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Continuare ad amare

Amore

Azzurra s’ asciugò l’ ultima lacrima, per la rabbia, l’ incredulità e la delusione, aveva pianto fino allo sfinimento.

Il suo Leo, l’ aveva tradita con la persona che amava di più al mondo, di cui si fidava ciecamente e che l’ aveva messa al mondo, sua madre.

Lei era appena uscita dall’ Università, il professore di fisica era stato colto da malore e conseguentemente la lezione era stata sospesa. Il suo ragazzo Leo era al lavoro, o almeno così credeva, decise di fare un salto al centro commerciale, che si trovava lì vicino.

Fra pochi giorni sarebbe stato il compleanno di sua madre ed era indecisa cosa regalarle. Pensò di dare un’ occhiata per i negozi, così, per farsi un’ idea. La mamma Stella, aveva da poco superato i quarant’ anni, ma dall’ aspetto sembrava molto più giovane. Era piacente e curava il suo fisico in maniera maniacale: palestra, sport, cure estetiche…

Aveva un carattere molto forte e determinato, era molto esigente con gli altri ed anche con se stessa. Criticava spesso la figlia, per il suo modo di vestire semplice ed a suo dire senza alcun senso estetico. Azzurra non faceva caso ai suoi rimproveri, adorava la mamma, lei era il suo pilastro, la sua forza, l’ esempio da seguire. L’ ammirava soprattutto, per come aveva affrontato la vita da ragazza- madre e per aver superato con decisione e caparbietà, le innumerevoli difficoltà della vita.

Al confronto, lei aveva un carattere molto dolce e fragile e di fronte agli ostacoli, si arrendeva facilmente. Pensava sempre di essere un passo indietro rispetto agli altri ed in particolar modo alla mamma.

Era quasi arrivata a destinazione, ma dovette accodarsi ad una fila d’ auto che stava entrando nel centro commerciale. Nel frattempo si era accesa una sigaretta, mentre canticchiava l’ ultimo singolo di Vasco Rossi. Era serena e si sentiva fortunata, aveva un ragazzo delizioso che amava tantissimo e lui ricambiava il suo amore, cosa poteva desiderare di più?

Purtroppo bastò un attimo e tutto il mondo le crollò addosso. Scorse un’ auto parcheggiata un po’ distante dall’ ingresso e riconobbe le due persone a bordo, che incuranti degli sguardi dei passanti, si stavano baciando appassionatamente. Per una frazione di secondo le sembrò che il cuore si fosse fermato, poi andò in fibrillazione e la testa in confusione, era incapace di credere a ciò che gli occhi stavano vedendo. Leo e sua madre, sua madre e Leo… Intanto, le auto dietro alla sua, per invitarla a proseguire iniziarono a suonare fastidiosamente, qualcuno la insultò: “ Ehi bella addormentata, ti dai una mossa? Cos’è ti sei mummificata, ma guarda che imbecille…”

Lei sentiva le voci, ma non ne capiva il significato. Esatto, si era pietrificata, incapace di fare anche solo un piccolo movimento.

Un uomo, vedendola in seria difficoltà le si avvicinò chiedendole: “ Stai bene? Dai che ti aiuto a metterti di lato, così farai passare gli altri.”

Lei ubbidì come una bambina, mentre dei grossi lacrimoni cominciarono a bagnarle il viso. Il pianto diventò inarrestabile e l’ uomo, non sapendo cosa fare si sentì in imbarazzo. Finalmente Azzurra, se pur singhiozzando, ritrovò un po’ di autocontrollo, ringraziò l’ uomo e fece retromarcia, imboccando la corsia laterale.

Era confusa ma di una cosa era certa, non sarebbe più tornata a casa. Provava disgusto ed un senso di nausea per la terribile scoperta. Pensò di andarsene dalla nonna a Pietrebianche. Era un paesino abbarbicato su di una collina verdeggiante, coperta da filari d’ ulivi e vigneti. Lì avrebbe potuto riflettere su quale decisione prendere.

Il paese distava dalla città circa trenta chilometri, la strada era stretta e serpeggiante di tornanti e curve. Finalmente apparvero le prime case, addossate le une alle altre, i vicoli stretti che si snodavano fra loro e le terrazze abbellite da gerani rossi. Si fermò un istante, il cielo era vermiglio, uno spettacolare affresco naturale. Una morsa le strinse lo stomaco, quel posto le ricordava Leo e tutte le volte che si erano abbracciati di fronte a quel tramonto meraviglioso. Con rabbia ricacciò dalla mente quei ricordi e proseguì infilandosi in una stradina che la portava dritta a casa della nonna Alessandra.

La nonna sorpresa, vedendo la nipote le andò incontro e felice di rivederla l’ abbracciò, domandandole: ” Tesoro come mai sei qui? E’ successo qualcosa? Hai un viso distrutto!”

Azzurra non aveva voglia di raccontarle nulla, o almeno non quella sera e le rispose: ” Nonna, non mi va di parlarne adesso, sono solo molto stanca, potrei andare a riposare?”

“ Certo” Rispose la nonna, “ la tua stanza è sempre pronta.”

Azzurra salì la scala di legno, che scricchiolava ad ogni gradino e si rinchiuse in camera, mentre la nonna dal piano di sotto, le urlava che più tardi le avrebbe portato un bicchiere di latte, visto che aveva deciso di non cenare. La ragazza non l’ ascoltò e si buttò sul letto fissando il soffitto.

Rimuginava su tutto, domandandosi come aveva fatto a non accorgersi della tresca, sapeva che fra la madre e Leo c’ era un bel rapporto ed un grande affiatamento, ma mai e poi mai avrebbe potuto immaginare che fossero amanti.

Dopo un po’ riaprì il cellulare, che aveva spento già da ore e gli comparvero moltissimi sms, tutti da parte della madre e di Leo. Lo spense nuovamente, era sfinita ed il sonno non tardò ad arrivare.

La mattina successiva fu svegliata dal venditore ambulante, che ogni martedì saliva in paese per vendere i suoi formaggi. Scese in cucina, la nonna era già uscita e le aveva lasciato la colazione sul tavolo. Non aveva fame, riaccese il cellulare e mandò un messaggio alla madre ed a Leo; gli scrisse che stava bene e che aveva bisogno di stare da sola, chiedendo ad entrambi, di non cercarla per nessun motivo.

Uscì in veranda, e fu colpita dal profumo del gelsomino che era così intenso e inebriante da stordire i sensi e l’ aria ne era tutta impregnata. Amava quella fragranza dolce e sensuale ed il suo effluvio la faceva già stare meglio. Ma i ricordi si ripresentarono prepotentemente, ripensò a tutti i bei momenti della sua storia d’ amore: le promesse, i progetti per un futuro insieme… tutto sfumato, distrutto.

In quel preciso momento decise che sarebbe rimasta a vivere con la nonna e non avrebbe mai più voluto vedere la mamma. Ma come previsto, Stella scoperto dove si era rifugiata, si precipitò a Pietrebianche, convinta che avrebbe riportato Azzurra a casa. Non fu così, lei non si aspettava la reazione della figlia nell’ aver scoperto il suo tradimento. Dapprima, presa alla sprovvista rimase senza parole, poi si riprese e riacquistò la solita spavalderia ed accusò la figlia, che a causa del suo aspetto sciatto e trasandato, non era stata capace di tenersi nemmeno un uomo.

Lo scontro fu durissimo e le accuse pesanti, alla fine Stella se ne andò furiosa e quella fu l’ ultima volta che Azzurra vide la madre. Mentre Stella stava per tornare a casa, per la forte velocità perse il controllo dell’ auto e si schiantò violentemente contro un albero.

Nonostante le insistenze della nonna, Azzurra non volle partecipare nemmeno al funerale, le aveva chiesto di perdonarla, in fondo, tutti possono sbagliare. Ma lei si sentiva ferita e fu irremovibile nella sua decisione. Non rivide nemmeno Leo, che inutilmente l’ aveva cercata tantissime volte.

Azzurra non si fidava più di nessuno ed in sua difesa, aveva costruito un muro di diffidenza. Ritornò nella sua casa in città, riprese a studiare con più determinazione, quello le sembrava l’ unico modo per non pensare ad altro e per non rimpiangersi nella sua solitudine.

Molto presto si laureò in fisica nucleare e per la sua eccellente preparazione, le fu proposto di diventare assistente del professore Carotenuto. Ciò la inorgoglì, soprattutto perché il professore era un luminare dell’ Ateneo.

Con il passar del tempo curò di più il suo aspetto fisico, iniziò a vestire in modo elegante e sensuale, ma senza volgarità. Divenne raffinata nei modi e decisamente più accattivante. Non era certo il tipo da passare inosservata, infatti attirava l’ attenzione degli uomini e sentirsi ammirata ed al centro dell’ attenzione le piaceva molto. Giocava a provocarli, ma al momento di accettare un invito o qualsiasi affettuosità, si chiudeva immediatamente a riccio, provocando lo sconcerto di chi aveva sperato nelle sue lusinghe. Sembrava che niente e nessuno potesse scalfire il suo cuore granitico.

All’ inizio del nuovo anno accademico si aggiunse nell’ organico dei docenti un nuovo professore di matematica. Le fu presentato, si chiamava Francesco Spinelli. Lui la fissò per un attimo e le rivolse la più banale delle frasi: ” Mi scusi, ma ci conosciamo già? Mi sembra di averla già vista.”

Azzurra sapeva che non si trattava di una scusa per attaccare bottone, lei rammentò subito dove l’ aveva incontrato, era l’ uomo che l’ aiutò a spostare l’ auto quel maledetto giorno, ma fece subito finta di niente, non voleva che ricordasse di averla vista in quello stato pietoso.

Il professore rimase perplesso e pensando che gli stesse sfuggendo qualcosa, entrò nell’ aula magna per fare lezione. Nei giorni successivi s’ incontrarono più volte, ma i loro colloqui furono molto formali e distaccati, soprattutto da parte di Azzurra.

Eppure, i modi gentili e raffinati di Francesco, iniziarono a piacerle; una mattina, durante l’ ora di pausa si ritrovarono nel bar e lui le offrì un caffè, lusingata, accettò volentieri. Iniziarono a parlare di tanti argomenti, ed entrambi si accorsero di avere molti interessi in comune, la conversazione fu molto piacevole, ma la cosa più importante per Azzurra che Francesco aveva il dono dell’ ascolto.

Fu conquistata dal suo modo di fare: per la sua cultura, la sua capacità e la facilità di spaziare con destrezza da un argomento all’ altro. Così i loro incontri si fecero abituali, tutte le mattine prendevano il caffè al bar ed uscendo dall’ università, facevano un tratto di strada insieme.

Un pomeriggio, finite le lezioni si sedettero nel parco e Francesco iniziò a parlare di sé, disse che era nato in città, ma in seguito se n’ era andato a studiare all’ estero, perdendo di vista tutti gli amici e le amiche di un tempo. Li ricordava tutti con grande affetto, soprattutto una donna in particolare, con cui aveva avuto una storia importante, poi si erano allontanati, non solo fisicamente, ma anche con il pensiero. E da quel momento non aveva più saputo nulla di lei, Stella, questo era il suo nome, una donna bellissima ed attraente, che lo aveva stregato.

A quel punto Azzurra ebbe un mancamento, non poteva essere, si trattava sicuramente di una coincidenza… pensò. Francesco le confermò il cognome, ora non poteva essere più una casualità… un dubbio si insinuò velocemente nella sua mente. Si alzò frettolosamente, dicendo che si era dimenticata di avere un appuntamento importante, ma in verità, voleva solo allontanarsi il più presto possibile da lui. Francesco sorpreso dall’ atteggiamento della ragazza, la salutò pensando che le donne erano veramente strane e difficili da capire.

Azzurra con il cuore in subbuglio ritornò a casa, non conosceva suo padre, o meglio, sua madre aveva evitato sempre di parlargliene. Le poche volte che da bambina aveva cercato di saperne di più, la mamma le rispondeva sorridendo: ” Non sei felice con me? Non ti basto?” Dopo alcuni tentativi non ebbe più il coraggio di farle altre domande e l’ argomento papà, fu archiviato definitivamente.

Adesso questa novità la turbava tantissimo, avvertiva la necessità di conoscere l’ identità di suo padre e l’ unica persona in grado di poterla aiutare era sua nonna.

La chiamò subito e la nonna le rispose: ” Perché vuoi saperlo proprio ora? Ti potrà far male…”

Nonostante avvertisse il turbamento della nipote, si intenerì a tal punto che decise di accontentarla, le disse che Stella aveva avuto una sola storia importante, con un ragazzo che poi era partito per studiare all’ estero ed il suo nome era Francesco.

Azzurra non ebbe più dubbi, il professore che ammirava era suo padre… e da quanto aveva capito dai discorsi che si erano fatti, ignorava che avesse una figlia, sicuramente, conoscendo la mamma, non lo aveva messo al corrente di essere incinta.

Era combattuta se dirglielo o meno. Trascorse una notte insonne, piena di fantasmi e di ricordi, si rivedeva bambina davanti a scuola e quando vedeva gli altri compagni con il loro papà provava in cuor suo tanta invidia, per non aver potuto godere dell’ amore paterno. Si sentiva mutilata negli affetti, come se la vita le avesse tolto qualcosa di insostituibile…

La luce cominciò a filtrare dalla finestra, Azzurra sospirò, finalmente s’ era fatto giorno, le era sembrata una notte infinita. Adesso doveva affrontare la situazione con forza e senza lasciarsi prendere dal timore di sbagliare.

Si recò all’ Università con la determinazione di incontrare Francesco, voleva confessargli la verità, non importava cosa sarebbe successo dopo. Voleva essere amata come figlia, con tutti i propri difetti, voleva ancora fidarsi di qualcuno, sentirsi nuovamente viva. Finalmente dopo tanto tempo il suo cuore ricominciò a battere, a provare emozioni, a sperare che forse la sua vita si sarebbe colmata d’ amore.

Un nuovo amore per se stessa, per la vita e per gli altri.

Anna Rossi 09/04/2017 11:32 838

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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