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Un cuore per due

Amore

Denise uscì dalla stanza senza volgere un solo sguardo a quella mamma, che non riusciva a capire quanto fosse importante per lei ritrovare gli affetti che aveva perso lungo la strada. Non amava disubbidirle, tuttavia in quella circostanza, non ne poteva fare a meno…

Mary inseguì la figlia fino al portone, intimandola di non uscire, la rabbia aveva preso il sopravvento e le lacrime sgorgavano su quel viso intristito e incattivito da vecchi rancori ed asti, perdurati nel tempo.

Rientrò in casa lasciandosi cadere sulla vecchia poltrona, lì vicino al camino. Guardava le lingue di fuoco che sembravano parlare al suo cuore in tumulto e la mente ritornò indietro… Rivide quel giorno in cui aveva confessato alla madre di aspettare un bambino, le urla riecheggiavano ancora nelle sue orecchie. Era stata categorica e senza mezzi termini le aveva detto che avrebbe dovuto disfarsi della creatura.

Mary guardava la madre come se la vedesse per la prima volta. Incredula che quelle parole fossero uscite veramente dalla bocca della persona che amava di più al mondo e da cui aveva ricevuto tanto amore. Sentiva un dolore acuto ed ogni volta che ci pensava, diventava sempre più grande. La madre le disse: “ O te ne liberi o ti caccio di casa.”

Mary scelse la seconda. Era ancora troppo giovane per potersi fare carico di tutto, così si rivolse ad una casa famiglia per ragazze madri e lì, portò a termine la sua gravidanza. Fu così che in un bellissimo giorno di primavera, nacque una meravigliosa bambina, dalle guance rosee e dagli occhioni verdi, Denise.

La madre non la cercò più, anche se Mary in seguito aveva provato a contattarla, ma questa aveva cambiato casa e città. Si vociferava che fosse per la vergogna per quella figlia snaturata ed incosciente. Mary aveva cresciuto la bimba da sola, fino a quando nella sua vita le apparve un amore inaspettato. Mattia era stato un marito perfetto ed un padre amorevole, amò quella bimba come se fosse stata sua. Poi un terribile giorno se n’ era andato per sempre, stroncato da un infarto improvviso, lasciando nelle due donne un grande vuoto.

Mary e Denise, rimaste nuovamente sole si erano avvicinate ancora di più ed insieme avevano affrontato quel terribile lutto. Poi un giorno, mentre Mary stava preparando il pranzo, Denise tornò dall’ Università con un gran sorriso. La madre si incuriosì, Denise di solito aveva sempre l’ aria imbronciata ed insoddisfatta, invece, dopo un po’ entrò in cucina dicendole: “ Ciao mammina, cosa hai preparato? Ho una fame da lupi.” E si avvicinò dandole un bacio sulla guancia. Mary le lanciò un’ occhiata alla figlia e le domandò: “ Ehi cos’è tutta questa euforia? Cosa ti è successo di bello?”

Denise conosceva molto bene la storia ed aveva timore di dirle la verità, ma era troppo importante per poterla tenere segreta, così le disse a bruciapelo: “ Ho visto la nonna!” Mary fece cadere il piatto di spaghetti che aveva in mano e con voce stridula, che sembrava non le appartenesse ed urlò: ” Chi hai visto?”

La figlia impaurita dalla reazione della madre farfugliò: ” La nonna… ho incontrato la nonna… sai è venuta a cercarmi all’ Università… mamma mi ha fatto tanta tenerezza, così sola e…”

“ Basta così!” Ripeté Mary:

” Come ti permetti di chiamarla nonna, quella lì non è mai esistita per te, per me… per noi… ti proibisco di rivederla, hai capito? Non la devi mai più nominare, per me è come se fosse morta come lo siamo state noi per tutti questi anni”.

Infine fuori di sé aggiunse: ” Guai a te se…”

Un forte capogiro la interruppe facendola quasi svenire. La figlia prontamente la soccorse spaventata:

” Mamma, mamma, ti prego rispondimi, farò come dici tu.”

Dopo un po’ si riprese e si ritornò subito alla normalità. Passarono alcuni giorni e Denise non mantenne la promessa data alla mamma, anzi, quando poteva scappava dalla nonna che era malata e bisognosa di cure ed attenzioni e lo faceva cercando di nasconderglielo. Purtroppo non riuscì nel suo intento, infatti, il destino volle che una mattina Mary decise di andare a prendere Denise all’ Università, per pranzare fuori, era da tempo che non lo facevano più. Così, mentre con l’ auto girava l’ angolo di un incrocio, vide quello che non avrebbe mai voluto vedere. Denise saliva su una vettura con alla guida una vecchia signora, il suo cuore per un istante smise di battere e fece fatica a mantenere la guida attenta e per poco non andò a sbattere contro un segnale stradale.

Risentita per il comportamento della figlia decise di seguire l’ auto, che dopo tre isolati giunse nella zona residenziale della città e si fermarono davanti ad una graziosa villetta con tanto di giardino e fiori. Denise sorrideva felice all’ anziana nonna e la guardava con trasporto. Mary si sentì tradita e si fermò in disparte e pianse di rabbia tutte le sue lacrime.

Decise di andar via ed una volta a casa, aspettò il rientro della figlia e quando questa rientrò l’ aggredì con parole che non avrebbe mai voluto pronunciare, purtroppo, quelle parole così gravi, invece di dissuadere Denise a non incontrare più la nonna, ebbero l’ effetto contrario.

Ecco perché quel giorno, nonostante lei aveva cercato di dissuadere la figlia, lei uscì senza guardarla in faccia. Mentre Mary era sopra pensiero per quello che era successo, fu distolta dal suono del campanello della porta, credette che forse la figlia era ritornata sui suoi passi, ma si trovò davanti una sorpresa inaspettata, era la persona, che per tutti quegli anni aveva odiato, quella donna che l’ aveva abbandonata nel momento di maggior bisogno. Per un istante e d’ impulso, aveva pensato di chiuderle la porta in faccia cacciandola via, ma quegli occhi così diversi, dall’ ultima volta che li aveva visti, la sconvolsero, il suo sguardo aveva perso l’ arroganza e la superbia ed era terribilmente triste.

Mary si riprese dall’ emozione così forte dicendole: ” Cosa ci fai qui? Potevi risparmiarti questa visita.”

Nunzia pronunciò una parola che Mary non si sarebbe mai aspettata: ” Perdonami, ti chiedo solo perdono, so che non potrai dimenticare tutto il male che ti ho fatto, ma non si può tornare indietro per rimediare. Lasciami per i pochi mesi che mi restano da vivere, di far parte della tua vita, della vostra vita.”

Mary a quel punto invece di lasciarsi impietosire le urlò con livore: ” E’ per questo che sei tornata per lavarti la coscienza prima di morire… ti sbagli non abbiamo più bisogno di te, puoi morire come un cane.”

La mamma la guardò senza astio e mormorò: ” E’ colpa mia se sei diventata la persona cattiva che sei.”

Poi si girò ed uscì di casa.

Mary si sentiva svuotata, quelle ultime parole l’ avevano ferita ancor di più. Da quel momento cercò di riprendere la vita di sempre, ma l’ immagine della mamma sull’ uscio di casa la tormentava e le faceva perdere il sonno ed inoltre, i rapporti con Denise si stavano deteriorando sempre di più. Mary non comprendeva come la figlia preferisse quella donna a lei e si sentiva sempre più sola.

Poi una notte fu svegliata di soprassalto dallo squillo del telefono di casa e dall’ altra parte della cornetta una voce sconosciuta le chiese: ” Lei è la signora Mary? Purtroppo la dobbiamo informare che sua figlia Denise ha avuto un incidente era in compagnia della nonna, sua figlia sta bene solo qualche graffio ma sua madre è molto grave.”

Mary rispose: ” Chi è lei?... Ma adesso dove sono?” L’ uomo le disse che avevano portato le due donne all’ ospedale più vicino…

Mary lasciò cadere il telefono e si precipitò al pronto soccorso, quasi non percepiva nemmeno le voci intorno, il suo unico desiderio era quello di riabbracciare la figlia ed invece si sorprese a pensare anche alla mamma. No, non poteva morire prima di averle parlato, non poteva farle questo… non lo avrebbe permesso. Sconvolta, chiese all’ infermiera di turno dove fossero le persone coinvolte nell’ incidente, quando vide la figlia venirle incontro piangendo: ” Mamma, mamma scusami, ero con la nonna la stavo accompagnando proprio in ospedale quando un’ auto non ha rispettato lo stop e ci ha investito in pieno, è stato terribile, la nonna è gravissima, sai mamma io le voglio bene e tu non puoi impedirmelo. Lei le pose la mano sulla bocca e la zittì e le disse: ” Portami da lei!”

Nunzia era stesa su un lettino con il viso insanguinato ed i dottori le stavano prestando le prime cure. Mary chiese ai medici di poter parlare con lei anche solo per pochi secondi perché era troppo importante. I medici acconsentirono, lei si avvicinò e pronunciò quella parola che non aveva mai più usato: ” Mamma, apri gli occhi ti supplico… sono io Mary, ti prego solo un’ istante, non lasciarmi un’ altra volta…”

Nunzia aprì gli occhi per un istante e con un filo di voce sussurrò: ” Grazie per essere venuta!” E con un debolissimo anelito spirò.


Anna Rossi 14/02/2016 17:24 640

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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