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Il ruolo del medico di famiglia (da etico a epico!)

Sociale e Cronaca

Nel petrolio (dal carbonio, combustibile umano alle stelle!) si potrebbe chiudere il ciclo vitale (dalla fotosintesi clorofilliana) dell'umanità, sempre più pecora nera delle stalle. Se, però, la sgangherata barchetta Italia (fa acqua da tutte le parti) è in precario equilibrio ed è adagiata a mò di Concordia sullo scoglio del Giglio, la Terra (condominio dell'umanità allo sbando) non sta meglio e, a mò di Titanic, è in procinto di affondare! Ci rimane il presidio dei genitori e dei medici di famiglia (educazione morale, sanitaria e... schede geriatriche!) per tempi migliori...

A cambiare il mondo forse non ci riuscirò, a depurare la politica ci proverò ma a moralizzare la medicina, vi assicuro, ci riuscirò!

Non a caso rappresento il decano (solo per la carta d'identità con uno spirito giovane e senza età!) di una cooperativa di medici di famiglia (più di 100 iscritti) che si chiama proprio Ippocrate.

Da tempo, purtroppo, noi medici, dimentichi dell'omonimo giuramento che s'incentrava su scienza e coscienza (requisiti basilari della medicina), abbiamo permesso ai politici di pioverci addosso (mi stava venendo una volgarità!) e, intrappolati nei loro tentacoli (direttori generali!), da allora è notte fonda.

Soprattutto per noi medici di famiglia, sempre più presi tra note e piani (non certo musicali) e, finanche, offesi dall'ingiuria professionale (scarsa scienza) e etica (scarsa coscienza) dell'appropriatezza prescrittiva, termine inventato di sana pianta, di cui i colleghi ospedalieri (pozzi di scienza!) altamente se ne fregano, mentre noi, poveri medici (tanto... pazienti!), siamo costretti a riportare sulle ricette anche i loro numeri di targa (codici di iscrizione all'albo) per lo più illeggibili.

Ormai compilare una ricetta è diventato così problematico che si fa più in fretta ad andare dal notaio per un atto... di proprietà!

Questa sconsiderata intromissione della politica e dei direttori generali ha causato, ahimè, un totale sovvertimento dei valori medici (“ gli ultimi saranno i primi” è un mio testo su Alidicarta!) con gente spesso incompetente (sia docenti che primari) a guidarci.

E così, sempre più presi tra ragli e suoni, noi medici di famiglia ci troviamo al centro, proprio al crocevia tra medici amministrativi, medici specialisti, medici ospedalieri, medici professori e pazienti autoprescrittori, e da qui (unica nota positiva) abbiamo acquisito la facoltà di saper tastare il polso medico, sempre più fibrillante per i suoi tanti faccendieri, sfaccendati e presunti scienziati.

Passi pure per piani e note (io non mi faccio mai mancare quelle musicali per mediare i lamenti quotidiani!), ma l'appropriatezza (termine anche cacofonico!) prescrittiva davvero non mi va giù, anche perché mi richiama alla giusta miscela del medico tra scienza e coscienza ed io la prima (da deficitario o deficiente) la compenso sempre con tanta coscienza.

L'appropriatezza, invero, fa rima solo con la correttezza, specie morale, obbligatoria per gente come noi che ha il privilegio di curare l'umanità, sublime atto creativo, che rappresenta, di certo, la spiritualizzazione della materia o la materializzazione dell'amore!

In virtù di tanto, si deve rispolverare l'antico giuramento di Ippocrate (la medicina secondo scienza e coscienza) rivitalizzandolo con l'amore, in modo da apporre sulle ricette la firma completa e luminosa dell'anima secondo scienza, amore e coscienza, vestigia della cellula primordiale (spirituale) che presiede su quella nervosa (materiale).

Sin dall'adolescenza, purtroppo, ho avuto esperienza di nomi altisonanti della medicina e vi posso assicurare che quanto più in alto sono (la grandezza è proporzionale all'onorario!) tanto più mancano di umanità, perché non concepiscono minimamente l'amore (citoplasma affettivo della cellula spirituale) e fanno affidamento (è la loro vera fede!) solo sulla cellula cerebrale, intrisa e avida di materia!

Proprio in tema di neuroni, i miei (per scarsa materia grigia e sempre più pervasi da fantasie), da tempo, mi stanno facendo vivere la follia di ritenermi il referente delle anime celesti all'unanimità, finanche docente di “ educazione morale” per segni lampanti e segnali lampeggianti.

A questo punto di delirio di grandezza, sono arrivato a battere perfino il presidente Silvio (gli dedicai Silviade), che rimane soltanto il referente del popolo italiano, soprattutto delle donne, non certo quelle che compra per non incorrere nel voto di scambio!

Per come siamo messi (elettori e governanti siamo ormai alla frutta... marcia!) necessita, al più presto, cambiare le regole del gioco e, così, se i politici pretendono da noi medici di famiglia l'appropriatezza prescrittiva, noi pretendiamo da loro la correttezza ideativa e morale.

In ragione di tanto, per l'ingresso in politica (altro che “ cosa pubblica") non pretendiamo la laurea ma almeno qualche referenza istruttiva e morale, e persone di tal levatura (onorevoli) necessitano, innanzitutto, che siano buoni padri (vedi Berlusconi!) o madri di famiglia (una Rosi Bindi lasciva non la sopporterei... meglio la Melandri!) per essere d'esempio a noi poveri peccatori.

Un piccolo sacrificio, comunque, i politici lo devono pur fare, almeno per il congruo stipendio anche in tempi di fame, e questo l'ha ben capito lo scaltro Tonino - vota Antonio, vota Antonio (mitico Totò avevi tutto previsto!) - che, sognando un luminoso avvenire per il figlio, ce lo raccomanda con l'intento di propinarcelo!

Per l'ingresso in politica e per liberarci della casta necessiterebbe, invece, un preliminare esame d'idoneità con valutazione del grado istruttivo (prendete il figliuol trota che a stento sa leggere!) e cognitivo (un po' di Platone e Aristotele non guasterebbe!), nonché la valutazione sullo stato della coscienza (un po' di Socrate!) con relativo coefficiente etico:

CE= AS/AF x GC dove il rapporto tra amore spirituale (AS) e fisico (AF) - scala da 0 a 100 - viene moltiplicato per il gradiente della coscienza (GC) - scala da 0 a 10 - secondo questo calcolo ideale CE= 100/10 x 10= 100 da appositi questionari, non futili come quelli per l'ingresso alle facoltà universitarie!

Naturalmente spetterebbe sempre a noi medici di famiglia (depositari di una scheda sanitaria e di una scheda geriatrica con valutazione delle facoltà intellettive!) rilasciare il certificato di idoneità al lavoro (come lo rilasciamo a tutti per il primo impiego), e ricordo che tempo addietro, per l'ingresso nell'arma dei carabinieri, bisognava addirittura evidenziare: “è esente da tare luetiche e mentali”.

Di questi tempi è davvero una grande responsabilità certificare per qualche assistito, che neppure conosci, “ non è dedito a sostanze stupefacenti né bevande alcoliche” oppure “ non presenta segni clinici di malattie infettive, contagiose in atto” con l'ingravescente pantano morale (perfino in politica!), dove brulicano virus letali (epatite B, C e Aids).

Questi virus (come l'abuso di alcol), attraverso la grave compromissione epatica, possono provocare disturbi mentali (encefalopatia) e... con Berlusconi e Bossi, di questi tempi, bisogna stare in guarda e andar cauti con i certificati, anzi al padano Umberto, con circostanziata diagnosi neuro- psichiatrica, da tempo avrei precluso la politica o meglio l'oscena sceneggiata con la scheda geriatrica!

Chi, invece, mi ha deluso è stato il Presidente Silvio, perché in lui mi rivedevo (finanche per l'altezza!) e in lui rivivevo pure la mia mania di grandezza (Silviade), ma poi, causa le solite donne (a Napoli si dice mannaggia Eva... troia!), ha fatto una fine ingloriosa (altro che... Cantami, o Musa, le gesta di Silvio...!) o meglio indecorosa.

Caro Presidente, ti ricordo solo che le donne (a me in canna son rimaste solo poesie!) ci sono madri, mogli e figlie e, pertanto, non hanno prezzo. Passi pure per Gaucci che le prendeva anche come calciatrici, ma qui entra in causa la deformazione professionale (e morale!) di un presidente di calcio sconcio (anche fisicamente) mentre tu, assolutamente, non lo sei se, da novello re Mida, hai ricoperto d'oro calciatori, presentatori, giornalisti e, finanche un santo... Santoro senza di te è un comune mortale!

A questo punto (caro Sommo Poeta, altro che selva oscura!) mi faccio promotore, attraverso le mie tante scritture (www. francescoandreamaiello. it), della rinascita civile e morale che vede il medico di famiglia come figura centrale e il suo ruolo da etico, vi assicuro, diventerà epico.

La chiave di volta è l'amore che riversiamo verso i nostri assistiti (per i certificati ormai basta... una telefonata e evitiamo loro di venire in ambulatorio e le file postali!) e così, dal quotidiano contatto con queste anime in pena (con famiglia e senza lavoro si perde la testa!), abbiamo acquisito sul campo la psicologia (anticamera della psichiatria) al punto da curare con calore affettivo le tante turbe mentali, non ricorrendo neanche agli antidepressivi per fronteggiare la spesa sanitaria.

Sempre noi, poi, li preserviamo dal male (educazione sanitaria) e dai malanni stagionali (le vaccinazioni), dalle tentazioni immorali (il viagra si prescrive solo a scopo etico!) e finanche culinarie (per vivere a lungo basta... respirare o mangiar poco e camminare tanto!)

Adesso in tema di spesa sanitaria, dal momento che noi già ci impegniamo tanto, bisogna vigilare sugli ospedalieri che prescrivono di tutto e di più, dagli esami ematochimici (numerosi e non sempre correlati alla patologia) ai protettori dello stomaco dati sempre ad alto dosaggio (ma l'acido cloridrico servirà a qualcosa?).

Da parte nostra, con l'intento di diventare medici di riferimento, siamo disposti anche a migliorarci scientificamente alla luce delle nuove metodiche, per cui ci fa bene anche un po' di ecografia clinica.

A tanto nella nostra Asl Na 3 Sud, con perspicacia e lungimiranza, provvede un dottore lungimirante, collaborato da medici di classe e di fascino, e noi medici di famiglia, grazie a questa metodica, stiamo acquisendo più sicurezza per le diagnosi.

Il mio sogno è vedere una medicina di famiglia, branca medica emergente di riferimento per coscienza, amore e scienza (firma dell'anima!), capace di ristrutturare la famiglia (fulcro della civiltà) e depurare la politica (certificati di non idoneità per politici avanti negli anni), selezionando pochi e buoni parlamentari che sappiamo governare (“ Supercorso per Montecitorio, decalogo per accedere” è un altro mio testo!)...è la prima manovra per risanare il debito pubblico e liberarci da gente inutile e costosa!

E pensare che io e... mia moglie, quando intrapresi (per ripiego) il mestiere di medico di famiglia, ci sentivamo entrambi così declassati al punto che quel fantastico film di Sordi (il medico della mutua)

invece che ridere ci faceva solo... piangere!

Proprio per preservarla da clamorosi errori diagnostici sulla pelle dei miei compaesani (già mi mangiavo... clamorosi gol!) da Sant'Anastasia me ne andai a fare il medico a Gragnano dove nessuno mi conosceva.

La mia innata mania di grandezza senza errori (bastavano e avanzavano quelli... calcistici!) non la volevo deludere ma, poi, da vero asino cascai su me stesso, prendendo un infarto per gastralgia con una mente sempre più confusa, dopo che un destino avverso (abbandono filiale), iniziato sin dall'adolescenza (malattia materna), mi aveva portato a varcare i sentieri della mente (nevrosi) spingendomi fino ai confini dell'anima (psicosi) da dove, sempre alla ricerca della verità, ero sprofondato nel buio del vuoto depressivo.

L'etiologia di tale patologia (mancata pressione spirituale) era dovuta alla mancanza di amore, su cui niente potevano gli antidepressivi (all'epoca propagandati a sproposito) e, pertanto, mi giovai della sola terapia affettiva.

E' proprio questa il fiore all'occhiello (l'amore è il fiore all'occhiello dell'anima e la coscienza è lo specchio in cui essa si ammira nel suo candido splendore...) di noi medici di famiglia e la terapia affettiva, in tempi così difficili, noi la riserviamo quotidianamente a tutti i nostri pazienti, basta solo che non esagerino (i miei assistiti sono a rischio dell'infuocato mister Maiquello dal mite dottor Maiello!).

Chi pagò le spese di mister Maiquello (e ci rimase secca) fu mia moglie (rediviva sibilla cumana!) che, dopo avermi sopportato tra fantasie e follie, mi ripagò scatenandomi fobie e malattie.

E qui, di ritorno alla mia rigenerante mania di grandezza, può gioire per aver sposato non proprio

l'Apollo novello (non è certo un vinello e neanche un pollo!), non certo il numero uno, ma un grande numero (vincitore della lotteria divina!) dell'umanità.

Più pazzi di così forse si muore ma io intanto, anche con l'avallo di sole e stelle (nella mia ingravescente follia ho visto strani segni e segnali dall'alto!), finalmente vivo.


Francesco Andrea Maiello 20/07/2012 17:53 1137

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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