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Un'estate d'amore

Amore

Il sole era caldissimo, la spiaggia affollata dai bagnanti assorti al fresco dei loro ombrelloni, o immersi nelle placide e gioconde onde del mare. Turisti da tutte le parti del mondo erano accorsi per godersi l'estate italiana: proprio quella era la stagione in cui sbocciavano gli amori più semplici dell'anno; quelli che durano solo qualche mese, per poi concludersi, ognuno tornando alla propria quotidianità.

Roberto voleva godersi le sue così sospirate vacanze in piena tranquillità e riposo, libero da ogni impegno, col solo scopo di divertirsi. Non poteva immaginare che quella estate non sarebbe stata come tutte le altre, e che avrebbe incontrato la ragazza dei suoi desideri, di cui si sarebbe disperatamente innamorato.

Intrattenutosi al chiosco delle bevande sulla spiaggia, vide seduta ad un tavolino una bella ragazza dai capelli biondi, tutta sola, e dall'aspetto molto triste. Non poteva perdere l'occasione di conoscerla e le si avvicinò.

-è libero?- le chiese, indicando una delle sedie.

La ragazza gli fece cenno di si. Roberto sedutosi accanto a lei, con l'intento di fare conoscenza le domandò:

-Cos'hai, perché sei tanto triste?-, vedendola silenziosa e avvilita.

-Oh, mi hanno lasciata sola!- rispose lei con accento straniero.

-Chi?-

-I miei amici, quelli con cui sono venuta in Italia-

-E perché ti hanno lasciata qui da sola?-

-Abbiamo litigato, e loro sono andati via-

-Hai bisogno di aiuto?-

-No, non preoccuparti-

-Hai dove dormire? Del denaro? Sei certa di non avere bisogno di nulla?-

-Ho già affittato una tenda al camping, e del denaro; mi basterà!-

-Ed allora perché sembri così preoccupata?-

-Non mi piace stare sola! Qui non conosco nessuno, e non so cosa fare: credo che andrò via presto, prima del previsto!-

-E perché? Potrei farti compagnia io! Mi presento: Roberto Maffi.-

Così dicendo le porse la mano.

La ragazza sorridendo gliela strinse, e gli disse: -Piacere di conoscerti: io sono Sonia.-

-Non puoi più dire di non conoscere nessuno, adesso conosci me!-, affermò Roberto.

I due così cominciarono a fare conoscenza. Sonia si era ormai rasserenata, e parlava con piacere.

Roberto ad un certo punto le domandò: - Non mi sembri italiana dall'accento, ma parli veramente bene in italiano: da dove vieni?-

-Hai ragione! Non sono italiana, vengo dalla Francia; precisamente da Lione, dove abita la mia famiglia.-

Ed i tuoi genitori lasciano andare una bella ragazza come te, tutta sola in un paese straniero: non hanno paura?-

-Ero con i miei amici…! -

-Belli amici quelli: lasciarti da sola lontana da casa! Se i tuoi genitori lo sapessero gli verrebbe un colpo.-

-No! Non credo proprio!-

-Perché dici così? Non vorrai dirmi che non gli importa di te!-

-Non vivo più in casa con loro: ho un appartamentino per conto mio ed i miei genitori non sanno mai dove vado! Quando ho voglia di andare in vacanza, parto senza dire niente a nessuno; in questo modo mi sento veramente libera!-

-Ed i tuoi? Non stanno in pensiero?-

-Ormai ci sono abituati e non ci fanno più caso.-

-E pensare che io, prima di partire anche per un breve viaggio avverto tutti, anche mia nonna, ed i miei amici… - disse Roberto, poi continuò:-Per sapere così bene la nostra lingua, devi venirci spesso in Italia!-

-Effettivamente vengo in vacanza ogni estate in Italia, fin da piccola! Sai, mio padre è italiano: di Torino!-

-Allora sei un po' italiana anche tu.-

-In un certo senso hai ragione. Considero l'Italia la mia seconda patria, e trascorro molto volentieri le mie vacanze in questa terra. Questo mare e questo sole sono fantastici; soltanto in questo paese si può trascorrere un'estate così! Peccato che le vacanze di quest'anno siano andate male!-

-Nulla è perduto, puoi sempre restare e divertirti. A proposito, quanto resterai ancora in Italia?-

-Dovevo rimanere fino alla fine del mese, ma adesso che sono rimasta da sola credo che partirò molto prima.-

-Perché vuoi rinunciare alle tue vacanze? Se vuoi ti farò compagnia io.-

-Si, certo; ma posso fidarmi di te? Con la fama che avete voi italiani?… -

-Quale fama?-

-Lo hai capito benissimo a cosa mi riferisco!-

-Ti assicuro che sono un bravo ragazzo: figurati che aiuto le vecchiette ad attraversare la strada!- disse scherzosamente lui.

-Oh, bravo, da vero boy- scout!- replicò la biondina francese.

Il resto della giornata la passarono insieme, prima sulla spiaggia e poi al chiosco ad ascoltare un po' di musica dal juke- box, seduti al tavolino bevendo una bibita fresca. Roberto capiva sempre più che quella ragazza non era solamente bellissima e simpatica, ma aveva qualcosa di più, che non riusciva a spiegarsi, e che la rendeva meravigliosa. Di lei gli piaceva tutto: ogni sua parola, ogni suo gesto; l'averla accanto e il poterla guardare erano per lui importantissimi!

Il tempo passò in fretta e si fece subito molto tardi. Sonia doveva tornare al camping, ma Roberto non volle lasciarla andare da sola e l'accompagnò. Durante il breve tragitto non spicciarono una parola: il cielo era coperto di stelle, la spiaggia silenziosa; si sentiva soltanto il tenue rumoreggiare del mare che sbatteva contro gli scogli. Giunti al campo, Roberto ebbe un sussulto quasi di paura, come temendo che lasciandola andare, l'avrebbe perduta per sempre; e la fermò afferrandola per un braccio. La ragazza restò sorpresa dal suo comportamento e lo guardò stupita:-Cosa c'è?- gli chiese.

-Nulla, è che non vorrei lasciarti mai; vorrei starti sempre vicino!-

-Ci vediamo domani mattina.-

-Si, ma mi mancherai. Perché non passi la notte a casa mia?-

-Con quale coraggio mi chiedi di passare la notte a casa tua, se ci conosciamo appena? Avevo ragione di dubitare di voi italiani!- affermò Sonia, apparentemente delusa.

-Non capire male. Io non intendevo quello che hai capito tu. Ti avrei lasciato il mio letto, ed io avrei dormito sul divano, da buoni amici. Comunque scusami, hai ragione non avrei dovuto chiedertelo!-

-Ci vedremo domani mattina sulla spiaggia, va bene?- gli confermò l'appuntamento Sonia, e salutandolo si allontanò con il cuore che le batteva forte.

Roberto la fermò di nuovo:-Aspetta!- le disse, le si avvicinò e la baciò sulla guancia, tenendola per mano, ma la Poesia era nell'aria e con l'armonia dei suoi versi li coinvolgeva in un turbine di sentimenti troppo forte, così Roberto la baciò nuovamente sulla bocca stringendola dolcemente a se.

Fu un bacio tenero, breve, ma intenso, che travolse ogni resistenza della ragazza che si lasciò baciare. Poi, in preda alla confusione, Sonia lo salutò di nuovo ed allungando il passo si affrettò ad andar via, scomparendo nell'ombra degli alberi, brulicanti di rumorose cicale che con il loro verso chiassoso eppur piacevole cantavano una serenata alla luna.

La mattina seguente, Roberto e Sonia s'incontrarono sulla spiaggia, che era ancora prestissimo. Roberto aveva dormito solo qualche ora, in quella notte, non soltanto per il tremendo caldo, ma anche perché non aveva fatto altro che pensare a Sonia, e non vedeva l'ora di rivederla. Anche la ragazza lo attendeva con impazienza, animata da una strana sensazione che non aveva mai provato prima, e lo accolse con entusiasmo. Nell'aria tiepida mattutina, Roberto le andò incontro, e l'abbracciò: - Ti ho pensata per tutta la notte!- le disse: - Mi sono innamorato di te. Ti amo!-

-Anch'io- disse lei:- anche se non avrei voluto innamorarmi, sento di amarti!-, e lo baciò.

Da quel giorno passarono tutto il tempo insieme; per Roberto furono giorni favolosi. Si era convinto che la sua vita fosse cambiata radicalmente, che quella donna non lo avrebbe mai più lasciato ed avrebbero vissuto per sempre insieme. Aveva informato la sua famiglia di questo amore.

I giorni passavano lenti, ma inesorabili! L'estate, con il suo afoso caldo, e la poesia delle sue giornate illuminate dal novello sole, fra il verdeggiante colore della vegetazione fittamente distesa sui colli vicini, e l'azzurro cielo ed il bianco delle onde marine spumeggianti, fresche e frizzanti, era all'apice della sua magnificenza.

D'innanzi ad uno spettacolo simile, ogni cuore si desta a sentimenti meravigliosi, a sensazioni pure, a placida serenità, e si dimentica tutto il resto, per ricordarsi solo dell'amore!

Roberto e Sonia, immersi in questa atmosfera da favola, non pensavano che a loro stessi. Accoccolati insieme sulla spiaggia, in silenzio a carezzarsi reciprocamente, mentre tutto intorno, la folla di bagnanti faceva gran rumore; o nella quiete del tramonto a baciarsi, mentre il cielo all'orizzonte, diventava tutto rosso. Sonia aveva infine accettato l'invito di Roberto, e si trasferì a casa sua, abbandonandosi fra le sue braccia, in preda ad una tale passione da perdere qualsiasi volontà!

Tutto era destinato ad una triste conclusione. Un giorno mentre erano affacciati al balcone, e lentamente calava la sera, lei gli disse:-Vorrei essere la donna che tu cerchi, per renderti felice, ed essere io stessa felice della tua felicità!-

E quando Roberto le sussurrò all'orecchio: - Sei tu la donna che voglio; l'unica che possa farmi felice!-, lei si azzittì, e si scostò da lui in preda alla tristezza, stringendosi nelle spalle, tutta intenta a guardare il tramonto che infuocava all'orizzonte. Roberto le si avvicinò e la strinse di nuovo a sé, ma lei sembrava assente.

-Cosa ti succede?- le chiese.

-Nulla- disse lei: Ho soltanto pena di me stessa, perché mi conosco, e so cosa mi aspetta! Siamo stati così bene insieme, che non ci siamo accorti come il tempo passasse in fretta, ed ora che l'estate è quasi finita, me ne rendo conto tutta ad un tratto: arriva il momento di salutarci!-

-Perché?-

-Devo tornare in Francia, a Lione!-

-Giusto… Però poi tornerai da me, e ci sposeremo; anzi potrei venire io con te, conoscere i tuoi: che ne dici?-

Sonia non rispose.

-Non ci lasceremo mai più! Non è vero, Sonia?- disse Roberto. La ragazza non fiatò.

-Non è vero?- ripete lui.

-Si- tagliò corto lei rientrando in casa.

Il discorso non fu più riaperto per la serata. Sonia che doveva ripartire a fine agosto aveva prolungato la vacanza fino oltre metà settembre.

La mattina seguente Roberto si svegliò e non la trovò accanto a se; tutte le sue cose erano sparite con lei. Gli rimaneva soltanto un biglietto che la ragazza gli aveva lasciato sul comodino. Preso dalla disperazione, si affacciò fulmineo al balcone cercandola con lo sguardo nei paraggi, quando la vide ancora in strada mentre aiutata da alcuni ragazzi saliva le valigie su di una jeep.

-Sonia- la chiamò con tutta la voce che aveva in gola.

La ragazza guardò verso il balcone, solo per un attimo, il tempo di un ultimo sguardo, di un ultimo saluto, poi salì sulla jeep che partì subito portandosela via con se. Tutto era durato pochi istanti, la jeep scomparve quasi subito dalla vista di Roberto, eppure lui in quei pochi istanti aveva visto, o aveva creduto di vedere, gli occhi di lei lucidi di pianto dovuto alla tristezza di quel difficile e doloroso addio.

Rientrato in camera Roberto si sedette sul letto e con le lacrime agli occhi lesse il biglietto lasciatogli da Sonia:

“ Avrei voluto essere la donna che tu cercavi e che credevi io fossi, per vivere sempre con te e renderti felice, come avresti diritto di essere: ma so di non esserlo!

Non potrei mai essere una buona moglie per te! La mia natura ribelle e libera non mi permette legami troppo stretti: soffocherei, e sarei molto infelice, ed altrettanto lo saresti tu, se fossi costretta a vivere una monotona quotidianità.

Anche se questo addio è estremamente doloroso, sarebbe altrettanto dolorosa una vita insieme, ed allora questo mio comportamento è il più giusto!

Ti prego di non odiarmi, e dimenticami se vuoi.

Addio.

Sonia”

Queste furono le sue ultime parole. Era il ventuno settembre, l'estate era finita ed anche il loro amore. Sonia tornava alla sua vita e Roberto dopo la grande sofferrnza di averla persa per sempre, si sarebbe dimenticato presto di lei!



Salvatore Pandolfo 19/11/2015 11:34 1 1228

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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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