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La Tenerezza, la Pietà, il Tradimento e la Rabbia

Biografie e Diari

Ci sono strani momenti nella vita di ognuno di noi.

Sperimentiamo tanti differenti sentimenti per le persone che camminano con noi sulla strada della vita, sentimenti che spesso non riusciamo a esprimere, non sappiamo capire, non possiamo gestire e ci fanno sentire disperatamente soli, ma, oggi, vorrei concentrarmi sui sentimenti che, in particolari occasioni, proviamo per noi stessi e ci sconvolgono più che quelli provati per altri, perché guerreggiare con la nostra anima ci lascia più soli che mai.

Oggi mi sono trovata in una situazione che mi ha ricordato quella ragazza che ero mille anni or sono, una ragazza di 20 anni che si sveglia in ospedale dopo un frontale in macchina e si trova a fare i conti con un corpo martoriato.

Dopo giorni di alimentazione con la flebo arriva il primo pasto: purè.

Si mette seduta, una fitta lancinante allo sterno la immobilizza e le toglie il fiato per alcuni minuti, respira lentamente per gestire il dolore, mentre guarda il piatto cercando di pregustare il piacere di tornare a percepire un gusto semplice ma unico perché a lungo negato.


Ma c'è un problema, anzi ci sono più problemi.

Mentre lo spasmo va attenuandosi, pensa a come riuscirà a mangiare, ha sette punti di sutura al mento e anche la gengiva è ricucita a chiudere i buchi dei tre denti che ha perso nell'impatto e non basta, un incisivo è stato lasciato dondolante lì, in mezzo a quella fessura che non può aprire perché la mandibola è bloccata.


Prende lentamente la forchetta, ma, avvicinandola alla bocca, capisce subito che andrà a far danno, perché non riesce a percepire le distanze e le zone lesionate sono troppe.

Fame.

Lascia la forchetta e intinge l'indice della mano destra nel purè portandone delicatamente un po' verso le labbra.

Ecco, è a questo punto che si accorge di quei sentimenti verso una se stessa smarrita e lesa.

Parte la Tenerezza che si prova per un cucciolo ferito che, pian piano, si trasforma in Pietà nel vedersi così sola e vulnerabile e poi scatta la Rabbia per il Tradimento.


Si sente tradita da un corpo che non la rappresenta, un corpo fragile, un corpo che necessita di essere accudito e percepisce che anche il suo corpo si sente tradito da lei, perché l'ha messo in condizione di soccombere e perché ora non ha la forza di essere compassionevole, di accettarne i limiti.

Una lacrima scende, procede lenta e sembra bruciare la carne, si guarda intorno, ha un pudore che la fa vergognare della sua debolezza.

La vicina di letto sonnecchia, nessuno ha visto quella goccia sul suo viso, si affretta a cancellarla.

Continuerà lentamente a portare alla bocca quel nulla di purè sulla punta del dito, carezzando dolorosamente l'immagine di se stessa vecchia e inabile.

Ebbene oggi è accaduto di nuovo.


La chemio, mi rifiuto di aggiungere terapia, mi sta rendendo fragile, me ne accorgo, non solo per i disturbi che accuso, ma anche perché ho cambiato andatura, le rapide falcate che ho sempre amato, hanno lasciato il posto a una camminata prudente, le mani, che erano sempre state pronte a ogni combattimento, si bloccano nello svitare il tappo del dentifricio, temendo il dolore.


Mi preparo per la doccia e lo specchio, che non ho mai usato molto neanche a vent'anni, ma che negli ultimi tempi evito scientemente, mi rimanda un'immagine di me che non riconosco.

Parte la Tenerezza per quel sorriso stanco, che pian piano si trasforma in Pietà per quella testa vuota di capelli, per quel seno ferito che è stato fedele compagno di una vita e monta la Rabbia per il Tradimento di un corpo che è altro da quel che davo per scontato e, improvvisamente sento rabbiosa la sua risposta.


Mi incolpa di non averlo mai valorizzato, coccolato, protetto, esibito.

Lui, fedele servitore, mi urla che ha cercato di avvisarmi e io, stupida, niente.

Sono andata avanti imperterrita, ignorando ogni segnale, dando per certo che lui non avrebbe mollato, mai!


Merda!

Sto litigando con me stessa, la guerra dei poveri, la guerra dei disperati, la guerra di chi non ha più neanche se stesso.


Devo smetterla!!!


Ora ci sediamo a tavolino, facciamo un briefing e troviamo la strategia migliore per rimetterci in pista.


Tanto so che non mi molli, vero?

Oriella Del Col 26/03/2015 19:42 3 1036

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Perché, per capire se stessi, non basta una vita.»

Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Un dialogo interiore vivo, avvincente, che emana forza, coraggio e vitalità ad ogni riga, delinea una donna forte e ironica, intelligente e profonda.»
Elena Poldan

«Il percorso della vita che ti mette sempre di fronte alla realtà, il dialogo con noi stessi esiste da sempre solo a volta si scontra dentro una morsa che distoglie, ma il corpo li sofferente e pronto a reagire sempre e la tua anima lo segue in un dualismo perfetto, sei tu con la tua grinta, il tuo coraggio e la volontà di andare avanti e la battaglia sarò sempre comunque vinta...»
Annamaria Gennaioli

«no che non ti molla, il tempio dell'anima lo chiamano, il nostro corpo, e forse lo sbilanciamento sta nel dar voce solo ad una parte di noi: quella dell'anima. Il copro è solo involucro, si pensa, si soffre, si ama, si combatte, si pensa. E quei segnali li mettiamo a tacere. Fino al giorno nel quale urla che è una parte di te, di noi, altrettanto importante dell'anima, del cuore, della testa. Urla e fa male, il pendolo oscilla follemente, verrà il giorno dell'equilibrio e tu avrai compreso, noi siamo tutto. Corpo, mente, anima.»
Annamaria Barone

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La bacheca del racconto:

rivivo tutto... il dolore e la rabbia, non mollare (Paola Pittalis)

Dolore,rabbia e forza che si mescolano per vincere (Annamaria Gennaioli)

Molto forte! Auguri per ogni bene. (Giordano Ausilia)

Scrivi un libro! sei brava. (Elena Poldan)



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Oriella Del Col
 I suoi 25 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
DIARIO DELL'ASSENZA L'assordante rumore del silenzio (24/02/2013)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
La curiosità uccise Babbo Natale (21/12/2015)

Una proposta:
 
Teatro dell'assurdo? Ospedale N° 3 “Terapia? No grazie, mi rende nervosa.” (28/06/2015)

Il racconto più letto:
 
Mi tieni il pisello? (02/11/2014, 4294 letture)


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