Maria, una bella ragazza ventenne, ogni giorno si recava di nascosto sulla montagna per portare rifornimenti di cibo ai partigiani che vi si erano asserragliati per opporre resistenza all'esercito fascista. Tra i partigiani vi era anche Marco, fidanzato di Maria. I due ogni volta che Maria si recava all'accampamento si appartavano per fare l'amore. Temevano l'uno per la vita dell'altro e il loro amore diventava sempre più forte alimentato dal timore della perdita. Erano fidanzati da tre anni e il loro sogno era sposarsi dopo la fine della guerra. Era estremamente pericoloso per Maria raggiungere il rifugio, poteva essere vista da qualche spia ed essere denunciata, arrestata, e fucilata. Finora erano passati tre mesi senza nessun pericolo ma doveva comunque essere prudente se non voleva essere scoperta a rischio suo e dei compagni partigiani. Un giorno Maria fu vista recarsi al rifugio da un uomo, che era un camerata fascista, che la seguì senza che ella si accorgesse di lui. Il giorno dopo Maria venne arrestata, i partigiani furono colti impreparati e dopo aver opposto strenua resistenza molti morirono e altri vennero catturati. Fra i prigionieri vi era anche Marco che aveva opposto eroica resistenza ed era rimasto ferito nella battaglia. Furono tutti rinchiusi in prigione. Dopo un processo sommario vennero tutti condannati alla pena di morte e fucilati subito dopo la sentenza. Maria invece venne tenuta in prigione dove veniva stuprata continuamente dai soldati fascisti. Essa in preda alla disperazione per la morte di Marco e per gli abusi sessuali che subiva rifiutava il cibo che le veniva portato e dopo una ventina di giorni di digiuno morì di stenti. Finita la guerra i partigiani e Maria furono ricordati come eroi della resistenza e in loro onore venne eretta una piazza con un monumento.