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Rosemary Violet Rose

Comicità e Satira

Mancavano tre settimane alla fine del mese di Maggio e Miss Penny era disperata.

A differenza degli anni passati, questa volta non si sentiva pronta e la paura di fallire si stava impossessando dei suoi pensieri. Sarebbe stata la prima gara senza la sua antica rivale ed era questo il motivo che la faceva sentire a disagio. Lei e Rosemary erano sempre state le più brave e le loro rose avevano immancabilmente vinto tutti i vari concorsi annuali. Difficile dire chi delle due fosse la migliore. Poi successe che Rosemary passò a miglior vita, lasciando così Miss Penny nell'amarezza di non aver sconfitto definitivamente la sua antagonista.

Tuttavia, da quel momento, qualcosa si spezzò e Miss Penny perse il suo entusiasmo per la competizione.

L'anziana signora stava guardando il suo roseto quando arrivò a un'amara constatazione:

"Ok, è giunta l'ora di ritirarsi. Che senso ha gareggiare senza di lei? E poi le mie rose non stanno crescendo come dovrebbero per cui è inutile esporsi al ridicolo".

Però quella notte successe uno strano fatto. Sogno, visione, allucinazione... chissà! Un bagliore, intenso come un fulmine, illuminò la camera da letto e quando Miss Penny aprì gli occhi quello che vide fu veramente straordinario.

"Che storia è questa Penny? Non vuoi partecipare al concorso annuale?"

"Rosemary, che ci fai sulla mia sedia? Ma soprattutto, non eri morta?"

"Sì Penny, non preoccuparti. Sono morta, ma ho chiesto a LUI un permesso perché dovevo chiudere alcune faccende molto importanti. Allora?"

"Mi sono stancata Rosemary, le mie rose non sono belle come dovrebbe, e poi... diciamo che tu mi manchi. Però ti trovo bene, ovunque tu sia -Paradiso, Purgatorio o Inferno- hai un bellissimo aspetto. Chi diavolo ti cura i capelli? Ops... non volevo dire -Diavolo-".

"Tranquilla Penny mi hanno detto che sarò destinata al Paradiso. Ancora non ci credo, ma è così. Riguardo ai capelli, sappi che tu conserverai per l'eternità l'aspetto che avevi nel momento del trapasso per cui, quando giungerai alla fine, ricordati di chiamare anche il parrucchiere, oltre al prete per l'estrema unzione".

"Grazie Rosemary per il suggerimento".

"Bando alle ciance. Prima della mia partenza stavo coltivando un nuovo tipo di rosa che mi avrebbe fatto vincere il concorso".

"Permettimi di esprimere qualche dubbio, mia cara Rosemary".

"Senti carina, non ho molto tempo per cui, per una sola volta nella tua fin troppo lunga vita, ti prego di fare silenzio e di ascoltare. Io apparirò solo nelle ore notturni e ti assicuro che avremo molto lavoro da sbrigare".

Miss Penny si morse la lingua, ma fu contenta di constatare che la sua rivale era sempre la stessa.

"Allora mia cara, io stavo coltivando la Violet Rose, una bellissima rosa di color viola acceso con striature gialle e magenta. Ora dobbiamo creare le stesse condizioni nel tuo terreno, affinché tu riesca in tempo per il concorso. Mi chiederai perché lo stia facendo... beh, diciamo che a tempo debito lo saprai. Ci vediamo domani notte e prepara un contenitore e un cucchiaio da cucina. Non fare quella faccia da ebete. Vedrai che andrà tutto bene" e con una risata, squillante come un campanello, Rosemary se ne andò.

Miss Penny era sconvolta, ancora non ci credeva, ma improvvisamente si sentì più serena e, con un sorriso, riprese a dormire.

Finalmente arrivò la notte successiva.

"Hai preparato tutto Penny? Bene ora seguimi. Andiamo a raccogliere gli escrementi dei piccioni di Marion".

"Cosa? Tu sei pazza e fuori da ogni ben di Dio. Ops... scusa, non volevo".

Rosemary sollevò gli occhi al cielo per chiedere perdono a LUI.

"Devi sapere che una parte del mio roseto era posizionato sotto un cavo della corrente elettrica dove si fermavano i piccioni di Marion. Un giorno notai che in quella zona le rose erano più belle delle altre. Scoprii che Marion adorava i piccioni e li nutriva con del particolare pane speziato appositamente preparato da lei. Ora tu devi raccogliere quanti più escrementi ti sia possibile e vedrai, mia cara".

Miss Penny era sbigottita e schifata, ma non le rimaneva altro da fare.

Rosemary era al settimo cielo (in tutti i sensi) e fece molta fatica a trattenere le risate nell'osservare la sua rivale raccogliere quel puzzolente materiale. Allora decise di prendersi una piccola vendetta e con un soffio fece volare un piccione sopra la testa di Miss Penny, dove il volatile fece cadere un caldo ricordino. Il vicinato venne svegliato da un urlo, ma quando le luci si accesero per verificare l'accaduto, Rosemary e Miss Penny si erano nascoste.

La notte successiva le due arzille vecchiette erano pronte per la seconda parte del piano. Dovevano entrare nella cantina di Clarice e rubare qualche bottiglia di rosolio.

"Proprio così, cara Penny. Lessi in un antico libro che il rosolio, diluito in acqua, riusciva a donare alle rose dei bellissimi riflessi color giallo e magenta. Fidati di me".

Il furto andò a buon fine anche se il vicinato venne nuovamente svegliato nel momento in cui un topo "inavvertitamente" andò a sbattere nel piede di Miss Penny. Rosemary chiese scusa a LUI, ma anche queste piccole vendette rientravano tra le cose rimaste in sospeso.

La terza notte le due vecchiette dovevano fare un ballo propiziatorio, affinché il chiarore lunare potesse donare ai petali di rosa quella luminosa morbidezza, rendendole uniche la mondo. La danza consisteva in piccoli saltelli a piedi uniti accompagnati da urletti tipo "Iiaappp". Il vicinato si svegliò nuovamente e qualcuno si chiese il perché non si riuscisse più a dormire.

"Bene, mia cara. Tra due settimane potrai raccogliere la tua rosa più bella in tempo per il concorso. Il mio compito è finito e ora posso volare via".

"Grazie Rosemary, è stato bello averti qui. Però ti sei dimenticata di dirmi il perché tu abbia fatto tutto questo".

"Capirai, capirai. In bocca alle rose... mia cara".

Il concorso andò come doveva, la Violet Rose era di una bellezza infinita e, come da previsioni, vinse il premio più prestigioso. Di fronte a un pubblico ancora in estasi, Miss Penny fece il suo discorso di ringraziamento:

"Dedico questo premio alla memoria della mia cara antagonista Rosemary e vorrei dare a questa rosa il suo nome. Nella vita crediamo che i rivali siano i nostri più acerrimi nemici, ma non ci rendiamo conto che la loro assenza pesa come un macigno. La mia esistenza senza Rosemary è vuota e spero di rivederla molto presto".

La "Rosemary Violet Rose" diventò famosissima in tutto il mondo facendo la fortuna di Miss Penny, di Marion e dei suoi escrementi di piccione e di Clarice e del suo prelibato rosolio. Tuttavia Miss Penny non parlò del ballo propiziatorio, in quanto non voleva essere considerata pazza.

Quindici anni più tardi successe l'inevitabile.

"Eccoti qui cara Penny, ben arrivata".

"Ben trovata Rosemary, come mi stanno i capelli?"

"Da Dio... ehm cioè benissimo mia cara. Ora ti porto nel nostro roseto. Io e te dobbiamo riempire il Paradiso di bellissime rose color viola. LUI non sta aspettando altro da noi".

Paolo Gugnoni 06/01/2015 00:35 1 1099

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Ha il sapore di una favola questo divertente racconto che mi ha stupito, divertito ma anche commosso. Penny e Rosemary erano due amiche - rivali che ogni anno partecipavano al concorso per le rose più belle, vincendo bellissimi premi. Dopo la morte di Rosemary, Penny si sente demotivata a partecipare e poi... le sue rose non sono più belle come una volta.
Sarà Rosemary (facendosi dare un permesso da LUI) ad andarla a trovare, incoraggiarla e insegnarle i trucchi per vincere il primo premio.
Meraviglioso e tenero questo racconto.»
Sara Acireale

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Il primo racconto pubblicato:
 
Come una foglia al vento (Lettera a Babbo Natale) (28/12/2013)

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Vi auguro una lunga vita (29/03/2015)

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