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L'uomo lupo parte seconda

Fantasy

La ragazza tornando a casa non capiva quel disagio, sentire lo sguardo, la presenza di qualcuno lungo il torrente, forse una sua immaginazione, incuriosita più che impaurita decise che nei prossimi giorni tornerà in quel luogo, senza dire nulla nessuno, meno gente sapeva meglio era, tanti dopo fantasticano e creano più danni che benefici..
Passarono giorni, anche il ragazzo lupo ormai non aveva nella mente che la visione della ragazza, una delicata e armoniosa visione che lo faceva sognare la notte, la preghiera che innalzava al cielo era di poterla rivedere un’ altra volta, le stelle lo guardavano in silenzio e la luna questa volta le appariva velata con una leggera melanconia, presagio di dolori..
Lei tornò al fiume, il suo nome, jole, antico di origine Greca, diffuso in Italia e conosciuto dal rinascimento con il nome Viola, infatti il significato di questo nome è Viola.
Quale nome propiziatorio per tale bellezza che ricordava la primavera, il suo fascino semplice e intenso incarnava lo spirito della Natura, leggenda che anima tutti gli esseri viventi e li libera dai pregiudizi del potere, ogni animale è libero dentro il suo ambiente naturale..
Di nuovo lungo il torrente a rinfrescarsi per la calura, l’ estate iniziava a farsi sentire e quale miglior modo per sconfiggere il caldo se non quello di rinfrescarsi con acqua limpida e chiara, il suo cristallino colore era incontaminato, nessuno era riuscito a inquinare..
Ancora quello sguardo, sentiva occhi che la scrutavano, non aveva paura, non era in lei la paura, voleva sapere chi era, iniziò a parlare a voce chiara dicendo:
< c’è nessuno? se qualcuno è nascosto venga avanti, non abbia timore, voglio conoscerlo >, aveva esposto la frase, come se ad avere paura era l’ altro, voleva aiutarlo a venire allo scoperto e così fu, anche se lui non aveva capito nulla di quello che aveva detto, il timbro della voce le sembrava musica e il cuore le galoppava tra quelle note ..
All’ apparire lei ebbe un balzo di stupore mischiato a sgomento, un leggero tremito le aveva invaso la vita, passò subito, non credeva che quel ragazzo impaurito quanto lei, volesse farle del male, le allungò una mano per fargli capire di avvicinarsi, il segnale era positivo e il ragazzo con calma felpata si avvicinava delicatamente, nell’ aria si sentivano i suoni della natura, un concerto regale che solo chi ha la dolcezza nel cuore, può ascoltare, intravvedeva lo sguardo, due occhi neri come la notte illuminati da un animo sensibile, si scorgeva la delicatezza nel guardare la ragazza e lo stupore di vedere un essere simile a lui; per un attimo si vide riflessa nei suoi occhi, lampi di luce che ammaliavano lo sguardo.
Muti senza dire nulla, solo il rumore dei loro cuori si sentiva e il suono dell’ estate, un armonia che solo animi puri possono provare, lei per prima ruppe quell’ incanto dicendo:
< come ti chiami?> non rispose non sapeva comprendere e quelle parole non erano nel suo linguaggio, lui conosceva quello che diceva il merlo, la civetta di notte o il gufo, l’ orso e il lupo, la volpe e lo scoiattolo, l’ istrice, tutti gli animali del bosco non avevano segreti per lui, ma quelle parole erano un enigma..
Lei comprese, si sedettero l’ uno davanti all’ altro e stettero in contemplazione, il loro mutismo scandiva il tempo, nessuno aveva il coraggio di lasciarsi, comunicavano i loro cuori, la mente comprendeva, comprendevano tutto, lei seppe che lui era un ragazzo cresciuto nel bosco e allevato da una lupa, e lei era la figlia di un allevatore di cavalli ed era infelice, il babbo voleva che si sposasse, rafforzando il loro potere e il capitale aggiunto avrebbe dato più lustro allo loro famiglia..
Erano tempi quelli che il mondo stava cambiando, il capitale era la forza del potere, la gente onesta era ad una svolta accettare quella situazione e fare i sudditi per pochi oligarchi, oppure scegliere la libertà, spogliandosi degli averi e vivere secondo la giornata, quello che offriva la Terra..
Troppi erano prigionieri del superfluo, la tecnologia usata aveva fatto fare passi da gigante, in quel luogo si scontrava il vecchio e il nuovo, il ragazzo vissuto dentro un bosco e sopravvissuto con la bellezza dell’ anima, gli altri invece accerchiati da grossi privilegi, persi dentro un chiasso che il rumore creato distruggeva la bellezza e tutto si perdeva nei meandri della schiavitù..
Continua..


Annamaria Gennaioli 23/12/2014 20:48 1479

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Il giardino incantato (04/08/2014, 2821 letture)


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