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Le bistecche (avventure balneari)

Comicità e Satira


Po' voglian di' che un sémo nella civirtà dello spreco, alla grazia der mi' 'ugino Palletìo che dice d'esse' un morto di fame perchè un cià più una lira ma sortanto qualche miglione di euri.

L'artro sabato la mi' moglie mi fa: -Leva quer chilo e otto di bistecche dar congelatore e mettile ner frigo basso che si portino ar mare!-Lì per lì, che fa li alla seònda, ho pensato:" Ha ragione; anco loro si devano svaga' , poverine, stanno fisse in casa" poi ho capito che si trattava della cena. Ma siccome c'era le partite alla televisione, doppo avèlle spostate dar congelatore ar frigo, mi scordai di portàlle a Tirrenia.

Un l'avessi mai fatto!

Ci si mise anco la mi' figliola a brontolammi; la 'osa più affettuosa che mi dissano fu che ciavevo l'arteriosclerosi, menomale che poi si etònno 'vando le portiedi a cena al ristorante der bagno dove spilluzziònno 'varcosa cosi' per tenessi leggere.

Alle due e un quarto di notte, 'vando i camerieri, sudati mézzi, inviònno a spenge' le luci per fàcci 'api'che sarebbe stata l'ora di levàssi di ulo, siccome un era possibile dormi' in gabina perché l' amache vertìali' un l'hanno ancora inventate, perché se l'avessero inventate le mi' donne dormirebbano ar mare, si ritorniede a casa doppo ave' lasciato ir chiodo cor padrone perchè m'ero dimentiàto anco ir portafoglio ner frigo forse propio accanto alle bistecche.

Doppo ave' schiacciato tutti un sonnellino fino al mezzogiorno e mezzo della domenìa, la mi' moglie,invece di dàmmi il bongiorno mi fa:- Ho fame, mi ci andrebbe una bistecca! e si fionda in cucina dove tira un urlo che mi fa raggrincì que' pòi denti che mi sono rimasti." Boia deh, pensai, un avrà mìa visto Gad Lerner alla televisione? Luilì, a digiuno, è periòloso!"

Corsi in cucina pronto a tutto, anco a paga' volentieri le tasse sulla spazzatura e viddi la mi' moglie mezza svenuta sulla seggiola. Il frigo era aperto e spento e un puzzetto di ciccia marcia aveva invaso anco ir tinello.

Insomma, a fàlla 'orta, era successo che la spina der frigo era stata staccata probabirmente dalle gattine che di giorno dormano ma la notte si rincorrano su mobili buttando per la terra tutti i troiai che i parenti ci regalano per Natale.

Menomale che ir mi' portafoglio, di vera prastìa, anco se co' vaini impiastricciati di margarina che facevano schifo a toccalli colle pinze, era lì proprio accanto alle bistecche che cor cardo avevano preso un colorino amaranto da curva degli ultrà.

Appena che la mi' moglie ebbe ripreso fiato, andiede a sveglià la bimba e insieme riprincipiònno a dì che era tutta corpa mia e che ciavevo l'arterio e lì cominciò ir consueto accenno di letìata che di solito un si dilunga oltre le du' ore consentite dar diritto di famiglia.

Ir seguito ve lo potete immagina'.

All'unanimità, però colla mi' astenzione che 'un conta una sega, fu deciso di tornà a Tirrenia ar solito ristorante. Alle cinque eramo ar tavolino; i camerieri, che oramai ci 'onoscano e prendano la mancia dalla gente che dall'altri bagni viene a fàcci le foto mentre si spilluzzìa quarcosina, ci servìnno merenda perchè a quell'ora un c'era da pretende' nullase non pizza con contorno di pizza.

Quando si rivò a pagà, altra letìata cor padrone perchè s'era piccato di un vole' prende' i mi' vaini unti bisunti. Menomale che poi tutto s'aggiustò colla Carta di credito che, anco se sdruciolava nella macchinetta perchè lezza di mascarpone puzzolente, doppo avecci ammattito un par d'ore, si riuscì a paga' ir conto anco della sera avanti.

Alla fine, stanchi e stomàati, si torniede verso casa.Un ci fu nemmeno bisogno d'aprì l'uscio; drento c'erano i Pompieri che, chiamati dai vicini a causa der puzzo delle bistecche marce rimaste lì dove l'avevimo lasciate, erino entrati convinti di levà ir solito vecchiettino morto in casa da quindici giorni.

Allora, doppo avé pulito la 'ucina, ir frigo, disinfettato anco la soffitta e spruzzata tutta la 'asa cor deodorante che puzzava più delle bistecche marce, s'andiede tutti a letto doppo ave' messo ir portafoglio, i vaini e la Carta di credito in lavatrice.

Da quella domenìa ci sèmo convertiti ar baccalà che armeno sa di lezzo di per conto suo.

Però puzzi in casa un se n'è sentiti più, levata quella vorta che mi dimentìai di chiude ir gasse e ritrovai i Pompieri, natidancane, seduti ner mi' salotto ma incazzati neri che facevino una partitina a cista aspettando che si ritornasse.






Luciano Tarabella 04/11/2010 11:59 1454

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Le bistecche (avventure balneari) (04/11/2010)

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La catenella d'oro (08/11/2010)

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Bagnati fradici (07/11/2010, 1949 letture)


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