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Quando a scegliere non è il cuore

Amore

Si erano conosciuti veramente per caso, davanti al banco dei salumi di un piccolo negozio di alimentari, uno dei pochi ancora rimasti a Roma dopo l'avvento dei supermercati.

Aspettavano entrambi il proprio turno dietro una fila abbastanza lunga, lei guardando l'orologio disse a se stessa a voce un po' alta "è tardi va a finire che non faccio in tempo dal parrucchiere, prendo il prosciutto e la groviera già confezionati"; lui aveva sentito il commento e la guardava con aria quasi compassionevole, era sempre stato uno che non sapeva farsi gli affari suoi ed anche un po' invadente, e con un tono affabile le disse "non glielo consiglio signora, mi scusi eh, ma mi creda vale la pena attendere qualche minuto, la qualità di quella roba imbustata non ha niente a che vedere col prodotto fresco"

Lui era un uomo abbastanza alto, un po' di pancetta, vicino alla settantina, con pochi capelli ed una folta barba brizzolata, ben curata, un pensionato, vedovo, che non disdegnava di gratificarsi apprezzando ancora una bella donna.

E che lei fosse una bella donna, non v'era alcun dubbio, anche se non molto alta, aveva comunque un aspetto sicuramente accattivante, bellissimi capelli biondi, molto curati, due occhi dolcissimi su una bocca piccola e carnosa, era single per scelta probabilmente, un po' timida forse, riservata, che dedicava gran parte del tempo al suo lavoro, agli affetti famigliari ed a qualche sua passione.

Lei lo guardò stupita ed un po' a disagio, come se fosse stata colta nel fare qualcosa di sconveniente, ma poi si riprese e con aria quasi di sfida gli rispose " sì lo so, grazie, ma purtroppo ho fretta".

Lui non si arrese, e cominciò ad elencarle la sfilza di prodotti conservanti, coloranti, emulsionanti, additivi ecc, ecc, oltre al fatto che anche il prezzo era enormemente maggiore di quello del prodotto fresco.

"Che noioso, però in fondo questo scocciatore non ha completamente torto" pensò, tuttavia le dava fastidio che stesse cercando di farle cambiare idea, anche se il suo modo gentile e convincente di irrompere nella sfera privata era tutt'altro che sgradevole.

Si convinse quasi a malincuore ad aspettare il suo turno, lasciando comunque cadere la conversazione, quando arrivò il turno dell'"impiccione", questi si girò e con eleganza le disse "prego signora, lei va di fretta, io posso aspettare ho tanto tempo.

Lei ringraziò con il più bel sorriso che riuscisse a sfornare e ordinò ciò che desiderava.

Sembrava che il tutto si fosse risolto in quello scambio di battute e null'altro.

Era domenica, e Fabio, questo era il nome dell'attempato rompiscatole, aveva deciso di fare una passeggiata al Gianicolo, dalla cui sommità si poteva ammirare un panorama mozzafiato di Roma, sempre pieno di mamme e bambini che, tra urla e risate, si godevano lo spettacolo del teatrino delle marionette, uno dei pochi ancora rimasti.

Fabio seduto su una panchina stava assaporando con gusto l'aria frizzante, seppur contaminata dall'ennesima sigaretta, di cui seguiva assorto il filo di fumo azzurrognolo che saliva verso la cima dei pini intorno, rimase come paralizzato, davanti a lui, ancora quella donna, con passo frettoloso attraversava il suo sguardo.

Si alzò immediatamente, le si parò dinnanzi, e con un coraggio degno di un ragazzino: "Salve, buongiorno, anche oggi di corsa?"

Lei si fermò, ancora una volta quasi seccata, e cercando di apparire disinvolta, rispose imbarazzata " Ci conosciamo?", poi guardò l'intruso con più attenzione e si ricordò l'incontro al negozietto di alimentari, e come per scusarsi del temporaneo vuoto di memoria, con il suo bellissimo sorriso, aggiunse: "Oh sì, mi scusi, ero sovrappensiero, come sta?, debbo ancora ringraziarla per avermi convinto ad aspettare l'altro giorno, il prosciutto era squisito"

Buongiorno, sono contento le sia piaciuto, mi permetta di presentarmi, "Fabio", tendendole la mano, "dicevo ...ancora di corsa anche oggi che è domenica?"

"Ah, piacere mio, buongiorno, Francesca, noooo, non proprio di corsa, stavo andando a prendere un autobus per andare a vedere una mostra fotografica qui a Trastevere, sa, ogni tanto lasciare un po' di spazio all'arte fa bene all'anima"

Fabio sentì un gran subbuglio nel suo stomaco, più guardava gli occhi sorridenti di quella donna, e udiva la musica che usciva dalle sue labbra, più sentiva di esserne incredibilmente attratto.

Beh il ghiaccio ormai era rotto, si fece ancora coraggio, e con risolutezza le disse "bene Francesca, se non la disturba l'accompagno con la mia auto così farà sicuramente prima.

Non le piaceva molto l'idea di entrare nell'auto di uno che in fin dei conti era un semplice sconosciuto, pur se garbato e gradevole nell'aspetto e nei modi, mah, si disse, siamo in pieno giorno, c'è un sacco di gente, e poi il tragitto è brevissimo, e poi comunque ho sempre saputo difendermi, ok, se non la disturba e le fa piacere approfitto della sua cortesia"

Lo sguardo di Fabio si illuminò, si fece di lato ed invitò Francesca a seguirlo, non azzardando però a prenderla sottobraccio come avrebbe voluto.

Le aprì lo sportello dal lato passeggero e la fece accomodare in auto.

Il gesto non era sfuggito a Francesca, tanta cavalleria, forse, la si poteva trovare solo negli uomini di una certa età, difficilmente tra i suoi coetanei di oltre vent’ anni più giovani.

Fabio salì al suo posto, stava per accendersi un'altra sigaretta, poi guardando Francesca, per rispetto la rimise nel pacchetto.

Durante il breve tragitto iniziarono a parlare, lui le chiese qualcosa della sua vita, che lavoro facesse, e lei, che vivendo da sola, non aveva molte occasioni di scambiare parole con altri, non si fece pregare, cominciò a parlare della sua quotidianità, dei suoi affetti famigliari, di come si snodava la sua giornata, delle sue passioni, un vero fiume in piena, che comunque non annoiava affatto Fabio che l'ascoltava con attenzione cercando di memorizzare il più possibile di ciò che la riguardava.

Nel frattempo erano già giunti a destinazione da oltre un quarto d'ora, ma nessuno dei due aveva accennato a scendere dall'auto, Francesca si sentiva rilassata, quell’ uomo accanto a lei le sembrava darle una certa sicurezza ed una calma rilassante, sembrava quasi che lo conoscesse da chissà quanto tempo, Fabio non smetteva un attimo di scrutare in quegli occhi luminosi e quelle labbra così avvolgenti.

Il tempo, come si sa, non è nel nostro dominio, e in quella conversazione, che diventava sempre più personale, più confidenziale, quasi intima, i due ne persero totalmente la cognizione.

Erano ormai oltre tre ore che stavano confidandosi quei segreti che forse non avrebbero mai svelato neanche alle persone più intime, ogni tanto qualche risata argentina di Francesca riusciva a stemperare un poco la conseguente tensione, i loro volti sembravano quasi avvicinarsi impercettibilmente sempre di più, ormai sentivano il calore del respiro sfiorare la pelle del viso.

Si fermarono come per riprendere fiato, abbandonando il loro capo sui poggiatesta e guardando sereni il soffitto dell'auto, le mani si spostarono leggermente l'una verso l'altra come a cercarsi finche le dita si intrecciarono, e rimasero così per un tempo che apparve eterno.

Fabio stava considerando che non gli fosse mai capitato che una donna potesse confonderlo ed avvolgerlo con tanto calore solo parlando, eppure aveva vissuto un amore stupendo con sua moglie durato quasi trent'anni ed aveva conosciuto donne che lo avevano turbato profondamente, ma questa volta era differente, era una sensazione del tutto nuova, la gioventù che sprizzava da ogni poro di Francesca sembrava averlo contagiato ed essersi impadronita anche del suo corpo e della sua anima, la voglia di vivere di Francesca dettata dalla sua ancor giovane età era proporzionalmente commisurata alle sua fresca innocenza, alla sua curiosità e sicuramente anche al suo desiderio di protezione, e queste erano cose che Fabio con i suoi sessantasette anni poteva probabilmente soddisfare, aveva notato che avevano alcuni interessi comuni e comunque il solo fatto di aver parlato per quasi quattro ore senza sovrapporsi qualcosa voleva pur significare.

La visita alla mostra di fotografia era ovviamente saltata, trascorse ancora un po' di tempo, e Fabio si offrì di condurla dove lei desiderava, senza arrischiare di offrirle una pizza o di chiederle di accompagnarla a casa, nel momento del distacco le loro labbra si unirono come calamitate, ripromettendosi a vicenda di rivedersi al più presto.

Nei mesi seguenti presero a frequentarsi, ed il loro rapporto diventava sempre più appagante, si amavano, si desideravano, ed ogni volta che si incontravano il fiume di parole tra loro continuava incessante il suo cammino, anche mentre tra baci, carezze e amplessi i loro corpi si confondevano per ore intere, in un paradiso dei sensi e delle menti

Erano già passati quasi due anni, Fabio e Francesca, anche se si telefonavano più volte al giorno, non si vedevano molto spesso poiché lei lavorava durante la settimana, ma la domenica quando finalmente potevano incontrarsi, sembrava riuscissero a recuperare il tempo trascorso lontani. Ogni volta il progetto iniziale di una passeggiata, una piccola gita, una cena, un cinema, veniva sistematicamente convertito in un bacio appassionato a cui seguiva il desiderio irrefrenabile di donarsi il loro amore e la loro reciproca condivisione dei pensieri.

Tutto sembrava andare per il verso giusto, anche se con qualche divergenza comunque superata, finché un giorno Fabio ebbe uno spiacevole episodio con il cuore, nulla di particolarmente grave ma comunque allarmante, inoltre alcuni acciacchi che sembravano essersi assopiti tornarono a rendere problematica la sua integrità.

Fabio fu come scosso da un fulmine, si domandò se quei dubbi che l'avevano già adombrato all'inizio della storia non fossero ora, alla luce degli ultimi eventi, già sufficienti a ripensare alla sua storia con Francesca, se era giusto che continuasse a tenerla legata a se impedendole di fatto di crearsi una diversa vita con un uomo più giovane di lui, che potesse garantirle il coronamento di quei progetti che ogni essere umano desidera: una vita in comune con la persona amata, l'esaudire lo stesso desiderio di esplorare ancora il mondo, lo scoprire nuove sensazioni, il frequentare amicizie e luoghi dove questa voglia potesse esplodere.

Fabio aveva già conosciuto l'amore vero e profondo, e sapeva cosa volesse dire doversene privare all'improvviso, ma sapeva, o quantomeno pensava, che non poteva, lui, arrogarsi il diritto di sacrificare e condizionare il futuro di una giovane donna, per la quale la miglior aspettativa, dopo qualche anno, sarebbe stata quella di dama di compagnia di un uomo ormai anziano.

Si arrovellò ancora un altro anno in questo suo dilemma, una scelta che lo tormentava e non gli lasciava godere appieno la bellissima e inaspettata storia che stava vivendo, poi un giorno, all'improvviso, avvenne la svolta.

No, non era giusto, doveva lasciar libera Francesca di farsi una sua esistenza, e, lui, ritirarsi di buon ordine, sì, lo sapeva, avrebbero entrambi sofferto da impazzire per questo distacco, ma il tempo riesce prima o poi a guarire ogni ferita, e la donna che rappresentava per Fabio la vetta dell'Olimpo, avrebbe sicuramente incontrato al più presto un uomo che meglio di lui potesse darle quell'amore immenso che lei meritava, e decise autonomamente, prendondosi il diritto, questa volta sì, di stabilire il futuro per entrambi.

Mai decisione fu più angosciante e, solo dopo pochi giorni, Fabio comprese, più infelice, e di cui si penti amaramente, ma restò comunque nella sua mente un solo desiderio, saperla un giorno, non lontano, finalmente di nuovo felice.

Avvenne poco tempo dopo, rivedendola su una sua foto recente, vista per caso, quel meraviglioso sorriso che tanta felicità gli aveva donato, riappariva nella cornice di volto luminoso e sereno, era convinto che lei fosse riuscita a superare quel terribile momento e avesse intrapreso un nuovo viaggio.

Ora poteva essere felice anche lui, quel diritto che troppo presuntuosamente si era arrogato, fortunatamente aveva avuto un esito straordinariamente positivo, e questo forse lo ricompensava della sofferenza patita.

Si guardò allo specchio, poi guardò una foto di Francesca che custodiva accanto al divano e come se l'avesse davanti le disse "tanti auguri amore mio".


Enrico Baiocchi 09/02/2017 18:47 1 1228

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Stupendo e avvincente questo racconto che si lascia scorrere con curiosità e interesse, anche se è struggente la fine di questa insolita storia che ha intrecciato due vite per pochi anni. Uno scrivere leggero, scorrevole e piacevole nella lettura che ho apprezzato molto. Complimenti vivissimi all'autore.»
Ela Gentile

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Pagine: 110 - Anno: 2010


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