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Laura I° episodio (IV° capitolo)

Amore

"Ti scriverò..." - erano state le ultime parole che Laura aveva sentito pronunciare al suo ragazzo la sera prima del suo rientro al servizio di leva. Invece, dopo quella breve licenza natalizia, erano trascorsi mesi. Abituata alla loro assidua corrispondenza epistolare, Laura non avrebbe saputo spiegare neppure a se stessa come stesse vivendo quello strano silenzio... A romperlo fu sua madre: "E' per te, l'ha portata il postino questa mattina". Elena non conosceva vie intermediarie. Due erano i colori fondamentali nella vita di sua madre: il bianco e il nero. Le sfumature dove fra il bianco e il nero traspare anche il rosa, l'azzurro, l'arancio, il violaceo, il giallo, quelle che riescono a donarti benevolmente quel tenue ma magico filo di speranza, non avevano alcun posto nel suo modo di percepire la realtà della vita. E quella busta, sua madre, senza averne letto neppure il contenuto, doveva averla vista nera. La ragazza si era voluta appartare nella sua camera ed aveva estratto il foglio dalla busta con un confuso tremore nell'anima... "Laura cara, non sono più lo stesso uomo di prima. Ho lottato con tutte le mie forze, ma sono stato vinto dai tarli crudeli che io stesso riconosco infondati. Ho compreso che tu non hai nessuna colpa. Perdonami. Ti amerò sempre, ma adesso non saprei darti nulla. Mi sento morto dentro. E attendo, con molto desiderio, che muoia anche questo mio inutile corpo. Chissà! Forse un giorno... piccola, cara, cara, cara... Roberto".

Orfana... Laura aveva la sensazione di sentirsi orfana. Orfana di tutto l'amore di cui era stato inondato il suo cuore fino a qualche tempo prima. Erano seguiti mesi apatici, che non sapeva come combattere. Se almeno le avesse detto che non l'amava più. Ma lei non percepiva questo. Un Amore così Grande non può svanire come se a un tratto fosse in grado di spegnere tutte le stelle del cielo... I libri erano diventati, ora, i suoi unici compagni. Divorava tutto ciò che riusciva ad interessarla. Non vedeva più nessuno. Aveva diradato ogni contatto con la vecchia comitiva di amici. Sola nella sua casa, sola nella sua vita, sola nella sua solitudine... Si era perfino dimenticata che, avvalendosi del giornale "La tecnica della scuola", aveva inoltrato al Provveditore Agli Studi l'istanza per l'assunzione all'incarico in qualità d'insegnante. La nomina giunse, inattesa, in uno di quei giorni in cui il sole decide di elargire, ancora per un miglio della sua stagione d'oro, l'abbraccio caloroso dei suoi raggi. Nonostante si fosse già in autunno inoltrato. Come fossero gli ultimi bagliori di luci accese sul fascino delle foglie morte... Nella prospettiva che la fine di qualcosa segna sempre l'inizio di qualcos'altro. Dopo il congedo di Roberto dal servizio di leva, per qualche anno ancora, i ragazzi si erano cercati nel tentativo di ritrovare quella misteriosa alchimia che aveva saputo farli riconoscere all'interno di una cornice dove pareva che il pennello di un pittore avesse voluto dipingere uno sprazzo di tempo in cui il magico e il reale si fondessero come fosse la cosa più naturale del mondo. E vibrassero di una stessa melodia. Ma adesso, era come se si fosse spezzato qualcosa nel loro rapporto, qualcosa che ora li poneva, confusamente, in uno stato di disagio... Così, Laura, si era chiusa sempre di più in se stessa. Iniziava a sentire il bisogno di evitare ulteriori tentativi di ristabilire nel loro raporto un equilibrio che pareva essersi smarrito per quelle strane vie della vita ignote a loro stessi. E all'amore. L'ultimo era avvenuto un mattino, mentre Laura stava recandosi presso la sua prima sede scolastica dopo l'avvenuta assunzione in servizio. Roberto ne era venuto a conoscenza e dopo qualche breve tempo si era appostato in auto, proprio all'angolo dell'incrocio stradale che Laura era solita attraversare per raggiungere la sede di lavoro. Ora, erano l'uno di fronte all'altra. Lei si era soffermata, per un istante che le parve un'eternità, a sostenere il suo sguardo fermo su di lei. E in quello sguardo vi era la chiara lettura: "Se ancora mi vuoi, sono tornato da te. Non riesco a vedere alcun'altra decisione che possa condurmi lontano dal tuo cuore... lontano da noi". E Laura aveva tremato... Era il momento che aveva tanto sognato in quegli ultimi orribili anni, percependo l'assenza del suo ragazzo come un'angosciante morte che, improvvisa, aveva stroncato l'Immensa forza vitale del loro amore. A quel punto, nonostante il cuore le galoppasse a mille e sentisse le gambe quasi immobilizzate dall'emozione, sarebbe stato facile volare fra le sue braccia... Ed era stato quello il suo primo impulso. Laura non saprà mai spiegarsi perché invece aveva girato lo sguardo e proseguito il suo cammino; dando ascolto ad un'altra sconosciuta voce interiore. Forse, la paura di soffrire ancora. Fino a quando - ricorderà più avanti - già sposa e in attesa del suo secondogenito, aveva rivisto Roberto proprio davanti ad un piccolo supermercato dove lei era appena entrata tenendo per mano la sua bimba di tre anni. Aveva avvertito immediatamente la sensazione di essere intrappolata in un incontro inaspettato ed impossibile da evitare, e s'era meravigliata per quella prontezza di spirito solare che, tuttavia, l'aveva pervasa, per quella grande serenità d'animo con cui aveva saputo affrontare il momento. Lui, visibilmente emozionato, aveva guardato con tenerezza la bambina e la figura di Laura, illuminata da quella luce radiosa che spesso caratterizza lo sguardo delle giovani donne in dolce attesa. Scambiarono appena qualche parola di circostanza e poi si salutarono stringendosi la mano con un sorriso. Da allora, Laura, non lo vide più. Forse, pensò, sarà stato un modo per accertarsi che lei fosse serena. Solo assai più tardi, quando i figli di Laura erano già maggiorenni, Roberto, ormai da lunghi anni espatriato dalla sua amata terra, aveva deciso di sposarsi. Così fu detto a Laura, casualmente, da vecchi amici comuni. Ed ella ricorderà ancora, tornando d'un passo d'ali indietro, quel falò. L'unico rito che volle compiere la sera dell'addio al suo celibato. Da sola, senza rimpianti, ma pervasa da una tenerezza infinita per quel tempo "dolce-amaro" che scintillò nella sua vita. E che volle salutare, per l'ultima volta, facendo un falò di tutte le lettere di Roberto. Dalla finestra, ora, il volo leggiadro di quelle ceneri moriva come come una scia di stelle bambine sulle note silenziose della notte... Fino a scomparire nell'amorevole memoria del cielo.


Anna Maria Scamarda 12/11/2013 02:01 1141

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«In quest'ultimo periodo scrivo assai sporadicamente, per ragioni varie e personali. Dopo parecchio tempo, ho ripreso il continuo di questo mio racconto. Più che altro per conservarlo in un raccoglitore di narrativa dove è più semplice, quando lo si desidera, trovare le proprie cose.»

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Anno: 2012 - ISBN: 9781471686214


Libro di poesieCristalli nel vento
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Una raccolta di poesie è talvolta cosa stucchevole se non sorretta da un’idea che dia coerenza a un “canovaccio”, una sorta di filo di Arianna che conduca il lettore alla scoperta di un significato d’assieme. In verità un’idea in questa pubblicazione c’è ed è “forte”: sedici poetesse, dotate di spiccato lirismo e felicemente ispirate, cantano la vita attraverso le sfaccettature di uno smeriglio di cristallo. Cristalli nel vento, è l’opportuno titolo dell’opera, e son davvero puri petali di cristallo queste liriche, petali da strappare uno per uno.

Pagine: 182 - € 10.00
Anno: 2010 - ISBN: 978-88-95160-26-9


Libro di poesieFoto di gruppo con poesia
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Una storia d’altri tempi (07/11/2010)

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