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Il treno surreale

Fantasy

Come ogni fine settimana Nada si affrettava a raggiungere la piccola stazione di provincia .Finalmente avrebbe potuto riabbracciare suo marito Roy che di abitudine si recava a lavorare lontano dal suo piccolo paese rimanendo fuori casa per cinque giorni alla settimana. Appagati i passi, sostenuti dalla infervorata attesa, mentre la sera si spogliava del manto rosato d' un tramonto fresco di Febbraio. Si andava animando il marciapiede accostato ai binari. Facce attente a scorgere volti famigliari, quando un fischio tagliò l'aria accompagnato da un lontano sferragliare di un treno a carbone che fece la sua entrata fra nuvole di bianco vapore che dalla locomotiva cadevano a terra assorbendo per attimi i presenti in attesa. Dopo un breve scambio di passeggeri quel luogo rimase spopolato in un silenzio rotto soltanto da qualche verso d'uccello in cerca di un ricovero per la notte. Sbigottita Nada si guardava intorno incapace di trovare una spiegazione. Non era mai succeso che Roy non facesse ritorno a casa. Pensò subito di ritornarvi, forse là avrebbe trovato una spiegazione a quella assenza Niente, la cassetta delle lettere era vuota, così un forte smarrimento la colse .Sentì bussare alla porta di casa, con un gesto agitato la schiuse e una figura in divisa le riferì una tremenda verità.Con un cuore che perdeva battiti mentre l'aria pareva non bastasse per respirare, seppe che un grave scoppio alla fabbrica, dove lavorava Roy, aveva causato due morti, alcuni feriti e purtroppo due dispersi, uno di questi era suo marito. Rimasta sola, si sedette fuori sugli scalini dell'entrata che davano sul giardino e singhiozzi di pianto la devastarono per delle ore.< Non è possibile perderti così > gridava il suo cuore.< Ti porti via con te il nostro futuroe non potrò neppure posare l'ultimo bacio sulle tue labbra, perchè non saprò mai dove sei veramente> gridò al vento. In paese si parlò molto dell'accaduto, altre compaesane in quegli stessi momenti vivevano l'uguale dramma. D'ora in poi, l'attendevano, desolate giornate e le notti l'avrebbero fatta cadere in una voragine di nero sconforto. Si sforzò di continuare anche se attorniata da un vuoto che la assorbiva tremendamente, impossibile da sopportare. Una notte più agitata delle altre, mentre stesa sul letto cercava di addormentarsi, le sembrò di sentire un richiamo ovattato giungere da lontano < Vieni alla stazione di sera, perchè non mi aspetti più> era la supplica .Confusa e inquieta da quel lamentoso invocare s'era allarmata. Quella voce che sembrava quella di Roy, le lasciava nelle viscere un sofferto rimpianto. Tuttavia la sensazione misteriosa che ne derivò la scortò nei giorni successivi, e, quando in un'altra notte si ripetè l'invocazione, un falso inganno dei sensi le aprì quasi un debole spiraglio alla speranza di rivederlo. Poi una sera, senza rendersene conto, si ritrovò alla stazione, giunse nel momento in cui l'ultimo treno , dopo aver sostato e rianimato l'ambiente, con il suo tipico sbuffare s'allontanava nella sera fredda e limpida. Volse lo sguardo attorno come cercando qualche cosa, trovò solamente la conferma d'essere da sola in un luogo ormai spopolato di vita quotidiana. Allora come spuma di birra da un bicchiere traboccò dalla sua anima la disperazione per aver perduto così prematuramente suo marito. C'erano due panchine lungo il marciapiede accanto ai binari, si avvicinò ad una lasciandosi cadere come una bambola di pezza, avvilita e stanca. Un motto di pianto le offuscò lo sguardo su di un volto contratto dall'infelicità.D'improvviso s'accorse della presenza d'un uomo vicino .Vestito di nero, pallido con un cappello a larga tesa dal quale si intravvedeva una canuta capigliatura .Ebbe un sussulto quasi di spavento sentendosi osservata.< Anche voi come me, aspettate forse chi non verrà mai> chiese facendosi forza.< Il mio compito, gentile signora, è scortare coloro che devono essere accompagnati oltre al confine di un tempo determinato per portarli alla presenza d'una entità suprema > rispose l'uomo solennemente dopo una breve pausa. La risposta la penetrò di inquietudine misteriosa.< Voi almeno avete uno scopo, io invece ora che ho perduto mio marito in un incidente, sono solo ossessionata dal pensiero di vivere il resto della mia esistenza senza alcun obbiettivo> tentò di farfugliare Nada sempre più sconfortata. Intanto in cielo piccoli deboli punti luminosi non riuscivano a rischiarare una notte piena d'ombre e il silenzio stringeva l'anima mentre brividi freddi scuotevano il corpo della donna. Sentiva attorno una strana atmosfera alla quale non riusciva a sottrarsi.< Oh, se si potesse riavvolgere il tempo riprendendo a vivere dal momento prima della disgrazia> si lasciò sfuggire a voce alta Nada.< E' veramente ciò che il tuo cuore desidera?> chiese pronto lo sconosciuto con una intonazione enigmatica .< Venderei me stessa a tutto pur di rivederlo accanto> confermò Nada tra un sospiro accarezzato. Subito dopo fu distolta dal rumore dello sferragliare del treno in avvicinamento. Un fischio che tagliò il silenzio mentre nel nero notturno tra nuvole bianche di vapore apparve come il fuoco di una sigaretta accesa il muso di una locomotiva che lentamente rallentò la sua corsa fermandosi davanti a loro due. Immersa in una situazione surreale Nada osservava incapade di riflettere. Subiva ciò che stava accadendo e quasi provava una inconsapevole curiosità per la stranezza della situazione.< Cosa significa la sosta di questo treno> pensava mentre i battiti del suo cuore sbagliavano il ritmo Fioche luci davano alle carrozze un'aria mesta nelle quali si intravvedevano facce di persone con l'espressione vuota, incuranti di ciò che le circondavano. S'aprirono le porte e alcuni passeggeri lenti nel movimento, silenziosi scesero per bere un po' d'acqua alla fontanella della stazione risalendo ristorati, subito dopo. La donna osservava in un totale sbalordimento .Si sentiva come ipnotizzata. Iniziò lenta a camminare accanto al treno, mossa da un istinto misterioso e notando seduto in uno scompartimento il marito della sua amica, l'altro operaio dato per disperso. Lo chiamò per nome ed egli girò la testa verso la sua voce.< Denny, sei proprio tu, perchè non scendi, sei arrivato a destinazione, Maria scoppierà di felicità nel saperti ancora vivo> lo esortò con una ritrovata speranza Nada.< Dimmi sai dove è Roy, perchè non è con te> chiese ancora.< Non posso scendere ora, mi stanno aspettando, dille che l'amo e che ci rivedremo ancora> rispose. In quel momento s'udì qualcuno fischiare, le note arrivavano dagli ultimi scompartimenti.< Oh, questa è il motivetto che Roy fischiettava per me, spessissimo.> osservò Nada a voce alta. Tese l'orecchio per ascoltare e come un cristallo le si ruppe la disperazione aspettando con i battiti impazziti di scorgere chi lo stava cantando. Lo sconosciuto era sempre accanto a lei come un'ombra e quando lei si girò per parlargli non potè non notare sul volto dell'uomo due orbite scure e opache che incutevano terrore..Dovette distogliere lo sguardo perchè un brivido gelato le perforò l'anima.< Sali con me su questo treno, ora è il tempo giusto per te, se lo farai, rivedrai Roy> la incalzò convincente l'uomo, offrendole il braccio che sotto l'abito nero appariva assai magro. Più insistente che mai quel motivetto così famigliare la stordiva sempre di più e come richiamo d'una colomba al suo maschio innamorato, lei lo seguì salendo in uno scompartimento .Subito dopo si chiusero le porte, e la locomotiva riprese la sua corsa lasciando dietro a sè l'eco del suo sferragliare. Intorno ora tutto taceva, danzavano i sogni da un casa all'altra in attesa d'esser allontanati da nuovo mattino. Anche la stazione si destò alle prime voci dei mattutini passeggeri.< Guarda mamma, c'è una giovane donna seduta sulla panchina, sembra dormire> fece osservare una bambina in attesa del primo treno accanto ai binari. La piccina si avvicinò a quel corpo abbandonato per osservare con l'incanto dell'infanzia assieme ad altre persone. Il corpo di Nada s'era fermato in quella stazione suscitando la commiserazione per essere stato abbandonato dalla vita. Certo non si poteva immaginare che la sua essenza era salita su quel treno surreale incontro all'anima dolce di Roy che la stava aspettando da tanti giorni.

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rita iacobone 04/11/2014 07:07 1156

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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La Morte beffarda (26/10/2013)

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