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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.

Lo sfigato

Erotismo e per adulti

Anche questo sabato sera, come ogni sabato sera, per Luca iniziava il solito tormento... di starmene davanti alla TV, fumando una sigaretta dopo l'altra, guardando trasmissioni una più stupida dell'altra, perchè, fra le tante stupide, le più stupide sono il sabato sera... no! Non se ne parla proprio... ma è forse una prospettiva migliore, andare nel solito caffè, a raccontarsi balle e dire stronzate, con i soliti amici, per finire poi con la solita noiosa partita a carte? No! Di male in peggio... potrei magari andare in quel locale? E a far cosa...?...La fatica di vestirmi a puntino, con la certezza di dilapidare le mie magre finanze?...E per cosa?...Per vagare irrequieto da una sala all'altra, facendomi fracassare le orecchie dalla musica assordante?...Per starmene là, col bicchiere in mano, centellinando l'aspro liquore, per paura che finisca troppo in fretta, a guardare i gruppetti di ragazze..che sono si annoiate, ma che, proprio per questo, parlano in continuazione, per far credere che non lo sono... e col desiderio di rimorchiare, ossia di stabilire una qualsiasi intimità con una qualsiasi di esse, ma forse non con una qualsiasi, ma con una di quelle meno appariscenti, più silenziosa, una di quelle che ti danno l'idea di capirti con uno sguardo... e che non serva fare i buffoni... ma poi esistono?...Perchè fanno gruppo e si sa che nel gruppo certe qualità si estinguono... e le vedi là, tutte preziosine, che si controllano l'un l'altra, pronte a colpirsi al minimo errore... no! Non ho proprio il carattere per addentrarmi in quel ginepraio... per addentrarmi in quella logica illogica dove bisogna saper recitare la più idiota delle commedie, riuscendo nello stesso tempo a celare abilmente che è solo una recita ed una commedia... no, meglio lasciarle cuocere nel loro brodo, nella loro preziosità...forse, dico forse, quando il loro sentirsi scazzate eguaglierà in intensità il mio sentirmi sfigato, forse, dico forse, se ne potrà riparlare... magari ci siamo anche vicini, l'elastico a forza d'esser tirato, è al limite della sopportazione... eppure sarebbe così bello essere in questo un po' simili agli animali, guardarsi, piacersi ed amarsi... e qui mi viene spontaneo chiedermi come mai, queste auguste creature, o sarebbe forse più giusto dire anguste?...ma, dicevo, come mai, queste auguste creature, molto spesso, quasi sempre, quasi fanatiche degli animali, quasi innamorate delle loro bestioline, tanto da farne campioncine di virtù, da arrivare a definirle “ di gran lunga migliori della maggioranza degli uomini..ma allora, come mai dicevo, ignorano o rigettano poi, coi loro comportamenti, quella che è, se non la massima, una delle loro più grandi qualità, cioè la capacità di vivere con la massima naturalezza e senza pastoie mentali (certo una mente, come noi l'intendiamo, non ce l'hanno, ma nelle loro definizioni, quando ne parlano, quasi lo vorrebbero far credere...) quelli che sono gli istinti più vivi e gioiosi della vita... chissà perchè?....qualche idea ce l'avrei, ma adesso non ho nessuna voglia di perdermi in vane filosofie...

No!...Neanche in quel locale voglio andare, solo tempo perso e frustrazione inutile... a dar fondo per niente ai quattro soldi che mi restano in tasca... ma stasera di starmene in casa non ne ho proprio voglia, forse la cosa migliore che posso fare è andare a farmi un giro... un po' di benzina in macchina ce l'ho, certo se penso al prezzo della benzina mi passa subito la voglia di far giri, ma c'è ancora un po' di benzina... e poi... per una volta ogni tanto che mi prendo questo lusso non è la fine del mondo..si, è meglio di tutto, adesso vado un po' a zonzo per le strade, guardo un po' di movimento, mi distraggo, e poi, chissà, può sempre succedere qualcosa di interessante, di certo se sto qua non succede nulla...

è proprio dolce correre sulla strada a passo lento, in compagnia di questa bella musica, guardare qua e là senza saper bene cosa fare e dove andare... ma non è proprio così, forse qualche idea di che fare e dove andare ce l'avevo, mi fingevo che non fosse, come se poi, se fosse stato, l'avrei potuto dire caso..ma non era caso, anche se forse neppure volontà, un voglio non voglio...è proprio la serata più bella per questo genere di pensieri..con questa pioggerella fastidiosa che mi fa sentire invisibile, dietro lo schermo dei vetri semi appannati, con le auto che si incrociano indifferenti fra gli spruzzi... proprio la serata ideale per questi pensieri... non so che farò, non so se lo farò, lo desidero e lo temo, coi pochi euro che ho in tasca non è che possa poi fare grandi cose..ma anche se non farò nulla mi è dolce anche solo il desiderio di poterlo fare... ad ogni spiazzo, piazzale, distributore, si ripete la stessa scena... una scena che mi attrae e che mi distoglie dalla guida ed attira il mio sguardo... si susseguono tante ragazze, a breve distanza l'una dall'altra, tutte giovani e belle, o almeno così mi sembrano, alcune sono seminude, ammiccanti e desiderabili... percorro avanti e indietro la stessa strada, più e più volte, la tentazione di fermarmi si fa sempre più forte, ma nello stesso tempo anche la paura... ma più esito, più sento la fatica di decidere e con essa la frustrazione di non farlo... quasi tutte mi attraggono, ma, nel mio reincrociarne lo sguardo, qualcuna mi attira più di altre, forse perchè più sensuale, o perchè sento con più intensità l'incrociarsi dei nostri sguardi, non lo so... ma di cosa ho paura, perchè non mi fermo?...che male faccio nel regalarmi questo lasso di intimità?...in realtà non ho nessuna ragionevole obiezione a tutto questo, ma, lo stesso, dentro di me le emozioni si accavallano, e contraddicono... i tanti demonietti sparano le loro cazzate per avvilirmi... son solo gli sfigati che si riducono a questo... ma che gusto c'è a comprare l'amore?...che strana emozione, in un mondo dove tutto si compra e dove neppure le realzioni, avendo il coraggio di guardare a fondo, fanno eccezione... proprio una strana obiezione, o più ipocrita che strana... e poi quella storia delle “ schiave del sesso”, che vorrebbe farmi credere un lurido e porco schiavista se oso desiderare e cercare un attimo di intimità...che storia ridicola, è l'unico caso, fra tutti i casi, dove il consumatore, l'utilizzatore finale, come l'ha chiamato qualcuno, vien fatto passare per carnefice e non per vittima... in tutti gli altri casi il consumatore ha sempre ragione ed è povero, indifeso e turlupinato, chissà perchè lo stesso pregiudizio qui non vale?...di certo ne esiste un altro, sempre pregiudizio, a prevalere... e poi la fobia sanitaria, adesso hanno inventato il peccato sanitario, visto che l'altro, quello più classico, non funziona più...adesso l'hanno traslato in quello sanitario... oh Dio la paura dell'AIDS, la peste del 2000, cosicchè il sesso, almeno quello di un certo tipo, un po' promiscuo e poco ortodosso, continui ad essere sporco e cattivo, volgare e vergognoso... e che dire poi di quella sensazione di perenne illiceità per cui non capisci mai se quello che vuoi fare ti sia lecito o meno il farlo...? fra persone adulte e consenzienti?...la prostituzione è lecita... ti dicono... certo ti dicono così, non sia mai che si possa affermare che son persecutori rispetto all'autodeterminazione personale... poi in realtà, in barba al libero arbitrio, con ogni sorta di regole e regolette, ti assediano e ti rompono i coglioni in modo insopportabile... si siete liberi, ma sporcate, ma portate malattie, ma date un brutto spettacolo e i bimbi vi vedono... e questo e quest'altro e giù multe e controlli assillanti, e pare che questo sia il più gran problema di ordine pubblico, mentre intanto i grandi ladroni svuotano indisturbati le casse comuni e si dilettano nelle più nefande corrutele... e, per colmo dei colmi, il governo più puttaniere della storia a far la voce grossa e le leggi più liberticide contro il dilagante vizio... ma che cazzo di paese è questo, dove è sempre impossibile capire se quel che fai è lecito oppur no?...e la liceità o meno è il più delle volte solo una questione del nome che porti e degli amici che hai... ecco! Sono lì che continuo nel mio andirivieni, dilaniato fra tutti questi dubbi e paure, fra il grande desiderio di vivere una qualsiasi intimità e tutte le condanne morali e sociali contro cui andrebbe a cozzare il mio desiderio... già altre volte mi sono trovato in questa situazione, dentro questo interiore conflitto, e tutte le volte il mio desiderio è rimasto schiacciato e succube delle paure... ma questa volta no! Questa volta mi butto! E paura di che?...faccio forse del male a qualcuno?...ma quanto sono carine!...ormai le ho viste e riviste tante volte ed ho cominciato a distinguere quelle tre o quattro da cui per tante ragioni mi sento più allettato... ma perchè sto qui a continuare a cincischiare? Questa ferma al distributore ha l'aria che mi pare più giusta per me e adesso mi fermo... o adesso o mai più...la accosto piano piano, davanti alla pompa di benzina, devo ancora resistere all'istintivo impulso che mi vorrebbe far accelerare e filare via... lei si affaccia al mio finestrino con un bel sorriso, bè...quel sorriso non è certo riservato a me, ma agli euro che per lei rappresento... non è una bellezza in senso classico, ma mi appare molto sensuale ed il suo sguardo mi insinua una impressione di naturale disinibizione... mi sento bloccato, e mentre sto faticosamente cercando qualche parola da dire, è lei a parlare per prima e ad uscirsene con alcune parole da cui mi sento quasi folgorare, tanto mi arrivano sincere ed ispirate...” tu sei diverso... sei buono...”...anche se non posso sapere cosa lei intende con queste parole... infiniti sono i modi di essere diverso e buono poi può essere benissimo un sinonimo di fesso....ma in quei due monosillabi sento che c'è qualcosa di nettamente distinguente, che non può confondersi con nulla di ordinario... o magari è solo che mi piace illudermi a pensarla così...e con quella definizione mi sento aprire in modo istintivo ed immediato le porte della sua anima e soprattutto del suo corpo, perchè in quel contesto sento una gradevole coincidenza di anima e corpo....senza che ci diciamo nulla, per dei cenni intuitivi, lei sale in macchina, continuiamo a non dirci niente, come se non ce ne fosse bisogno e insieme non c'è fra di noi nessun stato di disagio, come se ci conoscessimo da sempre..percorriamo solo qualche centinaio di metri e con la macchina ci fermiamo in un angolo tranquillo ed appartato... poi tutto è fluido, scorrevole, libero... mi sembra come fossimo due amanti che finalmente si incontrano dopo mesi di bruciante passione repressa....ci baciamo, in un sensualissimo bacio, che anela a possedersi tutto... mi faccio scivolare di dosso i pantaloni, finchè non mi si sfilano del tutto e finiscono aggrovigliati in un angolo... anche lei è seminuda e mi apre tutti gli spiragli del suo corpo... le bacio i seni, sodi e rotondi, aspiro con passione i suoi duri capezzoli, mentre le mie mani indugiano ed accarezzano il rotondo dei suoi seni... la sento piacevolmente abbandonata alla mia adorante passione... scendo lievemente lungo il suo corpo, alla ricerca del suo sesso... quasi mi immergo con la bocca fra le sue cosce, la mia lingua si insinua avida e dolce fra le sue tenere fibre e le percorre in ogni anfratto, vuol interpretarne le sensibilità, ne cerca ed asseconda le reazioni, è un piacevole smarrimento in quel groviglio di umori... fra di noi non sento nessuna separazione e distanza e mentre io mi sento libero e scorrente in lei, lei pare completamente trascinata e persa e incurante della mia presenza....mi pare stia godendo spontaneamente e senza freni... magari finge, ma perchè lo dovrebbe fare?...quanto più sento lei vivere quell'intensa sessualità, tanto più mi sento eccitato e complice del suo piacere... troppo bello per essere vero... e infatti, come tutte le cose belle, come un fragilissimo vaso di cristallo, all'improvviso tutto si frantuma...

Siamo così coinvolti nella nostra passionalità, che abbiamo perso ogni cognizione di quel che succede fuori, come se fuori di quella nostra situazione non fosse esistito più nulla ed ogni altra realtà ci fosse stata estranea....

Ma non è così...e quei colpi forti dati con le nocche delle dita sul finestrino mi riportano in modo brusco alla realtà...quando, alzando gli occhi, distinguo in modo confuso le sembianze di una divisa, tutta la nostra sensualità di colpo annichilisce... credo sia facilmente comprensibile come ci si possa sentire in quella condizione di vulnerabile nudità, per niente si dice nudo come un verme, e certo la prima sensazione è di essere più o meno un verme che si può schiacciare in tutto agio....mi ricompongo il più rapidamente possibile, per ritrovare un minimo di presentabilità...le fa lo stesso... ma il peso maggiore di tutta la situazione, e non so perchè, lo sento gravare su di me... finalmente, un po' rimesso in sesto, mi ritrovo davanti al poliziotto che forte della sua divisa mi guarda con rigida severità e pare molto soddisfatto d'avermi sorpreso in quella fragranza di reato... invece la mia compagna di delitto sgattaiola via con fare disinvolto e senza che nessuno la cosa sembri interessare e cerchi di fermarla... mentre il poliziotto non sembra aver dubbi sulla mia colpa, io non ho dubbi sulla sua, sulla violenza, anche traumatica, di quel suo potere... che emette giudizi e sentenza su dei comportamenti per me del tutto privati e degni di autodeterminazione... c'è di certo che siamo nettamente separati da opposte ragioni... ovviamente io sono convinto della mia e considero la sua solo quella che deriva dall'avere la forza in pugno, ma non certo una giustificabile ragione... ma non mi pare il caso di dir niente, so che non serve a niente, e che in un caso simile non ci sia miglior reazione di un dignitoso silenzio... e che quel dignitoso silenzio, carico di disprezzo, sa esprimere molto meglio la mia ragione di quanto non possano farlo le parole...” che cazzo vuoi da me? In cosa ti disturbavano quei miei momenti di pace e di piacere?...un silenzio che pare dire queste parole e che solo il silenzio forse le può dire... poi tutto succede in modo inesorabile... la solita trafila di atti inutili... patente, libretto, comunicazioni con la centrale, alla ricerca di chissà quali clamorosi dati, dentro il grande cervellone della schedatura universale....per un attimo sembra anche preso dall'impulso di farmi la morale, sicuramente parte di una sua prassi consueta, di farmi sentire in colpa di qualcosa, tanto per rendere legittima e doverosa quella che per me è invece la sua colpa... ma poi, forse perchè capisce che non attacca, e forse perchè si sente scompaginato dal mio dignitoso silenzio, evita di farlo... immagino gli sarebbe piaciuto sciorinare tutti i suoi rimproveri e poi accogliere con severità tutte le mie adulanti giustificazioni e scusanti......ma nel nostro caso tutto si immobilizza nella più fredda e violenta delle burocrazie... ma non mi fa sconti, forse anzi reagisce con più violenza al sentimento di negazione che il mio silenzio gli trasmette... e inizia a scrivere la sua pappardella di carte, art. tal dei tali e articolo tal altro, legge di qua e legge di là...sentendo la lettura di tutte quelle colpe sembra quasi che abbia commesso una strage... comunque sia il risultato finale è molto duro... mi ritrovo con la macchina confiscata, con la perdita di punti della patente senza capir che centra, con una multa salatissima e con una denuncia penale e non so per cosa....il risultato finale annienta però tutta la mia lucidità filosofica che per poco tempo in quella strana serata mi aveva invaso... e di colpo tutta la mia provvisoria sicurezza si scioglie come neve al sole... e mi ritrovo nel panico, completamente in balia di tutte le mie opposte e contraddittorie pulsioni... ma quella serata è finita e in qualche modo devo pensare a come tornare a casa... ma basta una telefonata e aspettare pochi momenti e salgo su un taxi arrivato a questo scopo...

Luca si fa lasciare a qualche centinaio di metri da casa, rovistando nelle tasche a malapena riesce a trovare i soldi per pagare la corsa...è in preda all'agitazioni più piena e invaso di pensieri tristi e pessimisti... non ha il coraggio di rientrare in casa, con la prospettiva magari di trovarsi davanti suo padre e che subito capisca che è successo qualcosa e che gli chieda cosa e dov'è finita la macchina e finita una domanda sotto un'altra e dover dire tutto e di certo sentire la sua rabbiosa condanna e insieme la stessa scandalizzata disapprovazione sentirsi cadere addosso dalla madre, che istericamente lo assedia e lo fa sentire in colpa molto di più di quanto già da solo non si senta... no, Luca non ha il coraggio di rientrare in casa, ma non sa che fare... e insieme pensa all'indomani, a tutte le chiacchiere sul suo conto, che il paese si divertirà di fare, commentando l'accaduto... già immagina che sul giornale non mancherà un cenno su quella cronaca provinciale della notte... immagina che si leggeranno solo le sue iniziali, con età, professione e paese, e che non servirà essere degli agenti 007 per capire senza ombra di dubbio su chi si scrive... la solita ipocrisia dell'informazione che mentre spiattella con un certo compiacimento i fatti privati, vorrebbe anche far credere di avere un verto rispetto per la riservatezza... si immagina già deriso ed umiliato dai conoscenti e pensa a quanto gli sarà faticoso camminare per strada o anche entrare nel solito bar per leggere il giornale, immaginando in ogni sguardo quelle derisioni ed umiliazioni... tutti questi pensieri si impossessano di lui e diventano un tarlo tormentoso che lo fanno piombare nella disperazione più cieca... no, non ce la fa a tornare a casa, e sente come una fatica impossibile l'idea di ricominciare a vivere l'indomani... e si icammina lentamente lungo il sentiero he sale verso il piccolo vigneto del padre... la notte sta quasi finendo e all'orizzonte si intravvedono le prime luci farsi strada... guarda le viti allineante e quel luogo caro con un po' di nostalgia, ricordando certamente tutte le volte che da bambino c'era stato, ci aveva corso e giocato... e quando viveva spensierato e felice e neppure immaginava l'esistenza dei pensieri che lo tormentavano adesso... in quella struggente nostalgia sente quasi presente anche il suo ultimo saluto al mondo e alla vita... in balia della disperazione più istintiva ed immeditata non esita più e sa come agire... entra nel casolare che sta ai margini del vigneto, dove il padre tiene raccolti i suoi strumenti di lavoro... prende l'esile fune che sa nello stipetto, appronta il più elementare dei nodi scorsoi, fissa l'altro capo all'alto trave, sale su una sedia e si sitema il cappio al collo, poi si lascia andare e resta penzoloni... pochi momenti, pochi sussulti, finchè non se ne va anche l'ultimo soffio di vita e insieme anche la sua disperazione...

quella disperazione trasmigra interamente nel padre, quando, poche ore dopo, preoccupato di non vederlo in casa, e con qualche presentimento dell'accaduto, ritrova il cadavere di Luca... non può fare altro che tirarlo giù, con grande fatica, da quella condizione, lo bacia, lo abbraccia, lo stringe, cose che probabilmente non faceva più da tantissimo tempo mentr'era in vita... continua a chiedergli “ perchè? Perchè? Perchè?...” ma è tutto inutile, non avrà più risposta... poi si accascia al suolo, e resta immobile ed anche se ancora vive dentro ha la sua anima che muore...

Trascorrono solo pochi giorni perchè il caso venga archiviato completamente, c'è una generale voglia di chiudere la cosa senza tanti clamori... quasi non si parla, e solo per brevi cenni e con tono sommesso, delle immaginabili ragioni che possono aver spinto Luca a quel gesto... rari sono i commenti maliziosi e se ci sono sono fatti a tu per tu, quasi con un che di clandestino... c'è una grande folla assiepata nella chiesa per l'ultimo saluto... il parroco, che conosceva Luca fin da bambino, tiene una predica, anche se abbastanza sobria, piena di lodi e comprensione per il giovane... sembra che la morte sani tutti i peccati, o presunti tali, e che la persona venga accompagnata sull'altra sponda fissata dentro categorici e benevoli stereotipi, come se anche la fatica del giudizio più analitico e sostanziale venisse scaricata nell'altro mondo... e di certo Luca, con quella scelta, è riuscito a sgravarsi, ancor prima che iniziassero, di tutti i giudizi terreni... forse se non avesse scelto di morire in quel modo, in quegli stessi giorni avrebbe cominciato a morire lentamente, stilettato senza fine dalle malizie della gente....

Michele Serri 02/05/2012 15:38 1 8921

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

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«E' un racconto scritto molto bene (anche se un po' lunghetto), in cui l'autore fa varie considerazioni che possono essere condivise senza difficoltà. In particolare sono d'accordo con la sua critica all'arida applicazione di leggi non più al passo con i tempi, che possono ferire a morte dei giovani (e non solo) estremamente sensibili e dotati, loro sì, di un'autentica morale personale. Ritornando simpaticamente all'inizio del racconto, essendo sabato sera, forse quel giovane avrebbe fatto meglio a restare a casa sua e vedere su Rai Tre "Che tempo che fa", con Fabio Fazio e tutti i suoi prestigiosi ospiti intellettuali!»
Antonio Terracciano

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