si lasciò un attimo da quell’ abbraccio, attaccata con il suo corpo sinuoso a quello di Michele, da percepirsi reciprocamente ogni movimento, dalle gambe fino alle morbide labbra. Nel sentirsi chiamare s’ irrigidì e lasciò quel dolce avvolgere, al momento del distacco lui gli sussurrava:

<< farò in modo di vederti ancora, perché anch’ io non ho mai provato niente di così intenso>> rammentando i suoi discorsi in giardino e, le diede un ultimo bacio.

<< amore…>> lei disse con un filo di voce, avendo capito che le aveva ascoltate e, nell’ allontanarsi attraverso la porta finestra, riprese la sigaretta e l’ accendino in mano. Accese la sigaretta, nel svoltare l’ angolo della villa, vide Benedetta sulla porta d’ ingresso, che si guardava intorno, nel vederla le disse:

<< ah, sei lì! ti pensavo sulla panchina a fumare>>

<< no Benedetta, ho voluto fare due passi>> la raggiunse e rientrarono in casa.

Si era fatto tardi, si avviarono verso il salotto, nel passare accanto alla porta a vetri del salone delle feste, Francoise notò che era completamente chiusa. Benedetta, attenta osservatrice, vedendo il suo interessamento, le disse:

<< è il salone delle feste ma, non lo usiamo quasi mai, se vuoi, ti faccio vedere quanto è grande? >>

<< no, grazie Benedetta, ero stata attirata dalla sua bellissima porta a vetri>>

<< si, è veramente bella, pensa viene direttamente da Murano. Ora andiamo a chiamare questi chiacchieroni e, poi dicono le donne! >>.

Entrando in salotto, li trovarono tranquillamente seduti, sorseggiando il delizioso distillato:

<< allora, cosa dite di andare nelle nostre stanze? >>

<< certo Benedetta, hai ragione. Poi hai deciso per le camere? >> rispose Antoine.

<< certamente>> e rivolgendosi, prima ad uno poi all’ altro, proseguì:

<< tu Alberto, sei nella camera appena di fronte la scala e, voi Maxim invece siete a destra, in fondo al corridoio, se avete bisogno di qualsiasi cosa, basta che suoniate>>.

Tutti e tre posarono i bicchierini, ormai vuoti e, s’ incamminarono con Francoisde e Benedetta, verso le rispettive camere.

Il primo a lasciarli era Alberto:

<< bene, a quanto sembra sono già arrivato, buona notte a tutti>>

<< altrettanto>> rispondevano gli altri e, si congedò con un ultimo sguardo fugace e d’ intesa, verso Benedetta.

Proseguirono, ed era la volta di Maxim e Francoise a salutare:

<< siamo giunti anche noi, ci vediamo per la colazione, buona notte Antoine, dolce notte Benedetta>> nel salutare, Maxim incontrò lo sguardo di Benedetta, come se volesse dirgli qualcosa, indicandogli in direzione della camera accanto alla loro. Francoise, ancora emozionata dal precedente e segreto incontro, salutò sfuggevolmente:

<< serena notte a entrambi>> ed entrò nella stanza, di certo, non senza un leggero malumore interiore, ormai era un po’ di tempo, che non dormivano più nello stesso letto e, l’ idea a farlo di nuovo le metteva inquietudine. Quell’ ansia durò, giusto il tempo di aprire la porta e, accendere la luce, Benedetta gli aveva dato la camera, dove c’ erano, letti separati.

Proseguirono ancora, arrivando al successivo angolo, Benedetta salutò il marito:

<< dolce notte caro, penso che farò un rilassante bagno prima di mettermi a dormire>> gli disse congedandolo con un bacio.

<< dolce notte a te, credo che farò lo stesso, un buon bagno e, poi penso che andrò un poco in biblioteca prima di coricarmi>> ricambiando il bacio, si allontanò verso la sua camera, alla fine del corridoio, prima dello studio- biblioteca.

Il corridoio s’ immerse nel silenzio e nella penombra, delicatamente illuminato solo dalle luci che filtravano dalle porte chiuse delle camere.

Alberto, appena richiusa la porta alle sue spalle, prese il cellulare privato e, inviò un messaggio a Benedetta, scrivendo: “ Dimmi dove e quando, ti aspetto” dopo di che si tolse gli abiti, ed andò a fare la doccia.

Francoise, dopo la doccia, messo il pigiama, stava sistemando le coperte, quando nel muovere il guanciale, fa capolino il margine bianco di un biglietto, nello scorgerlo, l’ emozione gli fece andare il cuore in gola, ripensando di essere ancora avvolta nel suo abbraccio, si leggeva: “ alle 03. 00 nella prima camera a sinistra della scala, tuo M.” lo richiuse subito, conservandolo nelle pagine del suo diario.

Maxim, aspettò che la moglie uscì dalla doccia, per fare altrettanto. Quando uscì, tutto inondato di profumo, con indosso un elegante pigiama di seta, disse:

<< Francoise, vado in biblioteca a vedere quali libri ci sono, dolce notte>> e lei:

<< dolce notte caro, stai attento, tra i libri ci si potrebbe scottare…>>

<< farò attenzione>> e gli lanciò un bacio. Uscì nel corridoio in penombra e, immerso nel silenzio, si vedeva soltanto il riflesso della luce provenire dalla biblioteca. Delicatamente chiuse la porta dietro di se, lentamente posò la mano sulla maniglia della porta accanto, per sincerarsi che non fosse chiusa a chiave. La porta era solo accostata. Entrò silenziosamente, senza accendere la luce e, subito richiuse, dalla porta- finestra, appena di fronte, filtrava il riflesso della luna, per illuminare quel tanto, per non urtare l’ arredamento. Si portò lentamente verso il bagno, attraversando la camera, cercando di non inciampare né nella sedia né nella scrivania, che si trovavano davanti a lui, evitando sulla sinistra il grande letto, passanda tra di esso e la poltrona. Entrò in bagno, accostò la porta e, attese.



Piccolo Guerriero della Luce 21/01/2012 09:18 1153

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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Il primo racconto pubblicato:
 
Riflessi... (24/01/2011)

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