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La Dama del fuoco

Fantasy

"Come ti senti?"

"Mi fa tanto male. Quel pugno è arrivato dritto allo stomaco. Poi ho un dolore alla spalla talmente forte da togliermi il fiato. Temo ci sia qualche cosa di rotto".

Lisa guardò il fratello. Avrebbe voluto svegliarsi da quell'incubo. Però non stavano dormendo e l'umida caverna ne era la riprova.

"Qui dentro si gela. Ascolta Mark, io uscirei per raccogliere dei rami secchi così possiamo accendere un bel fuoco, altrimenti rischiamo il congelamento".

"Lisa fai attenzione. Anche se siamo lontani dal campeggio scout, lui potrebbe trovarci. E' scaltro e conosce la zona. Notizie da mamma e papà?"

"L'sms è partito, ma poi il telefonino si è scaricato e immagino che in questo luogo non ci sia nemmeno campo" e terminata la frase, si accorse che Mark era entrato in uno stato di dormiveglia. La stanchezza e il dolore avevano preso il sopravvento. Lei, invece, era piena di graffi, qualche ematoma, un occhio gonfio, ma, fortunatamente, nulla di rotto. Erano vivi e questo era l'importante.

Lisa prese lo zainetto e cercò qualche indumento che si potesse mimetizzare con i colori del bosco. Facendosi spazio tra i cespugli, uscì dalla caverna e, strisciando per terra, iniziò a raccogliere tutto quello che poteva essere bruciato. Solo in quel momento di calma apparente, riuscì ad ammirare la bellezza di una natura così lussureggiante da sembrare irreale. Il clima era umido e, all'ombra degli alberi, il freddo irritava la pelle.

Una leggera nebbiolina partiva dalle piante che formavano il sottobosco e si diffondeva nell'aria circostante, fino a creare piccole nuvole terrene che rendevano l'ambiente quasi fatato.

Lisa cercò di ascoltare con attenzione tutti i rumori che la circondavano. Quel posto assomigliava a un auditorium, pieno di suoni che echeggiavano all'infinito e anche gli uccelli, con il loro canto, sembravano che le dicessero di fare attenzione, perché il male era sempre in agguato.

Lo zainetto era quasi pieno per cui decise di rientrare.
 Mark stava dormendo e nel sonno alternava respiri pesanti a piccoli lamenti.

"Chissà se mamma e papà ricorderanno questo punto del bosco" si chiese Lisa ripensando al messaggio inviato. Lo scorso anno, durante una gita domenicale, lei trovò quella caverna e la mostrò a loro definendola "L'antro dei piccoli elfi".

"Lisa, Lisa, dove sei? Ho tanto freddo, non sento più i piedi e mi fa male dappertutto".

"Sono qui Mark, vicino a te. Sto accedendo il fuoco in questo lato della caverna, dove vedo una fessura per far uscire il fumo. Non ti preoccupare. Tra poco ci sarà un po' di tepore e cercherò di tenere la fiamma sempre ben accesa. Ci penso io a te".

Allora andò verso il fratellino e iniziò ad accarezzargli la fronte, come se lo volesse guarire dai segni che la malvagità gli aveva lasciato. Mark si risvegliò, il calore stava riscaldando il suo corpo colorando anche il viso di uno sfumato rossore.

"Come va?"

"Meglio, grazie".

"Bene, sono contenta e non preoccuparti, manterrò la fiamma bella vispa, fino all'arrivo di mamma e papà".

"Ce la faremo a uscirne vivi?"

"Sì, Mark. L'importante è passare la notte e cercare di non morire di freddo".

Lisa era molto preoccupata, ma doveva nasconderlo. Non poteva pensare che fuori, in mezzo al bosco, lui li stava cercando. Mark era troppo debole per fuggire e il freddo davvero intenso. Allora sradicò altri cespugli per otturare l'entrata della caverna, affinché il chiarore del fuoco non fosse visibile dall'esterno. Poi si mise accanto a Mark e, osservando la sua espressione, notò nello sguardo terrorizzato una fragilità inconsueta e devastante. Doveva assolutamente calmarlo. Allora le venne un'idea.

"La conosci la storia delle Dame del Mondo?"

"No, non mi sembra. Dai raccontala"... e così Lisa iniziò.

 

***

 

I sospetti erano diventati realtà e non si poteva più aspettare. La Dama della Terra decise che doveva assolutamente convocare le sorelle. Allora si mise con il vento a favore e pronunciò alcuni brevi richiami. Poi, in un piccolo fossato, versò dell'acqua e in una zona rocciosa dispose alcune pietre in forma circolare.

Improvvisamente arrivò una folata di vento forte e impetuoso come un ciclone che mise in subbuglio l'acqua del fossato, fermandosi poi sulle pietre dove accese una scintilla che diventò presto un fuoco ardente.

Dal vento si materializzò la Dama dell'Aria, dal fossato uscì la Dama dell'Acqua e la fiamma, sempre più alta e splendente, diventò la Dama del Fuoco. Fu proprio la rossa Dama a rompere il silenzio.

"Dimmi sorella, hai avuto qualche altra visione?"

"Sì, mia cara" le rispose la Dama della Terra,"è per questo che vi ho chiamate. Il grande Sovrano sta arruolando il popolo per conquistare altri territori vicini al suo vasto impero. In passato abbiamo permesso che ciò avvenisse, l'uomo non ama la pace bensì il potere e la fama, ma oggi questo mondo non deve sopportare un'altra rovinosa guerra. Le acque non possono essere contaminate dal sangue, la terra e la vegetazione non devono ulteriormente soffrire per le devastazioni delle battaglie. Non vogliamo tollerare tutto ciò e, a malincuore, si deve intervenire nelle vicende degli umani e in difesa di nostra madre".

"Giustissimo", rispose la Dama dell'Aria, "converrai anche tu sorella Acqua che occorre fermare il grande Sovrano e se tutte siete d'accordo, come mi sembra, io chiederei il permesso all'Imperatore dell'Universo senza perdere altro tempo".

"E sia", disse la Dama dell'Acqua.

Le quattro sorelle si unirono in un grande abbraccio e, dopo aver chinato il capo in segno di amore e di unità, lo rialzarono per fissare la Luna che l'Imperatore aveva resa luminosa per benedire la loro missione. Le Dame erano di una bellezza ancestrale, talmente incredibile che per la meraviglia avrebbero potuto estasiare qualsiasi uomo esistente sulla terra portandolo inevitabilmente alla morte per eccesso di stupore, ma quando scendevano in battaglia la loro bellezza si trasformava. Un qualsiasi umano le avrebbe paragonate a delle ciclopiche belve se solo avesse avuto un minuto di tempo per riflettere prima di perire.

 

***

 

"Hai sentito anche tu un rumore?"

"Sì, l'ho sentito".

"Qualcuno potrebbe aver visto il fuoco?"

"Ne dubito Mark, ho verificato e dall'esterno non si vede nulla, nemmeno il fumo".

"Che dici proviamo a spegnere?"

"No, farebbe troppo freddo". 

 Allora Lisa con passo leggero si avvicinò all'ingresso e, dopo avere spostato alcuni folti cespugli che lei stessa aveva sistemato, vide ciò che non avrebbe voluto. Lui era là, in mezzo al bosco, alla ricerca delle sue prede con in mano il coltello dell'equipaggiamento scout. Anche da lontano si riusciva a intravedere l'espressione malvagia, la voglia di male e crudeltà. Fortunatamente si stava mantenendo a una certa distanza, ma Lisa non riusciva ugualmente a ragionare per trovare rapidamente una soluzione.
 Stava già pensando al peggio quando un enorme e bellissimo lupo si appostò davanti alla caverna.

"Se ne sta andando, se ne sta andando" urlò dentro di sé quando vide il male allontanarsi velocemente.

Il lupo si voltò e, dopo aver incrociato gli occhi di Lisa in mezzo agli arbusti, sparì in meno di un secondo.

"Tutto a posto. Falso allarme" mentì per non agitare il fratello, cercando anche di ravvivare il fuoco.

Poi Lisa riprese il racconto.

 

****

 

La Dama del Fuoco volle dare un'ultima possibilità al Sovrano e decise di apparirgli in sogno.

"Ti prego grande Re, evita un'altra guerra. Questa terra e la natura non possono sopportare una nuova ondata di odio e distruzione".

"Mi spiace mia cara Dama, ma il mondo ha bisogno di me. Ho organizzato l'esercito più grande che la storia ricordi e la partenza è fissata per domani mattina. C'è un tempo per la pace e uno per la guerra. Questo è il momento giusto per far capire a tutti chi è il padrone".

Uscita dal sogno, La Dama del Fuoco si rese conto che null'altro poteva essere fatto per cui chiamò le sorelle e restarono in attesa che spuntasse il nuovo giorno.

Il Re non aveva mentito e loro stesse rimasero stupite quando videro l'immenso esercito già in marcia e pronto per la battaglia. 

 Senza perdere altro tempo e dopo la trasformazione, la Dama del Fuoco circondò l'esercito di fiamme così alte da arrivare fino al cielo. Poi la Dama dell'Acqua deviò il corso dei fiumi, creando una sorta di lago che un vento glaciale, smosso dalla Dama dell'Aria, fece diventare ghiacciato, imprigionando tutti i soldati, Re compreso.

"Bene, ora che facciamo?" chiese la Dama del Fuoco dopo aver spento tutti i fuochi che avevano fermato l'esercito.

"Io un'idea l'avrei" e dalla terra videro spuntare erba e radici che ricoprirono il lago ghiacciato e da ogni soldato nacque un bellissimo albero.

"Ecco, questo sarà il polmone verde del Mondo che l'uomo chiamerà -Foresta Amazzonica-".

Le Dame rimasero estasiate nel vedere il frutto delle loro fatiche e, prima di ritirarsi, salutarono l'albero più bello e maestoso che chiamarono "Il Sovrano".

 

***

 

"Che bella storia Lisa, ma dove l'hai letta?"

"Da nessuna parte, l'ho pensata apposta per te e ora rinvigorisco il fuoco. Fuori è notte e il freddo sta aumentando".

Lisa accarezzò la fronte del fratello e decise di riposare gli occhi.
 In quel preciso momento il lupo si posizionò davanti all'ingresso della caverna, dove trascorse l'intera nottata.

Li trovarono la mattina seguente accucciati come cagnolini davanti a uno splendido fuoco che miracolosamente era rimasto vivo per tutto il tempo. Quando Lisa e Mark videro mamma e papà pensarono a un bellissimo sogno, ma i caldi abbracci e i baci sulla guancia li fecero tornare alla realtà.


 Erano salvi e l'incubo finito.

Mentre i poliziotti accompagnavano Mark alla Jeep della Guardia Forestale, Lisa raccolse le cose sparse e guardando la rossa fiamma che stava lentamente sparendo, disse a voce bassa:

"Grazie Dama del Fuoco".

Uscita dalla caverna ripensò al lupo e a quella magnifica natura che li aveva salvati dal male dell'uomo.

 


Paolo Gugnoni 04/01/2015 00:28 1 1180

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Leggo. nel romanzo una grande sensibilità che occupa le parole nel suo itinerario.
Sono ben descritte le scene e la trama è molto bella. Bravo!»
Rosita Bottigliero

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