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Apparizione laica - racconto semiserio

Fantasy

L’ altra sera mi sono intrattenuto al lavoro più del solito, perché avevo delle cose da finire e, preso com’ ero, non mi accorsi che si stava facendo tardi. Fuori era buio da parecchio quando all’ improvviso

“ Andreaaaaa- aaaa- aa” mi sento chiamare alle spalle. Sai quella voce che sembra un’ eco, ma non lo è; allora capisci subito che viene dall’ aldilà!! Istintivamente guardai l’ orologio appeso alla parete: mezzanotte in punto! Non mi ero sbagliato!

Un formicolio si insinuò nella zona del coccige e incominciai a tremare leggermente. Lo sapevo, è proprio l’ ora giusta per fantasmi, streghe e folletti… ecco spiegata quella voce…

“ Andreaaaaa- aaa- aa” di nuovo.

Mi girai di scatto, grazie a qualche grammo di adrenalina che serpeggiò nella schiena, ma… per poco non svenni! Mi appoggiai al banchetto per non cadere!

No, non era un fantasma, non aveva un lenzuolo addosso o le catene ai piedi e nemmeno si trattava di un qualche alieno strano e informe, ma (adesso lo so che non mi crederete), ma, meraviglia delle meraviglie, davanti a me si ergeva nientepopodichè la figura di Enrico: sì, proprio lui, quello famoso: Berlinguer!? In carne e ossa (beh, insomma, si fa per dire… non l’ ho mica toccato!).

Aveva un piglio minaccioso e il dito diritto puntato nella mia direzione:

“ Andreaaa, tu non deviiii dare il votooo a Berlusconiiiiii, se no vai all’ infernoooo. Soloooo la Classe Operaia sta in Paradisoooo, tutti gli altriiii stanno un po’ all’ infernoooo e un po’ al Purgatorioooo”

Mi disse con quel caratteristico accento sardo che taglia le parole con l’ accetta (ma che non riesco a scrivere!).

“ Ma compagno” feci per replicare, ma le parole mi si strozzarono in gola: lui, in quel preciso istante, scomparve alla mia vista!

Certo, passato quel primo momento di folle terrore, mi sarebbe piaciuto conversare un po’ con lui, giustificarmi… Gli avrei detto che non ho più vent’ anni, quando mi batteva il cuore in petto, adesso sui sessanta essere ancora comunista significherebbe non avere la testa sulle spalle (in Italia poi..); gli avrei detto che è crollato il muro di Berlino e che il suo partito non supererebbe la “ soglia di sbarramento”; gli avrei detto che nessun “ fine”, per quanto nobile, può giustificare ogni mezzo! E tante altre cose che mi sarebbero venute in mente.

Ma lui era scomparso…. Lasciandomi in uno stato di forte agitazione e confusione mentale; quel formicolio partito dal coccige, si era sparso per tutto il corpo e mi si erano inumiditi i palmi delle mani!

Il bisogno di aria fresca e il desiderio di scappare, furono un tutt’ uno con l’ azione e, senza nemmeno accorgermene, mi ritrovai in sella alla bici: ricordo di avermi chiuso la porta alle spalle, ma non avevo inserito l’ allarme e non tornai indietro!

Ero sconvolto, stupito; cercavo mentalmente di seguire un filo logico di tutto l’ accaduto, ma non ci riuscivo.

Sicuramente non era un fantasma, quelli li conosco (in televisione s’ intende, no?) e nemmeno un essere infernale, inoltre non era trasparente; ma una figura d’ uomo a tutti gli effetti, ben distinta e che conoscevo anche bene.

E può darsi che fosse veramente un corpo in “ carne e ossa”. Chi lo può dire? Ma allora scusate tanto, se siamo in presenza di un uomo in carne e ossa però deceduto da tempo, allora si tratta di “ APPARIZIONE”! Forse “ laica”, ma pur sempre “ APPARIZIONE”! E se questa è un’ apparizione allora io sarei un “ VEGGENTE”! O no?

Questo concetto cominciò a rodermi dentro come un tarlo! Capite? Io sarei un veggente… Non è certo cosa di tutti i giorni e, soprattutto non per tutti… percepivo chiaramente una prospettiva di cambiamento nella mia vita!

Sarà stata la brezza marina che mi scivolava sul viso, o le cinque sigarette fumate in sette chilometri, ma a un certo punto la pedalata divenne più leggera: sentivo un ritrovato benessere per tutto il corpo e una strana euforia man mano si faceva strada nella mente!

E in quei pochi minuti del tragitto fino a casa, feci già un sacco di progetti: per l’ azienda, per la famiglia….

Avrei inserito l’ immagine di Enrico nelle brochure e sulle garanzie( sono orafo); pensai anche a qualche gadget: portachiavi, magliette.

E poi un prodotto maneggiato da un Veggente costa sicuramente di più! Non vi pare?

Probabilmente avrei smesso di lavorare al banchetto per impegni mondani e sociali: tavole rotonde, seminari, interviste.

Già mi vedevo nello studio di Bruno Vespa, con il plastico del laboratorio con i due omini ed io a spiegare l’ ambiente e gli spazi!

Accidenti! C’è di che diventar famosi!

E poi un esposto al comune per ampliare il parcheggio davanti al laboratorio; non certo per me, ma per i tanti pellegrini che sarebbero arrivati in pullman… Non è vero?

Insomma tutta questa faccenda si stava trasformando, col mio intuito, in una grossa opportunità che mai più si sarebbe ripetuta! Stava, anzi sta passando un treno e io devo salirci a bordo!

Quando bussai alla porta e mia moglie mi aprì:

“ Hai litigato col cliente! La cena si è freddata” mi disse in tono affermativo, scuotendo la testa.

Non risposi nulla e mi diressi in camera. Di solito i veggenti parlano poco con le persone normali, perché sono spesso in una specie di trance trascendente. E poi, fateci caso, hanno sempre uno scintillio negli occhi; cosa che sicuramente sarebbe venuto anche a me all’ indomani. Presumevo!

Mi tolsi solo le scarpe e mi distesi sul letto. Fu allora che incominciarono ad assalirmi i primi dubbi!

Potevo forse procedere in questa avventura da solo, senza un aiuto? O forse era meglio affidarsi ad un “ promoter”, tipo un manager? E poi ci vorrebbe una presenza istituzionale per avvallare, legalizzare l’ accaduto.

“ Ma certo, la Chiesa!!” che stupido non averci pensato prima! Ciò che mi era capitato non doveva assolutamente sottrarsi al vaglio di organi competenti del ramo!

Pensai al sacerdote della parrocchia: una brava persona, mio coetaneo e sessantottino come me. Nel breve periodo che ci siamo frequentati non siamo riusciti a convertirci vicendevolmente, ma è rimasta tra noi una certa stima reciproca che ci consente brevi e sporadici confronti sui temi importanti della vita.

Poi mi addormentai e per tutta la notte sognai Gianluca con il suo gommone di quattro metri (ribattezzato Caronte) che, a tutti i costi voleva “ traghettarmi” dal lido “ del cavaliere” fino allo “ scoglio dei francesi”; luoghi del nostro litorale proprio di fronte alla mia casa da bambino.

Gianluca è un mio giovane cliente e penso che questo sogno sia alquanto freudiano.

Il mattino dopo mi svegliai prestissimo e proprio per questo, realizzai, gli occhi non avevano ancora subito alcuna “ metamorfosi”. Alle sette e mezzo ero già sotto la casa del “ Don”; dice messa alle otto dalle suore.

“ Ah, finalmente la pecorella smarrita torna all’ ovile!” mi disse sorridente.

“ No, magari, ma non è per questo che sono qui” gli replicai. E in un paio di minuti lo misi al corrente dell’ accaduto.

Incominciò a introdursi l’ indice destro da una narice all’ altra con la testa leggermente declinata, per migliorare l’ esplorazione credo. Ricordai che era un suo atteggiamento consueto, quando s’ innervosiva!

“ Senti Andrea” esordì “ Il figlio di un mio caro amico napoletano si è da poco laureato in Psicologia Cognitiva. E’ molto bravo, vedrai che se ci parli un paio di volte, non ti capiteranno più queste brutte cose! Adesso ti do il numero”

“ Ma Don, stai dicendo che sono pazzo??” replicai molto arrabbiato e prima che mettesse le mani in tasca.

“ No, non voglio dire questo; ma sai la crisi, il lavoro che va male, lo stress, la solitudine: ci vuole poco che la mente si offuschi e hai le visioni. Ecco, per dirla tutta, più che veggente ti definirei visionario”.

Quando è troppo è troppo, mi fece arrabbiare di brutto

“ Ma che dici! Io ho visto un uomo in carne e ossa, risorto dai morti e tu mi dai del visionario?” esagerai un po’ per convincerlo “ Ma diciamo piuttosto che voi preti volete la paternità su tutto! Se mi fosse apparso uno dei vostri allora tutto bene… i riflettori addosso! Ma siccome m’è apparso un ateo allora niente, sono un pazzo secondo te!”

parlavo cantilenando le parole e accompagnandomi con larghi gesti, cosa che lo innervosì alquanto.

“ Ma insomma, che sei venuto a fare, che vuoi che faccia?”

“ Come che voglio: voglio che qualcuno di voi mi segua, che si interessi al caso, una visita al laboratorio… Immagino ci sia un protocollo da seguire in questi casi… Il pubblico deve sapere questa cosa e vedrai che poi il resto verrà da se”.

“ Aaahhh” mi interruppe bruscamente ” Ma se a Pasqua non mi hai permesso di venire per la benedizione! Che forse ti avrebbe anche fatto bene! E poi ma di cosa stai parlando? C’è stato per caso un miracolo? Una guarigione inspiegabile? Per caso il mese scorso avevi il tumore e adesso non più? Per caso t’ ha dato un messaggio per l’ umanità o, che so, un segreto escatologico da confidare a me? Vedi? Niente di tutto questo.”

“ Questo non lo puoi dire, non è vero” replicai convinto ” Prima di tutto il messaggio c’è stato: forte e chiaro, una vera e propria indicazione di voto. Poi vorrei ricordarti che quest’ uomo, anzi questo spirito, un primo miracolo l’ ha fatto già da vivo, e sì, mio caro, il famoso compromesso storico con l’ allora Democrazia Cristiana; figuriamoci quanti ancora ne potrà fare se solo gli diamo fiducia”

“ Tu sei folle!!”

Affermò solenne come dal pulpito! Tirò dalla tasca il bigliettino e me lo porse. Poi girò sui tacchi e si allontanò senza neanche salutarmi.

Rimasi annichilito, col bigliettino in mano e un leggero mal di testa: Dott. Gennaro A******O – Reparto Neuropsichiatria – Ospedale Cardarelli – Napoli. Doveva essere quel suo amico….

A fatica mi trascinai fino a casa; quando mia moglie mi vide, come suo solito, sentenziò:

“ Hai gli occhi lucidi, sicuramente hai la febbre perciò mettiti a letto e non andare a lavoro”

Poverina! Non poteva sapere che questo è il mio nuovo status vivendi!

Però devo ammettere che aveva ragione perché poi il termometro era salito a trentotto e mezzo: stress da superlavoro ha diagnosticato il medico (ah- ah, mentre io me la ridevo “ sotto i baffi").

Con oggi, sono già tre giorni che sono a casa: diciamo in convalescenza! (Si fa per dire! Per compiacerli!).

In verità sto solo studiando una scusa plausibile per andare al laboratorio di notte e riposare di giorno: sono sicuro che Enrico ritornerà ed io voglio essere lì per chiedere direttamente a lui come stanno veramente le cose nell’ aldilà!!


Andrea Garofalo 17/05/2014 09:51 930

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