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Questo racconto è inserito in:
 Parte 18 della raccolta "Giulia e la sua avventura " di Annamaria Gennaioli (20 racconti)
 La frattura del tempo

Giulia: capitolo 18. Alberto

Fantasy

La calma regnava intorno a Giulia e la rigenerava, traeva beneficio da quel luogo: un’energia vitale.
Pensava a quello che doveva fare, avrebbe cercato al vicino Cimitero i suoi avi o quello che rimaneva di loro, poteva non trovare nulla, ma pensava positivo. I morti in campagna rimangono per molto tempo e qualche traccia sicuramente ci sarebbe stata.
Andò in quel Cimitero quasi abbandonato, riscoperto solo da alcuni per evitare quelli più affollati; anche i defunti cercano la quiete. Si pensa che in quei piccoli spazi consacrati sia meglio che in quegli enormi dove tutto è un brulichio di tombe. I morti son sempre morti e l'illusione di cercare luoghi solitari e protetti per non essere: dimenticati.
Trovò quello che cercava: memoria storica di una famiglia di contadini, il loro segno lasciato. I suoi bisnonni i genitori della nonna; notò che la bisnonna portava il suo nome: Giulia. Un nome molto ricorrente da ambo le famiglie; custodiva un segreto che solo la storia divorava con il suo fascino.
Ovunque cercasse, il nome Giulia compariva: lo aveva anche lei, un mistero dentro ad un mistero; tutto è iniziato con la sua avventura?
Prese nota di quello che riusciva a collegare, tornò a casa e salì in soffitta, dove si costudiscono i segreti di una famiglia. Segreti addormentati che aspettano la persona giusta per venire fuori. Un metodo per metabolizzare il dolore e se vi era stato in passato, in futuro ogni dolore va sconfitto, riportandolo alla luce.
Bauli pieni di vesti e di polvere, oggetti dimenticati, spazzole per capelli e un paio di scarpe da ginnastica: erano le sue? Quelle che avevano passato il tempo? Sicuramente! Bauli vecchi non aperti da anni e quando la casa fu ristrutturata furono dimenticati in quell’angolo di soffitta buia, dove nemmeno il sole illumina. Non si doveva sapere nulla, persone che tengono i ricordi nascosti e non ne parlano; dovevano sparire con loro. Giulia non era d’accordo, voleva conoscere e avrebbe saputo tutto quello che c’era da far venire fuori.
Lettere con una calligrafia sicura che, parlavano l’amore.
Altre: scrittura quasi infantili di chi non aveva studiato molto. Un diario. Conti che non sempre si riusciva a far quadrare, guerre e banditi, soprusi e violenze, tanto materiale per scrivere un libro. Raccolse quel materiale e nella cucina, dove la luce brillava: mise in ordine.
Iniziò con Giulia, una ragazza troppo avanti per essere di quell’epoca; venuta da lontano, forse da un altro cielo. Parlavano di lei, del suo sapere che oltrepassava tutte le conoscenze, della sua scaltrezza e forza d’animo, Il suo altruismo e la sua tenacia nel risolvere dilemmi; di non farsi da parte quando un pericolo incombeva: buttandosi nella mischia per difendere il debole.
Il surreale che si confondeva con il reale, quel suo modo di fare che non era diffuso. Molte donne si plasmano al volere dell’uomo, quando provano attrazione, spesso confusa con l’amore. Il fuoco dell’amore che si esaurisce e i problemi aumentano, l’amore che si trasforma e Il bene spesso scambiato con l’amore. L’amore è diverso: è per sempre, anche quando il fuoco della passione è diventato una fiamma fievole, ma a ogni scintilla riprende la vampa. E non che lo devi riaccendere; oppure spento per sempre con quella forma sottile di bene che spesso scambiata per un flebile amore.
Trovare quelle scritture per Giulia fu una finestra aperta sul passato, le donne nella sua famiglia avevano avuto un ruolo forte, forse influenzate dal carattere di quella sconosciuta. Riuscirono a imporsi a uomini padroni, scegliendo la loro vita. Quella che volevano loro e non comandate e sottomesse.
Vittoria sposa di Roberto e Isolina non si sposò, non trovò quell’amore che le faceva palpitare il cuore come voleva: i compromessi non presi in considerazione.
Seguirono altre persone più accomodanti, ma anche ostinate fino ai giorni che la sua bisnonna scriveva della sua vita, raccontava del fascismo e delle violenze subite. La sua battaglia per mantenere le sue idee. Una fierezza che solo le donne del suo casato avevano.
Giulia s’immedesimò in quelle storie postume, le comprendeva bene e riconosceva l’impronta lasciata dalla frattura del tempo.
Ora che era nel suo tempo, il vivere quotidiano scandito dalla quiete, Il giorno illuminato dal sole che rigenera e placa l’ansia del sapere. Assaporare quei giorni di calura, Giulia mancata per troppo tempo, si voleva godere quegli attimi e pensava. Il suo pensiero andava al vissuto intorno a quei luoghi, alle storie che si susseguivano e la sua come sarebbe finita? Certamente doveva scriverla e l’importante viverla come voleva, senza compromessi, in quell'attimo sentì una voce che la chiamava, un giovane dalle fattezze famigliari le rivolgeva la parola.

Sono Alberto: è venuta a cercarmi?>.
Un attimo di silenzio e imbarazzo, una flebile voce, appena percepita:
< Sì, volevo vedere la sua casa.

Conoscere la storia della sua abitazione.

Uno stabile antico di secoli.

Scusi il disturbo e la mia invadenza, il signore che mi ha fatto entrare è stato molto gentile>.
.
Giulia rimase un attimo senza parole: le passò per la mente solo un pensiero.
< Sono una storica, poiché dagli archivi pubblici non si può andare oltre e in quelli della curia sono secretati, ho pensato che nella sua casa che risale a diversi secoli fa, potevo trovare qualcosa d’interessante.>

Mi chiamo Alberto non ricordo se glielo ho detto e tu?

Ci possiamo dare del tu vero?>

Piacere Giulia >.
.

Una coincidenza davvero strana, questo nome ricorre molto spesso in questi luoghi e anche nella mia casata. La mia bisnonna si chiamava così>.
Alberto:


.
Alberto:

< tu cosa cerchi?

Perché sei venuta da queste parti?

Non ti ho mai visto prima; io abito qui e sono nato in questa valle, ma non ti ho mai incontrato>.
Giulia:

< Non abito in questo luogo, vengo a riposare e per perdere la cognizione del tempo, spesso accade anche l'imprevedibile.>
Alberto:

.
Giulia:

Questa mattina ho trovato diverso materiale del passato, sarei ben lieta di confrontare le mie scoperte con le tue.>
Alberto:


< Accetto molto volentieri>.
Salutandosi: s’allontanò come arrivato, in punta di piedi, con l'eleganza di altri tempi e la praticità di quelli correnti.
Giulia meravigliata di avere accettato subito, troppa la curiosità, voleva sapere, intravedere il sottofondo della storia e di quello che si era maturato fino ai giorni odierni.
Arrivò puntuale, elegante e raffinata, civetta come solo una donna sa essere quando è interessata a qualcosa.

Il suo interesse era per la storia, ma anche per quell'uomo vicino e lontano, sempre conosciuto nel non tempo. Una frattura che se venisse a contatto con il tempo, l'annichilire del momento, un risucchiare dentro un vortice e catapultati chissà dove. Non le importava, voleva provare l'ennesima avventura e sarebbe riuscita a trovare la dimensione giusta e avere una vita normale.


Annamaria Gennaioli 31/07/2015 14:34 1077

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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