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Questo racconto è inserito in:
 Parte 3 della raccolta "192 cm di fancazzismo " di Matteo Bio Matteucci (9 racconti)

Notti senza luna

Biografie e Diari

Odio le notti come questa, troppo buia, silenziosa e bizzarramente più lunga rispetto alle altre.

Ogni tanto una folata di vento, un fischio di treno lontano e una pena al cuore, mancano diverse ore prima che l’ Est si illumini.

Il sonno mi ha abbandonato poco prima delle tre. Ho consumato il soffitto a forza di guardarlo, mi sono acceso una camel light tossendo come una macchina ingolfata e mi son messo li, con lo sguardo inebetito a fissare cosa esattamente non lo so nemmeno io.

Ho acceso la tv e zappingando come se non ci fosse un domani, non ho visto nulla che attirasse la mia attenzione, nemmeno le fantomatiche zoccole dei numeri a pagamento mi davano piacere.
Mi chiedo a che serva pagare il canone.
Barcollando mezzo dolorante per questa caviglia che mi fa vedere le stelle e le madonne senza telescopio nè rosario, ho aperto la finestra per far respirare i pensieri.

Buffo, strano e tanto triste sentire i passi del cane venirti dietro incuriosito, mezzo addormentato, vederlo allungarsi come un elastico....dio cristo quanto mi manca...... ".

Spero che il giorno quando la terra mi diventi lieve, possa vederlo nuovamente... sono ateo, detesto la religione, odio i preti, ma a questa cosa ci credo ....."

Ed ecco che la lacrima si fa sentire puntale come la pendola che batte la mezza, bagna l’occhio e scende verso la guancia, per poi finire la corsa nella barba folta.

"A da passà nuttata" diceva il Maestro, qui di notti ne son passate quasi cinquecento, ma invano, rivivo quella scena quasi quotidianamente. Mi illudo che passi un giorno, ma son certo che non passerà mai.

Domattina vado dal mio amico farmacista e sento se mi prescrive qualcosa di buono per questa ansia....

Non dico di dormire otto ore filate, ma nemmeno di svegliarsi con il cuore in gola ed il respiro mozzato.

Ci vorrebbe un’altra vita, più tranquilla, meno incasinata, più lenta, più distesa, ma ogni giorno che il Dio Apollo si sveglia comincia l’ennesima corsa...

Comincio ad essere stanco, oo perso totalmente la fiducia nel prossimo e nel futuro.

Caos, mal contento, povertà, speculazioni e ci mancavano pure ‘sti infervorati con l’asciugamano in testa a seminare morte e distruzione.

Gridano e parlano con gerghi usciti dal frullatore, predicano le leggi del Corano, ma ne ammazzano più di Hilter, "Gli è tutto da rifare "diceva Bartali.

Oggi mentre ero a fare due passi per accellelare la fisioterapia della caviglia, ho visto un gruppetto di adolescenti che si divertivano a far rimbalzare i sassi piatti sull’ acqua e giocare a campana.

Ridevano come demoni, una semplicità allarmante, li ho invidiati tantissimo.

" Bah, sarà bene che torni fra le coltri sperando che Morfeo giunga quanto prima, ma prima mi diressi al mobiletto dove Mati stava riposando. Accesi un lumino e guardai quella piccola scatola di legno.

Vidi il suo muso, le sue espressioni, quel dolce uggiolio che mi accompagnò per quattordici anni...

Maledetti venterinari, scesero lacrime e la gola si serrò....Stanotte non si dorme più.

Presi il suo collare e me lo misi sul cuore.

Ti ritroverò, cazzo, a costo di buttare giù ogni santo del paradiso e prendere a pedate il diavolo fino a farlo tornare in cielo.


Matteo Bio Matteucci 25/11/2015 12:59 784

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Matteo Bio Matteucci
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Il primo racconto pubblicato:
 
Scatole & ricordi (09/09/2014)

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Dolce respiro (15/12/2016, 6104 letture)


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