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Questo racconto è inserito in:
 Parte 15 della raccolta "Giulia e la sua avventura " di Annamaria Gennaioli (20 racconti)
 La frattura del tempo

Giulia: capitolo 15 . Giustizia

Fantasy

Quella discussione finì bene, contraddizioni non c'erano, Giulia sapeva benissimo quello che voleva e Roberto cedeva alla logica della ragazza.
Poteva sembrare egoista all’apparenza, non era così, non era di quel secolo, ma anche se lo fosse stata, era uguale, non sopportava essere messa in un angolo. Ricamare e stare in silenzio non facevano al caso suo. Oppure tramare dietro le spalle e far credere che fossero gli uomini a decidere, non era quel tipo. Voleva essere se stessa alla luce del sole e chi amava, doveva condividere il suo comportamento. Se questi non avesse capito, voleva dire che era una semplice marionetta, e, si poteva tirare ovunque si voglia.
La sera, nella penombra della casa s'intravedono immagini, quadri antichi d’intimità famigliare. Roberto l’afferrò per mano e si avviarono in sala da pranzo, dove Vittoria li attendeva per servire la cena.
Vittoria una ragazzina di appena quindici anni, ma già adulta per l’età, con lunghi capelli biondi, una bella ragazza, si era ambientata bene in quella casa e Giulia voleva che cenasse con loro, non era una governante, ma una sorella, amica, un’entità, vicina al suo cuore.
Dopo cena, s'intrattenevano in conversazione e se non veniva nessuno e non c’era qualche urgenza, finivano con l’andare a letto presto. Leggere era d’aiuto, ma a Roberto ultimamente non piaceva la lettura, era attratto da Giulia, il suo corpo, i suoi racconti, il suo vissuto, meglio di qualunque libro di avventure.
Giulia parlò dei vaccini come prevenzione e la sconfitta di alcune malattie, essendo vaccinata non aveva paura del contagio, temeraria con i bambini che soffrivano di malattie infettive. L’unico vaccino che non aveva fatto: il vaiolo, per quello era senza copertura, dal 1977 che non vaccinavano più in Italia e ora in tutto il mondo. La malattia debellata. In quell'epoca i focolai erano molto attivi, di questo aveva paura e la malattia se non uccideva, lasciava cicatrici in tutto il corpo.

Roberto, era affascinato, incuriosito da quei racconti, non stava nella pelle, scoprire la sconfitta di Napoleone tra pochi anni e dopo l’Italia unita, prima sotto i Savoia e poi una Repubblica e apprendere la storia del ventesimo secolo e le due tragiche guerre, ma poi la pace duratura e l’Europa quasi unita e con una moneta unica.
Intanto Guido tornava sempre alla grande quercia, non riusciva a percepire nulla, come se il fenomeno si fosse affievolito. Triste, non sapeva che fare se non ritornare sempre in quei luoghi. Giulia non era cercata, non aveva parenti prossimi e quando una persona è maggiorenne e non si ritrova il corpo, diventa un caso di scomparsa volontaria.
Guido si guardava intorno, lo sguardo scorreva sul paesaggio, tanto bello quanto enigmatico. Qualcosa di straordinario e allo stesso tempo fuori dal comune, gli aveva portato via quella ragazza.

Chissà cosa faceva?

Quel silenzio e quei vuoti comunicavano qualcosa?

Si trovava in pericolo?

Oppure morta?
Scaccia via l'ultimo pensiero, aveva già l’angoscia che non sapeva come raggiungerla, il cuore gli sanguinava.
Dalla casa uscì una piccola figura femminile, sembrava una bambina, vestita stranamente, forse era stato trasportato?

Il buco nero lo aveva risucchiato?

Chiamò quella bambina, non rispose. La raggiunse, ma prese solo l’aria. La mano trapassava quel corpo e non dava segni di contatto.

Un fantasma?
<Ancora fenomeni, ma che posto è questo? >

Il suo pensiero voleva essere razionale a quegli eventi strani, sicuramente c’era una risposta logica. Rimase un altro poco e poi andò via sconvolto più di quando fosse arrivato.
Giulia aveva passato una bella notte, riposata appariva fresca come una rosa, Roberto era già pronto per uscire, lo avrebbe fatto anche lei.
Tornò dai suoi pazienti, ma questa volta trovò un’accoglienza diversa. Quei disperati non potevano parlare, erano stati minacciati. Astolfo non potendo rivalersi su di lei, era passato alle maniere che solo lui conosceva: il ricatto. La perfidia di usare la parte più debole, le vittime sarebbero state certe e la vendetta era iniziata.
Quando l’ingiustizia diventa cattiveria, il risultato è troppo forte da sopportare, la guerra diventa senza regole. Il minimo era affrontare Astolfo, ma non era la cosa giusta. E poi… troppa soddisfazione e non avrebbe risolto nulla, doveva ripagarlo con la stessa moneta.
Progettava un piano per attirarlo nella trappola e doveva essere perfetta, solo così sarebbe stata libera d’agire anche in un'epoca dove l’ignoranza dilagava. Poteva lavorare per il bene prossimo e da donna non sottomessa, ma solo alla pari dell’uomo.
Astolfo era un uomo che usava la politica per i propri scopi e passava da un vincitore all’altro, il periodo era frenetico i cambiamenti si susseguivano velocemente. Il comportamento del vecchio medico non passò inosservato, facendo insospettire i conservatori, quelli che credevano nella chiesa, nel Papa e rivolevano lo Stato com’era prima di Napoleone.
Lo Stato in quel periodo era ritornato sotto il potere pontificio aiutato dagli austriaci. Anche se Napoleone non demordeva e voleva fare l’accordo con il Papa. Gli intrighi portati avanti da Astolfo, gli si rivoltarono contro, ormai i sospetti erano certi, bastava solo un piccolo aiuto.
Giulia era diventata amica di benestanti vicino alla curia, non fece altro di aiutare la loro memoria, con astuzia e sfruttando le conoscenze della storia e avvantaggiata poiché sapeva il finale. Questi sbalorditi presero le loro decisioni, denunciando Astolfo come traditore.
Nessuno mosse un dito in suo favore, intorno aveva solo terra bruciata. La sua indole era nota, la paura complice del silenzio e quella ragazza con il suo coraggio aveva riportato alla luce antichi orgogli. L’unione fa la forza e il vento nuovo di Napoleone fece il resto.
Roberto e Sofia gli unici tristi. Un padre è sempre un pezzo di te, un marito, anche se pessimo, con questi aveva condiviso una vita intera e a quel cambiamento, dovevano abituarsi. Non immaginavano che Giulia avesse forzato la mano, muti e sofferenti, passarono quel periodo stretti dentro casa. Non aprirono a nessuno, accettando quel destino. Andarono anche in prigione a trovare quell'uomo, non furono ricevuti, non voleva più saperne di loro. L’uomo accettava il suo destino e loro dovevano dimenticarlo, aveva fatto del male e ora scontava le sue pene.
Il momento della resa dei conti arriva per tutti, aveva accettato quella decisione, sconfitto, voleva essere dimenticato.
<La prima cosa buona della sua vita pensò Giulia, > <lasciare in pace le persone che gli erano state vicino e aveva distrutto, specialmente Sofia>.
Come dimenticare quei brutti momenti, per fortuna il passato è passato, va cancellato con una bella pietra sopra.
Tornarono insieme a vivere nella casa grande, dove il tetro sparì velocemente, i colori occuparono il posto del grigio e della solitudine. Subentrò una leggera malinconia, Sofia la vittima che aveva subito più di tutti, i suoi occhi stanchi speravano che presto arrivasse un bel bambino, ci voleva un cambiamento. La donna si libera di quella clessidra che regala a Vittoria, l'oggetto dei suoi incubi. La ragazza, portò quel segna tempo alla casa sulla collina.
Giulia pensò che il puzzle stava per essere terminato e il momento del suo ritorno si avvicinava, aveva messo un po' di ordine. Il cambiamento in atto era notevole, le sofferenze diminuivano.
Roberto, c'era Roberto e non riusciva a scindere quel pensiero: come fare?

Un bel dilemma nella mente e nel cuore della ragazza. Una soluzione ci doveva essere e poi ancora era lì. Il dubbio, perennemente sempre e l’incertezza di andare, di restare e che si aprisse innanzi tutto quel passaggio.


Annamaria Gennaioli 26/07/2015 08:47 990

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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