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Questo racconto è inserito in:
 Parte 13 della raccolta "Giulia e la sua avventura " di Annamaria Gennaioli (20 racconti)
 La frattura del tempo

Giulia: capitolo 13. Il segreto

Fantasy

Ai due ragazzi non restava che coricarsi ognuno dalla sua parte, lontani, come due amici. Il sonno tardava e Giulia pensava come avrebbe voluto fosse il suo matrimonio. La cerimonia, le piaceva semplice, quello che aveva avuto la mattina andava bene. Pochi intimi e tanto amore da condividere.
Roberto, anche lui pensava, chissà quando si sarebbe sbloccata quella situazione, era in un vicolo cieco e quella ragazza vicina e lontana lo faceva impazzire.
Ormai era in ballo e doveva ballare, avere pazienza e il domani riserverà sempre sorprese che nessuno si aspetta.
Gli occhi aperti di Giulia, quelle ombre nella stanza, fantasmi che si avvicinano, e si allontanano. I suoi genitori chissà cosa avrebbero pensato di quella situazione, se è vero che c’è, una vita dopo la morte essi vedevano in quale caos si era cacciata, ma era anche vero che loro ancora non esistevano. Aveva oltrepassato la barriera del tempo e c’erano i suoi bis bisnonni. La loro condizione vissuta non gli permetteva di comprendere e di conseguenza non poteva dire nulla. Sempre il segreto e questi inconfessabile, un macigno dentro il cuore.
Roberto sembrava che dormisse e lei continuava con i suoi pensieri, il sonno sopraggiunse e il mattino la ragazza fu svegliata da una carezza. Roberto, già vestito e pronto le diceva di prepararsi, sarebbero scesi a fare colazione, aveva fame e poi in giro per il paese.
Di scatto era in piedi si mise la vestaglia e andò al bagno fuori, quella buca non la sopportava, ma meglio non c’era ed era una manna averla ovunque.
Si preparò in fretta e poi, entrambi scesero e si accomodarono per la colazione. Gli occhi dei commensali e della locandiera su di loro, osservano con un sorriso malizioso, avevano capito che erano sposi novelli. Il sorriso complice, infastidì Giulia.
La sua faccia traspariva l’umore, smisero e tutto ritornò come prima.

Roberto.

< non farci caso, normale che la gente abbia quelle espressioni>.
< lo so, rispose, non ho detto nulla >.


Uscirono e passarono una piacevole mattinata in giro, l’aria calda carezzava i loro visi, non pensavano ad altro, solo a rilassarsi e parlare. Roberto raccontava della sua infanzia, voleva che Giulia sapesse della sua vita. Lei ascoltava e spesso interagiva con ironia e prendeva in giro il ragazzo. Si divertivano e a volte si rincorrevano come due innamorati.
La padrona gli aveva preparato un cesto con le vivande per un picnic. Entrarono in un giardino e lontano da occhi indiscreti consumarono quel pranzo. Si stesero in terra e prendendo la mano di Giulia, Roberto le disse se voleva parlare del suo passato. L’avrebbe ascoltata, senza giudicare e tutto quello che udiva, rimaneva tra di loro e non avrebbe cambiato i suoi sentimenti.
Qualunque cosa, anche se fosse stata una strega.
Giulia disse:

< non ti preoccupare non sono una strega, forse per te sarebbe meglio >.
<Di quello che dirò, ti devi fidare, non mettere in dubbio la mia parola, potrà sembrare assurdo, ma è la verità>.
Incuriosito più che mai, le disse:

< racconta non metterò mai in dubbio la tua parola>.

Giulia sorrise.

< Perché non ti aspetti quello che ti dico>.

<OK parla, non sto nella pelle, che segreto avrai mai ?>.
Giulia inizia con una semplice frase:

< vengo dal futuro|>

E poi... come un fiume in piena inizia la sua storia.

< Non sono una donna di questo tempo, un fenomeno sconosciuto, anche se nella mia epoca teoricamente è possibile, ma non sperimentato, casualmente è accaduto a me. Trovandomi nel posto giusto al momento giusto, un buco nero, una distorsione temporale dello spazio tempo, e mi ha catapultato in questa epoca.>
Roberto senza parole e con gli occhi attoniti, non riusciva a entrare nel discorso troppo distante.

Parole sconosciute. Il ragazzo pensò:

<forse erano meglio se fosse stata una strega.>
Non si perse d’animo, le disse:

< continua per favore, ora vai fino in fondo>.

< Non credo che tu mi prenda in giro, sono sicuro che sia la verità, ma devi capire anche il mio stupore>.
<Certo! >

Rispose Giulia:

<come non capirlo ed è naturale, quello che ti sto raccontando per me è un brutto incubo, ho dovuto lasciare tutto quello che avevo, per venire in questo periodo dove la vita è difficile e gronda di violenza. >
<Voi non avete più violenza?>

<Certo la brutalità fa parte della natura dell’uomo, ma siamo più evoluti. Tante di quelle guerre hanno fatto capire gli errori e ora si sono spostate in altre aree del mondo. La nostra terra è in pace da settanta anni.>
Roberto voleva sapere il periodo.

< Vengo dal 2015, sono nata 29 novembre 1988, ho un lavoro, non sono medico neppure una guaritrice. Le mie conoscenze sono dovute alle scoperte avvenute e all’informazione alla portata di tutti come la scuola e il diritto allo studio.>

< Quello che accade nel pianeta, lo sappiamo in tempo reale, tutto è veloce, anche l’amore è breve, ormai ci amiamo e ci dimentichiamo nella frazione di un attimo.>

Roberto risponde all’ultima frase.
<Il nostro amore durerà, sento di amarti da sempre e per sempre>.
Giulia con la voce incrinata dalla tristezza:

<voglio tornare nella mia epoca, non ti prometto che rimarrò sempre qui. Provo sempre all’albero, dove è successo il fenomeno, a volte sono riuscita a sentire un contatto, qualcuno che mi cercava>.
<Hai lasciato un uomo?>

< No!>

<Nessuno, ma ti ho spiegato che ho avuto le mie esperienze. Un ragazzo, credevo di amarlo poi un giorno mi sono accorta che mi era indifferente, non era vero amore; con te sto bene, spero che qualcosa nasca tra di noi, ma sappi se riesco a tornare via, vado via>.
<Io verrò con te>

< Non so se sarà possibile, tutto è in equilibrio, ognuno è nato nel suo tempo e deve ricongiungersi in quello.>
<Non ti posso perdere, per me sei troppo importante, ora conosco il tuo segreto e sei diventata più che mai preziosa. Fai parte della mia vita e l’amore sconfigge il tempo, forse riuscirò a venire con te, oltrepassando quelle barriere o buco nero come lo hai chiamato.>
Sorrise.

Quel ragazzo che aveva giudicato male, ora si mostrava molto diverso. Infatti, mai giudicare dall’inizio, si sbaglia sempre. Aveva commesso un errore anche questa volta?

Roberto replicò.
<Voglio sapere ancora, racconta, com’è possibile che tutto si venga a sapere in un momento>.

<Le innovazioni da questo periodo fino al mio sono state tante. Le comunicazioni hanno fatto passi da gigante, prima con il telegrafo, anche ora avete una specie di telegrafo. Un’asta rotante con dei segnalatori che altri leggono dotati di cannocchiale. La forza di Napoleone nelle comunicazioni.
Si scoprirà l’energia elettrica, non ci saranno più candele a illuminare, ma lampadine che si accendono quando si vuole. Il telefono. Uno strumento con cui si può parlare con persone lontane. Le barriere si sono abbattute con i satelliti, inviati in orbita intorno alla Terra per comunicare con tutto il mondo in tempo reale.
Abbiamo telefoni in tasca, ognuno parla, gioca e comunica e si vede attraverso uno schermo.
Ci sono gli aerei, che trasportano gente ovunque voglia andare. Andati sulla luna, diverse volte, ora ci si prepara per andare su Marte.
Le città la notte sono illuminate a giorno, un brulichio splendido visto da una stazione spaziale che gira intorno alla Terra, dove uomini e donne si alternano ogni sei mesi per abituarsi all’assenza di gravità e alla vita sullo spazio.>
<Ho parlato troppo vero?>

Roberto era incantato aveva saputo in poco tempo tante di quelle notizie che non si raccapezzava.

Disse solamente:

< le carrozze?>

< Anche quelle non ci sono più, abbiamo auto a un liquido che si chiama benzina, deriva dal petrolio, poi ci sono anche altri combustibili e la macchina elettrica. Milioni di autovetture che girano giorno e la notte ovunque tu vada.>
<Per ora basta, si torna alla locanda, abbiamo trascorso tutto il tempo fuori, ora bisogna rientrare per sistemare questi abiti>.

< Nella mia epoca sono molto più comodi, non si portano più queste gonne odiose ma vestiti pratici. Pantaloni lunghi e corti, stretti e larghi, senza avere il problema dei cappelli se non quando piove allora sì, una bella berretta di lana per ripararsi dal freddo. Il vestiario deve essere funzionale, ma anche elegante e non come questi.

<Capito perché mi ero fatta quei pantaloni?>.
<Ora si! >

Rispose laconico Roberto.
Andiamo, voglio sapere ancora, più tardi mi racconti di nuovo, sembra di stare dentro un libro d’avventure.


Annamaria Gennaioli 23/07/2015 16:44 921

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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